Come scoprire Israele

Si è concluso ai primi di maggio il viaggio in Israele promosso dall’Associazione Italia-Israele di Firenze con la collaborazione dell’Associazione Italia-Israele di Livorno. È stato per molti aspetti un viaggio eccezionale, assai diverso da quelli – anch’essi molto importanti – che vengono abitualmente organizzati da altre associazioni simili alle nostre.
Innanzitutto per il numero dei partecipanti. Ben quarantaquattro. Ma soprattutto per la qualità della visita: non sono state trascurate le tradizionali visite ai luoghi che permettono di conoscere da vicino le culture che convivono in questo piccolo ma straordinario Paese, e quelle che ne hanno segnato la storia. Quindi le visite ai luoghi della storia civile e religiosa dell’ebraismo, dal Kotel (Muro del Pianto) a Masada, dal quartiere ebraico di Gerusalemme a Safed, alla Sinagoga italiana di Gerusalemme con l’annesso Museo; quelle ai luoghi della tradizione cristiana: non solo il Santo Sepolcro a Gerusalemme e la Basilica della Natività a Betlemme, ma anche Cafarnao e la Chiesa della Moltiplicazione dei pani e dei pesci a Tabka. Ma non è stata ignorata neanche la cultura islamica, con la visita alla Spianata delle Moschee a Gerusalemme. Ma anche altri aspetti della presenza di altre cultura hanno avuto spazio: da quella romana, con la visita al porto di Cesarea e a Bet Shean, alla presenza crociata, con l’approfondita visita ad Acco (San Giovanni d’Acri).
Naturalmente – date le caratteristiche della nostra Associazione – abbiamo dato ampio spazio alla conoscenza dei luoghi che hanno segnato la storia del sionismo e dell’Israele moderno e contemporaneo: non solo la doverosa e coinvolgente visita allo Yad Vashem, ma anche quella all”Israel Museum, con la raccolta dei Rotoli del Mar Morto. E poi la visita al Museo dell’Haganà, il rinnovamento urbanistico di Tel Aviv, i nuovi quartieri di Gerusalemme.
Fino a qui si tratta di momenti importanti ma che in genere fanno parte dei tour a carattere laico (e quindi non dei pellegrinaggi) che vengono organizzati dalle nostre Associazioni. Ma ciò che ha davvero caratterizato il nostrio viaggio sono stati altri momenti, davvero particolari: innanzitutto i primi due giorni, il 3 e il 4 maggio, che hanno (intenzionalmente) coinciso con due momenti fondamentali del calendario civile d’Israele: lo Yom Hazikaron, il giorno di lutto nazionale in ricordo di tutti i caduti delle guerre e delle vittime del terrorismo; e lo Yom Hatzmaut, il giorno in cui si è celebrato il 69° anniversario della fondazione dello Stato d’Israele, dove al lutto e alla tristezza subentra la gioia e la felicità. In entrambi i giorni abbiamo partecipato alle manifestazioni in Piazza Rabin a Tel Aviv
Altri quattro momenti devono essere sottolineati perché sono quelli che hanno dato al nostro viaggio un carattere del tutto particolare: la visita al Moshav Netiv Asara, a pochi metri dal confine con Gaza, dove spesso sono caduti i missili lanciati da Hamas, e l’incontro con un dirigente della cooperativa, col quale abbiamo parlato delle loro difficili condizioni di vita a ma anche dei successi della cooperativa stessa; quella al punto esattamente opposto di Israele, a nord, a Metulla, a pochi metri dal muro che segna il confine con il Libano, e l’incontro con il rappresentante di un gruppo di cristiani maroniti che hanno abbandonato il Libano per stabilirsi in Israele, per sfuggire alle persecuzioni di Hezbollah, la milizia sciita filoiranianna che ormai controlla il Libano; la visita al Monte Bental; sulle alture del Golan, al confine don la Siria, nella zona dove sono presenti gli osservatori dell’ONU; infine, l’ultimo e più significativo momento, l’incontro a Gerusalemme con Sergio Della Pergola (demografo di fama internazionale e docente dell’Università Ebraica) e con due giovani soldati, entrambi di origine italiana, appartenenti al COGAT (Coordinator of Government Activities in the Territories). Della Pergola ha fatto un ampio quadro della situazione politica, economica e demografica d’Israele; i due giovani soldati hanno parlato della loro esperienza nei rapporti con la popolazione civile palestinese. È seguita una serrata discussione con i partecipanti al viaggio: non c’è dubbio che il contatto diretto con l’esperienza con i due giovani soldati è stato il momento più emozionante del viaggio, momento che si è rinnovato il giorno dopo, quando sono tornati nel nostro hotel a Gerusalemme per partecipare alla cena dello Shabbat e dove – insieme ad alcuni Italkim (israeliani di origine italiana) – abbiamo ripreso la discussione iniziata il giorno prima.
Prossimamente saranno dati altri particolari, anche in riferimento al viaggio dell’anno prossimo, nello stesso periodo dell’anno, in occasione del 70° anniversario della fondazione dello Stato d’Israele, e che avrà caratteri e contenuti assai diversi. Mi premeva intanto che fosse conosciuto l’esito del viaggio di quest’anno che, tra, l’altro, nonostante l’alto numero di partecipanti, è andato benissimo anche dal punto di vista logistico e organizzativo. E per questo non posso che chiudere con un calorosissimo ringraziamento ad Angela Polacco e a Sharon Nizza.

Valentino Baldacci

(21 maggio 2017)