25 Aprile, il rav Di Segni:
“Memoria, evitiamo i malintesi”

rassegna“La memoria può essere inquinata, annacquata, banalizzata. I problemi di oggi meritano tutta la nostra attenzione alla luce delle lezioni del passato, ma bisogna evitare confusioni e malintesi”.
Lo ricorda, in una riflessione sul 25 Aprile pubblicata sul Corriere della sera, il rabbino capo di Roma rav Riccardo Di Segni.
“Oggi l’attualità è anche quella di sanguinose guerre nel Medio Oriente (nel senso di Siria e Iraq). Ma l’attenzione retorica e fuorviante si concentra solo sulla Palestina, con inviti ufficiali di sezioni locali dell’Anpi, in ossequio a un modulo interpretativo grossolano che oppone i buoni contro i cattivi, gli oppressi contro gli oppressori. Per questo – sottolinea il rav – molti ebrei non accettano che si metta sullo stesso piano ideale la lotta di liberazione antifascista con un’interpretazione approssimativa e parziale del conflitto mediorientale”.
Nella sua riflessione, anche un riferimento alla recente equiparazione tra campi di concentramento e campi profughi prodotta da Papa Francesco. Sottolinea il rav Di Segni: “Per noi i campi di concentramento sono stati l’anticamera dei campi di sterminio, senza via di scampo. E chi si occupa dell’ordine pubblico spesso davanti a criminalità comune non può essere messo sul piano di una guardia nazifascista. La memoria esige cautela”.

A poche ore dalle manifestazioni per celebrare la Liberazione, con riferimento in particolare a quella milanese, il presidente nazionale dell’Anpi Carlo Smuraglia afferma: “La chiamiamo festa, perché ricorda i giorni della Liberazione che sono stati di gioia immensa per chili ha vissuti. L’impegno per la libertà deve essere forte anche oggi. Mi auguro che ci siano tutti i democratici che vogliono l’antifascismo, anche coloro che la pensano diversamente da me su altre questioni. Sarà la quantità delle persone a qualificare la manifestazione, non la presenza dei politici”.
Saranno in molti anche a Roma, tra i rappresentanti delle istituzioni, a ritrovarsi quest’oggi in via Balbo in occasione del presidio convocato per ricordare la Brigata ebraica. Un’iniziativa di rottura rispetto al tradizionale corteo dell’Anpi, cui per il secondo anno consecutivo gli ebrei romani scelgono di non partecipare per i ripetuti oltraggi alla memoria della Brigata. Posizione che ha fatto inoltre emergere una profonda spaccatura tra l’Anpi milanese (al cui corteo la Brigata sarà protagonista) e quella capitolina.
Scrive al riguardo FIamma Nirenstein, sul Giornale: “Non c’è nulla di sorprendente nel fatto che alla manifestazione del 25 aprile si crei uno scontro oltraggioso sulla Brigata ebraica. L’Anpi, che è il promotore delle manifestazioni celebrative, di fatto non può o non vuole impedire che dal corteo si stacchino e aggrediscano i vessilli della Brigata drappelli con bandiere palestinesi o peggio del Bds, il fronte di boicottaggio conto Israele, di fatto un movimento travestito di legittimità che è invece collegato a tutti i peggiori nemici dello Stato ebraico fino ai terroristi”.

Nei diversi dorsi locali dei quotidiani, sono numerose le storie e vicende evocate per ricordare il contributo ebraico alla Liberazione.
Tra gli altri, sulle pagine fiorentine del Corriere, Adam Smulevich racconta il coraggio dei fratelli Valobra, di Elio Toaff, di Eugenio Artom e di Alessandro Sinigaglia.
Sull’Unità, Alfredo De Girolamo ed Enrico Catassi approfondiscono in particolare le azioni del giovane rabbino (cui Pisa, la città dei suoi studi, dedicherà domani una passeggiata).

(25 aprile 2017)