Paolo Sciunnach, insegnante | (Lev.
23): "Nelle capanne risiederete per sette giorni... perché le vostre
generazioni sappiano che in capanne ho fatto stare i figli d'Israele,
quando li ho trattati dalla terra d'Egitto".
Dal punto di vista storico, secondo Rabbi Akiva (Succah 11b), Sukkòt
ricorda le capanne che i nostri antenati costruirono durante la loro
permanenza nel deserto. La ragione sta nel voler sottolineare la
precarietà dell'uomo sulla terra: uscire dalla propria casa stabile per
risiedere in un posto precario, essendo parte (e non al di sopra) del
mondo naturale creato da D-o, al fine di rivivere la condizione dei
nostri padri nel deserto: ciascuno deve considerare se stesso come se
oggi fosse nel deserto sotto la capanna, vedendo il cielo stellato, in
balia degli eventi atmosferici.
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Anna
Foa,
storica |
Credo
che quanto è successo a Roma in questi giorni abbia fatto superare un
confine. Alludo alla sollevazione di quartiere, il Trullo, un quartiere
periferico di Roma, dove i legittimi assegnatari di una casa
popolare, già occupata da una coppia giovane di abusivi italiani,
sono stati cacciati ad insulti. Si trattava di una famiglia
italo-eritrea. Certo, i fomentatori fascisti di questo atto sono poi
stati arrestati, in seguito ad uno scontro con la polizia. Ma sono
ancora in carcere?
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Tra Marsiglia e il Canada,
la Jihad torna a colpire
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Domenica
di terrore, tra Marsiglia ed Edmonton. Ancora una volta è la Jihad a
causare vittime innocenti nelle città occidentali. Strazianti le
testimonianze dalla Francia, riportate tra gli altri dal Corriere. Dice
una donna a proposito del terrorista che ha colpito alla stazione
ferroviaria Saint – Charles: “Ha attaccato una ragazza che era a 5 o 6
metri da me. Le ha preso il collo. Mi sono detta ‘sto sognando, è un
incubo’. A quel punto si è messo a urlare Allah Akbar. Non ho cercato
di capire, mi sono messa a correre. Ho solo visto che questa ragazza
perdeva sangue, qualcuno cercava di fermarlo. Ho due bambini piccoli,
ho pensato alla mia vita. Poi ho sentito degli spari”.
“Da Charlie Hebdo una Francia in perenne stato di emergenza” sottolinea
Repubblica. Anche se il campanello d’allarme sul terrorismo islamico in
realtà era suonato molto prima, come si riporta in un secondo
passaggio: “Secondo molti analisti – si legge infatti – le forze di
sicurezza francesi sono in continua allerta dal marzo 2012, quando tra
Tolosa e Montauban, nel Sud-Ovest del Paese, Mohamed Merah trucidò con
un fucile d’assalto tre militari davanti alla loro caserma, e un
insegnante e due bambini all’interno di una scuola ebraica”.
In Austria intanto è entrata in vigore da ieri una legge che proibisce
indumenti che coprano interamente il volto (quali ad esempio burqa e
niqab). “II divieto si estende dalla domenica di ieri a tutti i luoghi
pubblici e ogni violazione – scrive La Stampa – potrà venire sanzionata
con una multa di 150 euro”.
Contestazione al grido di ‘via i fascisti’ nei confronti di Matteo
Salvini, impegnato in un volantinaggio a Milano. Una decina di ragazzi,
riporta La Stampa in una breve, ha lanciato tre uova all’indirizzo del
segretario leghista, circondandolo, e ha sfiorato la rissa con i
militanti che lo scortavano (e che erano più numerosi). La polizia, con
un pronto intervento, ha evitato uno scontro tra i due gruppi.
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il convegno nel capoluogo toscano
Da Firenze a Gerusalemme,
nel segno del rav Cassuto
Da
Firenze a Gerusalemme. Segue questo itinerario il convegno in
svolgimento nel capoluogo toscano, nell’aula magna del rettorato, in
onore di Umberto Cassuto. Rabbino, storico ed ebraista di fama
internazionale. Personalità di spicco della cultura del suo tempo, la
cui eredità è ancora oggi significativa nel mondo ebraico e nel solo.
Un contributo che rivive nelle parole dei tanti relatori oggi
protagonisti a Firenze ma anche nei contenuti dei volumi della Rassegna
Mensile di Israel a lui dedicati, appena usciti con il coordinamento di
Angelo M. Piattelli e Alexander Rofé. Ad aprire il pomeriggio di studi,
che nell’intenzione degli organizzatori vuol essere un punto di
partenza per ulteriori approfondimenti, anche rivolti a quelle nuove
generazioni cui Cassuto dimostrò di tenere particolarmente, i saluti
del magnifico rettore Luigi Dei; e inoltre le parole di Sara Funaro,
assessore del Comune di Firenze; Nicholas Brownlees, direttore del
Dipartimento di Lingue, Letterature e Studi Interculturali dell’ateneo
fiorentino; Sara Cividalli, consigliera dell’Unione delle Comunità
Ebraiche; Dario Bedarida, presidente della Comunità Ebraica di Firenze;
Alberto Boralevi, Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia.
L’approfondimento sulla figura di Cassuto entra poi nel vivo con alcuni
qualificati interventi, introdotti e moderati dalla professoressa Ida
Zatelli (che del convegno è ideatrice e animatrice). A confronto, oltre
a Rofé, il direttore del Collegio Rabbinico Italiano rav Riccardo Di
Segni e David Cassuto, architetto e nipote di Umberto. Il suo quindi
uno sguardo sia all’insigne figura di studioso che lasciò una traccia
formidabile nella sua epoca sia a quella di nonno generoso e
disponibile. Un nonno tra l’altro costretto a confrontarsi con il
dolore più atroce: la morte del figlio Nathan, rabbino capo di Firenze
sotto il nazifascismo, che fu deportato e ucciso durante la Shoah. A
seguire, in una seconda sessione, gli interventi di rav Gianfranco Di
Segni, Direttore della Rassegna Mensile di Israel; Angelo M. Piattelli,
Rassegna Mensile di Israel, Gerusalemme; Bruno Di Porto, Università
degli Studi di Pisa; Alberto Cavaglion, Università degli Studi di
Firenze. Leggi
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dafdaf e il ricordo del poeta friulano
Pierluigi Cappello (1967 – 2017)
Ogni
goccia balla il tango, così si intitola il libro che il poeta friulano
Pierluigi Cappello aveva dedicato ai bambini. Illustrato da Pia
Valentinis e pubblicato da Rizzoli, era arrivato in redazione come
regalo per il quarto compleanno di DafDaf, innescando una serie di
reazioni che si erano trasformate in magia, come solo la poesia, quando
sa toccare il cuore, sa fare. In un momento che per il giornale ebraico
dei bambini era difficile alcune persone vicine a DafDaf si erano messe
a discutere, a ragionare, fino a prendere la decisione, allora
considerata un po’ folle, di dedicare un’edizione speciale del mensile,
il numero 50, proprio alla poesia. Così Anna Castagnoli, Nadia
Terranova e Luisa Valenti, Pia Valentinis e Guido Vitale insieme alla
redazione di DafDaf hanno scelto, raccontato e illustrato versi di
Umberto Saba, Edmond Jabès, Viviane Lamarque e Michele Giordano, oltre
che ovviamente di Pierluigi Cappello, in un gioco di incroci e di
rimandi e di sguardi d’intesa e sorrisi ed emozioni che sono poi la
ricchezza più grande di DafDaf, il suo tesoro di umanità e di amicizia,
di principi e di idee. Leggi
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la poetessa israeliana oggi a milano
La scintilla scocca fra le parole
La poesia di Agi Mishol
È
curata da Anna Linda Callow e da Cosimo Nicolini Coen la prima edizione
italiana delle poesie di Agi Mishol, considerata da molti la più
importante poetessa israeliana vivente. Ricami su ferro - che sarà
presentato oggi pomeriggio (ore 18.00) alla Claudiana dall'autrice, che
dialogherà con i curatori del volume e Sara Ferrari, con letture di
Miriam Camerini -, questo il titolo della raccolta da poco uscita per i
tipi di Giuntina, con i testi pubblicati sia in italiano che in
ebraico, è un volume in cui la scrittura è parte di quella stessa quotidianità
raccontata nei versi. In Scrivere l'autrice ne racconta il senso più
profondo: “La scrittura è la più tortuosa delle vie / per ricevere
amore [...] è chinarsi sulle parole / finché non si trasformano in
porta / e allora farvi irruzione”. Come spiegano i curatori per lei la
scrittura è importante come respirare, mangiare, dormire, e la
riflette come in uno specchio. Ogni fatto, banale come importante, è
mediato dal potere infinito delle parole. Si tratta anche di
un’espressione d’amore radicale per l’ebraico, lingua che consente a
Mishol di esprimere gli altri amori che strutturano una raccolta che
non si pretende esaustiva ma costituisce un buon punto di partenza per
far conoscere al pubblico italiano una delle voci poetiche maggiormente
note e apprezzate in Israele, già tradotta in numerose lingue europee
e non. Leggi
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puglia ebraica
Trani, insieme per Kippur
Grande
emozione a Trani per la festa di Kippur, con la riapertura della
sinagoga e la piccola realtà ebraica locale raccoltasi per celebrare il
giorno più sacro del calendario ebraico. “Un minian partecipe e attivo
– racconta il musicologo Francesco Lotoro - con la presenza al
Tempio anche di diversi giovani, quattro dei quali dovranno fare il bar
mitzvah. È stato un anno complicato ma siamo riusciti a vivere insieme
e con grande serenità Kippur”. “Il nostro gruppo si è allargato –
continua Lotoro – e il fatto che fossero presenti i ragazzi ci fa ben
sperare per il futuro. Sono loro che un giorno avranno il compito di
portare avanti l'ebraismo a Trani”.
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qui roma 30 anni alla guida del Pitigliani,
ricordando Roberto Spizzichino
Ricordi,
aneddoti, emozioni. Il segno vivo di un contributo profondissimo che il
tempo non potrà cancellare. Oltre un centinaio di persone hanno
partecipato ieri a un limmud in ricordo di Roberto Spizzichino, per 30
anni alla guida del centro ebraico Il Pitigliani di Roma. Sei lustri
fondamentali per la storia dell’istituto, che proprio sotto la sua
presidenza (dal 1972 al 2002) avviava e quindi in breve tempo
consolidava la radicale trasformazione da orfanotrofio, funzione che
svolse per molti anni rivolgendosi a molta gioventù disagiata, a luogo
di incontro e cultura aperto a tutti i romani.
Diversi gli interventi che hanno segnato il pomeriggio, tra cui quello
della direttrice del Pitigliani Ambra Tedeschi, della presidente della
Comunità ebraica romana Ruth Dureghello, di protagonisti della vita
dell’istituto quali Ugo Limentani e Franca Coen. “Un uomo capace di
lasciare una traccia, che ha fatto del Pitigliani la casa di diverse
anime della Comunità. Dai laici ai religiosi” l’ha ricordato il rav
Roberto Della Rocca, che ne è stato il genero. Leggi
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Oltremare - La guerra del Kippur |
C’è
un mestiere in Israele che se lo fai bene ti assicura la santità
relativa di una cultura che non ha santi, ed è il mestiere di
Presidente. Un anno fa è venuto a mancare Shimon Peres z’l, che nei
suoi anni da Presidente è riuscito nell’arte difficilissima di mettere
quasi tutti d'accordo, con iniziative per la pace che non calpestavano
alluci (forse troppo, infatti alla fine di passi avanti se ne son fatti
pochi), viaggi presidenziali in paesi lontani, e una tela di Penelope
di rapporti interpersonali con i potenti della terra che in qualche
modo portano frutti anche tardivi. Reuven (Ruby) Rivlin sta facendo lo
stesso, con la chiara tendenza a fare tutto quello di buono che il
governo non si sogna di fare. Discorsi difficili per riunificare un
paese che per essere così piccolo è parcellizzato in troppe fazioni,
per esempio. E oggi, la più che naturale partecipazione ufficiale alla
cerimonia in memoria dei caduti della guerra del Kippur, nel 1973, che
è stata, con quella del 1948, l’unica nella quale il rischio che
Israele venisse cancellata della carta geografica del Medio Oriente era
reale. Il numero dei caduti altissimo.
Daniela Fubini, Tel Aviv
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