Roberto
Della Rocca,
rabbino
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L’incontro
tra Yaaqòv, anziano e malconcio, e il Faraone è descritto nella Torah
(Bereshìt, 47; 7-10) in modo assai curioso. Ci aspetteremmo un
confronto politico o di differenti visioni del mondo. Niente di
tutto ciò. Il loro dialogo si riduce ad una domanda del Faraone
(quanti anni hai?) e alla risposta di Yaaqòv : "...centotrenta, pochi e
cattivi rispetto a quelli dei miei padri...".
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Dario
Calimani,
Università di Venezia
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La
tzedakàh, quel particolare genere di giustizia che è la carità, l'aiuto
dato a chi ha bisogno, riceve nell'ebraismo un'attenzione che va al di
là della normale concezione della solidarietà umana. Anziché
considerarla un atto di pura generosità, l'ebraismo considera la
tzedakàh un dovere bello e buono, senza il quale l'ebreo non è a posto
con la propria coscienza e con l'adesione ai principi che gli
consentono di riconoscere la propria identità. Si sa che è meritorio
aiutare il prossimo senza farsi riconoscere, e magari anche senza che
il beneficiato conosca l'identità del suo benefattore (Talmud Bavlì,
Bava Bathrà 10b). Sembra che proprio questo sia il genere di tzedakàh
che "affranca dalla morte" (Proverbi 11:4). Abbasso l'egoismo, quindi:
"E quando sono solo per me stesso, chi sono mai? E se non ora quando"
(Pirke' Avoth 1:14).
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in distribuzione il nuovo pagine ebraiche
Dal Meis al progetto Talmud,
nuove pagine da sfogliare
L’inaugurazione
del Meis alla presenza del capo dello Stato, l’attesa per alcuni grandi
appuntamenti in programma a gennaio, nuovi stimoli per rileggere
l’opera e il pensiero di Primo Levi. E anche, tra i vari contenuti, un
ampio dossier dedicato al Talmud in occasione dell’uscita del secondo
trattato tradotto in italiano (Berakhòt, curato dal rav Gianfranco Di
Segni).
È in uscita il numero di gennaio del giornale dell’ebraismo Pagine
Ebraiche, con la giornata del 25 dicembre che dalla redazione è stata
intensamente dedicata all’allestimento e alla chiusura del mensile.
Tra i protagonisti di questo numero Franco Perlasca, che
nell’intervista del mese racconta la figura indimenticabile del padre
Giorgio (“Giusto tra le Nazioni” dal 1989). All’interno anche numerosi
approfondimenti dedicati all’ascesa dell’ultradestra in Austria, che
preoccupa sempre di più l’opinione pubblica internazionale; alla
complessa situazione degli ebrei venezuelani, che da tempo subiscono
pressioni e minacce; all’arrivo di Bitcoin sulla Dizengoff, una delle
strade più amate e frequentate di Tel Aviv.
Spazio anche alle opinioni sui grandi temi di attualità, con
all’interno anche un ritratto del rav Elio Toaff in occasione della
ripubblicazione del suo celebre saggio Perfidi giudei, fratelli
maggiori nuovamente in libreria da questo autunno con alcuni elementi
inediti. Uno sguardo in profondità sul suo magistero, sul suo impegno
di Dialogo che vide nella visita del papa Wojtyla al Tempio Maggiore il
suo momento più alto ma anche sui valori e sulle iniziative che
segnarono la sua formazione di uomo, rabbino e Maestro.
In
distribuzione anche i numeri di gennaio del giornale di cronache
comunitarie Italia ebraica e il mensile dei e per i bambini DafDaf. Tra
gli argomenti del primo l’inaugurazione di una nuova sala dedicata agli
ebrei libici all’interno del museo ebraico di Roma, con cui sono chiuse
le iniziative per il cinquantenario del loro arrivo in Italia (da
ricordare, tra le altre, la visita del premier Gentiloni in sinagoga);
l’omaggio delle istituzioni milanesi alla Fondazione Scuola, con uno
speciale riconoscimento conferito nel corso della serata per gli
Ambrogini d’Oro; la luce dell’identità e del Dialogo che ha acceso
molte città durante Chanukkah.
Il
Talmud protagonista anche sulle pagine di DafDaf, dove numerosi sono
gli spazi dedicati ai più piccoli tra mostre, letteratura, ricette
tutte da gustare. “Il mondo esiste solo per il respiro dei bambini che
vanno a scuola” si legge nell’apertura di DafDaf, in cui si cita una
delle frasi più celebri del Talmud. “Una vera e propria guida di vita a
360 gradi anche su un piano educativo, e per questo – si legge – la
cosa è particolarmente interessante”.
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l'iniziativa per bloccare le criptovalute
No ai bitcoin nella Borsa d'Israele
L'autorità che
controlla i mercati finanziari israeliani ha annunciato che
proporrà di bandire dalla borsa di Tel Aviv le società che
basano il loro business su Bitcoin e le altre criptovalute. A
riferirlo, tra gli altri, l'agenzia di stampa Reuters.
Shmuel Hauser, il presidente della Israel Securities Authority (Isa),
la Consob israeliana, ha detto durante una conferenza del magazine
Calcalist che porterà la proposta al consiglio di amministrazione della
Isa la prossima settimana.
"Non consentiremo la quotazione di società che hanno la loro
attività principale nelle valute digitali. Se invece è
già quotata, la negoziazione sarà sospesa ", ha detto Hauser,
aggiungendo che l'Isa dovrebbe al più presto trovare un sistema di
regole per queste aziende.
Dopo i crolli di questi giorni che lo hanno portato a perdere circa il
25% in una settimana, Bitcoin adesso sembra essersi stabilizzato
intorno ai 12mila euro, 5mila in meno rispetto ai picchi della scorsa
settimana.
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Aspettando Godot, e la pace |
Il
Consiglio di Sicurezza e l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite hanno
allietato la fine del 2017 mandando in scena delle condanne nei
riguardi degli Stati Uniti per aver deciso di spostare l’Ambasciata a
Gerusalemme, pur sapendo che è una decisione che non cambia
assolutamente nulla. Ma chi difende i palestinesi? Se la causa
palestinese fosse stata abbracciata dai Paesi arabi, avrebbero dovuto
consegnare loro Cisgiordania e Gaza nel 1948, anziché farle ricadere
sotto la loro giurisdizione; e visto che Gerusalemme Est era finita
sotto la giurisdizione giordana, quale migliore occasione per renderla
capitale palestinese? Invece, sono solo rimasti 19 campi profughi in
Cisgiordania e 9 a Gaza; è possibile che si viva in campi profughi a
casa propria?
Emanuele Calò
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