innovazione e big data, il modello del servizio sanitario israeliano
La salute digitale al servizio dei cittadini
La
spesa per la sanità pubblica – e soprattutto come ridurla – è uno dei
grandi temi della politica moderna. In gioco, il bilanciamento di
diversi interessi e diritti: da una parte la tutela della salute del
cittadino, dall'altra le esigenze di bilancio degli Stati. Un caso
esemplare di questo confronto, l'attuale quanto discussa riforma
sanitaria voluta negli Stati Uniti dal presidente Donald Trump per
sostituire quella del suo predecessore Barack Obama: da una parte la
nuova legge, l’American Health Care Act, prevede un taglio netto delle
spese previste dal cosiddetto Obamacare (la riduzione proposta dai
Repubblicani dovrebbe toccare quota 800 miliardi di dollari in 10 anni
in riferimento alle spese federali), dall'altro però causerebbe,
secondo alcune stime, la perdita per milioni di americani della
copertura sanitaria (nella prima versione della riforma, il
Congressional Budget Office CBO, un ufficio indipendente che analizza e
prevede impatto e costi delle leggi in discussione al Congresso, aveva
stimato che a rimanere senza assicurazione sarebbero stati 24 milioni
di americani). La situazione oltreoceano è dunque un esempio di un
dibattito non scontato sulla sostenibilità dei sistemi sanitari, che
coinvolge ovviamente anche l'Italia (realtà molto diversa da quella
americana, visto il principio solidaristico che vige nel nostro Paese),
a maggior ragione a fronte di un progressivo invecchiamento della
popolazione. “I modelli di cura tradizionali difficilmente riusciranno
a sostenere la crescita costante delle esigenze dei pazienti e dei
costi sanitari nelle economie ad alto reddito”, avvisano Ran Balicer,
del dipartimento di Salute pubblica dell'Università Ben Gurion, e
Arnon Afek, della Scuola di Medicina dell'Università di Tel Aviv, sul
numero monografico dedicato a Israele dalla rivista scientifica The
Lancet (considerata una delle più autorevoli a livello internazionale).
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le strade per corregere le disuguaglianze nella sanità israeliana
Una cura alla portata di tutto il Paese
Uno
delle questioni più richiamate da Reuven Rivlin dal giorno della sua
nomina nel giugno 2014 a presidente d'Israele è stata la lotta contro
le diseguaglianze. In particolare Rivlin vede come un'esigenza primaria
del Paese il ripianamento del divario sociale ed economico che esiste
tra i due settori principali della società israeliana: quello ebraico
e quello arabo. “Dobbiamo porre rimedio a 50 anni di disuguaglianza”,
ha affermato nel 2015 Rivlin facendo riferimento alle difficoltà del
settore arabo, che registra redditi e livelli di istruzione inferiori
rispetto al resto della realtà israeliana (situazione simile agli
ebrei haredi - gli ultraortodossi). Una problematica che si ripresenta
anche sul mondo della salute, come spiegano Khitam Muhsen, Manfred
Green, Varda Soskolne e Yehuda Neumark, autori di un ampio e
documentato paper pubblicato dalla prestigiosa rivista Lancet lo scorso
maggio. “Tra il 1975 e il 2014, l'aspettativa di vita in Israele è
costantemente aumentata ed è attualmente al di sopra della media dei
paesi Ocse – scrivono gli autori - Tuttavia, l'aspettativa di vita è
rimasta più bassa tra gli arabi israeliani rispetto agli ebrei
israeliani, e questo divario recentemente si è ampliato. La mortalità
adulta, come conseguenza di malattie cardiache, ictus o diabete, è
ancora più elevata tra gli arabi”.
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la più grande manifestazione lgbt mai organizzata in medio oriente
Tel Aviv, in duecentomila per il Pride
Hanno
fatto il giro del mondo le immagini di venerdì scorso a Tel Aviv dove
duecentomila persone hanno sfilato per l'annuale manifestazione
dedicata al mondo LGBTQ. Un appuntamento definito dal Comune della
città bianca - che da anni ne è promotore - come il “più grande mai
organizzato in Medio Oriente”. Il tema della sfilata di quest'anno era
la bisessualità.
Come ricorda il Washington Post, nel resto del Medio Oriente, “le
relazioni omosessuali e lesbiche sono principalmente un tabù” e in
paesi come l'Iran sono punibili con la morte. Il quotidiano americano
sottolinea come in Israele “i gay servono apertamente nell'esercito e
nella Knesset” e la situazione sia ben lontana da quella dei Paesi
vicini.
Secondo un sondaggio dell'organizzazione Hiddush (margine d'errore è
del 4,5 per cento), che si occupa di pluralismo religioso, il 79 per
cento degli ebrei israeliani sostiene il diritto per le coppie dello
stesso sesso di sposarsi. Lo scorso anno il dato si attestava al 76 per
cento mentre nel 2009 ad essere favorevoli erano il 53 per cento degli
intervistati.
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la storia del piccolo palestinese
Yaman, salvo grazie a Ola
Ola
Ostrovsky-Zak, infermiera 34enne, è di turno quando arriva l'ambulanza
che trasporta i passeggeri di un'auto rimasta coinvolta in un brutto
scontro. I feriti sono arabi israeliani di Hebron: un uomo che morirà
poco dopo, la moglie con un serio trauma cranico che viene trasferita
in terapia intensiva. Sull'auto viaggiava anche il figlio della coppia,
il piccolo Yaman, rimasto illeso. Yaman piange, non mangia da ore, ma
rifiuta il biberon. Le due zie accorse all'ospedale spiegano che, sin
dalla nascita, il piccolo ha sempre preso il latte dal seno della mamma
e chiedono di cercare qualcuno che possa allattarlo.
L'infermiera ha tre figli, l'ultimo di un anno e mezzo. "Ho risposto
che, se erano d'accordo, potevo farlo io - racconta Ola all'Huffington
Post -. Non potevano credere che una madre ebrea accettasse di
allattare un bambino palestinese. Dopo, non smettevano di
abbracciarmi". Durante la notte, Ola dà il latte a Yaman cinque volte.
Le zie del bimbo le dicono che, secondo l'Islam, una donna che allatta
un neonato cinque volte diventa la sua seconda madre.
Francesco Tortora, Corriere della Sera
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la fiera a gerusalemme
La Capitale del Design
È
il tema, «Isole», della sesta edizione della Jerusalem Design Week,
inaugurata ieri sera e in corso fino al 15 giugno nel quartiere di
Talbiya. Tra le dozzine di progetti degli oltre 150 designer coinvolti
nella Jerusalem Design Week, anche installazioni che declinano il tema
del festival con strumenti presi in prestito dalla tecnologia. Gli
israeliani Mushon Zer-Aviv e Shalev Moran hanno invitato alcuni
scrittori a immaginare un tour nella loro «Gerusalemme speculativa»,
ambientata nel futuro. Gli audio tour si possono scaricare
gratuitamente dalla app per iOS e Android «Tales&Tours» e
funzionano grazie alla realtà aumentata. Ogni volta che si raggiunge
fisicamente un punto segnalato sulla mappa, si può ascoltare la
presentazione dell’attrazione turistica futura. Zer-Aviv è presente
alla Design Week anche con «The Turing Normalizing Machine»,
esperimento sociologico e scientifico di computer-learning che
identifica e analizza il concetto di normalità sociale. L’israeliana
Ziv Schneider e la taiwanese Laura Chen hanno presentato il progetto
«RecoVR: Mosul, a collective reconstruction», commissionato da The
Economist Media Lab in collaborazione con Project Mosul/Rekrei.
Fabiana Magrì, La Stampa
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