Giuseppe Momigliano,
rabbino
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“Dinà
demalchutà dinà”. Letteralmente “La legge del regno è legge”; questa
sentenza, che compare in alcuni passi del Talmud ed è sviluppata nei
codici rabbinici, riferita non al solo regime monarchico ma in genere
all’autorità costituita, esprime il riconoscimento da parte della
normativa ebraica delle leggi dello stato e il conseguente dovere,
anche da un punto di vista religioso, di rispettarle. Non si tratta di
un’accettazione indistinta,
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Davide
Assael,
ricercatore
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Le
considerazioni di Sergio Della Pergola di settimana scorsa riguardo
l’elezione di Macron sono molto serie e senz’altro persuasive. È vero,
al di là delle cifre che è sempre molto difficile interpretare (il
consenso al ballottaggio va sempre letto diversamente da quello che è
il consenso diretto verso un candidato), la “minaccia sovranista”, come
si definisce oggi, non è finita. Anzi, per molti versi, Le Pen e
compagnia bella hanno ricavato un’ulteriore legittimazione, in passato
assolutamente impensabile: da ora in poi rappresenteranno il fronte di
opposizione, entrando a far parte costituiva dell’arena politica
europea. Se ci si misura, però, col pericolo di una loro vittoria, non
si può che tirare un piccolo sospiro di sollievo perché si apre una
finestra temporale per realizzare una strategia di integrazione europea
finora mancata. Gli alibi sono sempre meno: se l’Europa non si farà,
sarà per colpa del vecchio establishment, non dei populisti. Ed anche
questo è un esito possibile.
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Trump e i segreti svelati
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Ampio
spazio sui principali quotidiani italiani (Repubblica, La Stampa e
Corriere) per le rivelazioni fatte dal presidente Usa Trump alla Russia
riguardo notizie di intelligence altamente riservate. Durante un
incontro a Washington, infatti, Trump ha condiviso con il ministro
degli Esteri russo, Sergei Lavrov, e l’ambasciatore russo negli Stati
Uniti, Sergei Kislak, informazioni considerate top secret: ovvero
dettagli su come i servizi segreti americani sono venuti a conoscenza
del fatto che l’Isis stesse preparando attentati sugli aerei usando i
computer come bombe. Fonte indicata dai media, i servizi segreti
israeliani che, spiega il Foglio, non hanno preso bene la notizia della
decisione di Trump di rivelare ai russi quanto sapeva. Il Mossad (o
comunque il servizio di intelligence coinvolto ) non aveva autorizzato
gli americani, scrive Repubblica, a passare la notizia ai russi, tanto
più che nel farlo si poteva tradire la fonte primaria, una talpa in
seno all’Isis. E, dopo aver parlato con diversi funzionari ed ex
funzionari americani, ABC News ha scritto che secondo la loro opinione
“questa notte la vita di una spia israeliana all’interno dell’Isis sarà
a rischio”, per via delle azioni di Trump. L’Associated Press, ha
scritto che “un alto funzionario di un servizio segreto europeo” ha
riferito, a patto di mantenere l’anonimato, che il suo Paese potrebbe
smettere di scambiare notizie con gli Stati Uniti, “perché potrebbe
essere pericoloso per i nostri informatori”. Atteggiamento che potrebbe
essere condiviso da altre realtà di intelligence, tra cui quella
israeliana.
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insieme a pagine ebraiche Firenze-Assisi, Memoria a pedali "Il nostro sudore per Bartali"
Grandi
polmoni, grande cuore. Nonostante l’incessante vento contrario, la
Israel Cycling Academy ha compiuto la sua impresa. Da Firenze ad
Assisi, in bicicletta, sudore a litri ma anche tanto entusiasmo, per
onorare Gino Bartali alla vigilia della tappa del Giro d’Italia partita
questa mattina dalla sua Ponte a Ema.
Un omaggio a pedali per onorare Gino il Giusto, il momento più
importante di un’intensa tre giorni tra Toscana e Umbria all’interno
della quale la squadra, in collaborazione con Pagine Ebraiche, ha
voluto celebrare nel modo più incisivo l’eroismo di Ginettaccio nei
mesi più bui.
Un
omaggio vivo e sentito, anche nel nome di Giorgio Goldenberg. Il
giovane ebreo fiumano nascosto da Bartali nel suo appartamento in via
del Bandino, come raccontato proprio da Pagine Ebraiche nel 2010, ci ha
infatti lasciati da alcune settimane. Era l’ultimo testimone oculare
ancora in vita di quell’impresa.
Per tre giorni la squadra ha avuto gli occhi addosso della stampa
italiana e internazionale. Decine di articoli, interviste, interventi
in trasmissioni. Leggi
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qui ferrara - l'iniziativa
Meis, cantiere a porte aperte
Passato,
presente e futuro del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della
Shoah sono al centro dell’iniziativa, a ingresso gratuito, in programma
al Meis nel pomeriggio di domenica 21 maggio, in occasione della
Giornata internazionale dei musei.
Promossa da Icom, la Giornata è quest’anno dedicata al tema “Musei e
storie controverse: raccontare l’indicibile nei musei”. Il Meis, a
Ferrara, ha scelto di declinare l’argomento aprendosi al pubblico per
un duplice appuntamento, dal titolo “Trasformare un carcere in un
museo”. Dalle 15 i visitatori, muniti di scarpe basse e comode,
potranno percorrere il cantiere del Meis sotto la guida del
Segretariato regionale del MiBACT per l’Emilia-Romagna.
Alle 17 Sharon Reichel, curatrice del Meis, coordinerà un dialogo
sull'edificio tra Anna Maria Quarzi, Presidente dell’Istituto di Storia
Contemporanea di Ferrara – Isco; Carla Di Francesco, responsabile del
progetto del Museo, e Roberta Fusari, assessore all’Urbanistica del
Comune di Ferrara.
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israele-stati uniti Il Mossad e le ultime rivelazioni
In gioco la fiducia tra i servizi
A
distanza di una settimana dal suo arrivo in Israele, il presidente
degli Stati Uniti Donald Trump si trova in una situazione complicata:
l’aver rivelato informazioni altamente confidenziali al ministro degli
Esteri russo, Sergei Lavrov, e all’ambasciatore russo negli Stati
Uniti, Sergei Kislak, ha attirato sul presidente Usa pesanti critiche.
Tra queste, quelle di alcuni esponenti dell’intelligence israeliana,
protagonista suo malgrado del caso internazionale scoppiato in mano a
Trump: a fornire le notizie top secret agli americani, poi rivelate
dall’inquilino della Casa Bianca ai russi, era stato infatti il Mossad.
Almeno così dicono diversi autorevoli giornali americani, tra cui il
New York Times. Ufficialmente il governo di Gerusalemme non ha
confermato la notizia ma il commento dell’ambasciatore d’Israele negli
Stati Uniti Ron Dermer, sembra dare credito alla pista che porta al
lavoro del Mossad. Dermer ha dichiarato che “Israele ha piena fiducia
nel rapporto di condivisione delle informazioni con gli Stati Uniti e
attende con impazienza di approfondire tale rapporto negli anni a
venire sotto il Presidente Trump”.
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Ticketless - Leone Ginzburg
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Rileggo,
dopo tanti anni, Viatico ai nuovi fascisti. Un brevissimo articolo di
Leone Ginzburg apparso sui “Quaderni di Giustizia e Libertà”, marzo
1933. Mi aveva consigliato di leggerlo Piero Treves, che quest’articolo
non amava, pur manifestando per Leone un’autentica venerazione.
L’antifascista Treves ricordava la sorpresa che provò quando lo lesse.
Con grande senso di pietas Ginzburg si rivolgeva ai giovani, che per
ingenuità o ambizione giuravano fedeltà al Duce. La carità non esclude
l’intransigenza e nemmeno il giudizio sulla morale collettiva, ma
Ginzburg manifestava in primo luogo tolleranza: “Noi vogliamo essere
vicini a questi giovani, noi, che abbiamo scelto vie più difficili, e
cerchiamo di lavorare per tutti, abbiamo il diritto di manifestare
l’immensa pietà di loro, che ci ha presi, e il dovere di soccorrerli,
per quanto possiamo. Non permetteremo che si avviliscano di più, che da
un primo compromesso accettato a malincuore siano tratti a desiderarne
e a promuoverne altri, per oscurare il ricordo di quello. Ci occuperemo
di loro con la premura che si ha per i prigionieri o per i deportati”.
Alberto Cavaglion
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Periscopio - Negoziati
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Nel
caso ce ne fosse ancora bisogno, credo che il livello di possibile
ottimismo riguardo ai negoziati di pace israelo-palestinesi che
dovrebbero prossimamente ripartire, sotto gli auspici della nuova
Presidenza americana, sia eloquentemente rivelato dalle esplicite
parole con le quali Nabil Shaath, consigliere per gli affari esteri del
presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen), ha
bollato come ‘folle’ e irricevibile la richiesta americana che l’ANP
interrompa, in segno di buona volontà, i pagamenti di vitalizi a
palestinesi detenuti per attacchi terroristici e ai familiari di
terroristi morti compiendo attentati.
Francesco Lucrezi, storico
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A Tripoli, sognando Israele |
“Sha’à
Birhov Tel Aviv, Yaffà Yoter Micol Hayyai”. “Un’ora per le vie di Tel
Aviv, è l’esperienza più bella dell’esistenza”. Canto tripolino,
composto negli anni quaranta.
Nel 1938 ci furono le leggi razziste. Con l’ingresso dell’Italia in
guerra, gli ebrei con passaporto inglese furono deportati in Italia.
Poi ci fu la tragedia di Giado, dove un quarto della comunità ebraica
della Cirenaica, deportata in massa, morì di stenti, fame e malattie.
Con
l’occupazione nazista dell’Italia, seguita all’8 settembre, ci fu la
deportazione in Germania. Nel gennaio del ’43, con l’ingresso delle
truppe britanniche festeggiarono la libertà. Fu una breve pausa. Nel
’45 ci fu un violento pogrom che segnò una frattura nel tempo e nello
spazio. Le forze britanniche intervennero solo il terzo giorno, quando
il peggio era accaduto e immagine meghnagila resistenza ebraica si era
organizzata, respingendo gli aggressori alle porte del quartiere
ebraico. Nel ’48 ci fu un secondo pogrom. Con la nascita di Israele
oltre l’80 per cento degli ebrei di Libia emigrò nella Terra dei Padri.
Quasi 30.000 persone lasciarono tutto, portando con sé la speranza in un mondo migliore per tutti.
David Meghnagi, Università Roma Tre
(Nell’immagine, la foto d’archivio dei festeggiamenti per Yom ‘Azmauth 1949, è custodita nel Museo di Or Yehudah in Israele).
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Con il groppo in gola
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La
Seconda Guerra Mondiale arrivò al termine di un decennio (1930–1940)
durante il quale sia l’industria fonografica italiana che
cinematografica statunitense lanciarono capolavori musicali e film che
resteranno nella storia della canzone e del cinema di tutti i tempi.
Nel 1937 il disegnatore e produttore cinematografico statunitense Walt
Disney (1901–1966) pubblicò il lungometraggio d’animazione Snow White
and the Seven Swarfs (Biancaneve e i 7 nani) diretto da David Hand su
musiche di Frank Churchill, Leigh Harline e Paul J. Smith; il successo
fu planetario e la fenomenologia deportatoria che pochi anni dopo si
sarebbe drammaticamente sviluppata a causa della Guerra non sarebbe
restata immune da successi cinematografici e incantesimi musicali che
scaturivano dal nuovo mondo del cartoon disneyano.
Francesco Lotoro
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