Giuseppe Momigliano,
rabbino
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All’inizio
della Parashà di Chajè Sarah, la Torah ci narra con molti dettagli
l’impegno di Abramo per ottenere un luogo di sepoltura per la moglie,
nella grotta di Machpelah, presso Chevron, acquistandolo da un notabile
ittita attraverso un regolare – ed oneroso – pagamento e non
ricevendolo come gratuito dono.
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Davide
Assael,
ricercatore
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C’erano
una volta le profezie di Gianroberto Casaleggio. Immagini in cui si
evocava l’avvento di una nuova era ed il superamento definitivo di
tutto ciò che fino a quel momento era stato. La realtà non è mai stata
così severa. L’intervista, andata in onda su Canale 5 in prima serata,
di Maurizio Costanzo a Silvio Berlusconi (più di 160 anni in due), è
cosa tanto lontana dall’oggi che anche con una macchina del tempo si
farebbe fatica a raggiungerla.
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Uno storico ritrovamento
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Come
raccontano oggi diversi quotidiani e come spiegato ieri dal Portale
dell’ebraismo italiano, è stata presentata a Bologna la significativa
scoperta del più grande cimitero ebraico medievale noto in Italia –
chiamato anche l’Orto degli ebrei -, venuto alla luce nel corso delle
indagini archeologiche per la realizzazione di un nuovo complesso
residenziale. “Se ne era persa ogni traccia alla fine del 500 e ora con
le sue 408 sepolture potrà svelare un pezzo della storia di Bologna e
della sua comunità ebraica. Il tesoro era sepolto vicino al monastero
di San Pietro Martire, nell’isolato compreso tra le vie Orfeo, de’
Buttieri, Borgolocchi e Santo Stefano”, scrive il Corriere Bologna. “La
comunità ebraica aveva una forte centralità in tutto il territorio
nazionale – il richiamo storico del presidente della Comunità ebraica
bolognese Daniele De Paz -, questo ritrovamento ne definisce anche il
ruolo sociale che aveva in città e come in poco tempo sia stata
letteralmente eliminata”. “Con la scoperta di questo sito avviamo un
progetto di studio che metterà insieme competenze diverse, per certi
versi simile a quanto avviene per il Nettuno”, ha assicurato il rettore
Francesco Ubertini (Repubblica Bologna). Il Dipartimento di Scienze
biologiche dell’Alma Mater, insieme a studiosi delle Università di
Firenze, Cambridge e Dublino, condurrà analisi morfologiche,
microbiologiche, molecolari e tomografiche per ricostruire la vita
della comunità. Gli archeologi studieranno i materiali che poi, secondo
il sovrintendente Malnati, potrebbero essere collocati al Museo Ebraico
di Bologna. O al Meis di Ferrara. ll rav Alberto Sermoneta, rabbino
capo di Bologna, rivolgendosi al sindaco Merola, ha poi sottolineato la
necessità di dare degna sepoltura alle salme una volta conclusi gli
studi (Il Resto del Carlino).
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la missiva diplomatica israeliana
"Iran e Hezbollah un nemico,
l'Occidente apra gli occhi"
“Per
la prima volta nella mia vita, molti altri stati della regione
riconoscono che Israele non è il loro nemico. Riconoscono che Israele è
il loro alleato. I nostri nemici comuni sono l’Iran e l’Isis. I nostri
obiettivi comuni sono la sicurezza, la prosperità e la pace. Credo che
nei prossimi anni lavoreremo insieme per raggiungere questi obiettivi e
collaborare apertamente”. Nel suo discorso di un anno fa alle Nazioni
Unite, il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu (nell’immagine
durante una conferenza stampa tenuta la scorsa settimana a Londra in
merito alla minaccia iraniana) aveva già chiarito che gli equilibri in
Medio Oriente stavano cambiando e nuove alleanze, seppur sotto traccia,
si stavano delineando. La notizia del dispaccio inviato dal ministero
degli Esteri israeliano alle ambasciate del Paese nel mondo è una
conferma di come il quadro stia cambiando: nella direttiva di
Gerusalemme, l’indicazione di iniziare una campagna diplomatica contro
Iran e Hezbollah, includendo il sostegno alle affermazioni dell’Arabia
Saudita che ha indicato i due alleati sciiti come responsabili
dell’attacco missilistico lanciato contro Riad nel fine settimana (a
far partire il razzo, abbattuto, il movimento yemenita Huthi, che gode
del sostegno proprio dell’Iran). La missiva diplomatica, stando a
quanto risulta al canale 10 israeliano che per primo ha riportato la
notizia, è stata inviata domenica scorsa, il giorno dopo che l’ex primo
ministro libanese Saad Hariri ha annunciato – sorprendendo molti – le
sue dimissioni dalla presidenza. Leggi
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il premio levi-montalcini alla farnesina Italia-Israele, progetti comuni
nel nome di Rita e della scienza
Centonovantuno progetti in comune, sette laboratori congiunti, 149 eventi scientifici bilaterali.
Sono numeri che rendono l’idea dell’azione svolta nel solco
dell’accordo di cooperazione industriale, scientifica e tecnologica
stipulato nel 2002 tra i governi di Italia e Israele.
Nel quadro dell’accordo, il Premio Rita-Levi Montalcini conferito oggi
presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione
Internazionale allo scienziato israeliano Dror Seliktar del Technion di
Haifa, chiamato negli scorsi mesi a svolgere un periodo di ricerca
all’Università di Roma Tor Vergata, rappresenta un ulteriore conferma
dell’incisività di questo impegno.
“Un accordo che ci sta portando lontano, anche nel nome di una grande
donna che continua a ispirarci nella sfida di far progredire la società
nel suo insieme” ha sottolineato il sottosegretario Vincenzo Amendola
nel corso del suo intervento alla Farnesina, cui sono stati invitati
tra gli altri anche l’ambasciatore israeliano Ofer Sachs, l’assessore
UCEI Livia Ottolenghi e la nipote della scienziata Piera
Levi-Montalcini.
“Una collaborazione che agisce su diversi fronti, coinvolgendo piccole,
medie e grandi imprese. E i tanti ricercatori che si muovono tra i due
paesi” ha confermato il direttore generale per la Promozione del
Sistema Paese Vincenzo De Luca. E tutto questo in prospettiva “di un
sempre maggior consolidamento della relazione” ha affermato il
sottosegretario Angela D’Onghia. Leggi
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qui torino - la cerimonia in comune Dalmiro e Verbena tra i Giusti
Si
è tenuta questa mattina, nella Sala delle Colonne del Municipio di
Torino, la cerimonia di consegna della medaglia di Giusto tra le
Nazioni alla memoria di Dalmiro e Verbena Costa, torinesi, che
nell’inverno tra il 1943 e il 1944 nascosero l’allora tredicenne
Nedelia Lolli, spacciandola come educatrice dei loro figli Marcello e
Giorgio.
Ha sottolineato il presidente della Comunità ebraica torinese Dario Disegni: “Secondo i nostri Maestri, chi si impegna ad aiutare il prossimo contribuisce a riparare l’imperfezione di questo mondo. L’uomo
è chiamato a collaborare con Dio per creare un mondo giusto e di
Giusti. Noi, ebrei italiani di oggi, siamo tutti in vita per merito di
qualche italiano che ci ha salvato. Ricordiamo ancora più
affettuosamente la memoria di Dalmiro che, partigiano, catturato nella
notte di Natale del ’44, visse il 25 aprile in prigionia e morì di
cuore qualche giorno dopo. Un intero mondo oggi vive grazie a persone
come Dalmiro e Verbena”.
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qui roma - la proiezione Puccini sul grande schermo
È
in svolgimento a Roma, presso il cinema Trevi, il festival espanso
Fuorinorma. Un progetto coordinato dal critico Adriano Aprà, con
l’obiettivo di portare all’attenzione del pubblico “opere spesso
emarginate dal sistema industriale”. Tra gli appuntamenti in agenda
domani, alle 17, la proiezione di Puccini e la fanciulla di Paolo
Benvenuti (2008, 78′). Ambientato e girato a Torre del Lago, nei luoghi
di Puccini, racconta le vicende che portarono al suicidio della
servetta Doria Manfredi, presunto amore del musicista, nel gennaio
1909. Tra i protagonisti il Maestro Riccardo Moretti, Consigliere UCEI
e anima del primo concorso musicale nella tradizione ebraica che si
svolgerà a Parma a dicembre. “Stilisticamente rigoroso, fa pensare al
Rossellini televisivo e agli Straub” sottolinea Aprà. Leggi
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Ticketless - Grande Guerra
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La
prima osservazione che viene spontaneo – anzi doveroso – formulare,
leggendo testimonianze e saggi interessanti come quelli raccolti nel
volume di atti Gli ebrei italiani nella Grande Guerra (1915-1918), a
cura di Caterina Quareni e Vincenza Maugeri (Giuntina) riguarda il
perché di un così lungo, troppo silenzio sulla partecipazione ebraica
alle diverse anime dell’interventismo, alle sue motivazioni politiche o
culturali. Dopo il trauma del fascismo, le leggi razziali e la Shoah
quella memoria è totalmente svanita. C’è da chiedersi perché. Nelle sue
“memorie di vita ebraica”, lo stesso Augusto Segre ha pagine severe sul
patriottismo dei suoi concittadini casalesi italiani. È come se quelle
figure, nel secondo dopoguerra, nella copiosa memorialistica, fossero
sparite dai nostri orizzonti, come del resto erano spariti i
protagonisti del Risorgimento, per lo meno fino al rapido, davvero
troppo rapido e sorprendente risveglio della migliore storiografia
progressista in occasione del 150.mo anniversario dell’Unità nel 2011.
Qualche cosa, con lentezza, dopo il 2011, per fortuna si è rimesso in
moto.
Alberto Cavaglion
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Periscopio - Bioetica ebraica
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Domani
si svolgerà, presso la bellissima Università di Ferrara – un ateneo a
cui mi sento legato, da molto tempo, da profondi legami di amicizia,
colleganza, sintonia spirituale e culturale, e che si segnala come una
punta di eccellenza sul piano accademico internazionale, in particolare
nel campo delle scienze umane e giuridiche – un incontro di alto
interesse, dedicato alla bioetica ebraica.
Francesco Lucrezi, storico
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