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 31 Marzo 2017 - 4 Nissan 5777
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
Esiste il napoletano ed esiste il napulegno.
Al napoletano appartengono la capacità poetica, l’estro partenopeo, l’ingegno, la fantasia e il cuore grande. Al napulegno appartengono la retorica piccolo borghese, la cultura della minima e spicciola sopravvivenza, la logica di casta, il cuore anaffettivo.
Il napoletano ha radici ed ali, sa vivere nella sua città, così come altrove e porta dentro di sé gli orizzonti internazionali della sua città, ne conosce la lingua dialettale e sa essere figlio di Partenope ovunque nel mondo, rendendo Napoli fiera di lui ovunque egli vada.
 
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
direttore
Fondazione CDEC
Domani il quotidiano il Giornale, che già nel recente passato ha pubblicato la prima traduzione italiana del Mein Kampf di Adolf Hitler, metterà in vendita nelle edicole quella che viene annunciata come “una nuova opera dedicata alla vera storia della guerra civile in Italia dal 1943 al 1945” di Giorgio Pisanò. Si tratta in realtà di un vecchio testo diffuso in numerosi fascicoli già nel 1966. È stata all’epoca una delle prime opere di revisionismo storiografico, e soffre di non pochi difetti.
 
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Una bomba a Rialto
Il piano fallito dei jihadisti
“Facevano apologia del martirio e degli attentati contro gli occidentali, in particolare quello da ultimo perpetrato a Londra il 22 marzo, ipotizzando la commissione di uno anche a Venezia, mediante una bomba da far esplodere a Rialto”, è quanto ha scritto il gip del Tribunale di Venezia, Alberto Scaramuzza, nell’ordinanza che ha portato all’arresto di quattro persone, accusate di pianificare un attacco terroristico nella Laguna. “Da parte di tutti – ha dichiarato il procuratore Adelchi D’Ippolito – c’era una grande adesione all’ideologia dell’Isis” (Sole 24 Ore).

Milano, pluralismo religioso in carcere. Presentato ieri il secondo step del progetto che coinvolge diversi istituti penitenziari lombardi in un percorso volto a lavorare con il personale e con i detenuti sui temi legati al pluralismo religioso. “Non sono pochi i terroristi che hanno trovato la loro scuola di formazione in galera – spiega Repubblica Milano – ed è per questo che al progetto del Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria, collaborano Curia, Comunità ebraica, Coreis (comunità religiosa islamica italiana), Unione buddista, università Cattolica e degli Studi, Caritas ambrosiana e Veneranda Biblioteca Ambrosiana, che già hanno organizzato tre giornate di formazione ed informazione rivolte agli operatori penitenziari ed ai docenti dei corsi scolastici presenti negli istituti di pena. Corsi e lezioni che si ripeteranno nei prossimi mesi, con i grandi esperti di queste tematiche”.

Napoli, boicottaggio “segnale triste”. Protagonista a Napoli di un incontro sulla Memoria, il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni è stato intervistato dal Mattino in merito alle recenti polemiche tra l’amministrazione cittadina e la Comunità ebraica a seguite delle controverse prese di posizioni della prima a favore del boicottaggio d’Israele. Quest’ultimo, ha spiegato il rav, “è un segnale triste, che si manifesta quando non si ritiene che esistano più margini di dialogo e si sceglie la logica violenta di abbattere un avversario”.

Firenze, il nuovo Giusto italiano. Si tratta di Renato Fantoni, esponente del Partito Liberale e assessore alla Casa nella prima Giunta comunale fiorentina del dopoguerra, che insieme alla moglie Beatrice accolse in una casa di sua proprietà a Pian del Mugnone Eugenio Artom, futuro membro della Consulta nazionale e senatore della Repubblica. Con lui, nascosti in quella casa, anche la moglie Giuliana e il maggiordomo Amedeo. Ad aprire la strada al riconoscimento di Fantoni come Giusto tra le Nazioni da parte dello Yad Vashem, racconta la Nazione, la pubblicazione di alcune testimonianze inedite sul giornale dell’ebraismo italiano Pagine Ebraiche. “Si tratta di testimonianze inedite — spiega il giornalista Adam Smulevich al quotidiano – che il figlio adottivo di Fantoni, Piero, mi aveva dato alcuni anni fa”.
 
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  davar
la grande convention giovanile
Irua, i ragazzi dell'Italia ebraica
a confronto sul futuro

Ha preso il via nelle scorse ore Irua (in ebraico "evento"), il grande raduno giovanile dell'Italia ebraica organizzato dall'Area Cultura e Formazione UCEI in una località toscana. Quattro giorni di attività, incontri, riflessioni. Quattro giorni per stare insieme e condividere, in un clima di grande serenità, un progetto di futuro.

È il messaggio che gli organizzatori hanno voluto rivolgere ai numerosi partecipanti, giunti da tutta Italia (presenti le grandi come le piccole Comunità).

A fare gli onori di casa il rav Roberto Della Rocca, direttore dell'Area Cultura e Formazione dell'Unione; l'assessore UCEI ai giovani Livia Ottolenghi; il presidente della Comunità ebraica fiorentina Dario Bedarida. Tutti e tre sono intervenuti nel corso della cena che ha segnato l'avvio ufficiale dei lavori. A portare un saluto anche il presidente dei giovani ebrei italiani Ariel Nacamulli.
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irua - la grande convention giovanile
Da Torino a Napoli, l'ebraismo
parla la lingua dei giovani

“C'è una bellissima atmosfera, una grande partecipazione dei giovani, in particolare delle piccole Comunità. Molta l'interazione tra i partecipanti e gli ospiti, con un ottimo livello degli incontri. Ci apprestiamo a questo shabbat con un grande entusiasmo”. È la soddisfazione espressa da rav Roberto Della Rocca, direttore dell'Area Cultura e Formazione dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, per la quattro giorni organizzata per questo fine marzo dall'UCEI e dedicata al mondo giovanile ebraico. Irua (evento, in ebraico) il titolo dell'appuntamento che vede coinvolti 160 ragazzi provenienti da tutta l'Italia ebraica. “La risposta dei giovani è stata ottima e il clima è veramente positivo – conferma l'assessore ai Giovani dell'Unione Livia Ottolenghi, che ieri insieme al presidente della Comunità ebraica di Firenze Dario Bedarida e a rav Della Rocca, ha dato il suo benvenuto ai partecipanti – Sono molto contenta del risultato: sia per il numero dei ragazzi coinvolti sia per la loro provenienza. Sono rappresentate tutte le realtà ebraiche italiane, dalle piccole alle grandi, da Casale Monferrato a Roma. Le attività sono le più diverse, dalle lezioni di Talmud con rav Della Rocca alle partite di calcetto, fino agli incontri con un educatore esperto come Daniel Segre. Irua è veramente un'opportunità per i nostri giovani di incontrarsi, conoscersi e riconoscersi”.
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irua - la grande convention giovanile
Dobbiamo dare ai nostri figli
capacità e forza di stare assieme

Con Irua, la grande convention della gioventù ebraica italiana ora in corso di svolgimento, l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane raccoglie la sfida del futuro. In una società italiana e in una società ebraica italiana sempre più contrastata e difficile, in una dinamica che vede lo scetticismo, la demotivazione, l’abbandono e l’emigrazione giovanile massiccia come primi problemi, che cosa possiamo fare per le nuove generazioni?
Come possiamo rendere loro almeno una parte del bene immenso di identità e di coraggio che chi ci ha preceduto ha saputo trasmettere fino a noi, spesso al prezzo di indicibili sofferenze?
Ai nostri giovani possiamo aprire la strada. Possiamo mostrare loro il gusto di stare assieme. La gioia di essere ebrei italiani. E per farlo le differenze, gli orientamenti, le diverse sensibilità che caratterizzano la società ebraica italiana non devono essere mai un ostacolo insuperabile, ma al contrario, lo stimolo di un nuovo fermento, il gusto di nuovi confronti, l’annuncio dei tempi migliori in cui riscopriremo l’orgoglio e la forza di condividere il nostro destino.

gv

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qui torino
In marcia per gli ideali di Artom
Indifferenza. Questa la parola simbolo della Marcia Emanuele Artom organizzata come ogni anno dalla Comunità ebraica di Torino insieme alle Comunità ebraiche di Casale Monferrato e di Vercelli e con la Comunità di Sant’Egidio. Il patrocinio della Città di Torino e del Consiglio Regionale del Piemonte, poi, ha portato al lavoro dei ragazzi delle scuole coinvolte anche il riconoscimento delle istituzioni cittadine. L’appuntamento era alla lapide dedicata ai deportati presso il binario 17 della stazione di Porta Nuova, e i partecipanti si sono mossi verso la comunità, dove ad aspettare la folla guidata dallo striscione portato dagli studenti, dai gonfaloni della Città e della Comunità ebraica e dai cartelli con i nomi dei campi di concentramento, c’erano tutti i bambini e ragazzi che hanno preparato nelle scorse settimane piccoli discorsi, interventi musicali e le installazioni che facevano bella mostra di sé nella Piazzetta Primo Levi e su cui anche la sindaca di Torino Chiara Appendino ha voluto lasciare il suo messaggio.

Dario Disegni, presidente della Comunità ebraica torinese, in apertura della manifestazione, ha voluto sottolineare come la presenza in memoria di Emanuele Artom, dei vertici delle Istituzioni, con i rappresentanti delle Associazioni partigiane, delle confessioni religiose e delle associazioni culturali, insieme a cittadini e studenti delle scuole torinesi sia diventato un appuntamento importante, un momento significativo di riflessione e di impegno civile.
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il chiarimento del sindaco di torino
"Noi, contro distorsioni storiche
e paragoni impossibili su Israele"

L’amministrazione comunale di Torino si dissocia in modo fermo da ogni distorsione in chiave anti-israeliana della storia. Ad affermarlo, in una lettera inviata al presidente della Comunità ebraica torinese Dario Disegni, il sindaco della città Chiara Appendino. In una lettera inviata nelle scorse ore a Disegni, il sindaco ha infatti dato una risposta chiara e positiva alle preoccupazioni espresse dalla Comunità ebraica a seguito di un’iniziativa organizzata lo scorso 22 marzo con il patrocinio della Città di Torino e trasformatasi in un evento di propaganda contro Israele. “Sia io sia ogni membro di questa amministrazione ci dissociamo da una visione unilaterale della storia che porta a distorsioni più o meno macroscopiche della realtà. – ha scritto Appendino in riferimento all’incontro in questione, che si era trasformato da una presentazione di un progetto umanitario a Gaza a occasione per alcuni di gettare veleno su Israele e a favore del suo boicottaggio.
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l'incontro alla camera dei deputati
La Storia maestra di vita
Si è tenuto questo pomeriggio, nella splendida cornice della Sala del Cenacolo della Camera dei Deputati, il convegno “La storia maestra di vita”, organizzato dall'Associazione Nazionale Cavalieri al Merito della Repubblica italiana, incentrato sulle figure dei Giusti tra le Nazioni.
I lavori del convegno, sono stati aperti dai saluti del Vicepresidente della Camera Roberto Giachetti, del capo della Polizia Franco Gabrielli, del Questore di Roma Guido Marino, del Presidente dell’Ancri Guido Bove e della Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, la quale ha tenuto un intervento incentrato sul valore della libertà in relazione alla prossima festività di Pesach, la Pasqua ebraica, in cui si ricorda la liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù in Egitto.
A portare la sua testimonianza della Shoah Piero Terracina, sopravvissuto al campo di concentramento di Auschwitz e cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana. Sono poi intervenuti alcuni famigliari e persone legate a tre Giusti tra le Nazioni: Franco Perlasca, figlio di Giorgio Perlasca, Angelo de Fiore, nipote e omonimo del Questore Angelo De Fiore, e Florinda Palumbo, figlia di Alberino Palumbo, all’epoca dei fatti attendente di Giovanni Palatucci.
Con questo convegno l’Ancri intende proseguire l'impegno a non dimenticare l'orrore dello sterminio del popolo ebraico e delle leggi razziste. Un impegno volto anche a mantenere viva la memoria di quanti, a causa delle proprie idee e della propria fede religiosa, hanno subìto la deportazione, la prigionia e la morte nei campi di concentramento, ma anche di tutti coloro che si sono opposti al progetto di sterminio e hanno contribuito a salvare le vite di tante persone, anche a rischio della propria.
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qui ferrara - la mostra
Al Meis, spazio alle domande
“Allargare la condivisione della storia degli ebrei, ferraresi e non, mostrando le dinamiche quotidiane comunitarie e rituali, e costruire la propria identità di presenza viva non solo in senso edilizio, come cantiere che progredisce, ma anche dal punto di vista della missione divulgativa di cui è investito. Sono questi gli obiettivi del Meis e possono aiutare a rimuovere il pregiudizio generato dall’ignoranza”.
Con poche, incisive pennellate, il sindaco di Ferrara, Tiziano Tagliani, ha saldato il significato della nuova mostra “Lo Spazio delle Domande”, promossa dal Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah - Meis, con la collaborazione della Comunità ebraica di Ferrara, agli scopi generali del Museo di Via Piangipane 81.
Alla conferenza stampa di presentazione dell’allestimento, che verrà inaugurato mercoledì 5 aprile, l’idea del percorso in cui è coinvolto il Meis, nella doppia accezione di sito in progress e di laboratorio di idee, è stata approfondita dal Direttore Simonetta Della Seta, che ha delineato una precisa road map: “L’edificio che, a partire dal 13 dicembre, ospiterà il grande evento inaugurale del Museo verrà consegnato in estate. In preparazione a quella data, con “Lo Spazio delle Domande” proponiamo al pubblico un itinerario che si sviluppa intorno a quattro interrogativi: Che cos’è per te l’ebraismo? Come lo celebriamo? Dove ci incontriamo? Come mangiamo?".
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qui roma
A scuola, per il bene comune
Oggi è la “Giornata internazionale delle buone azioni”, manifestazione che intende promuovere e diffondere la solidarietà e l’aiuto a chi è in difficoltà. Un appuntamento nato nel 2007 in Israele da un’idea dell’israelo-americana Shari Arison, e diffuso oggi in decine di Paesi.
Questa mattina il “Good deeds day” è stato festeggiato anche alla Scuola ebraica di Roma, con una iniziativa che ha visto partecipare decine di bambini e tanti “nonni” assistiti dalla Deputazione Ebraica. A intervenire, la presidente della Comunità romana Ruth Dureghello, l’ambasciatore di Israele in Italia Ofer Sachs, il ministro consigliere di ambasciata Raphael Erdreich, il presidente del Centro di servizio per il volontariato del Lazio Renzo Razzano. Presenti anche l’assessore alle Scuole della Cer Daniela Debash, il preside rav Benedetto Carucci Viterbi, rav Roberto Colombo, la morà Cinzia Di Veroli e il direttore dei Servizi Generali Elio Limentani.
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pilpul
Autorità centrale
Sono cresciuta con l’idea che l’assenza di un’autorità religiosa centrale per noi ebrei fosse indiscutibilmente un bene, il segno di una cultura per cui libertà di pensiero e pluralismo sono valori irrinunciabili. Con la stessa logica tendevo a osservare le altre realtà religiose. Oggi non ne sono più tanto convinta. È stato davvero un bene per il mondo protestante frazionarsi fin dal XVI secolo in una miriade di realtà spesso in lotta anche violenta l’una contro l’altra? È un bene oggi per il mondo islamico non avere un’autorità religiosa centrale che possa condannare con fermezza le azioni dei pochi che si autoproclamano portavoce della collettività? È una male per i cattolici avere un papa che invece può pronunciare a nome di tutti una ferma condanna dei fondamentalismi e un’appassionata difesa del rispetto per le diversità? 

Anna Segre, insegnante
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Kein briere iz oich a breire
Una crisi coniugale, un terremoto che con i suoi effetti devastanti destabilizzerà il destino del Medio Oriente e di Israele. Sono i due piani narrativi che si intersecano nell’ultimo romanzo Eccomi di Jonathan Safran Foer (Guanda, 2016). “Eccomi” risponde Abramo prontamente a D-o, quando gli viene chiesto di sacrificare il proprio figlio Isacco. Ma cosa è disposto a sacrificare Jacob, il protagonista, per la sua famiglia e per la salvezza di Israele? Cosa saremmo disposti a sacrificare noi in un’eventuale chiamata?
Jacob è un antieroe tipico della postmodernità, un everyman che potrebbe ricordare A Serious Man dei fratelli Cohen ma anche un qualunque personaggio rothiano, il suo dramma è radicato all’interno di una questione identitaria che coinvolge il suo essere uomo, marito, padre ed ebreo.


Francesco Moises Bassano
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Per una vera società laica
La recente "sentenza sulle benedizioni" nella scuola pubblica, emessa dal Consiglio di Stato, raccoglie inevitabilmente consensi e critiche, tra chi la trova equilibrata e chi la ritiene inaccettabile se non addirittura pericolosa perché ritenuta propedeutica a una battaglia tra "concorrenti".
Alle spalle di questa, come di tutte le altre pronunce che abbiano riguardato il rapporto tra vita pubblica ed espressione religiosa, rimane l'indefinita situazione di un Paese che si dichiara laico costituzionalmente ma non lo è poi tanto nella pratica e che, significativamente, vede morire dimenticato ogni tentativo di emanare una legge che regoli chiaramente il rapporto tra fedi e stato.


Gadi Polacco
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Diario del soldato - Buone azioni
Esiste un giorno dell’anno in cui le buone azioni vincono sulla routine e diventano protagoniste assolute di quel palco, che è la vita.
Ogni anno, in occasione del “Giorno delle buone azioni”, ci svegliamo più buoni, sorridiamo ai vicini in ascensore, lasciamo una monetina al mendicante sotto casa, perdoniamo la cassiera lenta al supermercato e le diciamo di tenere il resto, respiriamo profondamente e ci ripetiamo che l’escremento di piccione sulla camicia bianca è di buon auspicio, non clacsoniamo al veicolo fermo di fronte al semaforo verde e torniamo a casa soddisfatti di noi stessi, esausti e pronti ad esplodere sulla prima vittima del giorno seguente.


David Zebuloni
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Mizrahim
Il processo di integrazione degli ebrei nordafricani e mediorientali, tutti erroneamente designati con l’etichetta socio-politica di mizrahim, continua ad alimentare il discorso politico e culturale in Israele e a suscitare polemiche, a volte anche violente. Ciò accade ancora oggi, decenni dopo il loro insediamento, la loro partecipazione attiva a tutti gli ambiti di vita e delle istituzioni della società israeliana e i loro grandi contributi allo sviluppo economico e demografico del Paese. 

Ilana Bahbout
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