Paolo Sciunnach, insegnante | Ghemiluth
Chasadim. Ahavath Israel: amare il prossimo; Achnasath Orchim:
ospitare, dare da mangiare, da bere e da dormire; Lealbish Arumim:
vestire gli ignudi; Biqur Cholim: visitare gli ammalati; Hatzalah: non
rimanere inerte di fronte al pericolo del tuo prossimo.
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Anna
Foa,
storica |
Mi
ha colpito, questa settimana, la foto degli antivax che aggrediscono
tre deputati del PD davanti a Montecitorio. Si perché ormai, come
all’inizio del fascismo, i deputati si aggrediscono. Ma non è stato
tanto l’episodio in sé, risoltosi per fortuna senza feriti o danni, a
colpirmi, quanto la foto di queste persone mentre gridano e attaccano i
tre parlamentari. I loro volti, sono uomini e donne, sono deformati
dall’odio. Non hanno più niente di umano. Si può parlare di una
mutazione antropologica. Dietro ci immagini molte cose: innanzitutto,
un’ignoranza crassa. Poi, un rancore sociale violento verso chiunque
credano più ricco o più potente di loro. E una violenza sconfinata,
L’odio colpisce anche chi lo prova. Certo, prima di tutto colpisce gli
oggetti dell’odio, in questo caso noi, persone civili, che crediamo nel
patto sociale, che fondamentalmente ci fidiamo della scienza, che
pensiamo che la violenza non va usata in nessuna circostanza. Ma poi
l’odio colpisce anche chi lo alimenta, deforma il suo volto fino a
farlo apparire mostruoso, riporta indietro il mondo a passati assai
remoti, anche più remoti di quello squadrismo fascista che evocano a
prima vista. Guardate i vostri volti, umani non più umani, e riflettete
se ancora avete mente.
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Piano italiano per la Libia, a Tripoli alcune resistenze
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È
atteso per domani il via libera della Camera al piano del governo
Gentiloni per la Libia in risposta a una richiesta d’aiuto del premier
Sarraj. “Secondo fonti diplomatiche libiche che conoscono il testo,
Tripoli chiede all’Italia sostegno navale logistico, attrezzatura,
risorse tecnologiche, personale, per fermare le migrazioni clandestine”
scrive La Stampa. Le operazioni, viene inoltre spiegato, sarebbero
gestite in concerto dagli italiani e da ministero dell’Interno e
Guardia Costiera libica. A Tripoli però c’è chi si oppone fortemente a
quest’operazione, considerandola una violazione della sovranità
nazionale. “Se all’Italia per procedere occorre il voto del Parlamento,
anche il Parlamento libico dovrebbe essere interpellato. Sarraj
potrebbe finire in un bel pasticcio se la missione prendesse il via”
afferma tra gli altri Guma al-Gamaty, leader del partito libico
Taghyeer.
“Come già negli anni Trenta, le democrazie stanno affrontando il loro
peggior nemico, che non è esterno ma interno: il populismo. Sono minate
dalla destabilizzazione dei ceti medi, che ne costituiscono lo zoccolo
duro sul piano sociologico e politico, causata dagli effetti
concomitanti delle pressioni deflazioniste, della rivoluzione digitale
che polarizza gli individui e i territori, della scarsa mobilità
sociale, della perdita di riferimenti culturali, della paura
dell’immigrazione, delle crescenti minacce strategiche ad opera del
jihadismo e delle democrature”. È quanto sostiene Nicolas Baverez,
editorialista di Le Figaro, in un intervento tradotto da Repubblica.
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il processo che ha diviso israele
Azaria, nessuno sconto di pena
Bibi torna a chiedere la grazia
Radio,
televisioni, giornali. Per un’intera giornata in Israele non si è
parlato quasi d’altro. Inevitabile d’altronde per una vicenda lacerante
su cui la società israeliana si è a lungo divisa. Alla fine, concluso
l’iter processuale, a prevalere è stato il concetto che è uno Stato di
diritto e che le leggi vanno rispettate.
Nessuno sconto di pena per il soldato Elor Azaria, condannato nel
febbraio scorso a 18 mesi di carcere per aver sparato alla testa di un
terrorista palestinese dopo che lo stesso era già stato reso
inoffensivo da un altro membro dell’IDF. Ieri in tribunale un nuovo
atto di questa vicenda, per cui si sono spese in prima persona le più
alte cariche dello Stato ebraico. Tra gli altri il Presidente Reuven
Rivlin e il Primo ministro Benjamin Netanyahu, che si sono espressi in
favore di una grazia. In ragione del suo incarico, il capo dello Stato
avrebbe la possibilità di concederla. Ma ciò difficilmente avverrà
senza identica disposizione da parte del capo di Stato maggiore delle
forze armate Gadi Eisenkot (che ha manifestato alcune perplessità sulla
condotta del sergente).
Per molti un eroe, per altri un esempio negativo, per tanti altri
ancora semplicemente un giovane inadeguato a quel compito, Azaria è
stato al centro delle cronache per lungo tempo.
Tra le argomentazioni portate dagli avvocati della difesa e respinte
dai giudici, il fatto che il terrorista palestinese ferito a terra (il
tentativo di accoltellamento di un commilitone di Azaria risale a
diversi minuti prima) rappresentasse ancora un pericolo tale da
giustificare l’intervento del soldato. Ipotesi che è stata respinta
anche sulla base del filmato relativo all’accaduto, diffuso a poche ore
dai fatti dalla onlus B’Tselem e poi rapidamente circolato in tutto il
mondo. Ad essere respinta anche l’asserzione dell’avvocato di Azaria,
secondo cui il proprio assistito sarebbe discriminato e vittima di
pregiudizi da parte delle autorità militari.
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pagine ebraiche agosto 2017
Meis, GECE, Redazione Aperta
La cultura ancora protagonista
I
passi avanti del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah
illustrati al premier Paolo Gentiloni durante i lavori di Redazione
Aperta a Ferrara. L’annuncio del grande dossier dedicato alla Sicilia,
protagonista della prossima Giornata Europea della Cultura Ebraica.
L’intervista alla filologa Sara Natale, che studia identità e
linguaggio degli ebrei italiani. E ancora, la mostra dedicata al
Processo di Franz Kafka a Berlino, la memorie plurisecolari degli ebrei
egiziani conservate a Cambridge, la lotta al terrorismo secondo
l’analista Francois Heisburg, il futuro di Gerusalemme in un’articolata
riflessione di Sergio Della Pergola. E quindi il richiamo alle diverse
opinioni ospitate nel giornale: da Anna Segre a David Bidussa, da
Francesco Lucrezi a Julia Spinola.
Sono diversi i temi evocati nella prima pagina del mensile UCEI Pagine Ebraiche di agosto in distribuzione.
All’interno si parte con un approfondimento dedicato al Meis, ma anche
ai lavori del Consiglio dell’Unione del 16 luglio scorso e alla svolta
sui rapporti tra Comunità e rabbini decretata in quella circostanza
dall’assise. Quindi, qualche anticipazione sulla prossima Giornata
Europea della Cultura Ebraica, i principali temi toccati durante
Redazione Aperta (in particolare il confronto su Cultura e Risorse che
ha segnato le due settimane di laboratorio giornalistico),
l’emozionante cerimonia di conferimento del titolo rabbinico a rav Gadi
Piperno. Leggi
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Oltremare - Passaggi
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Ci
sono luoghi in Israele in cui nessun turista arriva e che sono per
definizione israeliani in assoluto, senza concessioni o sospensioni nel
tempo. In uno di questi mi capita di andare ogni tanto, per motivi di
lavoro, e ogni volta mi si ripropone la stessa sorpresa nel rendermi
conto che nessun mezzo di trasporto pubblico è in grado di portarmici,
e devo organizzarmi con un passaggio al volo dalla più vicina stazione
del treno, a venti minuti di macchina dalla destinazione. Ma la civiltà
del tremp, ovvero del passaggio in macchina prestato a conoscenti o
estranei, metodo di trasporto di massa su cui si sono basati tutti i
movimenti degli abitanti dei kibbutz e dei moshav per almeno
quarant’anni fino agli anni Novanta, è estinta. Una volta, in un tempo
epico nel quale giravano sulle strade a malapena asfaltate molti più
camion e camioncini che automobili private, il tremp (non una
parolaccia, nell’accezione israeliana) veniva gestito in modo simile a
quello che è oggi il car-pooling. Con metodo o con improvvisazione, ma
quasi sempre portava i passeggeri alla destinazione richiesta, senza
pagamenti.
Daniela Fubini, Tel Aviv
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