Jonathan Sacks, rabbino | Ciò
che conferisce a Yom Kippur il suo posto unico nella mappa del cuore
ebraico è il fatto di essere la celebrazione più intensamente personale
di tutte. Pesach, Shavuot e Sukkot sono celebrazioni della memoria e
della storia ebraica. Ci ricordano ciò che significa essere parte del
popolo ebraico, condividendo il suo passato, il suo presente e le sue
speranze. Rosh Hashanah, l'anniversario della creazione, parla di ciò
che significa essere esseri umani nel regno di Dio.
Ma Yom Kippur parla di ciò che significa essere me, questa persona
unica che sono. Ci fa chiedere: cosa ho fatto con la mia vita? Chi ho
ferito o danneggiato? Come mi sono comportato? Cosa ho fatto con il più
grande dono di Dio, la vita? Per quale motivo ho vissuto e per cosa
sarò ricordato?
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David
Bidussa,
storico sociale
delle idee | Sukkot
è una festa spesso associata all’idea di instabilità. Del resto cosa
c’è di più provvisorio di una casa non stabile? Ma allo stesso tempo è
l’unico momento in cui generazione, una volta uscita dall’Egitto e dopo
aver abbandonato la propria casa, si fa una casa propria. Uno spazio
che è provvisorio ma che, proprio perché in esso si è inviatati a
entrare, in un contesto (il deserto) che pur sembra il non luogo per
eccellenza, esprime il senso e la direzione del proprio peregrinare e
forse, come ci ricorda il salmo 107, ci aiuta a dare un senso e un
perché al nostro agire.
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Minniti: “Serve unità
contro scafisti e terroristi”
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“Su
terrorismo e immigrazione, “sui grandi temi di fondo, un grande Paese
non si divide”, dice al Corriere il ministro degli Interni Marco
Minniti, in un’intervista rilasciata ad Aldo Cazzullo. “La mia scelta
di metterci la faccia, – afferma Minniti – senza entrare nel campo
aperto della contrapposizione politica, ha questo significato. Solo
così si affronta il tema cruciale della società moderna”. Tra i temi
toccati, il ministro contesta la tesi secondo cui l’Italia avrebbe
fatto un accordo con i trafficanti in Libia per arginare l’arrivo dei
migranti sulle nostre coste (tesi di cui hanno parlato Corriere ma
anche New York Times e Washington Post): “Noi abbiamo investito in
Libia, in Africa. Ma sulla legalità; non sull’illegalità”, afferma
Minniti, che smentisce le accuse. A domanda invece sul problema del
neofascismo in Italia, il ministro afferma, “Certo che c’è. Non ho
timore di assumere posizioni nette, come quando ho detto alla Camera
che una manifestazione che si richiama alla marcia su Roma e al 28
ottobre per me non si può fare. Alla festa di Atreju c’è stato un
confronto vero, anche duro. Quando ho sentito dire che il Pci è
estraneo alla storia positiva del Paese, mi sono ribellato. E ho
rivendicato la funzione nazionale del Pci negli anni di piombo”.
Italia e razzismo. Di cosa parliamo quando facciamo riferimento al
razzismo in Italia? A chiederselo il genetista Guido Barbujani sul
domenicale del Sole 24 Ore, che, facendo riferimento a due libri – Non
sono razzista, ma (Feltrinelli), Luigi Manconi e Federica Resta e
Contro il razzismo, a cura di Marco Aime, Einaudi – analizza la
questione: “è giusto, giudicare in blocco i comportamenti di un intero
popolo? – si chiede Barbujani – La risposta di Primo Levi, come
sappiamo, era sì. Ci sono tendenze generali, a cui i singoli possono
sottrarsi (e così facendo non condividerne la responsabilità) ma a cui
la maggioranza obbedisce: e questa obbedienza di massa legittima un
giudizio collettivo. Levi pensava alla Germania ai tempi della Shoah;
nel loro Non sono razzista, ma (Feltrinelli), Luigi Manconi e Federica
Resta si interrogano invece sull’Italia dei nostri giorni. La loro
risposta è netta: dire che gli italiani sono razzisti è una
sciocchezza, ma è vero che in Italia comportamenti apertamente razzisti
sono sempre più tollerati e giustificati”.
Rohingya un popolo braccato. Continua la crisi umanitaria che coinvolge
la popolazione musulmana Rohingya. Da settimane in centinaia di
migliaia stanno scappando in Bangladesh dal Myanmar, dove vengono
uccisi e discriminati. Ma la loro storia e le loro vicissitudini,
denuncia il filosofo francese Bernard Henry Levy sul Corriere, erano
note da tempo: “un milione di uomini e donne cui è vietato votare e
avere una rappresentanza politica, l’accesso a ospedali e scuole; un
milione d’anime cui viene imposta la condizione unica, inconcepibile
per la sua crudeltà calcolata, di essere erranti e al tempo stesso
costrette ai domiciliari (infatti, per legge, non hanno diritto di
circolare, né di lavorare e nemmeno di sposarsi al di fuori del loro
villaggio d’origine)”. Il filoso esprime poi tutta la sua delusione per
il ruolo del Nobel Aung San Suu Kyi, che di fronte alla tragedia dei
Rohingya non ha fatto nulla.
Post terremoto, le ricostruzioni dei privati in attesa dello Stato. Su
Repubblica, un’analisi della situazione delle zone colpite dal
terremoto nell’estate 2016: allo Stato, scrive il quotidiano, non sono
bastati tredici mesi per far arrivare le casette nei paesi distrutti
mentre dove sono intervenuti gli sponsor le opere sono state ultimate
in tempi record. “Quelli della Regione mi fanno impazzire, va tutto
lentissimo – lo sfogo del sindaco di Arquata Aleandro Petrucci – Invece
la scuola finanziata dalla Fondazione della Stampa è stata costruita in
4 mesi. Un giorno è venuto John Elkann, mi ha detto che l’avrebbero
realizzata direttamente loro o non se ne sarebbe fatto nulla. Hanno
affidato i lavori a una ditta del Nord: bravissimi, altro che quelli
che hanno vinto l’appalto delle casette”. Tra le opere realizzate dai
privati ad Amatrice, Repubblica ricorda poi il campo da calcetto
realizzato dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane a Scai
(frazione di Amatrice).
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il cordoglio del mondo ebraico italiano
Luisella Ottolenghi Mortara (1930-2017)
“Com’è
difficile trovare una donna di carattere! Essa vale molto di più delle
perle di corallo… Datele credito per tutto quello che fa: tutta la
città le deve rispetto per il suo lavoro.” (Proverbi 31, 10-31)
Le parole iniziali e finali dell’ Eshet Chail ben rappresentano la
personalità e la storia di Luisella Ottolenghi Mortara, storica
dell’arte, esperta codicologa, protagonista della vita culturale e
politica dell’ebraismo italiano, dal 1980 al 2004 Presidente del Centro
di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano. Nacque a Torino in
una famiglia originaria di Acqui e di Asti che nel corso dell’800 aveva
prodotto importanti figure di protagonisti del processo risorgimenta le,
fra i quali spiccano i nomi di Giacomo Dina e Isacco Artom. Su questa
scia il padre, Guido Ottolenghi, fu protagonista attivo della
resistenza antifascista. Colpita al pari dei suoi coetanei dai
provvedimenti discriminatori della legislazione antiebraica, dal 1938
frequentò per alcuni anni la scuola ebraica Colonna e Finzi di Torino.
Sfollata poi con la famiglia a Ravenna, trovò rifugio a Cotignola, dove
con l’aiuto della resistenza locale l’intera famiglia riuscì a
nascondersi durante il duro periodo di persecuzioni 1943-44 riuscendo
poi a raggiungere Roma. Tornata a Torino dopo la guerra, frequentò il
liceo D’Azeglio e infine si laureò, nel 1954, in storia dell’arte
bizantina. Iniziò da allora la sua esperienza di studiosa stimata e
apprezzata, collaborando con l’École des Hautes Études di Parigi, con
diverse università italiane e con la Hebrew University di Gerusalemme.
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isola in ginocchio a causa degli uragani
L'emergenza a Porto Rico,
solidarietà ebraica in campo
“Abbiamo
visto la distruzione ovunque”. Poche parole per descrivere la tragica
situazione che ha messo in ginocchio l'isola di Porto Rico, colpita in
queste settimane da due uragani. A pronunciarle, Elie Rowe, capo di
Jet911, un servizio che organizza voli di emergenza sanitaria in luoghi
colpiti disastri ambientali e non solo. “I tetti erano sollevati,
edifici e case distrutti, strade completamente inondate, negozi
abbandonati”, il paesaggio di desolazione apparso davanti agli occhi di
Rowe e dei dodici medici e paramedici, parte di una missione ebraica,
una volta arrivati a Porto Rico. La Comunità ebraica locale - 1500
persone - ha raccontato all'agenzia di stampa Jta di essere stata per
lo più risparmiata dai danni peggiori provocati dai due uragani e per
questo si è impegnata a dare un proprio contributo per aiutare le
persone più colpite. Volontari hanno iniziato a distribuire capi di
abbigliamento, cibo in scatola e 2.000 galloni d'acqua. IsraAid, il
gruppo israeliano di soccorso che interviene in tutto il mondo durante
le catastrofi, ha inviato una propria squadra che era di base ad Haiti.
Il team è sbarcato Martedì a San Juan e si è concentro sul prestare
soccorso medico e psicologico e sulla distribuzione di filtri in grado
di purificare l'acqua contaminata. Leggi
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rosh hashanah - torino
Un anno per la scuola
Come
sottolinea lo Sfat Emet, uno dei temi centrali di Rosh Hashanah è il
cambiamento. Nel giorno di Rosh Hashanah tutto sembra possibile: Yosef
esce di prigione, Sarah non è più sterile, finisce la schiavitù
d’Egitto. Per me questo Rosh Hashanah ha segnato il passaggio dalla
consulenza risorse umane e le scuole di management (formazione,
coaching, organizzazione, consulenza strategica), alla direzione della
Scuola Ebraica di Torino, una realtà vivace, caratterizzata dalla
qualità della didattica e dall’attenzione offerta ad ogni allievo, in
cui non mancano, naturalmente, le complessità da gestir.
Marco Camerini, direttore Scuola ebraica di Torino Leggi
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Il grigio e il nero |
Sull’esito
delle elezioni politiche tedesche si è aperta una discussione in parte
proficua e senz’altro necessaria e in parte bizzarra non meno che
scontata. Scontata soprattutto per i termini di paragone che sono stati
adottati. Il buon risultato ottenuto dal giovane partito Alternative
für Deutschland-AfD, organizzazione della destra euroscettica e
nazionalista, che con quasi sei milioni di voti ha conquistato 94 seggi
al Bundestag, il parlamento federale, ha innescato prevedibili
associazioni di idee (e di giudizi) con il passato nazista. L’Afd ha
tra i suoi pilastri ideologici, oltre al rifiuto dell’Europa così come
si è venuta configurando in quanto Unione, il sovranismo (ossia la
difesa della sovranità nazionale sia come elemento della identità
etnica sia come sfera esclusiva e definitiva della decisione politica,
rifiutando interventi “esterni”, considerati altrimenti come
interferenze), il nazionalismo tedesco (che enfatizza la centralità
tedesca negli equilibri europei così come la convinzione di una
specificità storica e culturale della Germania medesima, che non può
essere confusa con le dinamiche e i percorsi di altri popoli), il
conservatorismo sociale e civile. In quest’ultimo caso AfD rifiuta come
«innaturali» il matrimonio omosessuale, le adozioni di minori da parte
di coppie costituite da persone dello stesso sesso, l’aborto, ma anche
le «quote rosa» e, più in generale il «Gender mainstreaming» così come
l’«Affirmative action».
Claudio Vercelli
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