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8 Ottobre 2017 - 18 Tishri 5778
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Jonathan Sacks, rabbino
La festa di Sukkot ci insegna questo: che la vita è breve e che siamo vulnerabili. Il punto fondamentale però è che non importa quanto la vita sia lunga, ma quanto intensamente ci rendiamo conto che essa è un dono.
 
David Bidussa,
storico sociale
delle idee
Amos Oz nel suo Cari fanatici (Feltrinelli) ricorda come il futuro sia la conseguenza di prendere nelle proprie mani il passato senza farsi governare da esso. Niente è già definito. Ogni volta si tratta di tentare di dare al futuro una possibilità, anche quando sembra che non ce ne sia. Per questo molti si affidano al passato, pensando che esso sia l’unica garanzia di futuro.
 
Teheran teme un attacco
E se l’Iran ridiscutesse i propri piani sui missili? Un’ipotesi che sembra sempre più all’ordine del giorno, a detta degli analisti. Scrive al riguardo La Stampa: “L’ala militare a Teheran e i suoi alleati, a cominciare da Hezbollah, hanno messo in fila i segnali che arrivano dagli Stati Uniti e da Israele e sono convinti che un attacco sia probabile come mai da dieci anni a questa parte”. L’ala politica, si legge inoltre, spererebbe di salvare ancora l’accordo sul nucleare.

L’ex moglie del terrorista islamico di Marsiglia parla al Corriere. E sostiene a proposito dell’uomo, che ha sgozzato due ragazze alla stazione ferroviaria: “Ma quale jihadista! Ahmed era solo uno con molti problemi. Della religione non gli è mai fregato niente”.

Suscita sgomento l’annunciata assenza del sindaco di Sesto San Giovanni, il forzista Roberto Di Stefano, alla manifestazione convocata al monumento al deportato nel Parco Nord recentemente danneggiato dai vandali. Afferma il primo cittadino, le cui parole sono tra gli altri riportate dal Corriere Milano: “Purtroppo la manifestazione è diventata un corteo di pubblicità per Emanuele Fiano e la sua legge, con tutte le formazioni di sinistra pubblicizzate in maniera ampia e sconveniente. Non ci prestiamo alle strumentalizzazioni della sinistra”.
 
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  davar
L'iniziativa con ucei e comunità di milano
"Antifascismo valore che unisca"
“Di fronte all’oltraggio alla Memoria, Milano dimostra di saper reagire. È successo nel gennaio scorso quando era stata sfregiata la pietra d’inciampo dedicata a Dante Coen, succede oggi dopo l’ennesimo scempio contro il Monumento al Deportato”. A esprimere la propria soddisfazione per la partecipazione all’odierna manifestazione al Parco Nord di Sesto San Giovanni, il presidente dell’Anpi Milano Roberto Cenati. Un migliaio le persone che hanno voluto presenziare all’iniziativa organizzata dall’Anpi e dall’Associazione Nazionale Ex Deportati (Aned) dopo che, nella notte tra il 24 e il 25 settembre, erano state distrutte le teche di Auschwitz, Mauthausen, Ravensbrück, Gusen e Ebensee, contenenti le ceneri e le terre dei lager. “Ci troviamo qui riuniti oggi al Parco Nord non per commemorare le vittime del nazifascismo ed i deportati nei lager tedeschi ma per condannare gli atti vandalici che hanno distrutto il monumento al deportato – ha ricordato il vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Giorgio Mortara partecipando alla manifestazione a cui, oltre all’UCEI, ha aderito anche la Comunità ebraica di Milano, rappresentata dal consigliere Gadi Schoenheit – Questi atti compiuti da vigliacchi nel buio della notte contro un monumento incustodito hanno il solo scopo di oltraggiare la memoria delle vittime del nazifascismo ed annullare, a 80 anni dalla promulgazione delle leggi razziste, il ricordo di ciò che è avvenuto”. È già la terza volta che il monumento di Sesto viene vandalizzato e UCEI, Anpi e Aned hanno chiesto al Comune di installare telecamere per la videosorveglianza dell’area. Ma proprio il Comune di Sesto è stato il grande assente, con la decisione del sindaco Roberto Di Stefano di non partecipare e non inviare il gonfalone, sostenendo che la manifestazione fosse politicizzata a sinistra e polemizzando con la presenza del deputato Pd Emanuele Fiano. “Togliamoci subito dalla testa di chi ci ascolta al di fuori di questa collina, che noi siamo qui tutti riuniti per polemizzare con qualcuno – la risposta di Fiano – Uno interroga e ascolta la propria coscienza, quella passata e quella presente. Ognuno nel proprio ruolo istituzionale sceglie l’ordine di priorità da dare al proprio agire umano e politico. Ognuno sceglie se risvegliare la mattina la polemica o la coscienza. Noi oggi qui scegliamo di risvegliare le coscienze”.
“L’assenza del sindaco è un fatto grave – sottolinea a moked.it il presidente dell’Anpi Milano Cenati – La manifestazione è stata indetta per ribadire che l’Italia è nata dalla Resistenza e dai suoi valori e che quella memoria deve essere difesa da ogni oltraggio. Molti uomini, giovani e non, a Sesto San Giovanni pagarono a caro prezzo l’opposizione al fascismo, venendo deportati. Lo sfregio al Monumento al Deportato è uno sfregio alla Memoria, così come a tutti coloro che si opposero e furono vittime del fascismo. È grave non essere presenti per ribadire questi concetti”.
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la scomparsa del grande intellettuale
Giorgio Pressburger (1937-2017)
Ha scosso il mondo della cultura la scomparsa di Giorgio Pressburger, il grande scrittore, intellettuale e regista di origine ungherese (ma naturalizzato italiano) autore di numerose e memorabili opere sulla Mitteleuropa, l’ebraismo, il senso e la sfida della Memoria. Nato a Budapest da una famiglia di origine slovacca, scampato ai campi di sterminio nazisti, fuggito dal paese nel 1956 dopo la repressione comunista, Pressburger si stabilì prima a Roma e poi definitivamente a Trieste, la città che più gli ricordava le atmosfere della gioventù. “Ogni volta che penso a chi scappa, a chi è in fuga, sento nelle narici l’odore della terra bruciata. Sento che lì la vita tarderà a rinascere” ha dedicato a proposito della sua rocambolesca fuga in una recente intervista con Repubblica.
Tanti gli amici e i colleghi che in questi giorni hanno voluto ricordarlo sui giornali e nei blog letterari più influenti. Ha scritto di lui Francesco Cataluccio su Doppiozero: “In tutti i libri di Pressburger la forma racconto rimane quella più efficace. È stato infatti un grande affabulatore: amava raccontare instancabilmente storie e aneddoti. Anzi: si può dire che spesso parlasse per piccoli racconti e apologhi. Era questo un modo per risistemare e stemperare un passato che, anche per lui e la sua famiglia, era stato, sin dagli inizi, assai drammatico”.
“Anima ebraica della Mitteleuropa” l’omaggio de Il Piccolo. Sottolinea il quotidiano triestino: “Pressburger, come il gemello Nicola era nato a Budapest nel 1937, da genitori ebrei. Un’origine che ha poi condizionato la sua vita, passata attraverso eventi storici che hanno definitivamente segnato l’identità sua, come quella dei suoi correligionari”. Quello di Pressburger nei confronti del mondo è stato uno sguardo “dolce” e “inquieto”, osserva il Corriere. “C’è molta triestinità sveviana nella sua narrazione, si legge molto senso del confine (intimo più che geografico) nella sua prosa esatta e mai troppo sicura di sé: ma ne Il sussurro della grande voce prende corpo più visibilmente l’elemento metafisico, cabalistico, iniziatico. Del resto, Pressburger ha vissuto quasi biologicamente immerso nei grandi temi, il male, l’espiazione, il destino, la dimensione religiosa, al punto da dedicarvi un saggio, Sulla fede, apparso nel 2004, nel clima dei primi fanatismi che hanno sconvolto il mondo”. Per la Stampa, Pressburger è stato “uno degli ultimi, generosi campioni di quella Mitteleuropa che sin dai primi anni del Novecento, con epicentro a Vienna, ha prodotto la straordinaria fioritura che incrocia letteratura, arte, musica, scienze, psicoanalisi in una strepitosa effervescenza creativa”.
“Giorgio Pressburger, europeo” il commovente titolo in prima pagina del quotidiano triestino in lingua slovena Primorski Dnevnik.


(La foto è di Giovanni Montenero)
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qui roma - la festa nel quartiere ebraico
Al Portico lo sport protagonista
Gioca il tuo sport! C’è un imperativo che oggi circola in tante declinazioni al Portico d’Ottavia, il quartiere ebraico di Roma. Ed è proprio questo. Un invito a residenti e passanti a praticare ciascuno la disciplina che preferisce, in un’inedita sede all'aria aperta. Dalla scherma alla pallavolo, dal tiro con l’arco alla pesca. Una domenica di sport a tutto campo, pensata insieme da Comunità ebraica, Coni e Regione Lazio. “È una gioia accogliere nuove iniziative in questo quartiere, da sempre aperto alla città” ha sottolineato la presidente della Comunità Ruth Dureghello nel suo intervento, durante il quale ha rivolto un particolare ringraziamento all’assessore competente Amos Tesciuba. Ad intervenire anche il coordinatore regionale del Miur Antonino Mancuso, il consigliere regionale Eugenio Patanè, il presidente del Coni Lazio Riccardo Viola.
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pilpul

Cambio di stagione
L’Europa come Unione non esiste più. Non almeno quella pensata e profilata dagli accordi succedutisi dagli anni Ottanta in poi. Sta venendo a mancare ciò che doveva esserne l’elemento basico, i medesimi Stati sovrani. Ovvero, quanto si sta progressivamente dissolvendo è la sovranità con le sue molteplici attribuzioni, a partire dal costituire la capacità di esercitare un potere vincolante all’interno di uno spazio geografico, territoriale e umano determinato. Ad essa non si sostituisce un governo continentale, plausibilmente basato sulla consenso, la partecipazione e la responsabilità degli uni nei confronti degli altri, bensì una serie scoordinata e contraddittoria di spinte e controspinte, occasionate da un permanente stato di emergenza, da una persistente fibrillazione senza soluzione. I vertici europei, le riunioni fiume, i simposi e le consultazioni, le conferenze e le infinite mediazioni che ad esse si accompagnano, sembrano sempre più spesso assomigliare a dei vani esercizi di stile, fini a se stessi così come ad alimentare il falso convincimento, condiviso da una burocrazia autocratica, di essere al centro del processo decisionale. Se il perdurare della “crisi economica”, espressione fuorviante con la quale definiamo e comprendiamo rilevanti aspetti del mutamento degli attuali rapporti geopolitici e sociali, nonché dei soggetti chi vi prendono parte, ha già attivamente concorso al cambiamento di scenario e allo sgretolamento della solidarietà tra partner, l’arrivo, per ondate in successione, di un rilevante numero di migranti, segna un ulteriore passo verso la dissoluzione di quell’ordine che pensavamo invece come destinato ad una lunga e prospera esistenza.

Claudio Vercelli
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