Se non visualizzi correttamente questo messaggio, fai click qui

5 dicembre 2017 - 17 Kislev 5778
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Roberto
Della Rocca,
rabbino
Nel breve ma intenso scambio di battute tra Giacobbe e Esaù, ci sono due espressioni che traducono mirabilmente diverse e antitetiche concezioni di vita dei due fratelli.
A Esaù che dice con orgoglio “iesh li rav…”, “io ho molto…” , Giacobbe, che possiede molto meno di suo fratello, risponde affermando: “iesh li kol…”, “…io ho tutto…”.
 
Leggi

Dario
Calimani,
Università di Venezia
È partito il Progetto dell'UCEI 'Fondamenti di ebraismo'. Con qualche difficoltà di carattere tecnico, ma con un successo di partecipazione davvero inatteso. Ora si lavora per perfezionarne la messa in onda.
È vero, purtroppo, che nelle piccole comunità ci si occupa spesso più del futuro che del presente. Impegnati a dare un'immagine di sé agli altri, si trascura l'obbligo ebraico dello studio continuo. Chi vive in una grande comunità non ha, forse, piena consapevolezza di che cosa significhi far parte di piccoli nuclei comunitari, privi di servizi e privi di affollate fasce  generazionali. Piccole società in cui non c'è vita ebraica e mancano l'entusiasmo e la capacità necessari a ravvivarla. Per capire le difficoltà bisogna viverle.
 
Leggi

“Gruppi neofascisti?
sono da sciogliere”
“La normativa spinge già in quella direzione. Quando ci sono messaggi che richiamano parole d’ordine del fascismo, e perdi più vengono veicolati con l’uso della forza e dell’intimidazione, deve intervenire lo scioglimento”. È quanto afferma il ministro della Giustizia Andrea Orlando, intervistato da Repubblica sugli ultimi episodi che in Italia hanno visto protagonista l’estrema destra. “C’è da chiedersi – prosegue il ministro – se gli attuali strumenti normativi siano adeguati oppure no. E se vengono utilizzati abbastanza. Alla luce dei fatti a cui stiamo assistendo, un crescendo quasi seriale di episodi e provocazioni scatenate dai movimenti di estrema destra, credo sarebbe utile una ricognizione per capire il motivo per cui le incriminazioni sono così poche. Per questo mi confronterò con il Csm”.
Sullo stesso tema, sul Corriere la studiosa Donatella Di Cesare scrive: “Sdegno e irritazione non sono più sufficienti. Non basta né la manifestazione di piazza, né la leva dell’emotività. Occorre riconoscere che neofascismo e neonazismo non sono un ‘rigurgito del passato’, bensì un fenomeno nuovo e non previsto nell’orizzonte del progresso. Non si può attendere che la storia faccia il suo corso e azzittisca i ‘pochi nostalgici’. L’antifascismo non è dunque riducibile a quel lavoro di denuncia che, ogni volta concluso, deve invece ricominciare”.

Scontato repertorio anti-israeliano (in collegamento via skype) per la palestinese Leila Khaled. La donna, già protagonista in passato di numerosi episodi di terrorismo, è stata respinta a Fiumicino negli scorsi giorni. All’assenza fisica, gli organizzatori dell’incontro all’Università Federico II di Napoli (cui non hanno partecipato esponenti dell’amministrazione cittadina) hanno sopperito con i mezzi tecnologici. “La lotta armata – ha affermato Khaled, le cui parole sono riportate dal Mattino – è un diritto esercitabile contro l’occupazione israeliana perché è armata e poi abbiamo il diritto del ritorno per chi sta fuori dalla Palestina”.

L’ Amministrazione Trump è ormai pronta a riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele e a trasferirvi l’ambasciata statunitense. L’annuncio, che potrebbe arrivare già oggi, rischia però di creare una situazione esplosiva. “Se per la Casa Bianca si tratta di un passo avanti verso la pace – scrive il Sole 24 Ore – per i palestinesi è un’incitazione all’intifada”. Trump lo aveva promesso in campagna elettorale. Ma se alle intenzioni seguiranno davvero i fatti, si legge ancora, “una simile decisione provocherà un altro terremoto geopolitico in Medio Oriente, regione che sta già vivendo uno dei periodi più drammatici dell’ultimo secolo”.

 
Leggi

  davar
l'amministrazione usa e il riconoscimento
Gerusalemme capitale d'Israele,
Trump prepara l'annuncio

“Non è una questione di se ma di quando”, hanno spiegato dall'amministrazione Usa in riferimento allo spostamento dell'ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme. Uno decisione che il presidente Donald Trump (nell'immagine con il Premier israeliano Benjamin Netanyahu) aveva annunciato in campagna elettorale e che nelle ultime ore – dopo che lo stesso Trump aveva scelto di posticipare lo spostamento – è tornata di attualità. “Una decisione verrà resa nota nei prossimi giorni”, ha infatti annunciato il viceportavoce della Casa Bianca Hogan Gidley. E in tanto è arrivata l'aggressiva reazione del presidente turco Erdogan alla possibile azione americana su Gerusalemme. “L'eventuale riconoscimento di Gerusalemme a capitale di Israele rappresenta una linea rossa per i musulmani" e potrebbe portare alla rottura delle relazioni diplomatiche della Turchia con Israele, ha dichiarato Erdogan. La risposta d'Israele non si è fatta attendere, con il portavoce del ministro degli Esteri Emmanuel Nahshon che ha precisato che “Gerusalemme è la capitale del popolo ebraico da tremila anni e la capitale di Israele da 70, senza riguardo se sia riconosciuta o meno da Erdogan”. Anche il ministro dei Trasporti Yisrael Katz ha respinto l'intervento di Erdogan e il leader di Yesh Atid Yair Lapid ha detto che Israele “non si farà minacciare”.
Leggi

il convegno alla camera dei deputati
Ebrei nel mondo arabo,
la grande ferita aperta  

Ebrei nel mondo arabo. Un secolare legame, e poi il drammatico esilio con apice gli Anni Sessanta del secolo scorso. Comunità di molte decine di migliaia di individui oggi praticamente estinte. Un video realizzato dal World Jewish Congress, tradotto in italiano grazie all’UCEI, riporta il tema al centro dell’attenzione.
La vicenda specifiche degli ebrei di Libia, le ferite aperte, le prospettive di futuro, sono tra l’altro al centro in queste ore del convegno in due giornate “Cinquant’anni, una storia plurimillenaria”
che si è aperto alla Camera dei deputati su iniziativa del Dipartimento Beni e Attività Culturali della Comunità ebraica romana diretto da Claudio Procaccia e con la collaborazione dell’Università Roma Tre (dove i lavori proseguiranno domani). Apertosi con i saluti degli onorevoli Marina Sereni e Claudio Cicchitto, oltre che della presidente della Comunità ebraica Ruth Dureghello, il convegno ha visto al tavolo tra gli altri, per un inquadramento storico e sociale, la vicepresidente della Comunità Claudia Fellus e i docenti Anna Baldinetti, Luigi Goglia, Alessandro Volterra, David Meghnagi, Judith Roumani, Claudia Hassan, Luisa Natale e Pia Toscano.
Leggi

qui torino
Emancipazione ebraica e il 1867
“Congresso di Firenze, la svolta”

1867-2017. Sono passati 150 dal Congresso Israelitico di Firenze, momento di incontro nel quale mondo ebraico italiano si riunì per discutere del proprio ruolo e dei cambiamenti in atto. Tale congresso costituisce una risposta formale da parte ebraica ai mutamenti strutturali all’indomani dell’Emancipazione e in esso trovò espressione il dibattito del rabbinato italiano attorno alla possibilità di una riforma del culto. In occasione di questa significativa ricorrenza l’Archivio Ebraico Terracini di Torino, assieme all’Università degli Studi di Firenze e all’UCEI, ha organizzato nei locali della Comunità ebraica un seminario di studio: “I rabbini piemontesi e il Congresso Israelitico di Firenze. Tra riforma e tradizione: nuove fonti per la storia del dibattito”. Il seminario si pone in continuità con i temi affrontati in un’occasione simile lo scorso maggio proprio nella città di Firenze. Il valore aggiunto della giornata di studio torinese, oltre al focus piemontese, ruota appunto attorno alle carte dell’Archivio Terracini, riunite e digitalizzate in un progetto web disponibile sul sito dell’Archivio. In apertura i saluti del presidente della Comunità, Dario Disegni e del rabbino capo rav Ariel Di Porto, unanimi nell’affermare come il Congresso di Firenze abbia rappresentato uno snodo fondamentale dell’ebraismo italiano per come oggi lo conosciamo. Due le introduzioni ai lavori: una dello storico Alberto Cavaglion, l'altra dell'archivista Chiara Pilocane.
Leggi

pilpul


A scanso di equivoci
Poiché, secondo una battuta d’incerta attribuzione, i fascisti si dividerebbero in fascisti e antifascisti, viene quasi naturale proporre un’altra summa divisio, in questo caso dei sionisti, dividendoli in sionisti e antisionisti. Dato che Theodor Herzl scrisse l’opera fondativa del sionismo, intitolata “Lo Stato ebraico”, è agevole evincere che il sionismo è quel movimento che si propone di normalizzare il più possibile (anche l’Italia ha una sua diaspora, menzionata nella Costituzione e finanche nelle leggi elettorali) il popolo ebraico, rendendolo simile a tutti gli altri popoli, atteso che dopo una breve esperienza di soli due millenni si cominciava a insinuare il sospetto che nella Diaspora non volgesse tutto per il meglio e che qualche piccolo inconveniente cominciasse a fare capolino.

Emanuele Calò
Leggi



moked è il portale dell'ebraismo italiano
Seguici su  FACEBOOK  TWITTER
Pagine Ebraiche 24, l'Unione Informa e Bokertov sono pubblicazioni edite dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'UCEI sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it  Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.