Una cura alla portata di tutti

Schermata 2017-06-11 alle 18.58.01Uno delle questioni più richiamate da Reuven Rivlin dal giorno della sua nomina nel giugno 2014 a presidente d’Israele è stata la lotta contro le diseguaglianze. In particolare Rivlin vede come un’esigenza primaria del Paese il ripianamento del divario sociale ed economico che esiste tra i due settori principali della società israeliana: quello ebraico e quello arabo. “Dobbiamo porre rimedio a 50 anni di disuguaglianza”, ha affermato nel 2015 Rivlin facendo riferimento alle difficoltà del settore arabo, che registra redditi e livelli di istruzione inferiori rispetto al resto della realtà israeliana (situazione simile agli ebrei haredi – gli ultraortodossi). Una problematica che si ripresenta anche sul mondo della salute, come spiegano Khitam Muhsen, Manfred Green, Varda Soskolne e Yehuda Neumark, autori di un ampio e documentato paper pubblicato dalla prestigiosa rivista Lancet lo scorso maggio. “Tra il 1975 e il 2014, l’aspettativa di vita in Israele è costantemente aumentata ed è attualmente al di sopra della media dei paesi Ocse – scrivono gli autori – Tuttavia, l’aspettativa di vita è rimasta più bassa tra gli arabi israeliani rispetto agli ebrei israeliani, e questo divario recentemente si è ampliato. La mortalità adulta, come conseguenza di malattie cardiache, ictus o diabete, è ancora più elevata tra gli arabi”. Le disuguaglianze sul fronte della salute, si legge nell’articolo, sono evidenti anche attraverso gli indicatori della posizione socioeconomica e osservando quelle che si possono considerare sottopopolazioni interne al Paese, come gli immigrati provenienti dall’ex Unione Sovietica, gli ebrei ultraortodossi e gli arabi beduini. Nonostante la copertura sanitaria universale e notevoli miglioramenti nella salute generale della popolazione israeliana, esistono forti disparità nella situazione dei diversi settori rispetto alle malattie non trasmissibili. “Queste differenze – affermano gli autori – potrebbero essere spiegate, almeno in parte, dalle lacune in fattori determinanti per la salute. Il ministero della Salute ha sviluppato programmi completi per ridurre queste diseguaglianze tra i principali gruppi di popolazione. E sono necessari sforzi coordinati multisettoriali per ottenere un impatto maggiore e affrontare la complessità del problema”.
Attraverso dati e statistiche gli autori fotografano la situazione, dando infine alcuni suggerimenti per affrontare il problema in questione: l’invito alle autorità è quello di aumentare gli investimenti in infrastrutture
sanitarie in cui le esigenze sono maggiori e che sono al di fuori delle principali aree urbane. Si chiede poi la promozione di programmi, adattati secondo ciascun retaggio culturale, volti a educare a uno stile di vita sano realtà come quelle dei villaggi arabi così come dei haredim e degli immigranti. Per il cancro ai polmoni – rilevano i quattro scienziati – gli uomini arabi soffrono di un’incidenza della malattia sproporzionatamente superiore al resto della società, soprattutto a causa dell’alta diffusione del fumo. “Il controllo di questo importante fattore di rischio richiede un’attenzione urgente”. Il documento si chiude con un appello a promuovere uno studio ampio e prospettico che affronti in modo approfondito la questione in modo da dare gli strumenti per risolvere in modo efficace il sentito tema delle diseguaglianze.

(Immagine Harvad University)

(11 giugno 2017)