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22 novembre 2017 - 4 Kislev 5778
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Giuseppe Momigliano,
rabbino
Innumerevoli sono le interpretazioni del famoso sogno di Giacobbe, la scala puntata a terra, la cui cima giunge in cielo, mentre angeli la percorrono salendo e scendendo; comune a molte di queste interpretazioni è il richiamo alla necessità di stabilire un legame tra cielo e terra, ossia tra gli aspetti materiali e concreti della vita - da un lato - ed i valori spirituali, dall’altro. Il racconto della vita di Giacobbe successivo a questo sogno in un certo senso è proprio quello che ci può confermare questa interpretazione. 
 
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Davide
Assael,
ricercatore
La settimana scorsa la notizia della morte di Rav Laras, z.l., mi è giunta solo dopo aver consegnato il mo pezzo alla redazione. Da milanese ritengo doveroso un ricordo, che esprimo ora, ad una settimana di distanza. Dico da milanese e non solamente da ebreo milanese perché Rav Laras non è stato soltanto una figura difficilmente imitabile, per statura e autorevolezza, per la Comunità ebraica, ma anche una persona che ha contributo come pochi alla vita culturale della città.
 
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Jihad della porta accanto
Era pronto a fare attentati tra la folla, come scriveva anche su Facebook. Per questa ragione un 37enne marocchino, già noto alle forze dell’ordine e residente a San Colombano al Lambro, provincia di Milano, è stato espulso dall’Italia. “Si sviluppano tutte su un copione abbastanza ripetitivo le storie recenti degli aspiranti soldati dell’Isis. Un passato di criminalità di strada, tentativi più o meno convinti di integrazione, qualche peregrinazione in cerca di lavoro e sistemazione. Poi arriva il momento dell’innesco per le aspirazioni di guerra e martirio: in questo caso – scrive il dorso locale del Corriere – è stato il mancato rinnovo del permesso di soggiorno, connesso alle condanne”.

Su Repubblica si racconta la storia di un 15enne musulmano, nato in Italia da una famiglia di origine marocchina, che progettava attentati con un drone. Le forze dell’ordine hanno intercettato alcuni suoi interventi in una chat di aspiranti jihadisti e l’hanno fermato. “Momo (il nome è fittizio) ha solo 15 anni. Ma una preoccupata segnalazione dell’Antiterrorismo ha fatto entrare il suo appartamento, che si trova in un paesino in provincia di Lodi, nei radar dei detective. E il quindicenne è così finito in un carcere minorile, con l’accusa di terrorismo internazionale, articolo 270 bis. Nelle chat con il suo referente – si legge nell’articolo, intitolato ‘Il ragazzino che giocava alla Jihad’ – l’idea di armare un velivolo telecomandato con ordigni chimici”.

In un ampio approfondimento, il Corriere racconta come una parte significativa della comunità ebraica parigina stia lasciando i quartieri più difficili a maggioranza araba. “Dei 350mila residenti, 60mila si sono rifugiati altrove. Alcuni in Israele. Molti – scrive il Corriere – si stanno trasferendo in unico quartiere della capitale, accanto alla sinagoga in costruzione”.
Per quanto riguarda l’aliyah, l’emigrazione verso Israele, il Corriere riporta come nel 2015 questa sia stata la scelta di 8mila ebrei francesi, “i più numerosi al mondo per il secondo anno consecutivo”. Mentre tra quanti restano, viene segnalato, “molti scelgono di cambiare zona e di vivere raggruppati”.

“L’abbraccio tra Putin e Assad ridisegna il Medio Oriente” scrive La Stampa a proposito dell’incontro tra i due leader a Sochi. Un evento che, si legge, “potrebbe essere una solenne conferma del ruolo fondamentale svolto da Mosca nelle trattative per plasmare il futuro ancora incerto del paese levantino”. La Stampa parla di approccio pragmatico da parte del Cremlino, con Putin che continua a tenere attivo il filo delle comunicazioni anche con Donald Trump e il re saudita Salman, con i quali ieri ha discusso al telefono. Un confronto ha avuto luogo anche col premier israeliano Netanyahu, che – si legge – teme l’influenza iraniana nel Paese, accresciuta dal corridoio sciita fra Baghdad e Damasco, ed è interessato a una zona di de-escalation a sud, vicino al confine con la Giordania.
 
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  davar
a 40 anni  dalla visita di sadat alla knesset 
Rivlin: "L'alleanza con l'Egitto
fondamentale per Israele"

“Sabato sera, 19 novembre 1977. La banda dell'esercito israeliano suonò per la prima volta l'inno nazionale egiziano. I media del mondo guardarono a bocca aperta mentre i nemici diventavano amici”. Così il Presidente israeliano Reuven Rivlin ha ricordato lo storico arrivo all'aeroporto di Tel Aviv di Muhammad Anwar al Sadat, il presidente egiziano che quarant'anni fu il primo leader arabo a visitare Israele e che con quel viaggio aprì la strada alla firma del trattato di pace tra il Cairo e Gerusalemme a Camp David nel 1979 (accordo che porterà Sadat e l'allora Primo ministro Menachem Begin ad ottenere il Premio Nobel per la pace). Quattro decenni dopo, l'Egitto “è un alleato estremamente importante” per Israele, ha sottolineato Rivlin, nel corso di un evento celebrativo dell'anniversario nella residenza presidenziale”. “Il nostro legame è più importante delle parole e non può mai essere dato per scontato”, ha ammonito il Presidente, ricordando anche l'importanza del recente incontro tra il Primo ministro Benjamin Netanyahu e il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi durante l'Assemblea generale dell'Onu a New York. “Un incontro che ha fatto capire al mondo intero – ha detto Rivlin - che il legame tra Israele e l' Egitto è molto reale e genuino, e può continuare a crescere”.
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qui roma - la mostra al Museo Carlo Bilotti
Antonietta Raphaël Mafai,
tra disegno e l’identità

“Ho perduto parecchio tempo a disegnare, ma in fondo disegnare non è mai tempo perduto. È piuttosto una chiarificazione di ciò che un artista pensa di realizzare nella pittura e nella scultura”. Scritte nel 1968, queste parole di Antonietta Raphaël Mafai testimoniano il ruolo per lei fondamentale del disegno, funzionale nel fissare un’immagine, un’idea, una sensazione sulla quale lavorare senza sosta.
Efficacemente lo spiega la mostra Antonietta Raphaël Mafai – Carte al Museo Carlo Bilotti, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e curata da Giorgia Calò (nell'immagine assieme a Miriam Mafai, figlia della Raphaël)– che presenta al pubblico una selezione di circa 50 carte dell’artista, la maggior parte delle quali inedite, che ripercorrono la sua lunga attività, dagli anni Venti fino al 1975, anno della sua scomparsa.
Numerose le suggestioni e i risvolti ebraici in questo inedito percorso espositivo, presentato in anteprima alla stampa (l’inaugurazione, questa sera alle 18.30).
 
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il nuovo programma della chef laura ravaioli
Kasher, la Libia ebraica in tavola
“Sono della convinzione che attraverso la cucina si aprano le porte del mondo. E io il mondo lo guardo non poggiando su idee granitiche e immutabili ma con la prospettiva di farmi costantemente coinvolgere e contaminare”.
Così si raccontava Laura Ravaioli in un’intervista con Pagine Ebraiche di qualche anno fa. Punto di riferimento per migliaia di appassionati di cucina che assiduamente la seguono su Gambero Rosso Channel, la popolare chef del piccolo schermo torna adesso alla ribalta con una nuova sfida. Dopo un programma in sei puntate sulla cucina giudaico-romanesca andato in onda lo scorso anno è in arrivo una nuova serie – “Kasher” – dedicata alle tradizioni culinarie degli ebrei libici arrivati in Italia nel 1967 (il primo appuntamento lunedì 27 alle 21.30).
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qui Bologna 
La strage di Palazzo d'Accursio,
violenza fascista da ricordare

È il 21 novembre del 1920 quando squadre d’assalto fasciste provocano a Bologna 10 morti e oltre 50 feriti (tutti colpiti da colpi di arma da fuoco), nel tentativo di impedire a qualunque costo l’insediamento del sindaco socialista eletto Enio Gnudi e della sua Giunta.
La strage di Palazzo d’Accursio è senz’altro uno dei primi atti di violenza ed eversione fascista nel nostro paese. Un segnale che fu sottovalutato e che portò alle ben note drammatiche conseguenze.
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qui roma - segnalibro
La Shoah e le storie di salvezza,
a confronto con i ragazzi

Contesto storico, discussioni storiografiche, singole storie di singoli individui, testimonianze dirette, tutto ciò si è riccamente intrecciato all’Università di Roma Tor Vergata in occasione della presentazione del libro di Liliana Picciotto Salvarsi. Gli ebrei d’Italia sfuggiti alla Shoah, 1943-1945, Giulio Einaudi editore. Nell’introdurre la mattinata, in un’aula gremita di studenti, Lucia Ceci, direttrice del Centro Romano di studi sull’Ebraismo, promotore dell’evento insieme al Diploma Universitario triennale in Studi Ebraici dell’UCEI e alla Fondazione CDEC, ha ringraziato l’autrice per aver offerto uno studio di così grande importanza, che unisce alle voci di chi riuscì a scampare alla deportazione, meditati e attenti capitoli di indagine storica e di messa a punto di studi sin qui compiuti.

Myriam Silvera
Università di Tor Vergata, Diploma Universitario UCEI

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pilpul
Ticketless - Dalla cronaca nera
Torino nasconde i suoi scorci più suggestivi. Chissà perché. S’imbocca via Garibaldi da piazza Castello, lato sinistro. S’infila un vicoletto. I lavori di un recente restauro hanno restituito al suo splendore una delle prime sale cinematografiche italiane. Oggi la sala appartiene al Centro Sereno Regis ed è dedicata a Gabriella Poli, capocronista della “Stampa”, deceduta cinque anni fa. Con Giorgio Calcagno aveva scritto una delle prime monografie su Primo Levi (Echi di una voce perduta, Mursia). Che i primi elzeviri poi raccolti ne L’altrui mestiere passassero al vaglio della “Signorina Poli” è cosa nota. Pochi sanno che grazie ad un suo generoso lascito oggi, alla memoria dell’autore di Se questo è un uomo, è dedicato un parco in Israele. Socialista, partigiana, esordì all’”Avanti!”, poi seppe vincere le resistenze dell’arcigno Giulio Debenedetti, che non voleva donne in redazione.

Alberto Cavaglion
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Periscopio - Miopia europea
Da napoletano, ho provato un grande sentimento di orgoglio, oltre che di gratitudine per tutti coloro che si sono prodigati per questo risultato - a cominciare dal presidente della Federazione, Maurizio Borra, e dal vicepresidente, nonché Presidente dell'Associazione di Napoli, Giuseppe Crimaldi -, di fronte alla splendida riuscita del XXVIII Congresso della Federazione delle Associazioni Italia-Israele, che ha avuto luogo nella capitale campana gli scorsi sabato 18 e domenica 19 novembre. Due giornate di dibattito intenso, serrato,  costruttivo, che hanno visto confrontarsi proficuamente tante persone, giunte da quasi tutte le regioni d'Italia, ognuna delle quali portatrice di particolari sensibilità, idee e visioni, ma tutte accomunate dal comune amore per quella piccola, grande nazione,  tanto antica e tanto moderna, tanto forte e tanto fragile, che appare, da sempre, una sfida vincente alle tenebre,  un simbolo vivente di speranza, giustizia, libertà.

Francesco Lucrezi, storico
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Une chanson écrite en captivité
Durante la Seconda Guerra Mondiale, sia nella Francia occupata che nello État français (Regime di Vichy), la Société des Concerts du Conservatoire e Radio France eseguirono e trasmisero opere scritte da compositori francesi nei Campi di prigionia militare aperti in territorio tedesco.
Nel 1941 Radio France trasmise il Concerto per pianoforte e orchestra di Émile Goué scritto nel medesimo anno presso lo Oflag XB Nienburg am Weser ed eseguito dall’Orchestre National de France; l’11 gennaio 1942 l’Orchestre de la Société des Concerts du Conservatoire diretta da Charles Munch eseguì in prima assoluta Stalag IX [Musique d’exil] per orchestra scritta nel 1941 da Jean Martinon e Œdipe Roi su testo di Jean Cocteau per narratore, coro maschile e orchestra di Maurice Thiriet (entrambe le opere scritte presso lo Stalag IXA Ziegenhain).


Francesco Lotoro
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Aire, gli ostacoli da superare
Numerosi concittadini italiani residenti in Israele incontrano enormi difficoltà a iscriversi all'Anagrafe Italiani residenti all'estero (Aire), in quanto non sono in grado di produrre il certificato di nascita. Mi riferisco a cittadini ebrei italiani nati in paesi arabi che non hanno rapporti diplomatici con Israele, e dove è quasi impossibile rivolgersi ai comuni di nascita per ottenere tale certificazione. In base alla normativa vigente, il possesso del certificato di nascita è la precondizione per l'iscrizione all'Aire.

David Meghnagi, psicoanalista, Università Roma Tre
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La strada dell'arte
Una splendida iniziativa di Andrea Jarach, presidente del Keren HaYesod, ha condotto un gruppo di 57 farmacisti da tutta Italia ad intraprendere un intensivissimo viaggio in Israele. Ricordo un adesivo sulla fiat 124 turchese di mio padre che dichiarava: "Visitate Israele, è entusiasmante". Ecco, per capire questo Paese bisogna venire qui e perdersi nei viottoli di Zfat, riempirsi di blu davanti al mare di Cesarea e di Netanya e godersi i bei volti sorridenti e l'allegria sulle spiagge di Tel Aviv. Bisogna rilassarsi sulle dune del Negev e ascoltare le storie a Masada, a Gerusalemme, a Modiin.

Angelica Edna Calò Livne
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