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1 dicembre 2017 - 11 Kislev 5778
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
“Forca, Farina, Feste,” – diceva re Ferdinando di Borbone nel 1815 – “Con la forca, la farina e le feste io governo Napoli.”
Distraendo il popolo re Nasone lo governava e dobbiamo ammettere che si trattava di una forma di interessante per tenere a bada il dissenso popolare. Oggi il governo comunale partenopeo ha trovato nella causa palestinese, debitamente distorta e manipolata, un mezzo di potere interessante per distrarre i napoletani.
 
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
direttore
Fondazione CDEC
La dodicesima disposizione transitoria della Costituzione della Repubblica Italiana recita: “È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”. Negli anni è accaduto sotto diverse forme che si presentassero alle elezioni partiti che si ispiravano in maniera più o meno esplicita al fascismo. Fra questi il più duraturo fu di certo il Movimento Sociale Italiano, per il quale i cosiddetti partiti dell’arco costituzionale (cioè quelli che avevano contribuito alla stesura della costituzione) avevano stabilito un principio non esplicito che è stato definito “conventio ad excludendum”, che valeva tuttavia anche per il partito comunista che invece aveva contribuito non poco alla scrittura della Costituzione; non a caso il documento porta la firma di Umberto Terracini, Presidente dell’assemblea costituente.
 
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Israele, Ron Yitzhak Kokia
vittima dell'odio
Si chiamava Ron Yitzhak Kokia, il soldato di 19 anni ucciso a coltellate ieri sera in un attentato terroristico ad Arad, città nel sud d'Israele. Le autorità sono in cerca del responsabile: “a seguito di una prima indagine sulla scena – ha dichiarato la polizia israeliana - sembra che la motivazione per l'attacco sia di tipo nazionalistico” e anche il sindaco della città Nissan Ben-Hemo ha spiegato che la vicenda viene trattata come terrorismo. Il diciannovenne, proveniente da Tel Aviv, sarà sepolto domenica al cimitero militare di Kiryat Shaul. Secondo il sito Ynet, il soldato stava aspettando un passaggio quando è stato aggredito e accoltellato a morte.

Giro, il caso rientra subito. La prima tappa del Giro d'Italia 2018, che scatterà da Gerusalemme il 4 maggio, ha rischiato di trasformarsi in un caso diplomatico quando i ministri israeliani dello Sport, Miri Regev, e del Turismo, Yariv Levin, hanno minacciato di ritirare il sostegno alla corsa per il riferimento (sul sito della manifestazione) a “Gerusalemme ovest”, scrive il Corriere. “Gerusalemme è la capitale di Israele, non esistono est e ovest” si legge nella nota congiunta in cui si lamenta che l'uso della distinzione, che di solito allude alla controversia sullo status della Città santa, «viola gli accordi presi con il governo israeliano”. “Se la formulazione non cambia, il governo israeliano non sarà partner dell'evento”. “Poche ore di agitazione e poco prima di mezzogiorno il sito del Giro d'Italia ha sostituito West Jerusalem con Gerusalemme.– riporta Avvenire che poi cita il Portale dell'ebraismo italiano -  'La frattura si è cosa ricomposta' scrive con soddisfazione il sito Moked.it, portale dell'ebraismo italiano a firma di Adam Smulevich”.

Gli Usa e Gerusalemme capitale. La Casa Bianca sta per dare il via libera a un piano che prevede il riconoscimento di Gerusalemme come “capitale indivisibile” di Israele e il trasferimento dell'ambasciata Usa. Lo riporta il “Wall Street Journal”. Il piano sarebbe già stato notificato agli ambasciatori Usa Oltreoceano così da consentire loro di spiegare la decisione ai governi alleati (La Stampa).
 
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  davar
l'appuntamento con il ministro minniti a roma
Trent’anni nel segno dell’Intesa
“La libertà di essere se stessi”.
A trent’anni dall’Intesa stipulata con lo Stato l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane organizza per questa domenica a partire dalle 14.45 un momento di riflessione aperto a tutto il Consiglio dell’ente, riunito nelle stesse ore a Roma. Un appuntamento che nasce nella consapevolezza che gli anni Ottanta sono stati testimoni, nel nostro Paese, di una svolta decisiva nella storia dei rapporti tra lo Stato e le confessioni religiose. E questo perché dopo un quarantennio dall’entrata in vigore una parte assai importante della Costituzione repubblicana, fino ad allora rimasta confinata sul piano dei principi, ha trovato finalmente attuazione sul piano sostanziale, con nuove e più solide basi del diritto di libertà religiosa delle confessioni di minoranza.
A testimoniarlo saranno il ministro dell’Interno Marco Minniti, che in apertura porterà un saluto all’assise assieme alla presidente dell’Unione Noemi Di Segni. E inoltre alcuni qualificati esperti, invitati a parlare dopo una introduzione del vicepresidente UCEI Giulio Disegni: nell’ordine Francesco Margiotta Broglio (“All’origine dell’Intesa”); Dario Tedeschi (“Storia di un’Intesa”); Roberto Mazzola (“L’intesa con l’UCEI, un modello per il futuro?); Giorgio Sacerdoti (“Trent’anni dopo l’Intesa: un negoziato che ha portato alla pari dignità”).

(Nel disegno di Giorgio Albertini la firma dell’Intesa, il 27 febbraio del 1987, da parte della Presidente dell’allora Unione delle Comunità Israelitiche Italiane Tullia Zevi e del Presidente del Consiglio Bettino Craxi)
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il soldato diciannovenne vittima dell'odio
Ron Yitzhak Kokia (1998-2017) 
“Proviamo dolore e rabbia per l'abominevole assassinio del soldato Ron Yitzhak Kukia in un attentato terroristico avvenuto ieri sera ad Arad. Offro conforto alla famiglia in lutto, e sostegno alle forze di sicurezza nella ricerca dei terroristi e dei loro collaboratori”. Il messaggio di cordoglio del Presidente d'Israele Reuven Rivlin per l'assassinio di Ron Yitzhak Kukia, ragazzo di 19 anni che serviva nell'esercito israeliano, ucciso a coltellate ieri sera ad Arad in quello che la polizia ha definito un attentato terroristico. Le autorità stanno lavorando per assicurare alla giustizia i responsabili.
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qui torino - a tre anni dalla scomparsa
Vittorio Dan Segre, l'omaggio
alla storia di un protagonista

“Ricordatemi vivo, se siete capaci”, queste le parole di Vittorio Dan Segre a cui le celebrazioni postume stavano strette. A cercare di rendere il giusto omaggio alla memoria del giornalista, diplomatico e scrittore, una serata di studio organizzata nelle sale della Comunità ebraica di Torino dal Gruppo di Studi Ebraici assieme all'Archivio Terracini. Diverse le voci intervenute a tratteggiare una figura complessa e articolata come quella di Dan Segre: una personalità fortemente intrecciata con i grandi avvenimenti del Novecento, dall'Italia a Israele, un uomo di profonda cultura e grande esperto di questioni internazionali. A dipingere ciascuno un proprio ricordo del diplomatico italoisraeliano, lo storico Alberto Cavaglion, Sarah Kaminski, docente di ebraico all'Università degli Studi di Torino e promotrice dell'iniziativa per il Gruppo di studi ebraici, rav Alberto Moshe Somekh, Lia Tagliacozzo dell'archivio Terracini e Guido Vitale, direttore della redazione giornalistica dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, a cui lo stesso Dan Segre non fece mai mancare i propri consigli e il proprio sostegno.
“Un ebreo geniale, una persona che mi ha letteralmente affascinato con la sua capacità ogni volta di stupire”, il commento in apertura di Dario Disegni, presidente della Comunità torinese. “Mi considero io un ebreo fortunato per aver potuto apprendere così tanto da lui”, il riferimento di Disegni all'autobiografia di Dan Segre, Storia di un ebreo fortunato.

Alice Fubini

(Nell’immagine in alto, Vittorio Dan Segre con la divisa dell’esercito britannico nella Torino appena liberata partecipa alla riapertura della sinagoga gravemente danneggiata dai bombardamenti. In basso, nel disegno di Giorgio Albertini, il ritratto di Dan Segre assieme a Guido Vitale)
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il premio conferito dal sindaco orlando
"Evelyne, un grazie da Palermo"
Il sindaco Leoluca Orlando ha conferito nelle scorse ore a Evelyne Aouate, presidente dell’Istituto siciliano di studi ebraici e punto di riferimento per la realtà ebraica dell'Isola, la Tessera Preziosa del mosaico Palermo. “Evelyne – ha affermato Orlando – rappresenta la storia dell’ebraismo, del suo essere collegato a tanti luoghi e del suo essere fedele ad una tradizione millenaria. Con l’Istituto di studi ebraici – ha proseguito il sindaco – la comunità ebraica non soltanto custodisce e promuove il ricordo della storia degli ebrei in Sicilia ed al loro apporto alla nostra comunità, ma è anche luogo e strumento di promozione dell’incontro fra le diverse religioni monoteiste in una prospettiva ecumenica, in sintonia con la tradizione e la storia di Palermo e della Sicilia”.
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pilpul
Insegnare a scrivere
Alla luce delle mie esperienze di esami di stato, laboratori di scrittura e simili ho maturato una convinzione: se noi insegnanti di italiano di liceo provassimo per gioco a svolgere il tema d’esame e a correggere e valutare ciascuno lo scritto di un altro prenderemmo tutti voti orribili. Non parlo di maggiore o minore severità: ciascuno di noi riterrebbe inaccettabile il modo di scrivere dell’altro, soprattutto perché ciascuno di noi interpreta in modo diverso le consegne contenute nelle tracce ministeriali. Quanti documenti si devono utilizzare nel saggio breve? Si deve elaborare una propria tesi originale? Si può usare la prima persona? Tutti problemi di cui mi è capitato da poco di discutere con allievi e colleghi, scoprendo che ognuno interpreta le regole in un modo diverso. 

Anna Segre, insegnante
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All'interno dell'Islam
Sull'attentato della scorsa settimana a Bir al-Abed nel Sinai settentrionale, il quale ha provocato oltre 300 morti e centinaia di feriti, non mi pare ci sia stato grande risalto sui media nazionali. Le spiegazioni potrebbero essere numerose, quella che ritengo più plausibile è che se gli attentati perpetrati in Occidente vengono risolti con l'ausilio delle classiche teorie dello “scontro di civiltà” e dell'”espansionismo islamico”, quelli che avvengono invece in Dar al-Islam, in paesi islamici, restano in gran parte incomprensibili e in contraddizione con le dicotomie ricorrenti. Abbiamo assistito allora all'abusato tentativo di spiegare l'evento con la circostanza che quella di Bir al-Abed fosse una moschea “sufi”, come se il sufismo fosse una corrente o una religione a sé discinta da un Islam maggioritario, al pari dello Sciismo o dell'Ibadismo, quando esso non si riferisce altro che a varie scuole di pensiero e a confraternite, o più correttamente un “mezzo”, un'"approccio mistico”, una “via” per interpretare l'Islam e il significato dei suoi testi. Un po' come se si opponesse un ebraismo ufficiale alla kabbalah. Il termine “sufismo” sarebbe in origine persino inesistente nel mondo islamico, introdotto soprattutto dagli orientalisti britannici e poi nel dibattito contemporaneo per definire un altro Islam dal “volto umano” e “buono”. Un tentativo artificioso.

Francesco Moises Bassano
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