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21 maggio 2017 - 25 Iyar 5777
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la fondatrice dell'Israeli Origami Center racconta il suo progetto

A lezione di origametria con Miri Golan

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Miri Golan, fondatrice dell’Israeli Origami Center, ha scoperto l'antica arte degli origami da bambina, grazie alla televisione. Ha iniziato a piegare fogli per gioco: "Mi divertivo, era rilassante, non sapevo neppure di cosa si trattasse, per me era 'piegare la carta'". La passione non è diminuita con il passare degli anni e quando ha capito di cosa si trattava ha iniziato a occuparsene seriamente, fino a quando, nel 1989, è andata in Giappone. "Quando sono tornata ho iniziato a sviluppare un programma per le scuole, che allora non aveva nulla a che fare con la geometria, e ho iniziato a proporlo in giro. All'inizio è stata dura, ma il passaparola mi ha aiutata". Ma non soddisfatta, ha iniziato a lavorare sull'intersezione con l'altra sua passione, l'insegnamento della matematica: "La geometria è sempre una materia abbastanza problematica, non facile da insegnare, e difficile da imparare. E spesso non è per nulla divertente, anzi! Quando una classe inizia a fare origametria e scopre di poter misurare un angolo senza goniometro, o che basta una striscia di carta per costruire un pentagono, allora tutto cambia".

Ada Treves


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Come l'antica arte giapponese È entrata nelle scuole israeliane

Con le pieghe la geometria è più facile

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Il fruscio dei fogli di carta, e il silenzio. La concentrazione, negli sguardi, nei gesti, l’attenzione con cui piccole mani piegano e voltano, osservano e piegano ancora. Da un rettangolo nascono forme e risate. Le lezioni di Origametria sono un misto di gioco e concentrazione, un percorso di scoperta e di rispetto per i limiti imposti dal foglio. E una successione di sorprese: da un foglio escono strutture, giochi, sculture. La geometria si impara così, in Israele, grazie alla volontà caparbia di Miri Golan che, appassionata di origami sin da bambina, ha sviluppato un programma che unisce l’arte degli origami alla geometria, approvato dal ministero dell’Istruzione. Il nome, «origametria», è nato quando all’inizio degli Anni 90 l’Israeli Origami Center, da lei fondato, ha iniziato a portare nelle scuole un programma specifico centrato sul riconoscimento delle figure geometriche e delle loro caratteristiche.

a.t., La Stampa, 15 maggio 2017

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l'iniziativa dei giovani della comunità degli italkim

La casa per minori che dona sorrisi ai bambini

img headerNell’haggadà di Pesach si racconta che rabbì Eliezer, rabbì Jeoshua, rabbì Elazar ben Azaria, rabbì Akivà e rabbì Tarfon, si erano riuniti per il Seder a Benè-Berak. I cinque maestri continuarono a parlare dell’uscita dall’Egitto per tutta la notte; finché vennero i loro discepoli e gli dissero: “Maestri! è giunta l’ora dello Shemà del mattino!”
Questo piccolo racconto che in prima lettura sembra molto semplice, pone alcune domande interessanti: una di queste, fu domandata nell’egregio commento, opera di R. Yochanan Treves, chiamato Qimchà da-Avishuna, stampato a Bologna nel 5300 (1540) come aggiunta al Machazor Benè Romi. R. Treves si interroga sulla domanda: perché i quattro rabbini oltre a rabbì Akivà si erano riuniti proprio a Benè-Berak? Basandosi su R. Abarbanel risponde che non si tratta della città di Benè-Berak ma di un raduno speciale con delle posate belle e brillanti (Barak o più vero Mavrik in ebraico = brillante).

Michael Sierra


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netanyahu e l'arrivo di trump

Negoziati, nuova speranza

"Con Trump parlerò di pace". Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu in apertura dell'incontro di governo a Gerusalemme in vista dell'arrivo domani del presidente Usa. "Discuterò - ha spiegato - le maniere per rafforzare ancora di più la nostra alleanza e i nostri legami di sicurezza. Ma anche i modi per far avanzare la pace".
 "È un onore che per la sua prima visita all'estero abbia scelto - ha aggiunto - di venire a Gerusalemme, la nostra capitale, e in Israele". Secondo il sito della Casa Bianca, Donald Trump chiederà a Benyamin Netanyahu ed Abu Mazen (Mahmoud Abbas) "di intraprendere passi decisivi verso la pace". Secondo i media, che citano fonti Usa, tali passi riguardano per Israele "il freno degli insediamenti e il miglioramento dell'economia palestinese", mentre per questi "la fine dell'istigazione e della violenza verso lo stato ebraico". Per le stesse fonti "si è ancora ai primi passi nel riavvio dei negoziati".

 

il mossad e le rivelazioni usa

Un segreto vale la fiducia

A distanza di una settimana dal suo arrivo in Israele, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump si è trovato in una situazione complicata: l'aver rivelato informazioni altamente confidenziali al ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, e all’ambasciatore russo negli Stati Uniti, Sergei Kislak, ha attirato sul presidente Usa pesanti critiche. Tra queste, quelle di alcuni esponenti dell'intelligence israeliana, protagonista suo malgrado del caso internazionale scoppiato in mano a Trump: a fornire le notizie top secret agli americani, poi rivelate dall'inquilino della Casa Bianca ai russi, era stato infatti il Mossad. Almeno così dicono diversi autorevoli giornali americani, tra cui il New York Times e il Washington Post. Secondo ABC News Israele sarebbe riuscita a inserire una propria “spia” dentro lo Stato Islamico: questa persona “ha fornito informazioni su una trama dell’ISIS per abbattere un aereo civile diretto verso gli Stati Uniti con una bomba su un computer portatile, che secondo alcuni funzionari americani sarebbe riuscito a passare i controlli all’aeroporto”.  

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l'iniziativa partita dalla toscana

Come scoprire un Paese

"Si è concluso ai primi di maggio il viaggio in Israele promosso dall'Associazione Italia-Israele di Firenze con la collaborazione dell'Associazione Italia-Israele di Livorno. È stato per molti aspetti un viaggio eccezionale, assai diverso da quelli - anch'essi molto importanti - che vengono abitualmente organizzati da altre associazioni simili alle nostre.
Innanzitutto per il numero dei partecipanti. Ben quarantaquattro. Ma soprattutto per la qualità della visita: non sono state trascurate le tradizionali visite ai luoghi che permettono di conoscere da vicino le culture che convivono in questo piccolo ma straordinario Paese, e quelle che ne hanno segnato la storia. Quindi le visite ai luoghi della storia civile e religiosa dell'ebraismo, dal Kotel (Muro del Pianto) a Masada, dal quartiere ebraico di Gerusalemme a Safed, alla Sinagoga italiana di Gerusalemme con l'annesso Museo; quelle ai luoghi della tradizione cristiana: non solo il Santo Sepolcro a Gerusalemme e la Basilica della Natività a Betlemme, ma anche Cafarnao e la Chiesa della Moltiplicazione dei pani e dei pesci a Tabka.

Valentino Baldacci

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il film di natalie portman

In Israele, sognare è vivere

Si celebra in questi giorni il sessantanovesimo anniversario della nascita dello Stato di Israele, 14 maggio 1948. Una data lontana, oramai. Ma tutto ciò che riguarda Israele calamita ancora, senza tregua, passioni, ostilità irriducibili, amori, furori, emozioni fortissime. Emozioni fortissime come quelle che esplodono in una scena cruciale del meraviglioso romanzo di Amos Oz, Una storia di amore e di tenebra tradotto e pubblicato in Italia da Feltrinelli: quella in cui si vedono gli ebrei già in fuga dai pogrom e delle discriminazioni dell’Est europeo, dalla Shoah, alla ricerca spasmodica di un focolare che sia finalmente la realizzazione di una Patria ebraica sicura e giusta, la scena di questi ebrei riuniti a Gerusalemme che ascoltano alla radio, nel 1947, la votazione della risoluzione dell’Onu che autorizza la nascita dei due Stati, quello israeliano e quello palestinese. Ecco, quella stessa scena tra pochi giorni gli spettatori italiani potranno riviverla attraverso il film ispirato al capolavoro di Oz, che si intitola Sognare è vivere ed è diretto da Natalie Portman, che ne è anche l’attrice protagonista.

Pierluigi Battista, Corriere della Sera  

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