A teatro, per parlare di diversità
ma in giudaico-romanesco

20170626_212256Una commedia e un talk show, per parlare di omosessualità e delle difficoltà dell’accettazione di questa “diversità”. È stato replicato ieri sera al Teatro Marconi, per il ciclo “Tanto a mi ‘un me tocca”, lo spettacolo “L’altra parte di me: l’omosessualità”, pièce in giudaico romanesco già messa in scena con successo dalla compagnia Quasi Stabile di Alberto Pavoncello, in cui la classica e patriarcale famiglia ebraica romana si trova alle prese con l’outing – e con le relative infedeltà coniugali – del marito della figlia prediletta. Generando una grave crisi familiare e un grande scandalo in “piazza”. In scena insieme a Pavoncello, che ha scritto e diretto il garbato e divertente spettacolo, Leda Moscati, Alberto Di Porto, Sara Moscati, David Halfon, Daniele Secci, Emanuele Tirocchi e Simone Careddu.
La commedia è stata riproposta insieme a un momento di approfondimento, intitolato “Capire o coprire?”, in cui il direttore di Shalom Giacomo Kahn e i due psicoterapeuti Roberto Baiocco e Anna Segre hanno dialogato con l’autore e con il pubblico su un argomento che ha molto caratterizzato il dibattito nella società negli ultimi anni, anche sui fenomeni di esclusione e pregiudizio, in tutto assimilabili al razzismo.
I proventi della serata, decisamente affollata e partecipata, saranno devoluti al progetto Portare un sorriso in Israele.

(27 giugno 2017)