25 Aprile 2017 - 29 Nissan 5777 |

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Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter
quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav Roberto Della
Rocca e di Dario Calimani. Nella sezione pilpul una riflessione di
Tobia Zevi e Mario Avagliano.
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25 Aprile, il rabbino Di Segni:
"Memoria, evitiamo i malintesi"
“La
memoria può essere inquinata, annacquata, banalizzata. I problemi di
oggi meritano tutta la nostra attenzione alla luce delle lezioni del
passato, ma bisogna evitare confusioni e malintesi”.
Lo ricorda, in una riflessione sul 25 Aprile pubblicata sul Corriere della sera, il rabbino capo di Roma rav Riccardo Di Segni.
“Oggi l’attualità è anche quella di sanguinose guerre nel Medio Oriente
(nel senso di Siria e Iraq). Ma l’attenzione retorica e fuorviante si
concentra solo sulla Palestina, con inviti ufficiali di sezioni locali
dell’Anpi, in ossequio a un modulo interpretativo grossolano che oppone
i buoni contro i cattivi, gli oppressi contro gli oppressori. Per
questo – sottolinea il rav – molti ebrei non accettano che si metta
sullo stesso piano ideale la lotta di liberazione antifascista con
un’interpretazione approssimativa e parziale del conflitto
mediorientale”.
Nella sua riflessione, anche un riferimento alla recente equiparazione
tra campi di concentramento e campi profughi prodotta da Papa
Francesco. Sottolinea il rav Di Segni: “Per noi i campi di
concentramento sono stati l’anticamera dei campi di sterminio, senza
via di scampo. E chi si occupa dell’ordine pubblico spesso davanti a
criminalità comune non può essere messo sul piano di una guardia
nazifascista. La memoria esige cautela”.
25 Aprile, le ferite aperte. A
poche ore dalle manifestazioni per celebrare la Liberazione, con
riferimento in particolare a quella milanese, il presidente nazionale
dell’Anpi Carlo Smuraglia afferma: “La chiamiamo festa, perché ricorda
i giorni della Liberazione che sono stati di gioia immensa per chili ha
vissuti. L’impegno per la libertà deve essere forte anche oggi. Mi
auguro che ci siano tutti i democratici che vogliono l’antifascismo,
anche coloro che la pensano diversamente da me su altre questioni. Sarà
la quantità delle persone a qualificare la manifestazione, non la
presenza dei politici”.
Saranno in molti anche a Roma, tra i rappresentanti delle istituzioni,
a ritrovarsi quest’oggi in via Balbo in occasione del presidio
convocato per ricordare la Brigata ebraica. Un’iniziativa di rottura
rispetto al tradizionale corteo dell’Anpi, cui per il secondo anno
consecutivo gli ebrei romani scelgono di non partecipare per i ripetuti
oltraggi alla memoria della Brigata. Posizione che ha fatto inoltre
emergere una profonda spaccatura tra l’Anpi milanese (al cui corteo la
Brigata sarà protagonista) e quella capitolina.
Scrive al riguardo FIamma Nirenstein, sul Giornale: “Non c’è nulla di
sorprendente nel fatto che alla manifestazione del 25 aprile si crei
uno scontro oltraggioso sulla Brigata ebraica. L’Anpi, che è il
promotore delle manifestazioni celebrative, di fatto non può o non
vuole impedire che dal corteo si stacchino e aggrediscano i vessilli
della Brigata drappelli con bandiere palestinesi o peggio del Bds, il
fronte di boicottaggio conto Israele, di fatto un movimento travestito
di legittimità che è invece collegato a tutti i peggiori nemici dello
Stato ebraico fino ai terroristi”.
25 Aprile, partigiani ed ebrei. Nei
diversi dorsi locali dei quotidiani, sono numerose le storie e vicende
evocate per ricordare il contributo ebraico alla Liberazione.
Tra gli altri, sulle pagine fiorentine del Corriere, Adam Smulevich
racconta il coraggio dei fratelli Valobra, di Elio Toaff, di Eugenio
Artom e di Alessandro Sinigaglia.
Sull’Unità, Alfredo De Girolamo ed Enrico Catassi approfondiscono in
particolare le azioni del giovane rabbino (cui Pisa, la città dei suoi
studi, dedicherà domani una passeggiata).
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