19 Ottobre 2016 - 17 Tishri 5777

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7 giugno 2017 - 13 Sivan 5777
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Ephraim Mirvis,
rabbino capo del Commonwealth
Non saremo minacciati o intimiditi né permetteremo che il nostro impegno per la pace e la tolleranza diminuisca. Di fronte ad ogni attacco, per quanto devastante possa essere, dobbiamo impegnarci a seguire ancora di più questi valori perché, alla fine, saranno ciò che ci permetterà di sconfiggere il male del terrorismo. 
 
Davide
Assael,
ricercatore
Mentre è ancora da chiarire la dinamica dell’attentato plurimo avvenuto questa mattina in Iran, si confondono ancor di più i confini della scelta del fronte sunnita di isolare il Qatar per le sue complicità col terrorismo e per la sua benevolenza proprio nei confronti del regime degli ayatollah.
 
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Il terrorista "italiano"
e il dolore di una madre
"Capisco gli imam che ora non vogliono celebrare il suo funerale. È necessario dare un forte segnale politico, un messaggio ai familiari delle vittime e ai non musulmani”.
Sono parole della madre di Youssef Zaghba, il terrorista con cittadinanza italiana che ha colpito a Londra, in una intervista esclusiva all’Espresso ripresa oggi da molti giornali.
Residente in provincia di Bologna, convertita all’Islam da 26 anni, la signora Valeria Collina ha inoltre affermato: “Solo una madre può provare il dolore di un’altra madre. Sono pronta a tutto quello che può portare loro pace”. Probabilmente la sua sfida, scrive il Messaggero, “sarà restare a vivere in questo incrocio di paradiso: dove anche i vicini più tranquilli ondeggiano tra dispiacere e rabbia”.
Ora dopo ora emergono intanto con chiarezza tutte le falle in termini di sicurezza su questa vicenda.
Sconosciuto alle forze dell’ordine invece il 40enne franco-algerino che ieri a Parigi ha colpito un agente e seminato il panico a Notre Dame.

Tre uomini hanno aperto il fuoco questa mattina nel palazzo del Parlamento iraniano a Teheran ferendo almeno otto persone tra cui due civili e una guardia, riporta tra gli altri l’Ansa. Colpi di arma da fuco sono stati uditi presso il monumento dedicato all’Ayatollah Khomeini a Teheran: lo scrive la Bbc online citando i media iraniani.

Un’organizzazione che sbarcava stranieri diretti in Italia e nel Nord Europa, sospettati di collegamenti con nuclei jihadisti e in grado di sborsare fino a tremila euro a persona per essere traghettati in modo ‘sicuro, occulto e rapido’. Un service di trasporto, parallelo ai cosiddetti viaggi della speranza, “che però intercettava una domanda più raffinata”.
Così, scrive il Corriere, si muoveva il gruppo di persone di nazionalità italotunisina fermato ieri dai finanzieri del Gico del nucleo di polizia tributaria coordinato dalla procura di Palermo.

In un colloquio con Eugenio Scalfari su Repubblica, il ministro dell’Interno Marco Minniti parla delle iniziative previste per la Libia e il continente africano. “Abbiamo previsto, se necessario – spiega – che l’Italia mandi un contingente militare di qualche centinaio di giovani i quali abbiano il solo compito di controllare che i patti tra le tribù e i governi vengano rispettati e le persone più disagiate, quelle pronte a trasformarsi in fuggitivi con tutti i malanni che questa situazione comporta, si siano adeguatamente forniti di lavoro e del relativo benessere che da quel lavoro può scaturire”. Vedremo il seguito e l’applicazione concreta, aggiunge Minniti, “ma le basi fondamentali ormai ci sono”.

“L’infiltrata dell’Islam radicale in Comune”. Un articolo pubblicato ieri da La Verità, il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, ha fatto infuriare la Consigliera comunale milanese Sumaya Abdel Qader. La sociologa italiana con origini palestinesi, già al centro delle cronache in passato, ha deciso di passare alle vie legali. Per lei, scrive il dorso locale di Repubblica, “il sostegno social dei gruppi consiliari”.

Un vademecum per un approccio medico e sanitario che tenga conto delle peculiarità e tradizioni culturali delle diverse religioni. Perché conoscere i valori e la visione spirituale dei pazienti appartenenti ad altre confessioni rispetto a quella cattolica non solo garantisce il rispetto della dignità delle persone, ma contribuisce anche a rendere più agevole ed efficace il percorso di cura. Libero presenta così l’iniziativa di “Insieme per prenderci cura” a Milano, già illustrata ieri sul nostro notiziario quotidiano.
“A ogni immigrato una cura diversa” titola Libero.
 
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  davar
portale e progetto presentati al miur
Conoscere la realtà dell'ebraismo,
un progetto per la scuola italiana

L’idea alla base è che per sconfiggere il pregiudizio antiebraico non si debba parlare soltanto di lotta all’antisemitismo, ma sia almeno altrettanto fondamentale stimolare interesse e curiosità, delle più disparate, sull’ebraismo. Soprattutto in relazione con il mondo della scuola.
Nasce con l’obiettivo di rivolgersi all’insieme degli studenti italiani, in particolare di quelli delle scuole di secondo grado, il progetto “Ebraismo in pillole” realizzato dall’Associazione Hans Jonas con il contributo dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e della Pincus Foundation di Gerusalemme.
Un progetto inquadrato nell’ambito delle iniziative previste dal Protocollo d’Intesa tra il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e l’UCEI siglato nel gennaio scorso in Polonia. È stato proprio ieri il Ministero, nella sua sala principale, ad ospitare la presentazione del portale ebraismoinpillole.it.
Nove macro-sezioni, con unità basate su temi e, allo stesso tempo, percorsi per il loro approfondimento. Lo scopo del portale è quello di fornire una conoscenza dell’ebraismo, offrendo parallelamente una contestualizzazione più ampia, che costituisca un incentivo a interessarsi all’argomento (ad illustrare i contenuti del sito i due autori, Micol Temin e Daniele Toscano).
“È un progetto in cui crediamo fortemente, con la speranza che da oggi prenda avvio un percorso che possa portarci lontano. C’è bisogno che questo sito diventi sempre più uno strumento di conoscenza, vivendo nel tempo. Contiamo sull’aiuto di tutti” ha sottolineato Tobia Zevi, Presidente dell’Associazione Hans Jonas.
Sfida condivisa da Saul Meghnagi, il direttore scientifico dell’Associazione, che ha sottolineato la necessità di una didattica “più efficace” su questi argomenti. Il sito, così come le altre iniziative intraprese in questi anni, puntano proprio a questo: a costruire e trasmettere valori. Tra le prossime tappe di questo percorso, ha anticipato Meghnagi, la realizzazione di un volume su religioni e stato di diritto.
“Le differenze nella sostra società esistono e vanno riconosciute. È il confronto tra diversi che crea cultura e ricchezza” ha sottolineato il rav Roberto Della Rocca, direttore dell’Area Formazione e Cultura UCEI.
L’invito del rav è a conoscere l’ebraismo vivo della quotidianità. “Un’immagine dell’ebraismo costruita solo su Shoah e conflitto israelo-palestinese – la sua riflessione – è fuorviante e rischia di essere molto pericolosa”
Grande la soddisfazione espressa sia dalla Presidente UCEI Noemi Di Segni che dalla ministra Valeria Fedeli.
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le opzioni del cinque per mille
Tra cultura, dialogo e solidarietà
Una firma per l'ebraismo italiano

Cultura, dialogo, solidarietà. Attività costante e incisiva sui temi che riguardano la collettività nel suo insieme. Nessuno escluso.
Per dare concretezza agli impegni dell’ebraismo italiano, oltre a sottoscrivere l’Otto per Mille a favore dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, è possibile sostenere Comunità ed enti locali anche attraverso il Cinque per Mille. 
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questa sera al tempio maggiore di roma
Gentiloni, la visita in sinagoga
per abbracciare gli ebrei di Libia

Il cinquantenario dell’arrivo degli ebrei di Libia in Italia al centro della visita che il primo ministro Paolo Gentiloni terrà quest’oggi alle 18 al Tempio maggiore di Roma. Come già anticipato negli scorsi giorni su questo notiziario, tra i temi che saranno toccati l’esilio forzato dai paesi arabi in quella drammatica stagione, i flussi migratori di oggi con tutto il loro carico di sfide, lo straordinario apporto offerto dagli ebrei libici al paese in questo mezzo secolo.
Ad accogliere il premier il rabbino capo rav Riccardo Di Segni, la presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello e la presidente UCEI Noemi Di Segni.
Nell’occasione, un particolare omaggio sarà reso a due storiche figure della comunità tripolina nella Capitale: Shalom Tesciuba e Sion Burbera.
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l'anteprima del film di gabbai e meghnagi 
Ebrei dalla Libia, 50 anni dopo
l'Ultimo esodo prende la parola

Alla fine della proiezione diverse persone si sono avvicinate a Ruggero Gabbai e David Meghnagi, autori del documentario Libia – L'ultimo esodo, per ringraziarli. Sullo schermo del Cinema Orfeo di Milano avevano rivisto la propria storia personale e famigliare, riportato alla mente i ricordi di genitori e nonni di quel mondo abbandonato mezzo secolo fa, di quella Libia a lungo chiamata casa da migliaia di ebrei poi costretti ad abbandonarla tra pogrom e violenze.  “Raccontare è un principio ebraico in cui ho sempre creduto e che applico al mio lavoro”, ha affermato Gabbai, regista del film proiettato ieri in anteprima grazie al sostegno dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane davanti a un pubblico di seicento persone. E la storia poco conosciuta degli ebrei di Libia, del loro
rapporto complicato con un Paese che li accolse e tradì ripetutamente, doveva essere raccontato. Così tra le voci dei testimoni dell'epoca e filmati d'archivio, le vicende delle realtà ebraiche di Tripoli e Bengasi hanno ripreso vita: dalla convivenza dei primi del '900 fino all'applicazione delle leggi razziste del '38 durante la dominazione fascista italiana, dalle deportazioni della secondo conflitto mondiale al boom economico del dopoguerra fino al sanguinoso pogrom del 1967.
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la dedica del film libia - l'ultimo esodo
Gheddafi e il Paese senza viso,
la lettera di Herbert Pagani

“Arrenditi all'evidenza, Colonnello: malgrado i tuoi sforzi, questo paese resta senza viso, come i tuoi sicari, e senza voce, come in passato. Tutte le popolazioni che vi hanno vissuto, nei secoli, hanno subito lo stesso destino di "cancellazione". Cominciamo dalle minoranze, etniche o religiose, berbere, cristiane ed ebraiche, che chiamaste "dimmi", cioè cittadini "protetti". Delicato eufemismo per dire ostaggi in attesa di conversione. Essere l'oppresso di un potente offre a volte vantaggi culturali: catene d'oro, tempo per piangere. Essere l'oppresso di un oppresso, nessuno. Ebrei di un paese senza luce, fummo gli ebrei più spenti del Mediterraneo”. Così scriveva nel 1987 Herbert Pagani, cantante, poeta e scrittore nonché ebreo tripolino vissuto tra Italia e Francia e infine a New York. Destinatario della sua lettera, il colonnello Gheddafi in occasione del decimo convegno internazionale degli ebrei di Libia e in ricordo del loro esodo obbligato da quella terra. Alla memoria di Pagani, gli autori del documentario Libia – L'ultimo esodo, Ruggero Gabbai e David Meghnagi, hanno dedicato la pellicola che racconta proprio le vicende dell'ebraismo di Tripoli e Bengasi.
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qui roma - segnalibro
Il grande cuore di Nonantola
che salvò i bambini in fuga

Bambini ebrei in fuga nell’Europa nazifascista. Un viaggio drammatico, segnato dall’orrore ma anche dall’incontro con un pezzo di umanità speciale che regalò loro la salvezza.
Vicende di coraggio, come quella di chi a Nonantola si spese per quei ragazzi. Pagine di memoria da riscoprire, nel bene e nel male. Con l’inquietante ombra che più volte si affaccia di Amin al-Husseini, il Gran Muftì di Gerusalemme che fu stretto alleato di Hitler e che ne condivise i propositi di sterminio del popolo ebraico.
L’efficace libro di Mirella Serri, Bambini in fuga (ed. Longanesi), è stato il protagonista di un incontro svoltosi ieri nei locali comunitari di via Balbo. Un luogo scelto non a casa, perché è là dentro che operarono i volontari della Brigata Ebraica nella Roma liberata. Ed è sempre in quelle stanze che si iniziò a ricostruire una Comunità piegata dalla Shoah.
Condotta dal vicepresidente della Comunità ebraica romana Ruben Della Rocca, la serata ha visto al tavolo dei relatori (oltre all’autrice) i giornalisti Paolo Mieli e Pierluigi Battista e il parlamentare del Pd Emanuele Fiano.
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la proiezione del film alle fosse ardeatine
Alle radici del male, un viaggio
nel significato della Memoria 

Per la prima volta, le porte del mausoleo delle Fosse Ardeatine si aprono per ospitare la proiezione di un film. L’appuntamento, questa sera alle 20, è con il documentario “Alla ricerca delle radici del male” in cui Cesare Israel Moscati, nipote di una delle vittime dell’eccidio nazista, racconta la sfida della Memoria attraverso le parole dei discendenti sia delle vittime che degli aguzzini.
Un viaggio nel profondo dell’animo umano con un messaggio finale di speranza per il futuro. Nella consapevolezza che, perché il passato non si ripeta, la Storia, così come le tante e diverse storie dei protagonisti di questo film, debba essere compresa, oltre che ricordata.
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pilpul
Ticketless - L'ottavo giorno
Il nuovo cinema israeliano è un Nuovo Cinema Paradiso. Si prova, con i registi, quello che una ventina di anni fa s’era provato con la scoperta degli scrittori. Oggi il cinema ha più mordente, un tema su cui varrebbe la pena riflettere. “Una settimana e un giorno”, di Asaph Polonsky, è un film come altri che lo hanno preceduto. Costruito sul nulla: si regge sulla bravura di tutti gli attori, a partire dal ragazzino e dalla bambina. Narra l’elaborazione del lutto, ma il contrasto laici-religiosi, centrale in altri giovani registi, qui proprio non fa questione. Vicende analoghe il cinema italiano, negli ultimi due decenni, da “Aprile” di Nanni Moretti in giù, ha tentato di affrontare.

Alberto Cavaglion
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Periscopio - Il sogno sionista
La recente conclusione del corso sul sionismo da me svolto, su incarico dell'Area Formazione e Cultura dell'UCEI, presso la Comunità ebraica di Firenze (che ha fatto seguito alla conclusione dell'analogo corso tenuto presso la Comunità di Napoli, terminato poco prima), ha colpito l'umile docente con molte, diverse emozioni: gratificazione per l'onore ricevuto, soddisfazione per i risultati raggiunti (forse non completamente disprezzabili); ammirazione per la bravura degli "studenti" (in realtà, i veri maestri del corso, dai quali ho imparato tantissimo); gratitudine per l'affetto e l'amicizia ricevuti (di cui si è voluto lasciare un segno tangibile con il bellissimo dono di una pregiata Menorah, che fa bella mostra di sé nel salone di casa mia); e, ovviamente, com'è giusto e naturale che sia, anche un po' di malinconia per la fine di una così bella esperienza.

Francesco Lucrezi, storico
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Soldati delle paludi
Nel giugno 1933, presso il distretto di Emsland, il Reich inaugurò tra Neusustrum, Börgermoor ed Esterwegen un modulo di 15 Campi di concentramento e internamento militare sul modello della colonia penale; i prigionieri erano impiegati per la bonifica ed estrazione di combustibile fossile presso le paludi al confine con i Paesi Bassi.
Negli Emslandlagern furono trasferiti 80.000 civili e, dal 1941, 180.000 prigionieri di guerra sovietici.
A Börgermoor il poeta e sindacalista tedesco Johann Esser e l’attore e regista tedesco Wolfgang Langhoff scrissero il testo dell’inno Wir sind die Moorsoldaten denso di riferimenti alla caduta del Reich e altresì conosciuto come Moorsoldatenlied; autore della musica era l’attivista politico e membro della Resistenza tedesca Rudi [Rudolf] Goguel, arrestato il 27 settembre 1934.


Francesco Lotoro
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Università e leggi razziste
Nel 2018, in occasione delle commemorazioni delle Leggi razziste del 1938, sarebbe opportuno avviare una riflessione pubblica sulle conseguenze devastanti che tali leggi hanno avuto per le università italiane.
Sarebbe doveroso ripercorrere le storie individuali di ciascuno degli studiosi cacciati ed esiliati; poi deportati e assassinati.
In seguito alle Leggi Razziste del 1938 ben 94 furono gli accademici espulsi dalle università in quanto "ebrei".
Si tratta del 7 per cento dell'intero corpo accademico dell'epoca, figure di primo piano della cultura e della scienza, che hanno reso servigi unici alla vita del loro paese e sono stati ricambiati trasformandoli in paria da un giorno all'altro.


David Meghnagi, Università Roma Tre
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La perdita
Germania 1894, Selma, Marianne e Philippine Cohn giungono nella graziosa cittadina di Altenburg e aprono un piccolo negozio di abbigliamento che in poco tempo diviene un  fiorente centro commerciale che dà lavoro a 160 impiegati. I clienti arrivano da tutti i dintorni. Marianne sposa Sally Buky, un giovane di Lipsia e la loro figlia Franziska va a nozze con Albert Levy. 

Angelica Edna Calò Livne 
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