719 Ottobre 2016 - 17 Tishri 5777

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17 Maggio 2017 - 21 Iyar 5777
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Giuseppe Momigliano,
rabbino
“Dinà demalchutà dinà”. Letteralmente “La legge del regno è legge”; questa sentenza, che compare in alcuni passi del Talmud ed è sviluppata nei codici rabbinici, riferita non al solo regime monarchico ma in genere all’autorità costituita, esprime il riconoscimento da parte della normativa ebraica delle leggi dello stato e il conseguente dovere, anche da un punto di vista religioso, di rispettarle. Non si tratta di un’accettazione indistinta,
 
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Davide
Assael,
ricercatore
Le considerazioni di Sergio Della Pergola di settimana scorsa riguardo l’elezione di Macron sono molto serie e senz’altro persuasive. È vero, al di là delle cifre che è sempre molto difficile interpretare (il consenso al ballottaggio va sempre letto diversamente da quello che è il consenso diretto verso un candidato), la “minaccia sovranista”, come si definisce oggi, non è finita. Anzi, per molti versi, Le Pen e compagnia bella hanno ricavato un’ulteriore legittimazione, in passato assolutamente impensabile: da ora in poi rappresenteranno il fronte di opposizione, entrando a far parte costituiva dell’arena politica europea. Se ci si misura, però, col pericolo di una loro vittoria, non si può che tirare un piccolo sospiro di sollievo perché si apre una finestra temporale per realizzare una strategia di integrazione europea finora mancata. Gli alibi sono sempre meno: se l’Europa non si farà, sarà per colpa del vecchio establishment, non dei populisti. Ed anche questo è un esito possibile.
 
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Trump e i segreti svelati
Ampio spazio sui principali quotidiani italiani (Repubblica, La Stampa e Corriere) per le rivelazioni fatte dal presidente Usa Trump alla Russia riguardo notizie di intelligence altamente riservate. Durante un incontro a Washington, infatti, Trump ha condiviso con il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, e l’ambasciatore russo negli Stati Uniti, Sergei Kislak, informazioni considerate top secret: ovvero dettagli su come i servizi segreti americani sono venuti a conoscenza del fatto che l’Isis stesse preparando attentati sugli aerei usando i computer come bombe. Fonte indicata dai media, i servizi segreti israeliani che, spiega il Foglio, non hanno preso bene la notizia della decisione di Trump di rivelare ai russi quanto sapeva. Il Mossad (o comunque il servizio di intelligence coinvolto ) non aveva autorizzato gli americani, scrive Repubblica, a passare la notizia ai russi, tanto più che nel farlo si poteva tradire la fonte primaria, una talpa in seno all’Isis. E, dopo aver parlato con diversi funzionari ed ex funzionari americani, ABC News ha scritto che secondo la loro opinione “questa notte la vita di una spia israeliana all’interno dell’Isis sarà a rischio”, per via delle azioni di Trump. L’Associated Press, ha scritto che “un alto funzionario di un servizio segreto europeo” ha riferito, a patto di mantenere l’anonimato, che il suo Paese potrebbe smettere di scambiare notizie con gli Stati Uniti, “perché potrebbe essere pericoloso per i nostri informatori”. Atteggiamento che potrebbe essere condiviso da altre realtà di intelligence, tra cui quella israeliana.
 
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  davar
la nota della giunta ucei
"Orrore in Siria, basta silenzi"
Nel corso di una riunione svoltasi nella serata di ieri, la Giunta dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane ha prodotto una nota in cui si esprimono “sdegno e preoccupazione” per i silenzi di governi, associazioni e organizzazioni politiche e sociali di fronte alle agghiaccianti notizie che provengono dalla Siria, dove secondo le informazioni pervenute i miliziani del regime del dittatore Bashar El Assad farebbero ricorso a forni crematori per eliminare i cadaveri degli oppositori assassinati. Un fatto che, viene sottolineato, evoca ai nostri giorni “il baratro dell’orrore che ha segnato indelebilmente la storia del Novecento”.
Anche per questo, si legge nella nota, gli ebrei italiani auspicano “un’azione forte delle istituzioni nazionali e internazionali perché sia subito posta fine alla ferocia”.


segnalibro - ecco il salone
Torino, al via l'edizione trenta

Pagine Ebraiche protagonista
E sono trenta. Nell’anno degli anniversari – i 50 anni di Yom Yerushalaim, i 100 dalla dichiarazione Balfour, per fare due esempio vicini al mondo ebraico - anche il Salone internazionale del libro di Torino festeggia una compleanno importante. Una trentesima edizione arrivata dopo un periodo complicato, ma che ha le basi per diventare un successo e superare i visitatori del 2016 (127mila). Sarà anche la prima firmata dallo scrittore Nicola Lagioia, direttore del Salone e Premio Strega. Sarà invece la nona per Pagine Ebraiche, che anche quest’anno torna a Torino per incontrare quel pubblico partecipe e interessato che ad ogni edizione accoglie il mensile dell’ebraismo italiano con enorme curiosità e un evidente piacere, sin da quel maggio 2009, quando proprio al Salone venne presentato il numero zero (nell’immagine uno degli incontri organizzati lo scorso anno dalla redazione dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane).
Tante saranno come sempre le iniziative di interesse ebraico, parte del programma della rassegna e della sua versione sparsa per la città (Salone off).
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insieme a pagine ebraiche 
Firenze-Assisi, Memoria a pedali
"Il nostro sudore per Bartali"

Grandi polmoni, grande cuore. Nonostante l’incessante vento contrario, la Israel Cycling Academy ha compiuto la sua impresa. Da Firenze ad Assisi, in bicicletta, sudore a litri ma anche tanto entusiasmo, per onorare Gino Bartali alla vigilia della tappa del Giro d’Italia partita questa mattina dalla sua Ponte a Ema.
Un omaggio a pedali per onorare Gino il Giusto, il momento più importante di un’intensa tre giorni tra Toscana e Umbria all’interno della quale la squadra, in collaborazione con Pagine Ebraiche, ha voluto celebrare nel modo più incisivo l’eroismo di Ginettaccio nei mesi più bui.
Un omaggio vivo e sentito, anche nel nome di Giorgio Goldenberg. Il giovane ebreo fiumano nascosto da Bartali nel suo appartamento in via del Bandino, come raccontato proprio da Pagine Ebraiche nel 2010, ci ha infatti lasciati da alcune settimane. Era l’ultimo testimone oculare ancora in vita di quell’impresa.
Per tre giorni la squadra ha avuto gli occhi addosso della stampa italiana e internazionale. Decine di articoli, interviste, interventi in trasmissioni.
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qui ferrara - l'iniziativa
Meis, cantiere a porte aperte
Passato, presente e futuro del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah sono al centro dell’iniziativa, a ingresso gratuito, in programma al Meis nel pomeriggio di domenica 21 maggio, in occasione della Giornata internazionale dei musei.
Promossa da Icom, la Giornata è quest’anno dedicata al tema “Musei e storie controverse: raccontare l’indicibile nei musei”. Il Meis, a Ferrara, ha scelto di declinare l’argomento aprendosi al pubblico per un duplice appuntamento, dal titolo “Trasformare un carcere in un museo”. Dalle 15 i visitatori, muniti di scarpe basse e comode, potranno percorrere il cantiere del Meis sotto la guida del Segretariato regionale del MiBACT per l’Emilia-Romagna.
Alle 17 Sharon Reichel, curatrice del Meis, coordinerà un dialogo sull'edificio tra Anna Maria Quarzi, Presidente dell’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara – Isco; Carla Di Francesco, responsabile del progetto del Museo, e Roberta Fusari, assessore all’Urbanistica del Comune di Ferrara.


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israele-stati uniti
Il Mossad e le ultime rivelazioni

In gioco la fiducia tra i servizi
A distanza di una settimana dal suo arrivo in Israele, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump si trova in una situazione complicata: l’aver rivelato informazioni altamente confidenziali al ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, e all’ambasciatore russo negli Stati Uniti, Sergei Kislak, ha attirato sul presidente Usa pesanti critiche. Tra queste, quelle di alcuni esponenti dell’intelligence israeliana, protagonista suo malgrado del caso internazionale scoppiato in mano a Trump: a fornire le notizie top secret agli americani, poi rivelate dall’inquilino della Casa Bianca ai russi, era stato infatti il Mossad. Almeno così dicono diversi autorevoli giornali americani, tra cui il New York Times. Ufficialmente il governo di Gerusalemme non ha confermato la notizia ma il commento dell’ambasciatore d’Israele negli Stati Uniti Ron Dermer, sembra dare credito alla pista che porta al lavoro del Mossad. Dermer ha dichiarato che “Israele ha piena fiducia nel rapporto di condivisione delle informazioni con gli Stati Uniti e attende con impazienza di approfondire tale rapporto negli anni a venire sotto il Presidente Trump”.


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  pilpul
Ticketless - Leone Ginzburg
Rileggo, dopo tanti anni, Viatico ai nuovi fascisti. Un brevissimo articolo di Leone Ginzburg apparso sui “Quaderni di Giustizia e Libertà”, marzo 1933. Mi aveva consigliato di leggerlo Piero Treves, che quest’articolo non amava, pur manifestando per Leone un’autentica venerazione. L’antifascista Treves ricordava la sorpresa che provò quando lo lesse. Con grande senso di pietas Ginzburg si rivolgeva ai giovani, che per ingenuità o ambizione giuravano fedeltà al Duce. La carità non esclude l’intransigenza e nemmeno il giudizio sulla morale collettiva, ma Ginzburg manifestava in primo luogo tolleranza: “Noi vogliamo essere vicini a questi giovani, noi, che abbiamo scelto vie più difficili, e cerchiamo di lavorare per tutti, abbiamo il diritto di manifestare l’immensa pietà di loro, che ci ha presi, e il dovere di soccorrerli, per quanto possiamo. Non permetteremo che si avviliscano di più, che da un primo compromesso accettato a malincuore siano tratti a desiderarne e a promuoverne altri, per oscurare il ricordo di quello. Ci occuperemo di loro con la premura che si ha per i prigionieri o per i deportati”.

Alberto Cavaglion
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Periscopio - Negoziati
Nel caso ce ne fosse ancora bisogno, credo che il livello di possibile ottimismo riguardo ai negoziati di pace israelo-palestinesi che dovrebbero prossimamente ripartire, sotto gli auspici della nuova Presidenza americana, sia eloquentemente rivelato dalle esplicite parole con le quali Nabil Shaath, consigliere per gli affari esteri del presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen), ha bollato come ‘folle’ e irricevibile la richiesta americana che l’ANP interrompa, in segno di buona volontà, i pagamenti di vitalizi a palestinesi detenuti per attacchi terroristici e ai familiari di terroristi morti compiendo attentati.

Francesco Lucrezi, storico
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A Tripoli, sognando Israele 
“Sha’à Birhov Tel Aviv, Yaffà Yoter Micol Hayyai”. “Un’ora per le vie di Tel Aviv, è l’esperienza più bella dell’esistenza”. Canto tripolino, composto negli anni quaranta.
Nel 1938 ci furono le leggi razziste. Con l’ingresso dell’Italia in guerra, gli ebrei con passaporto inglese furono deportati in Italia. Poi ci fu la tragedia di Giado, dove un quarto della comunità ebraica della Cirenaica, deportata in massa, morì di stenti, fame e malattie.
Con l’occupazione nazista dell’Italia, seguita all’8 settembre, ci fu la deportazione in Germania. Nel gennaio del ’43, con l’ingresso delle truppe britanniche festeggiarono la libertà. Fu una breve pausa. Nel ’45 ci fu un violento pogrom che segnò una frattura nel tempo e nello spazio. Le forze britanniche intervennero solo il terzo giorno, quando il peggio era accaduto e immagine meghnagila resistenza ebraica si era organizzata, respingendo gli aggressori alle porte del quartiere ebraico. Nel ’48 ci fu un secondo pogrom. Con la nascita di Israele oltre l’80 per cento degli ebrei di Libia emigrò nella Terra dei Padri.
Quasi 30.000 persone lasciarono tutto, portando con sé la speranza in un mondo migliore per tutti.

David Meghnagi, Università Roma Tre

(Nell’immagine, la foto d’archivio dei festeggiamenti per Yom ‘Azmauth 1949, è custodita nel Museo di Or Yehudah in Israele).


Con il groppo in gola
La Seconda Guerra Mondiale arrivò al termine di un decennio (1930–1940) durante il quale sia l’industria fonografica italiana che cinematografica statunitense lanciarono capolavori musicali e film che resteranno nella storia della canzone e del cinema di tutti i tempi.
Nel 1937 il disegnatore e produttore cinematografico statunitense Walt Disney (1901–1966) pubblicò il lungometraggio d’animazione Snow White and the Seven Swarfs (Biancaneve e i 7 nani) diretto da David Hand su musiche di Frank Churchill, Leigh Harline e Paul J. Smith; il successo fu planetario e la fenomenologia deportatoria che pochi anni dopo si sarebbe drammaticamente sviluppata a causa della Guerra non sarebbe restata immune da successi cinematografici e incantesimi musicali che scaturivano dal nuovo mondo del cartoon disneyano.


Francesco Lotoro
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