![](http://moked.it/files/2013/12/punturello.jpg)
Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
|
Esiste il napoletano ed esiste il napulegno.
Al napoletano appartengono la capacità poetica, l’estro partenopeo,
l’ingegno, la fantasia e il cuore grande. Al napulegno appartengono la
retorica piccolo borghese, la cultura della minima e spicciola
sopravvivenza, la logica di casta, il cuore anaffettivo.
Il napoletano ha radici ed ali, sa vivere nella sua città, così come
altrove e porta dentro di sé gli orizzonti internazionali della sua
città, ne conosce la lingua dialettale e sa essere figlio di Partenope
ovunque nel mondo, rendendo Napoli fiera di lui ovunque egli vada.
|
|
Leggi
|
Gadi
Luzzatto
Voghera, direttore
Fondazione CDEC
|
Domani
il quotidiano il Giornale, che già nel recente passato ha pubblicato la
prima traduzione italiana del Mein Kampf di Adolf Hitler, metterà in
vendita nelle edicole quella che viene annunciata come “una nuova opera
dedicata alla vera storia della guerra civile in Italia dal 1943 al
1945” di Giorgio Pisanò. Si tratta in realtà di un vecchio testo
diffuso in numerosi fascicoli già nel 1966. È stata all’epoca una delle
prime opere di revisionismo storiografico, e soffre di non pochi
difetti.
|
|
Leggi
|
![](http://moked.it/unione_informa/strutturanl/stampa_header.jpg) |
Una bomba a Rialto
Il piano fallito dei jihadisti
|
“Facevano
apologia del martirio e degli attentati contro gli occidentali, in
particolare quello da ultimo perpetrato a Londra il 22 marzo,
ipotizzando la commissione di uno anche a Venezia, mediante una bomba
da far esplodere a Rialto”, è quanto ha scritto il gip del Tribunale di
Venezia, Alberto Scaramuzza, nell’ordinanza che ha portato all’arresto
di quattro persone, accusate di pianificare un attacco terroristico
nella Laguna. “Da parte di tutti – ha dichiarato il procuratore Adelchi
D’Ippolito – c’era una grande adesione all’ideologia dell’Isis” (Sole
24 Ore).
Milano, pluralismo religioso in carcere. Presentato ieri il secondo
step del progetto che coinvolge diversi istituti penitenziari lombardi
in un percorso volto a lavorare con il personale e con i detenuti sui
temi legati al pluralismo religioso. “Non sono pochi i terroristi che
hanno trovato la loro scuola di formazione in galera – spiega
Repubblica Milano – ed è per questo che al progetto del Provveditorato
regionale dell’amministrazione penitenziaria, collaborano Curia,
Comunità ebraica, Coreis (comunità religiosa islamica italiana), Unione
buddista, università Cattolica e degli Studi, Caritas ambrosiana e
Veneranda Biblioteca Ambrosiana, che già hanno organizzato tre giornate
di formazione ed informazione rivolte agli operatori penitenziari ed ai
docenti dei corsi scolastici presenti negli istituti di pena. Corsi e
lezioni che si ripeteranno nei prossimi mesi, con i grandi esperti di
queste tematiche”.
Napoli, boicottaggio “segnale triste”. Protagonista a Napoli di un
incontro sulla Memoria, il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni è
stato intervistato dal Mattino in merito alle recenti polemiche tra
l’amministrazione cittadina e la Comunità ebraica a seguite delle
controverse prese di posizioni della prima a favore del boicottaggio
d’Israele. Quest’ultimo, ha spiegato il rav, “è un segnale triste, che
si manifesta quando non si ritiene che esistano più margini di dialogo
e si sceglie la logica violenta di abbattere un avversario”.
Firenze, il nuovo Giusto italiano. Si tratta di Renato Fantoni,
esponente del Partito Liberale e assessore alla Casa nella prima Giunta
comunale fiorentina del dopoguerra, che insieme alla moglie Beatrice
accolse in una casa di sua proprietà a Pian del Mugnone Eugenio Artom,
futuro membro della Consulta nazionale e senatore della Repubblica. Con
lui, nascosti in quella casa, anche la moglie Giuliana e il maggiordomo
Amedeo. Ad aprire la strada al riconoscimento di Fantoni come Giusto
tra le Nazioni da parte dello Yad Vashem, racconta la Nazione, la
pubblicazione di alcune testimonianze inedite sul giornale
dell’ebraismo italiano Pagine Ebraiche. “Si tratta di testimonianze
inedite — spiega il giornalista Adam Smulevich al quotidiano – che il
figlio adottivo di Fantoni, Piero, mi aveva dato alcuni anni fa”.
| |
Leggi
|
|
|
irua - la grande convention giovanile
Da Torino a Napoli, l'ebraismo
parla la lingua dei giovani
“C'è
una bellissima atmosfera, una grande partecipazione dei giovani, in
particolare delle piccole Comunità. Molta l'interazione tra i
partecipanti e gli ospiti, con un ottimo livello degli incontri. Ci
apprestiamo a questo shabbat con un grande entusiasmo”. È la
soddisfazione espressa da rav Roberto Della Rocca, direttore dell'Area
Cultura e Formazione dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, per
la quattro giorni organizzata per questo fine marzo dall'UCEI e
dedicata al mondo giovanile ebraico. Irua (evento, in ebraico) il
titolo dell'appuntamento che vede coinvolti 160 ragazzi provenienti da
tutta l'Italia ebraica. “La risposta dei giovani è stata ottima e il
clima è veramente positivo – conferma l'assessore ai Giovani
dell'Unione Livia Ottolenghi, che ieri insieme al presidente della
Comunità ebraica di Firenze Dario Bedarida e a rav Della Rocca, ha dato
il suo benvenuto ai partecipanti – Sono molto contenta del risultato:
sia per il numero dei ragazzi coinvolti sia per la loro provenienza.
Sono rappresentate tutte le realtà ebraiche italiane, dalle piccole
alle grandi, da Casale Monferrato a Roma. Le attività sono le più
diverse, dalle lezioni di Talmud con rav Della Rocca alle partite di
calcetto, fino agli incontri con un educatore esperto come Daniel
Segre. Irua è veramente un'opportunità per i nostri giovani di
incontrarsi, conoscersi e riconoscersi”. Leggi
|
irua - la grande convention giovanile
Dobbiamo dare ai nostri figli
capacità e forza di stare assieme
Con
Irua, la grande convention della gioventù ebraica italiana ora in corso
di svolgimento, l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane raccoglie la
sfida del futuro. In una società italiana e in una società ebraica
italiana sempre più contrastata e difficile, in una dinamica che vede
lo scetticismo, la demotivazione, l’abbandono e l’emigrazione giovanile
massiccia come primi problemi, che cosa possiamo fare per le nuove
generazioni?
Come possiamo rendere loro almeno una parte del bene immenso di
identità e di coraggio che chi ci ha preceduto ha saputo trasmettere
fino a noi, spesso al prezzo di indicibili sofferenze?
Ai nostri giovani possiamo aprire la strada. Possiamo mostrare loro il
gusto di stare assieme. La gioia di essere ebrei italiani. E per farlo
le differenze, gli orientamenti, le diverse sensibilità che
caratterizzano la società ebraica italiana non devono essere mai un
ostacolo insuperabile, ma al contrario, lo stimolo di un nuovo
fermento, il gusto di nuovi confronti, l’annuncio dei tempi migliori in
cui riscopriremo l’orgoglio e la forza di condividere il nostro destino.
gv Leggi
|
qui torino In marcia per gli ideali di Artom
Indifferenza.
Questa la parola simbolo della Marcia Emanuele Artom organizzata come
ogni anno dalla Comunità ebraica di Torino insieme alle Comunità
ebraiche di Casale Monferrato e di Vercelli e con la Comunità di
Sant’Egidio. Il patrocinio della Città di Torino e del Consiglio
Regionale del Piemonte, poi, ha portato al lavoro dei ragazzi delle
scuole coinvolte anche il riconoscimento delle istituzioni cittadine.
L’appuntamento era alla lapide dedicata ai deportati presso il binario
17 della stazione di Porta Nuova, e i partecipanti si sono mossi verso
la comunità, dove ad aspettare la folla guidata dallo striscione
portato dagli studenti, dai gonfaloni della Città e della Comunità
ebraica e dai cartelli con i nomi dei campi di concentramento, c’erano
tutti i bambini e ragazzi che hanno preparato nelle scorse settimane
piccoli discorsi, interventi musicali e le installazioni che facevano
bella mostra di sé nella Piazzetta Primo Levi e su cui anche la sindaca
di Torino Chiara Appendino ha voluto lasciare il suo messaggio.
![](http://moked.it/files/2017/03/P3310223-790x444.jpg)
Dario
Disegni, presidente della Comunità ebraica torinese, in apertura della
manifestazione, ha voluto sottolineare come la presenza in memoria di
Emanuele Artom, dei vertici delle Istituzioni, con i rappresentanti
delle Associazioni partigiane, delle confessioni religiose e delle
associazioni culturali, insieme a cittadini e studenti delle scuole
torinesi sia diventato un appuntamento importante, un momento
significativo di riflessione e di impegno civile. Leggi
|
l'incontro alla camera dei deputati
La Storia maestra di vita
Si
è tenuto questo pomeriggio, nella splendida cornice della Sala del
Cenacolo della Camera dei Deputati, il convegno “La storia maestra di
vita”, organizzato dall'Associazione Nazionale Cavalieri al Merito
della Repubblica italiana, incentrato sulle figure dei Giusti tra le
Nazioni.
I lavori del convegno, sono stati aperti dai saluti del Vicepresidente
della Camera Roberto Giachetti, del capo della Polizia Franco
Gabrielli, del Questore di Roma Guido Marino, del Presidente dell’Ancri
Guido Bove e della Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane Noemi Di Segni, la quale ha tenuto un intervento incentrato
sul valore della libertà in relazione alla prossima festività di
Pesach, la Pasqua ebraica, in cui si ricorda la liberazione del popolo
ebraico dalla schiavitù in Egitto.
A portare la sua testimonianza della Shoah Piero Terracina,
sopravvissuto al campo di concentramento di Auschwitz e cavaliere di
Gran Croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana. Sono poi
intervenuti alcuni famigliari e persone legate a tre Giusti tra le
Nazioni: Franco Perlasca, figlio di Giorgio Perlasca, Angelo de Fiore,
nipote e omonimo del Questore Angelo De Fiore, e Florinda Palumbo,
figlia di Alberino Palumbo, all’epoca dei fatti attendente di Giovanni
Palatucci.
Con questo convegno l’Ancri intende proseguire l'impegno a non
dimenticare l'orrore dello sterminio del popolo ebraico e delle leggi
razziste. Un impegno volto anche a mantenere viva la memoria di quanti,
a causa delle proprie idee e della propria fede religiosa, hanno subìto
la deportazione, la prigionia e la morte nei campi di concentramento,
ma anche di tutti coloro che si sono opposti al progetto di sterminio e
hanno contribuito a salvare le vite di tante persone, anche a rischio
della propria. Leggi
|
qui ferrara - la mostra
Al Meis, spazio alle domande
“Allargare
la condivisione della storia degli ebrei, ferraresi e non, mostrando le
dinamiche quotidiane comunitarie e rituali, e costruire la propria
identità di presenza viva non solo in senso edilizio, come cantiere che
progredisce, ma anche dal punto di vista della missione divulgativa di
cui è investito. Sono questi gli obiettivi del Meis e possono aiutare a
rimuovere il pregiudizio generato dall’ignoranza”.
Con poche, incisive pennellate, il sindaco di Ferrara, Tiziano
Tagliani, ha saldato il significato della nuova mostra “Lo Spazio delle
Domande”, promossa dal Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della
Shoah - Meis, con la collaborazione della Comunità ebraica di Ferrara,
agli scopi generali del Museo di Via Piangipane 81.
Alla conferenza stampa di presentazione dell’allestimento, che verrà
inaugurato mercoledì 5 aprile, l’idea del percorso in cui è coinvolto
il Meis, nella doppia accezione di sito in progress e di laboratorio di
idee, è stata approfondita dal Direttore Simonetta Della Seta, che ha
delineato una precisa road map: “L’edificio che, a partire dal 13
dicembre, ospiterà il grande evento inaugurale del Museo verrà
consegnato in estate. In preparazione a quella data, con “Lo Spazio
delle Domande” proponiamo al pubblico un itinerario che si sviluppa
intorno a quattro interrogativi: Che cos’è per te l’ebraismo? Come lo
celebriamo? Dove ci incontriamo? Come mangiamo?". Leggi
|
qui roma
A scuola, per il bene comune
Oggi
è la “Giornata internazionale delle buone azioni”, manifestazione che
intende promuovere e diffondere la solidarietà e l’aiuto a chi è in
difficoltà. Un appuntamento nato nel 2007 in Israele da un’idea
dell’israelo-americana Shari Arison, e diffuso oggi in decine di Paesi.
Questa mattina il “Good deeds day” è stato festeggiato anche alla
Scuola ebraica di Roma, con una iniziativa che ha visto partecipare
decine di bambini e tanti “nonni” assistiti dalla Deputazione Ebraica.
A intervenire, la presidente della Comunità romana Ruth Dureghello,
l’ambasciatore di Israele in Italia Ofer Sachs, il ministro consigliere
di ambasciata Raphael Erdreich, il presidente del Centro di servizio
per il volontariato del Lazio Renzo Razzano. Presenti anche l’assessore
alle Scuole della Cer Daniela Debash, il preside rav Benedetto Carucci
Viterbi, rav Roberto Colombo, la morà Cinzia Di Veroli e il direttore
dei Servizi Generali Elio Limentani. Leggi
|
Autorità centrale |
Sono
cresciuta con l’idea che l’assenza di un’autorità religiosa centrale
per noi ebrei fosse indiscutibilmente un bene, il segno di una cultura
per cui libertà di pensiero e pluralismo sono valori irrinunciabili.
Con la stessa logica tendevo a osservare le altre realtà religiose.
Oggi non ne sono più tanto convinta. È stato davvero un bene per il
mondo protestante frazionarsi fin dal XVI secolo in una miriade di
realtà spesso in lotta anche violenta l’una contro l’altra? È un bene
oggi per il mondo islamico non avere un’autorità religiosa centrale che
possa condannare con fermezza le azioni dei pochi che si autoproclamano
portavoce della collettività? È una male per i cattolici avere un papa
che invece può pronunciare a nome di tutti una ferma condanna dei
fondamentalismi e un’appassionata difesa del rispetto per le diversità?
Anna Segre, insegnante
Leggi
|
Kein briere iz oich a breire |
Una
crisi coniugale, un terremoto che con i suoi effetti devastanti
destabilizzerà il destino del Medio Oriente e di Israele. Sono i due
piani narrativi che si intersecano nell’ultimo romanzo Eccomi
di Jonathan Safran Foer (Guanda, 2016). “Eccomi” risponde Abramo
prontamente a D-o, quando gli viene chiesto di sacrificare il proprio
figlio Isacco. Ma cosa è disposto a sacrificare Jacob, il protagonista,
per la sua famiglia e per la salvezza di Israele? Cosa saremmo disposti
a sacrificare noi in un’eventuale chiamata? Jacob è un antieroe
tipico della postmodernità, un everyman che potrebbe ricordare A
Serious Man dei fratelli Cohen ma anche un qualunque personaggio
rothiano, il suo dramma è radicato all’interno di una questione
identitaria che coinvolge il suo essere uomo, marito, padre ed ebreo.
Francesco Moises Bassano
Leggi
|
Per una vera società laica |
La
recente "sentenza sulle benedizioni" nella scuola pubblica, emessa dal
Consiglio di Stato, raccoglie inevitabilmente consensi e critiche, tra
chi la trova equilibrata e chi la ritiene inaccettabile se non
addirittura pericolosa perché ritenuta propedeutica a una battaglia tra
"concorrenti".
Alle spalle di questa, come di tutte le altre pronunce che abbiano
riguardato il rapporto tra vita pubblica ed espressione religiosa,
rimane l'indefinita situazione di un Paese che si dichiara laico
costituzionalmente ma non lo è poi tanto nella pratica e che,
significativamente, vede morire dimenticato ogni tentativo di emanare
una legge che regoli chiaramente il rapporto tra fedi e stato.
Gadi Polacco
Leggi
|
Diario del soldato - Buone azioni |
Esiste
un giorno dell’anno in cui le buone azioni vincono sulla routine e
diventano protagoniste assolute di quel palco, che è la vita.
Ogni anno, in occasione del “Giorno delle buone azioni”, ci svegliamo
più buoni, sorridiamo ai vicini in ascensore, lasciamo una monetina al
mendicante sotto casa, perdoniamo la cassiera lenta al supermercato e
le diciamo di tenere il resto, respiriamo profondamente e ci ripetiamo
che l’escremento di piccione sulla camicia bianca è di buon auspicio,
non clacsoniamo al veicolo fermo di fronte al semaforo verde e torniamo
a casa soddisfatti di noi stessi, esausti e pronti ad esplodere sulla
prima vittima del giorno seguente.
David Zebuloni
Leggi
|
Mizrahim |
Il
processo di integrazione degli ebrei nordafricani e mediorientali,
tutti erroneamente designati con l’etichetta socio-politica di
mizrahim, continua ad alimentare il discorso politico e culturale in
Israele e a suscitare polemiche, a volte anche violente. Ciò accade
ancora oggi, decenni dopo il loro insediamento, la loro partecipazione
attiva a tutti gli ambiti di vita e delle istituzioni della società
israeliana e i loro grandi contributi allo sviluppo economico e
demografico del Paese.
Ilana Bahbout
Leggi
|
|
|