Roberto
Della Rocca,
rabbino
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A
Roma c’è un’ antica consuetudine per la quale colui che apre un Bet
Hakeneset, solitamente lo Shammash laddove è presente, deve prima
bussare alla porta. Per chi si bussa se nel Bet Hakeneset non c’è
nessuno? Quando ci si occupa della cosa pubblica si tende spesso a
rivendicare la proprietà dei progetti di cui ci rendiamo protagonisti.
I progetti di successo hanno sempre tanti reclami di paternità,
viceversa, i progetti fallimentari risultano quasi sempre orfani e si
fa una certa fatica a ricomporre la filiera delle responsabilità dei
loro insuccessi.
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Dario
Calimani,
Università Ca' Foscari Venezia
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L’amico,
ebreo, legato a una compagna polacca, mi giurava che i polacchi, in
Polonia, gli ebrei li salvavano quando scappavano dal Ghetto di
Varsavia, perché i polacchi, gli ebrei, li amavano. Era tutta
propaganda anti-polacca quella che diffondeva il mito dei polacchi che
odiavano gli ebrei.
Il collega ucraino, invece, mi giurava che gli ebrei, in Ucraina, li
amavano, e gli atti di antisemitismo e i massacri venivano compiuti da
sovietici travestiti, per screditare gli ucraini.
Per tanto tempo siamo andati alla ricerca degli italiani che hanno
salvato i nostri familiari durante i rastrellamenti nazi-fascisti, e ne
abbiamo rintracciati molti, e molti continuiamo a scoprirli. Ma non
siamo mai riusciti a stilare la lista dei fascisti nostrani che ci
hanno tradito e ci hanno denunciato, mandandoci dritti alle camere a
gas. Ed è una lista ben lunga, malgrado il mito del buon italiano.
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Appello a Mosca:
"Liberi i manifestanti"
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Mosca
rilasci tutti i manifestanti arrestati. A chiederlo il segretario
generale del Consiglio d’Europa, Thorbjorn Jagland, che ha affermato di
essere “particolarmente preoccupato dalle notizie sulla detenzioni di
minori”. Per Jagland. “la detenzione di centinaia di cittadini, incluso
il leader dell’opposizione Alexey Navalny, mentre esercitavano il loro
diritto alla libertà d’espressione e a riunirsi pacificamente solleva
questioni sul rispetto delle garanzie sancite dalla Convenzione europea
dei diritti umani” che la Russia in quanto Stato membro del Consiglio
d’Europa è tenuta a rispettare.
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informazione
- pagine ebraiche
La
carta prende il volo
L’informazione
che lascia il segno, prende il volo con la carta. Nulla garantisce la
stessa esperienza di lettura di un giornale stampato e niente come la
tangibilità delle pagine di un giornale può donare al lettore
l’emozione di comprendere e giudicare in libertà.
Un maestro del disegno italiano come Vittorio Giardino ha dato con il
suo tratto nitido e inconfondibile l’idea più chiara delle nostre
speranze. La campagna per sostenere l’edizione stampata del giornale
dell’ebraismo italiano, destinata a raggiungere solo gli abbonati, è
già partita. Ora per garantire il futuro di un giornale sano, libero e
indipendente, la strada migliore è sottoscrivere un abbonamento – a 30
euro, diverse sono le modalità possibili – o invitando i propri amici a
non privarsi del giornale che dà voce all’ebraismo italiano in tutte le
sue declinazioni e dà voce anche a quella componente della società
italiana attenta alle vicende, alla storia e ai valori di cui gli ebrei
sono testimoni. Abbonarsi non significa solo leggere meglio e difendere
il futuro della stampa ebraica italiana. Significa anche tutelare la
possibilità di offrire qualcosa di concreto ai tanti amici delle realtà
ebraiche italiane.
Numerosi gli approfondimenti che trovate sul numero di aprile del
giornale dell’ebraismo italiano in distribuzione: il segno vivo dato
dalla recente inaugurazione della sinagoga di Bologna, un primo
bilancio sui grandi temi toccati nel sessantesimo anniversario dei
Trattati di Roma, un ampio e articolato dossier dedicato alla realtà di
Israele. E ancora, la parola agli opinionisti, lo sguardo sulle novità
offerte dal cinema ebraico internazionale, quello che bolle in pentola
nella letteratura per l’infanzia, i sentieri della Memoria tracciati da
ciclisti amatori e professionisti.
Per
info: abbonamenti@paginebraiche.it – www.moked.it/paginebraiche/abbonamenti/
|
il
messaggio al sindaco de magistris
"Una
sala del Comune al Bds,
per
Napoli grave passo falso"
A
seguito della decisione del Comune di Napoli di concedere una sala
consiliare a un’iniziativa del movimento Bds (Boycott, Divestment and
Sanctions), la Comunità ebraica di Napoli ha inviato, a firma della
presidente Lydia Schapirer, la seguente lettera di protesta al sindaco
della città Luigi De Magistris:
Lettera aperta al Sindaco di Napoli
Egregio Signor Sindaco,
la notizia che il 16 marzo u.s. il Comune di Napoli abbia concesso al
Movimento BDS (Boycott, Divestment and Sanctions) la sala consiliare
suscita sconcerto da parte della Comunità ebraica di Napoli. La
tradizione di tolleranza e apertura di questa città stride con gli
obiettivi del BDS che si prefigge di una campagna di boicottaggio nei
confronti di Israele, dei suoi prodotti e della sua cultura, tra
l’altro già condannata dai tribunali di diversi Stati europei.
Tralasciando gli aspetti di illegittimità giuridica di azione di
competenza del Ministero degli Esteri, l’idea che il sostegno alla
causa della nascita dello Stato palestinese (i cui maggiori ostacoli
derivano principalmente da posizioni estremiste proprio in campo arabo
di chi rifiuta il riconoscimento di Israele) possa passare per
un’azione di chiusura verso lo Stato ebraico la cui cultura e ricerca
scientifica sono apprezzati nel mondo per il loro contributo al
miglioramento delle condizioni di vita ed al dialogo tra i popoli, ha
il sapore amaro di qualcosa di già subito dagli ebrei in seguito
all’espulsione dalla Spagna e dai suoi possedimenti. La conseguenza di
quelle espulsioni fu il declino progressivo dei territori da cui gli
ebrei furono cacciati a vantaggio di quelli che li accolsero.
I “ponti” di cui, con troppa retorica, si parla a proposito della
“Pace”, si costruiscono dando voce a tutte le parti coinvolte nel
conflitto e non escludendo una parte nella convinzione di dare forza
all’altra. La Comunità ebraica di Napoli, di cui diversi iscritti sono
anche cittadini israeliani, è coerente nel sostenere con l’UCEI, di cui
fa parte, l’impegno per la Pace in Medio Oriente che passa per il
principio dei “Due popoli per due Stati”. A questo principio devono
attenersi tutti coloro che sono per una soluzione della contesa che sia
pacifica e giusta per entrambe le parti e che, piuttosto che favorire
iniziative tese a dividere, contribuiscano ad avvicinare i due popoli,
facendoli incontrare e discutere.
L’iniziativa di concedere la sala consiliare al Movimento BDS, seguendo
purtroppo un solco già tracciato dall’amministrazione comunale di
Napoli negli anni passati, va in direzione del tutto opposta a quella
dell’avvicinamento e dell’incontro dei popoli. Pertanto, riteniamo che
se il Comune di Napoli intende davvero proporsi come motore dei
processi di Pace, la sua amministrazione debba attuare un deciso cambio
di rotta improntato all’equilibrio ed all’ascolto delle ragioni
dell’una e dell’altra parte, senza retorica e facili slogan.
Lydia Schapirer,
Presidente Comunità Ebraica di Napoli
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il ciclista bloisi fa tappa al meis di ferrara
"Da Sciesopoli a Gerusalemme,
il mio viaggio per la Memoria"
È
sotto le persiane socchiuse, descritte da Giorgio Bassani in Una notte
del ’43, quelle dietro le quali tutti vedevano e sapevano, ma nessuno
denunciava, che ha fatto tappa ieri, a Ferrara, il ‘ciclista della
Memoria’ Giovanni Bloisi. Le persiane inquadrano il muretto del
Castello Estense di Ferrara dove, all’alba del 15 novembre 1943, si
consumò il primo eccidio di guerra civile in Italia, con l’uccisione,
per mano fascista, di undici ebrei e oppositori del regime.
E la fermata ferrarese di Bloisi, promossa dal Museo Nazionale
dell’Ebraismo Italiano e della Shoah – MEIS e dall’Istituto di Storia
Contemporanea – ISCO, ha contribuito ad aprire proprio quelle persiane,
ricordando ciò che è stato: “Dall’età di quattro anni pedalo tra i
laghi delle mie parti – ha spiegato il ciclista di Tradate (Varese),
città da cui ha preso le mosse il suo itinerario, lo scorso 19 marzo –,
ma dal 2007 ho messo la bicicletta al servizio della Memoria. Ho
visitato i campi di concentramento in Germania e in Russia, e adesso
sentivo di dovermi dedicare a casa nostra, all’Italia, per far
conoscere i luoghi della Shoah e la storia di Sciesopoli, che molti
ignorano”. Leggi
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Democrazia
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“Così
come non vorrei essere uno schiavo, così non vorrei essere un padrone.
Questo esprime la mia idea di democrazia”. (Abramo Lincoln)
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Il
testamento biologico
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È
ora in discussione alla Camera dei Deputati la proposta di legge 3599
recante modifiche al codice civile in materia di consenso informato, di
dichiarazione anticipata di volontà sui trattamenti sanitari e di
testamento biologico, nonché istituzione della banca dati telematica
nazionale dei testamenti biologici.
All’art. 5 si prevede che ogni persona maggiorenne, che sia in possesso
della capacità di agire, possa redigere un testamento biologico, allo
scopo di manifestare la propria volontà in relazione alle scelte di
carattere sanitario e terapeutico nonché all’eventuale donazione di
organi. Il testatore presenta il testamento biologico, redatto in forma
scritta su carta o su supporto informatico sottoscritto con firma
digitale, all’ufficio del giudice tutelare competente per il luogo di
residenza del testatore medesimo.
Emanuele Calò
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