Roberto
Della Rocca,
rabbino
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Nel
breve ma intenso scambio di battute tra Giacobbe e Esaù, ci sono due
espressioni che traducono mirabilmente diverse e antitetiche concezioni
di vita dei due fratelli.
A Esaù che dice con orgoglio “iesh li rav…”, “io ho molto…” , Giacobbe,
che possiede molto meno di suo fratello, risponde affermando: “iesh li
kol…”, “…io ho tutto…”.
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Dario
Calimani,
Università di Venezia
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È
partito il Progetto dell'UCEI 'Fondamenti di ebraismo'. Con qualche
difficoltà di carattere tecnico, ma con un successo di partecipazione
davvero inatteso. Ora si lavora per perfezionarne la messa in onda.
È vero, purtroppo, che nelle piccole comunità ci si occupa spesso più
del futuro che del presente. Impegnati a dare un'immagine di sé agli
altri, si trascura l'obbligo ebraico dello studio continuo. Chi vive in
una grande comunità non ha, forse, piena consapevolezza di che cosa
significhi far parte di piccoli nuclei comunitari, privi di servizi e
privi di affollate fasce generazionali. Piccole società in cui
non c'è vita ebraica e mancano l'entusiasmo e la capacità necessari a
ravvivarla. Per capire le difficoltà bisogna viverle.
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“Gruppi neofascisti?
sono da sciogliere”
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“La
normativa spinge già in quella direzione. Quando ci sono messaggi che
richiamano parole d’ordine del fascismo, e perdi più vengono veicolati
con l’uso della forza e dell’intimidazione, deve intervenire lo
scioglimento”. È quanto afferma il ministro della Giustizia Andrea
Orlando, intervistato da Repubblica sugli ultimi episodi che in Italia
hanno visto protagonista l’estrema destra. “C’è da chiedersi – prosegue
il ministro – se gli attuali strumenti normativi siano adeguati oppure
no. E se vengono utilizzati abbastanza. Alla luce dei fatti a cui
stiamo assistendo, un crescendo quasi seriale di episodi e provocazioni
scatenate dai movimenti di estrema destra, credo sarebbe utile una
ricognizione per capire il motivo per cui le incriminazioni sono così
poche. Per questo mi confronterò con il Csm”.
Sullo stesso tema, sul Corriere la studiosa Donatella Di Cesare scrive:
“Sdegno e irritazione non sono più sufficienti. Non basta né la
manifestazione di piazza, né la leva dell’emotività. Occorre
riconoscere che neofascismo e neonazismo non sono un ‘rigurgito del
passato’, bensì un fenomeno nuovo e non previsto nell’orizzonte del
progresso. Non si può attendere che la storia faccia il suo corso e
azzittisca i ‘pochi nostalgici’. L’antifascismo non è dunque riducibile
a quel lavoro di denuncia che, ogni volta concluso, deve invece
ricominciare”.
Scontato repertorio anti-israeliano (in collegamento via skype) per la
palestinese Leila Khaled. La donna, già protagonista in passato di
numerosi episodi di terrorismo, è stata respinta a Fiumicino negli
scorsi giorni. All’assenza fisica, gli organizzatori dell’incontro
all’Università Federico II di Napoli (cui non hanno partecipato
esponenti dell’amministrazione cittadina) hanno sopperito con i mezzi
tecnologici. “La lotta armata – ha affermato Khaled, le cui parole sono
riportate dal Mattino – è un diritto esercitabile contro l’occupazione
israeliana perché è armata e poi abbiamo il diritto del ritorno per chi
sta fuori dalla Palestina”.
L’ Amministrazione Trump è ormai pronta a riconoscere Gerusalemme come
capitale di Israele e a trasferirvi l’ambasciata statunitense.
L’annuncio, che potrebbe arrivare già oggi, rischia però di creare una
situazione esplosiva. “Se per la Casa Bianca si tratta di un passo
avanti verso la pace – scrive il Sole 24 Ore – per i palestinesi è
un’incitazione all’intifada”. Trump lo aveva promesso in campagna
elettorale. Ma se alle intenzioni seguiranno davvero i fatti, si legge
ancora, “una simile decisione provocherà un altro terremoto geopolitico
in Medio Oriente, regione che sta già vivendo uno dei periodi più
drammatici dell’ultimo secolo”.
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il convegno alla camera dei deputati
Ebrei nel mondo arabo,
la grande ferita aperta
Ebrei
nel mondo arabo. Un secolare legame, e poi il drammatico esilio con
apice gli Anni Sessanta del secolo scorso. Comunità di molte decine di
migliaia di individui oggi praticamente estinte. Un video realizzato
dal World Jewish Congress, tradotto in italiano grazie all’UCEI,
riporta il tema al centro dell’attenzione.
La vicenda specifiche degli ebrei di Libia, le ferite aperte, le
prospettive di futuro, sono tra l’altro al centro in queste ore del
convegno in due giornate “Cinquant’anni, una storia plurimillenaria” che
si è aperto alla Camera dei deputati su iniziativa del Dipartimento
Beni e Attività Culturali della Comunità ebraica romana diretto da
Claudio Procaccia e con la collaborazione dell’Università Roma Tre
(dove i lavori proseguiranno domani). Apertosi con i saluti degli
onorevoli Marina Sereni e Claudio Cicchitto, oltre che della presidente
della Comunità ebraica Ruth Dureghello, il convegno ha visto al tavolo
tra gli altri, per un inquadramento storico e sociale, la
vicepresidente della Comunità Claudia Fellus e i docenti Anna
Baldinetti, Luigi Goglia, Alessandro Volterra, David Meghnagi, Judith
Roumani, Claudia Hassan, Luisa Natale e Pia Toscano. Leggi
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qui torino
Emancipazione ebraica e il 1867
“Congresso di Firenze, la svolta”
1867-2017.
Sono passati 150 dal Congresso Israelitico di Firenze, momento di
incontro nel quale mondo ebraico italiano si riunì per discutere del
proprio ruolo e dei cambiamenti in atto. Tale congresso costituisce una
risposta formale da parte ebraica ai mutamenti strutturali all’indomani
dell’Emancipazione e in esso trovò espressione il dibattito del
rabbinato italiano attorno alla possibilità di una riforma del culto.
In occasione di questa significativa ricorrenza l’Archivio Ebraico
Terracini di Torino, assieme all’Università degli Studi di Firenze e
all’UCEI, ha organizzato nei locali della Comunità ebraica un seminario
di studio: “I rabbini piemontesi e il Congresso Israelitico di Firenze.
Tra riforma e tradizione: nuove fonti per la storia del dibattito”. Il
seminario si pone in continuità con i temi affrontati in un’occasione
simile lo scorso maggio proprio nella città di Firenze. Il valore
aggiunto della giornata di studio torinese, oltre al focus piemontese,
ruota appunto attorno alle carte dell’Archivio Terracini, riunite e
digitalizzate in un progetto web disponibile sul sito dell’Archivio. In
apertura i saluti del presidente della Comunità, Dario Disegni e del
rabbino capo rav Ariel Di Porto, unanimi nell’affermare come il
Congresso di Firenze abbia rappresentato uno snodo fondamentale
dell’ebraismo italiano per come oggi lo conosciamo. Due le introduzioni
ai lavori: una dello storico Alberto Cavaglion, l'altra dell'archivista
Chiara Pilocane. Leggi
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A scanso di equivoci |
Poiché,
secondo una battuta d’incerta attribuzione, i fascisti si dividerebbero
in fascisti e antifascisti, viene quasi naturale proporre un’altra
summa divisio, in questo caso dei sionisti, dividendoli in sionisti e
antisionisti. Dato che Theodor Herzl scrisse l’opera fondativa del
sionismo, intitolata “Lo Stato ebraico”, è agevole evincere che il
sionismo è quel movimento che si propone di normalizzare il più
possibile (anche l’Italia ha una sua diaspora, menzionata nella
Costituzione e finanche nelle leggi elettorali) il popolo ebraico,
rendendolo simile a tutti gli altri popoli, atteso che dopo una breve
esperienza di soli due millenni si cominciava a insinuare il sospetto
che nella Diaspora non volgesse tutto per il meglio e che qualche
piccolo inconveniente cominciasse a fare capolino.
Emanuele Calò
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