Giuseppe Momigliano,
rabbino
|
Abramo,
di ritorno dalla fulminea e vincente azione militare intrapresa per
liberare il nipote Lot, preso prigioniero insieme a numerosa
popolazione di Sodoma, incontra due personaggi fra loro molto diversi:
Malkizedek re di Shalem e il sovrano di Sodoma (Genesi14, 14-24). Il
primo, dall’etimologia dello stesso nome “re di giustizia”, si
caratterizza per doti morali, benedice Abramo nel nome del “ D.O
Altissimo”, offre pane e vino come gesto di accoglienza, che Abramo
accetta, e riceve in cambio un decima dei beni del patriarca.
Leggi
|
|
Davide
Assael,
ricercatore
|
Mentre,
ad agosto, si avvicinava la data per il referendum sull’autonomia
svolto lo scorso weekend, la Lega Nord locale ne proponeva un
altro per dividere l’Emilia dalla Romagna. Basterebbe questo per far
capire il livello di propaganda e di idiozia politica a cui siamo
arrivati. Con le notizie che arrivano da Barcellona, dove si assiste ad
una situazione finita in un cul de sac, vediamo sempre più un’Europa
stretta fra la morsa di vecchi nazionalismi e folli indipendentismi
senza alcuno sbocco politico.
Leggi
|
|
![](http://moked.it/unione_informa/strutturanl/stampa_header.jpg) |
II Diario negli stadi
|
I
tifosi della Lazio oggi al seguito della squadra a Bologna saranno
ospitati nella curva che porta il nome di Arpad Weisz, allenatore
ungherese che fece grande la compagine felsinea (oltre all’Inter) e
che, in quanto ebreo, fu deportato e ucciso dai nazifascisti. Una
vicenda a lungo dimenticata, riscoperta solo grazie al libro Dallo
scudetto ad Auschwitz di Matteo Marani.
Non sfugge ai giornali questo involontario “contrappasso” riservato al
tifo biancoceleste, a poche ore dall’orrenda iniziativa antisemita di
un gruppo di ultrà laziali (fortunatamente individuati) che non smette
di far parlare istituzioni, mondo del calcio, opinionisti.
Un minuto di riflessione su tutti i campi di calcio per condannare i
recenti episodi di antisemitismo e per continuare a coltivare la
memoria della Shoah e l’impegno della società civile tutta, soprattutto
assieme ai giovani, affinché ogni contesto sportivo sia luogo che
trasmetta valori e formi le coscienze. Questa la decisione presa ieri
mattina dalla Federcalcio d’intesa con il ministro dello Sport e con
l’adesione dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Si è partiti
con Inter-Sampdoria, giocata ieri. Stasera il minuto di riflessione
sarà riproposto prima tutti gli altri incontri del turno
infrasettimanale (tra cui, appunto, Bologna-Lazio).
“Stadi, basta antisemitismo” titola il Corriere della sera, riportando
parte dei numerosi interventi istituzionali delle scorse ore (tra gli
altri, quello del capo dello Stato Sergio Mattarella e del premier
Paolo Gentiloni). “Il calcio porta Anna Frank negli stadi” scrive il
Corriere dello sport. “Il calcio si ribella alla vergogna” sottolinea
la Gazzetta.
|
|
Leggi
|
|
|
![davar](http://moked.it/unione_informa/strutturanl/davar_header.jpg)
verso bologna-lazio
Arpad Weisz, oblio e riscoperta
di un gigante del calcio italiano
Uno
dei più grandi allenatori di sempre per la sua capacità di innovare,
costruire, imporre una mentalità vincente. Nato a Solt (Ungheria) nel
1896, morto ad Auschwitz nel 1944, Arpad Weisz ha al suo attivo tre
scudetti con Ambrosiana-Inter e Bologna ed è stato lo scopritore tra
gli altri del leggendario Peppino Meazza. L’ultimo tricolore nella
stagione 1936-37, un anno prima della promulgazione delle Leggi
Razziste che, in quanto ebreo, lo avrebbero allontanato per sempre
dalla professione. Da eroe osannato da milioni di tifosi adoranti ad
autentico emarginato sociale: una condizione durissima, che lo porterà
a lasciare il paese per l’Olanda e che andrà gradualmente peggiorando
fino all’inferno della persecuzione e della deportazione in campo di
sterminio. Poi, a guerra finita, l’avvio di una fase di oblio durata
fino a tempi recentissimi. E cioè fino a quando è uscito il formidabile
saggio Dallo scudetto ad Auschwitz, del giornalista Matteo Marani, che
ha colmato una lacuna storiografica (nel calcio e non solo) di decenni.
Da qualche mese, la curva ospiti dello stadio del Bologna porta il nome
del tecnico magiaro (cui Pagine Ebraiche ha dedicato in passato un
ampio dossier).
Ed è proprio in quel settore che stasera si ritroveranno i tifosi
biancocelesti al seguito della Lazio, impegnata in terra emiliana nel
turno infrasettimanale di campionato. Un perfetto “contrappasso”, come
hanno scritto oggi in molti per via dei ben noti fatti di cronaca che
hanno coinvolto diversi ultrà laziali.
A Bologna mancheranno però gli “Irriducibili”, il segmento più
organizzato della tifoseria capitolina. Non per un divieto, ma in
ragione di una loro scelta. E cioè, loro parole, “per non essere
complici di questo teatrino mediatico”. Dove per teatrino mediatico si
intendono le diverse iniziative previste per questa sera, a partire dal
momento di riflessione che sarà dedicato alla figura di Anna Frank.
Sempre Weisz sarà protagonista domani, in occasione del Festival
Internazionale della Storia, nell’ambito di un evento in cui si darà
notizia di una mostra a lui dedicata che Museo ebraico e Comunità
ebraica, in collaborazione con Bologna FC, hanno in progetto per il
Giorno della Memoria 2018.
La mostra parte dalla graphic novel di Matteo Matteucci, Arpad Weisz e
il Littoriale, di prossima uscita con edizioni Minerva di Bologna, che
racconta attraverso una serie di tavole illustrate le vicende sportive
e storiche risalenti dagli anni Venti agli anni Quaranta nel territorio
bolognese.
Sottolinea la direttrice del Museo Vincenza Maugeri: “La vicenda umana
e sportiva di Weisz precipita drammaticamente con la promulgazione
delle leggi razziali. Nel gennaio del 1939 appena un trafiletto sul
giornale il Calcio Illustrato per comunicare il suo esonero da
allenatore. Un personaggio tanto importante nello sport più amato del
paese scompare nel vuoto, cancellato”.
La mostra sarà corredata da foto, documenti e materiale inedito.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
|
qui torino - il libro Fiume, incontro tra destini
Un
viaggio nella Fiume del Novecento. Siamo nel 1920, in una delle tante
case in stile liberty della città vivono famiglie di diversa identità,
cultura e provenienza: italiani, ungheresi, ebrei polacchi, croati. Da
qui comincia una storia che si dipana attraverso circa ottanta anni,
durante i quali le vicende degli abitanti di via Rossini scorrono
parallele a quelle della loro città, unica vera protagonista. Questo il
cuore narrativo del romanzo di Silvia Cuttin Il vento degli altri (Pendragon,
2017), presentato nei locali della Comunità dal consigliere David
Sorani che, assieme allo storico Claudio Vercelli e all’autrice, ha
costruito un dialogo e uno scambio di riflessioni sulle vicende di una
città come quella di Fiume definita spesso crocevia, cerniera tra due
mondi, zona di confine, dove la storia in qualche modo ha calcato la
mano e dove il suo avanzare imperterrito ha lasciato più strascichi.
Alice Fubini
Leggi
|
Ticketless - Via Poerio
|
Il
bell’articolo di Rossella Burattino, Nella casa 770, apparso sul
Corriere del 19 ottobre scorso ha svelato una storia che non conoscevo.
Credo non la conoscessero in tanti. 16 case al mondo tutte eguali,
palazzine ebraiche in stile olandese a New York, San Paolo, Melbourne.
A Milano in via Poerio. Neogotico in mezzo al liberty. Una
storia-Lubavitcher, del tutto sconosciuta, ma deliziosa da gustare. Un
simbolo architettonico di cosmopolitismo domestico: tre piani identici,
il giardino, tutto eguale in sedici palazzine costruite nello stesso
modo. Non ci sono dunque solo i 36 Giusti grazie ai quali il mondo va
avanti, ma anche le 16 case dove studiare sentendosi a casa propria. Il
problema da affrontare però è un altro. Chi sapeva dell’esistenza di
queste case, prima del servizio del “Corriere”? Seguo da parecchi anni
la stampa e l’editoria sugli ebrei in Italia, conosco svariate guide
all’Italia ebraica, ho parecchi dépliants patitati sull’Italia judaica,
possibile che nessuno abbia mai dato notizia? Temo vi sia sotto la
nostra scarsa volontà al dialogo: la lontananza palpabile fra il mondo
ebraico-italiano e le storie della Chassidut. La casa di via Poerio è
una parabola mistica affascinante, la sua storia dovrebbe servire ad
avviare un dialogo che non c’è.
Alberto Cavaglion
|
|
Periscopio - Antifascismo
|
Se
fossi un parlamentare, certamente darei voto favorevole alla recente
proposta di legge, approvata dalla Camera e in attesa di approvazione
da parte del Senato, riguardo all’introduzione nel nostro ordinamento
di una specifica sanzione penale per l’apologia del fascismo. Ho sempre
pensato, detto e scritto, che, in una democrazia, nessuna libertà può
essere intesa come illimitata, e che la stessa, sacrosanta libertà di
parola e di espressione non può non trovare dei precisi limiti, che
sono quei fondamenti del vivere civile scolpiti nella Costituzione
repubblicana, che impongono non solo un astratto riconoscimento del
concetto teorico di libertà, ma anche un attivo impegno affinché tale
idea sia resa viva, effettiva, operante.
Francesco Lucrezi, storico
Leggi
|
Dialogo a Baku
|
In
occasione dell’anniversario dei Trattati di Roma firmati il 25 marzo
1957 insieme ai rappresentanti di sei paesi, Germania Ovest, Francia,
Italia, Belgio, Olanda e Lussemburgo, sulla base dei quali fu istituito
la CEE, la delegazione dell’UE in Azerbaijan, in concomitanza con la
United Culture, ha istituito la prima edizione del Festival Imagine
Euro Tolerance per promuovere i valori del dialogo interculturale e
della tolleranza.
Angelica Edna Calo Livne
Leggi
|
|
Colmare il gap educativo
|
L’ennesimo
fatto disgustoso che ancora una volta ci fa riflettere su come i
simboli – in questo caso Anna Frank – subiscono una degradazione
strumentale che spesso attribuiamo a ignoranza, a razzismo, malanimo e
stupidità. Qui non si ratta soltanto della Lazio, dello sport o di una
tifoseria malata, di un livello culturale inquinato dai più perversi
istinti di cui è capace una pervicace disumanità.
Franco Palmieri
Leggi
|
|
|
|
|
|
|