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1 ottobre 2017 - 11 Tishri 5778
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Jonathan Sacks, rabbino
Ciò che conferisce a Yom Kippur il suo posto unico nella mappa del cuore ebraico è il fatto di essere la celebrazione più intensamente personale di tutte. Pesach, Shavuot e Sukkot sono celebrazioni della memoria e della storia ebraica. Ci ricordano ciò che significa essere parte del popolo ebraico, condividendo il suo passato, il suo presente e le sue speranze. Rosh Hashanah, l'anniversario della creazione, parla di ciò che significa essere esseri umani nel regno di Dio.
Ma Yom Kippur parla di ciò che significa essere me, questa persona unica che sono. Ci fa chiedere: cosa ho fatto con la mia vita? Chi ho ferito o danneggiato? Come mi sono comportato? Cosa ho fatto con il più grande dono di Dio, la vita? Per quale motivo ho vissuto e per cosa sarò ricordato?
 
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David Bidussa,
storico sociale
delle idee
Sukkot è una festa spesso associata all’idea di instabilità. Del resto cosa c’è di più provvisorio di una casa non stabile? Ma allo stesso tempo è l’unico momento in cui generazione, una volta uscita dall’Egitto e dopo aver abbandonato la propria casa, si fa una casa propria. Uno spazio che è provvisorio ma che, proprio perché in esso si è inviatati a entrare, in un contesto (il deserto) che pur sembra il non luogo per eccellenza, esprime il senso e la direzione del proprio peregrinare e forse, come ci ricorda il salmo 107, ci aiuta a dare un senso e un perché al nostro agire.
 
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Minniti: “Serve unità
contro scafisti e terroristi”
“Su terrorismo e immigrazione, “sui grandi temi di fondo, un grande Paese non si divide”, dice al Corriere il ministro degli Interni Marco Minniti, in un’intervista rilasciata ad Aldo Cazzullo. “La mia scelta di metterci la faccia, – afferma Minniti – senza entrare nel campo aperto della contrapposizione politica, ha questo significato. Solo così si affronta il tema cruciale della società moderna”. Tra i temi toccati, il ministro contesta la tesi secondo cui l’Italia avrebbe fatto un accordo con i trafficanti in Libia per arginare l’arrivo dei migranti sulle nostre coste (tesi di cui hanno parlato Corriere ma anche New York Times e Washington Post): “Noi abbiamo investito in Libia, in Africa. Ma sulla legalità; non sull’illegalità”, afferma Minniti, che smentisce le accuse. A domanda invece sul problema del neofascismo in Italia, il ministro afferma, “Certo che c’è. Non ho timore di assumere posizioni nette, come quando ho detto alla Camera che una manifestazione che si richiama alla marcia su Roma e al 28 ottobre per me non si può fare. Alla festa di Atreju c’è stato un confronto vero, anche duro. Quando ho sentito dire che il Pci è estraneo alla storia positiva del Paese, mi sono ribellato. E ho rivendicato la funzione nazionale del Pci negli anni di piombo”.

Italia e razzismo. Di cosa parliamo quando facciamo riferimento al razzismo in Italia? A chiederselo il genetista Guido Barbujani sul domenicale del Sole 24 Ore, che, facendo riferimento a due libri – Non sono razzista, ma (Feltrinelli), Luigi Manconi e Federica Resta e Contro il razzismo, a cura di Marco Aime, Einaudi – analizza la questione: “è giusto, giudicare in blocco i comportamenti di un intero popolo? – si chiede Barbujani – La risposta di Primo Levi, come sappiamo, era sì. Ci sono tendenze generali, a cui i singoli possono sottrarsi (e così facendo non condividerne la responsabilità) ma a cui la maggioranza obbedisce: e questa obbedienza di massa legittima un giudizio collettivo. Levi pensava alla Germania ai tempi della Shoah; nel loro Non sono razzista, ma (Feltrinelli), Luigi Manconi e Federica Resta si interrogano invece sull’Italia dei nostri giorni. La loro risposta è netta: dire che gli italiani sono razzisti è una sciocchezza, ma è vero che in Italia comportamenti apertamente razzisti sono sempre più tollerati e giustificati”.

Rohingya un popolo braccato. Continua la crisi umanitaria che coinvolge la popolazione musulmana Rohingya. Da settimane in centinaia di migliaia stanno scappando in Bangladesh dal Myanmar, dove vengono uccisi e discriminati. Ma la loro storia e le loro vicissitudini, denuncia il filosofo francese Bernard Henry Levy sul Corriere, erano note da tempo: “un milione di uomini e donne cui è vietato votare e avere una rappresentanza politica, l’accesso a ospedali e scuole; un milione d’anime cui viene imposta la condizione unica, inconcepibile per la sua crudeltà calcolata, di essere erranti e al tempo stesso costrette ai domiciliari (infatti, per legge, non hanno diritto di circolare, né di lavorare e nemmeno di sposarsi al di fuori del loro villaggio d’origine)”. Il filoso esprime poi tutta la sua delusione per il ruolo del Nobel Aung San Suu Kyi, che di fronte alla tragedia dei Rohingya non ha fatto nulla.

Post terremoto, le ricostruzioni dei privati in attesa dello Stato. Su Repubblica, un’analisi della situazione delle zone colpite dal terremoto nell’estate 2016: allo Stato, scrive il quotidiano, non sono bastati tredici mesi per far arrivare le casette nei paesi distrutti mentre dove sono intervenuti gli sponsor le opere sono state ultimate in tempi record. “Quelli della Regione mi fanno impazzire, va tutto lentissimo – lo sfogo del sindaco di Arquata Aleandro Petrucci – Invece la scuola finanziata dalla Fondazione della Stampa è stata costruita in 4 mesi. Un giorno è venuto John Elkann, mi ha detto che l’avrebbero realizzata direttamente loro o non se ne sarebbe fatto nulla. Hanno affidato i lavori a una ditta del Nord: bravissimi, altro che quelli che hanno vinto l’appalto delle casette”. Tra le opere realizzate dai privati ad Amatrice, Repubblica ricorda poi il campo da calcetto realizzato dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane a Scai (frazione di Amatrice).
 
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  davar
il cordoglio del mondo ebraico italiano
Luisella Ottolenghi Mortara (1930-2017)
“Com’è difficile trovare una donna di carattere! Essa vale molto di più delle perle di corallo… Datele credito per tutto quello che fa: tutta la città le deve rispetto per il suo lavoro.” (Proverbi 31, 10-31)
Le parole iniziali e finali dell’ Eshet Chail ben rappresentano la personalità e la storia di Luisella Ottolenghi Mortara, storica dell’arte, esperta codicologa, protagonista della vita culturale e politica dell’ebraismo italiano, dal 1980 al 2004 Presidente del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano. Nacque a Torino in una famiglia originaria di Acqui e di Asti che nel corso dell’800 aveva prodotto importanti figure di protagonisti del processo risorgimenta
le, fra i quali spiccano i nomi di Giacomo Dina e Isacco Artom. Su questa scia il padre, Guido Ottolenghi, fu protagonista attivo della resistenza antifascista. Colpita al pari dei suoi coetanei dai provvedimenti discriminatori della legislazione antiebraica, dal 1938 frequentò per alcuni anni la scuola ebraica Colonna e Finzi di Torino. Sfollata poi con la famiglia a Ravenna, trovò rifugio a Cotignola, dove con l’aiuto della resistenza locale l’intera famiglia riuscì a nascondersi durante il duro periodo di persecuzioni 1943-44 riuscendo poi a raggiungere Roma. Tornata a Torino dopo la guerra, frequentò il liceo D’Azeglio e infine si laureò, nel 1954, in storia dell’arte bizantina. Iniziò da allora la sua esperienza di studiosa stimata e apprezzata, collaborando con l’École des Hautes Études di Parigi, con diverse università italiane e con la Hebrew University di Gerusalemme.
 
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isola in ginocchio a causa degli uragani
L'emergenza a Porto Rico,
solidarietà ebraica in campo

“Abbiamo visto la distruzione ovunque”. Poche parole per descrivere la tragica situazione che ha messo in ginocchio l'isola di Porto Rico, colpita in queste settimane da due uragani. A pronunciarle, Elie Rowe, capo di Jet911, un servizio che organizza voli di emergenza sanitaria in luoghi colpiti disastri ambientali e non solo. “I tetti erano sollevati, edifici e case distrutti, strade completamente inondate, negozi abbandonati”, il paesaggio di desolazione apparso davanti agli occhi di Rowe e dei dodici medici e paramedici, parte di una missione ebraica, una volta arrivati a Porto Rico. La Comunità ebraica locale - 1500 persone - ha raccontato all'agenzia di stampa Jta di essere stata per lo più risparmiata dai danni peggiori provocati dai due uragani e per questo si è impegnata a dare un proprio contributo per aiutare le persone più colpite. Volontari hanno iniziato a distribuire capi di abbigliamento, cibo in scatola e 2.000 galloni d'acqua. IsraAid, il gruppo israeliano di soccorso che interviene in tutto il mondo durante le catastrofi, ha inviato una propria squadra che era di base ad Haiti. Il team è sbarcato Martedì a San Juan e si è concentro sul prestare soccorso medico e psicologico e sulla distribuzione di filtri in grado di purificare l'acqua contaminata.
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la manifestazione a Göteborg
Svezia, odio nazista in marcia
Almeno 50 persone sono state arrestate nelle scorse ore dalla polizia svedese a Göteborg mentre partecipavano a una marcia indetta dal neonazista Movimento di resistenza nordica. Una manifestazione a carattere antisemita tenuta appositamente durante Yom Kippur – il giorno più sacro del calendario ebraico - e che la Comunità ebraica locale aveva chiesto fosse impedita. I giudici svedesi invece hanno deciso di permettere l'iniziativa degli estremisti di destra - 600 persone in tutto – ma vietando almeno il passaggio del corteo nei pressi della sinagoga, come era nei progetti degli organizzatori. “No ai traditori della nazione”, “rivoluzione nordica senza perdono”, gli slogan scanditi dai neonazisti che hanno sfilato in camicia bianca, cravatta e pantaloni neri, sventolando i loro vessilli verdibianconeri.
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rosh hashanah - merano
Un anno per la salute
Auguro a tutti i miei correligionari e ai loro familiari tanta salute, sicurezza economica, un’appassionata vita sentimentale e tantissima Torah. Tutto il resto è secondario e verrà da sé. In sintesi, un 5778 indimenticabile.

Eli Rossi Borenstein,
presidente Comunità ebraica di Merano
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rosh hashanah - torino
Un anno per la scuola
Come sottolinea lo Sfat Emet, uno dei temi centrali di Rosh Hashanah è il cambiamento. Nel giorno di Rosh Hashanah tutto sembra possibile: Yosef esce di prigione, Sarah non è più sterile, finisce la schiavitù d’Egitto. Per me questo Rosh Hashanah ha segnato il passaggio dalla consulenza risorse umane e le scuole di management (formazione, coaching, organizzazione, consulenza strategica), alla direzione della Scuola Ebraica di Torino, una realtà vivace, caratterizzata dalla qualità della didattica e dall’attenzione offerta ad ogni allievo, in cui non mancano, naturalmente, le complessità da gestir.

Marco Camerini, direttore Scuola ebraica di Torino
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sorgente di vita
La festa di Sukkot
Si apre con un servizio su Sukkot, la festa delle capanne, la puntata di Sorgente di Vita in onda domenica 1 ottobre. All’inizio dell’autunno, nel periodo del raccolto dell’uva e delle olive, sui terrazzi e nei giardini si costruiscono capanne di frasche e rami di palma per ricordare la permanenza degli ebrei nel deserto, dopo l’uscita dall’Egitto. In queste fragili costruzioni che ricordano la precarietà dell’uomo e la protezione del Signore, per sette giorni si mangia, si studia e si festeggia il “tempo della nostra gioia”. 
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pilpul

Il grigio e il nero
Sull’esito delle elezioni politiche tedesche si è aperta una discussione in parte proficua e senz’altro necessaria e in parte bizzarra non meno che scontata. Scontata soprattutto per i termini di paragone che sono stati adottati. Il buon risultato ottenuto dal giovane partito Alternative für Deutschland-AfD, organizzazione della destra euroscettica e nazionalista, che con quasi sei milioni di voti ha conquistato 94 seggi al Bundestag, il parlamento federale, ha innescato prevedibili associazioni di idee (e di giudizi) con il passato nazista. L’Afd ha tra i suoi pilastri ideologici, oltre al rifiuto dell’Europa così come si è venuta configurando in quanto Unione, il sovranismo (ossia la difesa della sovranità nazionale sia come elemento della identità etnica sia come sfera esclusiva e definitiva della decisione politica, rifiutando interventi “esterni”, considerati altrimenti come interferenze), il nazionalismo tedesco (che enfatizza la centralità tedesca negli equilibri europei così come la convinzione di una specificità storica e culturale della Germania medesima, che non può essere confusa con le dinamiche e i percorsi di altri popoli), il conservatorismo sociale e civile. In quest’ultimo caso AfD rifiuta come «innaturali» il matrimonio omosessuale, le adozioni di minori da parte di coppie costituite da persone dello stesso sesso, l’aborto, ma anche le «quote rosa» e, più in generale il «Gender mainstreaming» così come l’«Affirmative action».

Claudio Vercelli
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