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 26 Ottobre 2017 - 6 Cheshvan 5778
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav


Elia Richetti,
rabbino
Sembra strano l’accostamento del versetto della Torà che dice: “… chi ti maledice Io maledirò, e saranno benedette in te tutte le famiglie della Terra”.
I Maestri lo hanno spiegato con un’immagine.
 
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
di Gerusalemme
Ho ricevuto anch’io nella mia abitazione di Gerusalemme la cartolina elettorale del Comune di Milano (dove sono iscritto nel registro AIRE) per il referendum consultivo regionale per l’autonomia della Lombardia. Il Sindaco Giuseppe Sala ha inviato la cartolina al mio indirizzo a: Jerusalem – Gerusalemme. Quest’ultimo è evidentemente il nome dello stato in cui risiedo da oltre 50 anni. La cartolina mi è pervenuta un giorno prima della data del voto da espletare peraltro nel seggio elettorale di Via Messina 52 a Milano. Pertanto non ho votato. Ma mi sono chiesto come avrei votato se ne avessi avuto la voglia e la possibilità. Questa delle autonomie e delle secessioni è questione di giorno in giorno meno triviale in Europa e un parte anche negli altri continenti. Le pulsioni identitarie locali e regionali aumentano quotidianamente a spese di quelle nazionali, e questo nonostante il fatto che il mondo diventa ogni giorno più multinazionale e transnazionale. Ogni voto in più dato a un’autonomia locale è un voto in meno dato a una solidarietà più ampia, nazionale o – nella fattispecie – europea.
 
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Vergogna ultrà
Nonostante l’assenza per protesta degli “Irriducibili”, zoccolo duro del tifo biancoceleste, un significativo gruppo di supporter laziali al seguito della squadra a Bologna non ha mancato di sporcare il minuto di riflessione dedicato alla figura di Anna Frank andato in scena al Dall’Ara così come in tutti gli altri stadi italiani. Diverse le braccia tese nel saluto romano, oltre a un vergognoso “Me ne frego” cantato da numerosi sostenitori della squadra di Lotito. “Il calcio condanna, ma c’è anche chi fischia il Diario” titola tra gli altri la Gazzetta dello sport.
L’argomento, sia a livello di cronaca che su un piano di approfondimento più ampio, continua a tener banco sui giornali. Dove si parla in più pagine della nuova vergogna ultrà, dei ripetuti passi falsi di Lotito, della corona deposta al Tempio Maggiore e poi buttata nel Tevere da alcuni esponenti della Comunità ebraica romana.
“Deporre una corona di fiori dopo quanto è successo non può essere una sceneggiata. E certo non può bastare” dice la presidente della Comunità ebraica Ruth Dureghello al Corriere.
Intervistata da Repubblica, la Testimone della Shoah Edith Bruck sottolinea: “Sembra che oggi tutto si possa risolvere con le scuse e il perdono, cerimonie ipocrite che non servono ad arginare un umore antiebraico sempre più diffuso anche a Roma”. “Non si pensa mai a come curare la malattia dell’antisemitismo”, concorda lo storico Marcello Pezzetti intervistato dal Fatto Quotidiano.
Lo scrittore Alessandro Piperno, sul Corriere, in una testimonianza in prima persona parla invece di Lazio e Shoah in questi termini: “Due anime inconciliabili”.
“Non bastano le parole di condanna del gesto, inutili le corone di fiori. Gli odiatori da stadio li manderei ad aiutare le persone sole, gli immigrati e i loro figli per educarli all’empatia” afferma la scrittrice israeliana Lizzie Doron (La Stampa).
Il Corriere dello sport riferisce inoltre dell’amarezza del presidente del Coni Giovanni Malagò, che afferma: “Così il calcio rischia, serve più coraggio”.
Su Repubblica e sul settimanale 7 del Corriere viene inoltre suggerita la lettura di Presidenti, il saggio di Adam Smulevich che racconta come il fascismo cancellò tre protagonisti del calcio italiano per via della loro origine ebraica.
 
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  davar
L'INIZIATIVA DEL congresso AMERICANO
Iran, nuove sanzioni in arrivo
La Camera dei rappresentanti Usa ha approvato nuove sanzioni contro l’Iran per il suo sostegno a Hezbollah, il movimento terroristico con base in Libano che ha tra i suoi obiettivi la distruzione d’Israele. Il provvedimento, approvato con voti bipartisan, era parte di un pacchetto legislativo e rappresenta la prima azione del Congresso contro Teheran, in attesa che si esprima sull’accordo sul nucleare iraniano. Il presidente americano Donald Trump all’inizio di questo mese ha rifiutato di certificare che il regime degli Ayatollah si stia attenendo ai termini dell’accordo siglato dall’amministrazione Obama e ha chiesto una posizione più dura da parte del Congresso in merito all’intesa. Lo scenario che potrebbe aprirsi – auspicato dal Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu – è una richiesta americana di rinegoziazione dell’intesa. Ma si potrebbe anche arrivare anche all’uscita di Washington dall’accordo congiunto (a firmare con Teheran anche Cina, Russia, Germania, Francia e Gran Bretagna).


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Pagine ebraiche ottobre 2017
Lettura, vaccino contro l'odio
Nella sua celebre Blowin in the wind Bob Dylan si chiedeva “How many roads must a man walk down / Before you call him a man?”. Quante strade deve percorrere un uomo prima di essere chiamato uomo? Forse anche l’ascolto di questa canzone potrebbe aggiungersi ai compiti affidati da un giudice della Virginia a un gruppo di giovani vandali che lo scorso anno avevano dipinto scritte razziste e svastiche sulla Ashburn Colored School, una scuola aperta nel 1892 per dare una istruzione ai bambini afroamericani. Il procuratore della contea Alex Rueda lo scorso febbraio ha deciso di punire i cinque responsabili, tutti adolescenti incensurati con la lettura di 35 libri legati ai diritti degli afroamericani, all’antisemitismo e alla cultura ebraica, alla parità di genere. Tra i titoli si trovano ad esempio La notte del Testimone Elie Wiesel, tre libri di Leon Uris (Exodus, Mila 18, Trinity), Danny l’eletto e Il mio nome è Asher Lev di Chaim Potok, La banalità del male di Hannah Arendt per citare quelli legati ai temi della Shoah e dell’ebraismo. Ma nell’interessante prova educativa del giudice americano ci sono anche libri come Ragazzo negro di Richard Wright o Il cacciatore di aquiloni di Khaled Hosseini.
Ogni mese, gli adolescenti devono presentare un resoconto di un libro. Devono anche scrivere un documento per spiegare il significato delle svastiche e dei simboli del suprematismo bianco. Nell’elenco delle cosa da fare, anche la visita al museo della Shoah e al museo di storia americana. L’auspicio, ha spiegato il procuratore Rueda, è che dopo quest’anno i ragazzi impereranno ad apprezzare le diversità di sesso, cultura, religione, e la tolleranza. “E poi quando saranno fuori nel mondo, saranno loro insegnanti”.
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qui torino - la nona lezione 
Primo Levi e il senso del sacro
“Fioca e un po’ profana. La voce del sacro in Levi”. Questo il tema della nona Lezione Primo Levi, un appuntamento che ormai si è fatto consuetudine, un’occasione preziosa di studio e di approfondimento ogni anno diversa, come diverse sono le prospettive da cui si può osservare il corpus leviano. Al tavolo dei relatori Paola Valabrega, insegnante, il cui studio su Levi ha preso il via con la stesura della sua tesi di laurea, discussa con Guido Davico Bonino nel 1982. Altra voce quella di Alberto Cavaglion, insegnante e curatore per il Centro Primo Levi dell’edizione commentata di Se questo è un uomo (Einaudi, 2012). Ad aprire l’incontro i saluti di Fabio Levi, direttore del Centro Primo Levi e di Ernesto Ferrero.
Il sacro e il profano secondo le lenti di Primo Levi: dove si possono trovare tracce di questi due elementi nelle sue opere? Qual è l’approccio di Levi rispetto alla scrittura biblica? Quanto e in che misura la mente di chimico illuminista ha lasciato spazio alla trattazione di argomenti apparentemente così distanti? Come risolvere il conflitto tra la libertà di spirito e il destino? Questi e molti altri sono i punti di domanda che si sono posti i relatori.
Fioca e un po’ profana è la voce di Levi quando si confronta con la Scrittura biblica e, in generale, con le tradizioni del popolo ebraico, spiegano i relatori. Tuttavia, specificano, questa nona Lezione non si propone naturalmente di risolvere il complicato rapporto tra lo scrittore e l’Ebraismo, vorrebbe semmai osservarlo da un’angolatura insolita.


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centro bibliografico - l'incontro
Tre Maestri nel Novecento
Rav Samuel Hirsch Margulies, rabbino capo e direttore del Collegio Rabbinico di Firenze dal 1899 al 1922. Rav Samuele Colombo, rabbino capo di Livorno dal 1900 al 1923. Rav Alfredo Sabato Toaff, rabbino capo nella stessa città dal 1923 al 1963. Tre grandi Maestri, che hanno segnato un’epoca e che saranno ricordati questa domenica, al Centro Bibliografico UCEI, in occasione della conferenza Rabbini di Firenze e Livorno organizzata nell’ambito del ciclo Rabbini Italiani del Novecento a cura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e del Centro di Cultura e della Comunità ebraica di Roma.
Appuntamento alle 17.45, con interventi di Daniele Bedarida, Gisèle Lévy, Ariel Viterbo e Lionella Viterbo Neppi Modona. Modererà il confronto rav Gianfranco Di Segni, coordinatore del Collegio Rabbinico Italiano.
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  pilpul
Setirot - Scontro istituzionale
Come ha ha fatto notare su queste colonne Dario Calimani martedì scorso, in Israele è in atto uno scontro istituzionale di livello mai registrato prima sia per asprezza che per importanza dei “duellanti”. Il Presidente Reuven Rivlin attacca il governo di Bibi Netanyahu, accusato di fare il possibile per assoggettare il potere giudiziario, la stampa, le forze di sicurezza, l’esercito – che Rivlin definisce «pilastri della democrazia». Ancora più squallido è che l’intera operazione che qualcuno paragona a un piccolo e soft putsch governativo abbia come scopo principale mettere al riparo il premier dalle inchieste per corruzione. E quale metodo migliore se non delegittimare la Corte Suprema e i mezzi di informazione?

Stefano Jesurum, giornalista
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In ascolto - Bereshit
È ricominciato l’anno accademico, si riaprono i quaderni e le grammatiche e un nuovo gruppo di studenti muove i primi passi nello studio dell’ebraico, avvicinandosi con un po’ di timore a un nuovo alfabeto, ai suoni gutturali e a un universo intero che parte dall’idioma biblico e attraversa i secoli, in uno scambio continuo tra antico e moderno, tra narrazione biblica ed espressioni della moderna produzione israeliana.
Ho l’abitudine di accogliere i nuovi studenti con la lettura del primo capitolo di Genesi, Bereshit – in principio.


Maria Teresa Milano
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La nazione senza terra
Il rifiuto del territorialismo è una cifra essenziale del Bund, l’Unione generale dei lavoratori ebrei di Russia, Polonia e Lituania di cui ha recentemente ricostruito la vicenda Massimo Pieri. Secondo i bolscevichi, con cui i bundisti vanno presto allo scontro, un territorio è indispensabile perché una comunità umana possa essere considerata gruppo a sé, e le venga dunque riconosciuto il diritto all’autodeterminazione. Si tratta, però, di una posizione difficile da accettare per gli ebrei, e dunque anche per gli ebrei socialisti rivoluzionari del Bund, che si considerano popolo nonostante la dispersione.

Giorgio Berruto
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Sostegno alle famiglie
Daniela Fubini scrive il 16 ottobre, a Moadim finiti, di uno dei tanti miracoli d’Oltremare, con lunghe ferie estive e feste autunnali a complicare l’esistenza di genitori lavoratori i quali, pur in assenza di molto tempo libero, non demordono e continuano a trovare dove sistemare i propri figli mentre lavorano, organizzare quando portarli in ferie e caparbiamente fare bambini e crescerli credendo, appunto, nei miracoli.

Sara Valentina Di Palma
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Arrestiamo la deriva
Probabilmente, la prima reazione di un essere umano civilizzato di fronte ai cori antisemiti e della foto di Anna Frank che indossa la maglia della Roma intesa come un insulto ai giocatori di quella squadra, è un senso di incredulità, a cui fanno seguito rabbia e tristezza. Questa mossa assurda organizzata da alcuni tifosi della Lazio, unita alla loro totale mancanza di sensibilità di fronte alla tragedia della Shoah porta ad una sola conclusione: che l’ignoranza e la stupidità regnano supreme su di una parte della popolazione, che fa sentire la propria voce. Sarà una piccola parte, ma è una parte significativa.

Lisa Billig, American Jewish Committee
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