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24 dicembre 2017 - 6 Tevet 5778
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Jonathan Sacks, rabbino
Le scuole sono qualcosa di più di quello che sappiamo e che possiamo fare. Riguardano chi siamo e cosa dobbiamo fare per aiutare gli altri a diventare ciò che potrebbero essere. Il mondo che i nostri figli erediteranno domani nasce nelle scuole che costruiamo oggi.
 
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David Bidussa,
storico sociale
delle idee
Nella storia di Giuseppe che organizza gli anni della carestia, riuscendo a dare forma a una “razionalizzazione dell’uso” delle risorse, si fa strada in maniera trasversale la possibilità di uno stretto e tortuoso “sentiero in utopia” dipendente dalla capacità di autogovernare le voglie e trasformarle sotto la figura, per niente entusiasmante, ma efficace, della “buona amministrazione” nella capacità di dare forma a un patto in nome non dell'ideologia, ma della convenienza. Un "patto per il futuro" che sa parlare a individui diversi, per certi aspetti anche reciprocamente estranei.
 
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Italia, meno sbarchi
e voli umanitari
“Nel 2018 fino a 10mila profughi potranno raggiungere senza rischi l’Europa attraverso corridoi umanitari, mentre stando agli obiettivi dell’Oim 30mila saranno i migranti senza diritto all’asilo che potranno tornare a casa con rimpatri volontari. Quest’anno già lo hanno fatto in 18mila. Insieme alle autorità libiche abbiamo costruito un nuovo modello di gestione dall’altra parte del Mediterraneo”. È la sintesi della situazione dell’arrivo e rimpatrio dei migranti in Europa da parte del ministro dell’Interno Marco Minniti, che, in un’intervista a Repubblica, parla positivamente degli accordi stipulati da Roma con Tripoli (criticati da ong internazionali) che hanno permesso di ridurre gli sbarchi in Italia di migranti dall’Africa. Minniti interviene anche sulla mancata discussione della legge sullo ius soli (come racconta il Messaggero, al Senato non c’era il numero legale: la legge sulla cittadinanza non la “voleva nessuno. A parte il Pd, ma in realtà – sotto sotto – neanche tutto il Pd”). Secondo Minniti “siamo arrivati troppo tardi a porla come centrale in questa legislatura. Ma è una riforma necessaria, che deve restare all’ordine del giorno del Paese. Lo ius soli infatti non è una legge sull’immigrazione, ma sull’integrazione, tassello cruciale delle politiche migratorie, di cui fanno parte anche controllo dei flussi e corridoi umanitari”.

Usa, l’attentato evitato. Un attacco dinamitardo il giorno di Natale nel cuore del porto turistico di San Francisco, seguito dall’assalto a mano armata con due armi automatiche tra la folla in preda al panico. Il ventiseienne aspirante terrorista Everitt Aaron Jameson aveva studiato il piano in tutti i particolari, racconta il Messaggero. L’uomo, arrestato dal Fbi, aveva intenzione di compiere la strage in segno di vedetta contro Trump per aver riconosciuto Gerusalemme capitale d’Israele: “Avete permesso a Donald J. Trump di consegnare Al Quds agli ebrei” aveva scritto nella sua lettera-testamento l’aspirante terrorista.
 
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  davar
la relazione dell'intelligence israeliana
Shin Bet, lotta al terrorismo
cosa dicono i dati del 2017

Nel 2017 Israele ha sventato 400 potenziali attentati terroristici. A rivelarlo nelle scorse ore il capo Shin Bet Nadav Argaman. In occasione di una riunione della commissione per gli Affari esteri e della Difesa della Knesset, Argaman ha osservato che 13 tra questi potenziali attacchi erano stati pianificati come attentati suicidi mentre otto erano diretti al sequestro di persona. Inoltre, 1.100 potenziali attacchi di lupi solitari sono stati vanificati. Il capo Shin Bet ha osservato che nel 2017 sono stati effettuati 54 attacchi, un dato in diminuzione rispetto ai 108 del 2016. Argaman ha però sottolineato che la diminuzione non è un dato che permette di abbassare la guardia: “la calma che stiamo vivendo è fuorviante, e Hamas sta cercando con tutte le sue forze di compiere attacchi e minare la stabilità dell'Autorità palestinese”, ha detto il capo dello Shin Bet.
Argaman ha aggiunto che il fronte palestinese, sia nella Striscia di Gaza che in Cisgiordania, è abbastanza instabile, “soprattutto dopo la dichiarazione di Trump su Gerusalemme”. La situazione, ha rilevato il capo dell'intelligence israeliana, a Gaza è più difficile che mai.
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il documentario presentato in israele
Gerusalemme, sullo schermo
l'esodo degli ebrei libici

Presentato alla Cinemateque di Gerusalemme, nella cornice del Festival del Cinema Ebraico, il film di Ruggero Gabbai e David Meghnagi: “Libia. L'ultimo esodo”. Attraverso interviste di ebrei di origine libica, libici di origine italiana, filmati di repertorio e testimonianze fotografiche, la pellicola racconta la storia di una Comunità che ha subito tre esodi, in una Libia dove, negli anni '40 del secolo scorso, vivevano 50.000 ebrei, soprattutto a Tripoli e Bengasi e dove, dopo il pogrom e la fuga nel giugno del 1967, ne rimasero meno di 20.
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sorgente di vita
Meis, la grande inaugurazione
L’inaugurazione a Ferrara del MEIS, il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, apre la puntata di Sorgente di Vita in onda il 24 dicembre.                           
“Ebrei, una storia italiana. I primi mille anni” è il titolo della mostra inaugurale: tra reperti archeologici e libri antichi, ricostruzioni in 3D, “spettacoli immersivi” e filmati didattici, un percorso che si snoda su mille metri quadrati, e che racconta l’ebraismo italiano dall’epoca romana fino al basso medioevo. L’ex carcere di Via Piangipane si trasforma così in uno spazio di cultura e di confronto in stretto dialogo con la città. 
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pilpul

Usato garantito
«Certo che non torna il fascismo. Infatti, non se ne è mai  andato. D’altro canto, in poco meno di settant’anni di storia repubblicana, una fetta considerevole di elettori ha dato il suo consenso ad un partito, il Movimento sociale italiano, che ne rappresentava le diverse istanze. Va da sé  che mettersi a pensare che il regime mussoliniano possa ripetersi, è una sciocchezza bella e buona. Ma è anche una banalizzazione estrema pensare che il neofascismo – che è cosa diversa dal fascismo storico – abbia esaurito le sue  ragioni. Se così le si vuole intendere e chiamare. Non sarà l’alternativa definitiva alle nostre affaticate democrazie ma costituisce un soggetto politico nel cui ambito, sfruttando le occasioni e le circostanze che gli sono offerte, si muove  a suo agio. Così come è un errore osservare le dimensioni delle nuove organizzazioni che a vario titolo si rifanno all’eredità del fascio littorio –  ad esempio CasaPound e Forza Nuova, oppure il Veneto Fronte Skinheads e Lotta  di popolo – per concludere che essendo di contenute dimensioni siano destinate a non lasciare troppi segni del loro passaggio. C’è chi liquida le loro lugubri manifestazioni come un fatto «folcloristico» o l’espressione demenziale di un gruppo di persone che «ignorano la storia». Né l’una né l’altra rassicurazione sono in sé destinate a trovare riscontri. Di  folclore pseudostorico, infatti, c’è ben poco, così come di ignoranza. Ci si trova semmai dinanzi a individui, uomini e donne, giovani e anziani, che si  sentono fascisti, che ragionano da fascisti, che vivono il nostro tempo da «fascisti del terzo millennio», come alcuni di loro preferiscono definirsi. Essere fascisti non implica fare il clown e neanche il non conoscere la storia. Semmai rimanda a una ferina determinazione, ad una visione conchiusa delle relazioni sociali, ad una rivendicazione sì di storia ma della propria. La forza di questi movimenti riposa nella crescente debolezza delle società  democratiche.

Claudio Vercelli
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