Roberto
Della Rocca,
rabbino
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Qorach
resta per sempre il prototipo del sobillatore, che, con le sue
argomentazioni seduttive e apparentemente ragionevoli, persegue
l'affermazione del suo potere personale piuttosto che l'unità e la
crescita della Comunità. Spesso le spaccature comunitarie nascono
proprio quando una nobile causa si trasforma in un un’ideologia di
partito, quando sotto al manto di una giusta idea si camuffa un disegno
politico, populista e demagogico, che di ebraico ha solo la patina.
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Dario
Calimani,
Università di Venezia
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Yehoshua
si misura con l'analisi del testo biblico (La Stampa, 22 giugno 2017) e
giudica immorale che Abramo sia disponibile a sacrificare il figlio
Isacco, come apparentemente gli è stato chiesto da Dio. Si tratta,
prosegue Yehoshua, di un modello immorale che ispira 'molte atrocità
commesse in nome di un ordine divino'. Probabilmente pensa all'ISIS.
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Lara, jihadista italiana
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“Fare
piazza pulita di templi e sinagoghe”. È una delle frasi che più spesso
ricorre nelle intercettazioni relative a Lara Bombonati, l’italiana
aspirante jihadista in cella da qualche giorno. Gli uomini della Digos,
si è appreso, la seguivano da tempo con attenzione.
“La sua conversione all’Islam e le nozze con il ‘già islamizzato’
Francesco Cascio nel 2012 – scrive il Corriere – avevano attirato
l’attenzione degli investigatori di Torino e Alessandria. L’elemento
che conferma i loro sospetti è l’ingresso della giovane, luglio 2013,
nella chat delle ‘sorelle musulmane’ gestita da Bushra Haik, canadese
emigrata a Bologna, amministratrice su skype delle future ‘combattenti
del Califfato e di Isis’ poi condannata come reclutatrice”.
“II Fronte Liberazione della Palestina (Fplp) aveva rapporti
particolari con alcuni dei gruppi rivoluzionari emersi in Europa dopo
il ’68. Queste forze non sapevano come opporsi al capitalismo e noi
glielo insegnammo, era parte della lotta contro l’imperialismo che
sosteneva Israele. Migliaia di giovani donne e uomini italiani vennero
nei campi profughi palestinesi ad aiutare in tanti modi diversi, nelle
scuole, negli ambulatori o nel combattimento, ma sempre e solo contro
l’occupante israeliano”. L’ha raccontato Bassam Abu Sharif, storico
membro della formazione marxista-leninista Fplp e poi consulente di
Arafat, ascoltato ieri dalla Commissione bicamerale d’inchiesta sulla
morte di Aldo Moro (La Stampa).
Il Corriere pubblica anche un corsivo del suo corrispondente dedicato
alla decisione del governo israeliano di bloccare il progetto di
creazione di una sezione definita egalitaria – dove donne e uomini
possono pregare insieme – al Muro Occidentale di Gerusalemme. Decisione
che ha fatto andare su tutte le furie l’Agenzia ebraica e il suo
storico leader Natan Sharansky. “Nello stesso giorno – scrive il
Corriere – la coalizione al potere ha riaffermato il monopolio degli
ultraortodossi nelle conversioni, anche se la Corte Suprema israeliana
aveva riconosciuto la legittimità di quelle eseguite dai rabbini
riformati. Il premier israeliano ha scelto così di piegarsi alle
pretese dei partiti religiosi”.
Dai giudici americani ok al “muslim ban” proposto da Donald Trump. La
Corte suprema ha infatti autorizzato lo stop all’ingresso nel paese da
sei Paesi a rischio terrorismo: Libia, Iran, Somalia, Sudan, Siria e
Yemen. Una decisione che porta con sé delle difficoltà di non poco
conto.
“Forse non si ripeterà il caos che c’era stato negli aeroporti
americani a febbraio e marzo, durante i brevi periodi di applicazione
‘a singhiozzo’ di quel decreto sigilla-frontiere, subito sommerso da
un’ondata di ricorsi legali, poi bloccato da diversi tribunali locali e
federali. Però le sedi diplomatiche Usa all’estero – scrive Repubblica
– dovranno farsi carico dei controlli sui cittadini di quei sei Paesi
che chiedano un visto, per stabilire se hanno legami reali in America”.
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L'INIZIATIVA UCEI PER I TERREMOTATi
Amatrice, la partita riprende
"La
partita riprende”. A poco meno di un anno dal sisma che ha colpito il
Centro Italia un campo di calcetto realizzato grazie a una donazione
dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane a Scai, la frazione più
popolosa del Comune Amatrice, restituisce un sorriso alle popolazioni
terremotate.
La partita riparte, in un campo nuovo di zecca. Il pallone che grandi
emozioni ha regalato a questa gente e all’Italia intera nelle scorse
settimane (l’Asd Amatrice, la squadra locale, è stata promossa a metà
maggio in Seconda Categoria) torna ad essere accarezzato, calciato,
scagliato all’interno di un fazzoletto verde costruito all’interno del
territorio comunale.
Nulla restava dei vecchi impianti sportivi esistenti, tutti distrutti
dal sisma. L’idea di regalare ad Amatrice un campo nasce per colmare
questa lacuna, nella consapevolezza delle potenzialità sociali
intrinseche allo sport e al pallone in particolare.
L’appuntamento è per domenica 2 luglio, alle 16.30. Una partita di
calcetto, in una giornata speciale aperta alla partecipazione di tutti,
per celebrare il ritorno del pallone tra quelle terre così duramente
colpite. In campo due compagini, che saranno protagoniste di un
incontro amichevole: da una parte il Maccabi, dall’altra l’Amatrice 2.0.
Sarà presente tra gli altri il sindaco Sergio Pirozzi, Panchina d’oro 2017. Leggi
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la
fondazione beni culturali ebraici a trieste
Da
Gorizia ai progetti per il Sud,
il Consiglio Fbcei al lavoro
"È
un piacere e un onore per me poter introdurre questa serata a nome
della Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia, di cui sono
presidente. La conservazione e la valorizzazione del patrimonio
storico, artistico, archivistico e librario dell'ebraismo italiano,
obiettivo della Fbcei, è un compito impegnativo, che portiamo avanti
principalmente grazie al lavoro volontario dei consiglieri. Da qualche
anno a questa parte abbiamo scelto di tenere le riunioni del consiglio
della Fondazione ogni volta in una diversa comunità ebraica, proprio
per stringere il rapporto con le realtà locali e per raccontare le
attività e il lavoro che portiamo avanti". Con queste parole Dario
Disegni ha presentato al foltissimo pubblico convenuto al Museo della
Comunità ebraica “Carlo e Vera Wagner” le due giornate triestine del
Consiglio della Fbcei. L'occasione, un incontro aperto al pubblico
sulla storia degli ebrei in Friuli Venezia Giulia che ha riempito lo
spazio conferenze del museo. A portare i saluti della Comunità
triestina, il presidente Alessandro Salonichio a cui - oltre alle
parole di Disegni - sono seguiti gli interventi di due relatori
d'eccezione: Anna Millo, docente di Storia contemporanea e Storia
economica del processo di integrazione europea presso l’Università
degli Studi di Bari, e Pier Cesare Joly Zorattini, già ordinario di
Storia delle religioni presso l’Università degli Studi di Udine.
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chieste le salme dei soldati oron e goldin
Israele-Hamas, colloqui indiretti
per liberare i prigionieri a Gaza
Nelle
ultime settimane si sarebbero intensificati i contatti indiretti tra
Israele e il gruppo terroristico di Hamas per riportare a casa alcuni
israeliani detenuti nella Striscia di Gaza. Si tratta di Avraham
Mengistu, Hisham al-Sayed, e Juma Ibrahim Abu Ghanima (la cui presenza
a Gaza però non è stata confermata). I primi due, secondo i media
locali, soffrirebbero di disturbi psichiatrici. Tra gli obiettivi del
governo di Gerusalemme c'è anche il recupero delle salme di Shaul Oron
e Hadar Goldin (nell'immagine, rispettivamente a sinistre e in centro.
A destra il giovane etiope Avraham Mengistu), i due soldati israeliani
uccisi nel conflitto del 2014 nella Striscia e di cui Hamas non vuole
restituire i corpi. Con la mediazione di una parte terza, racconta il
Times of Israel riferendosi con buona probabilità all'Egitto, Israele e
Hamas avrebbero avuto dei contatti molto stretti in queste ultime due
settimane. Il movimento terroristico chiede però a Gerusalemme, prima
di qualsiasi ulteriore passo nei colloqui, di scarcerare tutti i
detenuti liberati con l'accordo del 2011 per il soldato Gilad Shalit e
poi arrestati nuovamente nel 2014 dopo il rapimento e l'uccisione di
tre giovani israeliani in Cisgiordania. Leggi
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qui roma
A teatro, per parlare di diversità
ma in giudaico-romanesco
Una
commedia e un talk show, per parlare di omosessualità e delle
difficoltà dell’accettazione di questa “diversità”. È stato replicato
ieri sera al Teatro Marconi, per il ciclo “Tanto a mi ‘un me tocca”, lo
spettacolo “L’altra parte di me: l’omosessualità”, pièce in giudaico
romanesco già messa in scena con successo dalla compagnia Quasi Stabile
di Alberto Pavoncello, in cui la classica e patriarcale famiglia
ebraica romana si trova alle prese con l’outing – e con le relative
infedeltà coniugali – del marito della figlia prediletta. Generando una
grave crisi familiare e un grande scandalo in “piazza”. In scena
insieme a Pavoncello, che ha scritto e diretto il garbato e divertente
spettacolo, Leda Moscati, Alberto Di Porto, Sara Moscati, David Halfon,
Daniele Secci, Emanuele Tirocchi e Simone Careddu. Leggi
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La politica |
"Cosa
è la politica? Politica è farsi gli amici e gli alleati, vantare
protezioni e relazioni, parlare a mezza bocca, congiungere
l'intimidazione con la ciarlataneria. Politica istintiva della
mediocrità e dell'ignoranza, che si pratica benissimo fino ne' più
umili villaggi, da chi vuol essere sindaco o almeno consigliere
comunale.
In mezzo a queste piccolezze, il paese lavora e produce e progredisce,
e alza le spalle e non vuol saperne di politica, è pronto a fare il suo
dovere, lascia soli gli attori, assistendo al più a quegli spettacoli
che abbiano luce di curiosità o di novità.
Questo è quel male che si chiama atonia o indifferenza politica".
Francesco De Sanctis, 1877
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Se la banalità diventa slogan |
Le fortune di un libro dipendono da molti fattori; nel caso di Hanna Arendt, La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme
(1963), le tessere del mosaico c’erano tutte: a) un titolo che
funzionava come uno slogan, b) un’autrice yekke, per capirci, come
Einstein, Marx e Freud e soprattutto, c) un testo documentato e
preciso, essenziale per un’opera fatta a tesi. Il tutto corredato da
una tempesta di polemiche di tale portata da assicurarne l’imperituro
successo. Ciliegina sulla torta (si fa per dire): asserire che i
malvagi siano banali è quanto di più vicino ci possa essere ad una
spiegazione consolatoria.
Emanuele Calò, giurista
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