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 5 gennaio 2018 - 18 Tevet 5778
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
Zitti, fate piano, non le svegliate e lasciamole dormire. Anzi cantiamo insieme una antica ninna nanna, non sia mai detto che i rumori di protesta che arrivano dall’Iran le sveglino. “Nonna-nonna, nunnarèlla. Vieni ca sta figlia è bella; vieni e nun tardàri, ca se vòle addurmentàri…”. E mentre le belle figlie di Teheran lottano per il diritto a mostrare i loro capelli scoperti cosa fanno le belle figlie dell’Occidente e dell’Italia? Le nostre femmine femministe, le nostre attive combattenti per i diritti delle donne, cosa fanno? Le nanne.
 
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
direttore
Fondazione CDEC
Il 29 gennaio, nell’ambito della presidenza di turno italiana dell’OSCE, si svolgerà a Roma una importante conferenza internazionale sull’antisemitismo. Per la precisione si chiamerà “Rome International Conference on the Responsibility of States, Institutions and Individuals in the Fight against Anti-Semitism in the OSCE Area”. Un appuntamento che offre il senso del livello di sensibilizzazione che le istituzioni italiane hanno raggiunto sul tema. L’occasione assume un valore particolare per il livello dei rappresentanti di organismi internazionali che hanno assicurato la loro presenza. Il fatto che si organizzi a Roma un evento del genere segna a mio giudizio un importante salto di qualità nelle strategie di politica estera del nostro paese. Non si tratta infatti di un’occasione estemporanea.
 
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Appelfeld, l’ultimo saluto
Un esempio della grandezza dello scrittore israeliano Aharon Appelfeld, scomparso mercoledì notte all’età di 85 anni, sono le tante pagine a lui dedicate oggi dai quotidiani italiani. “Quando lo incontravi nel suo appartamento piccolo e tappezzato di libri alla periferia di Gerusalemme era inevitabile parlare della sua infanzia nei boschi per fuggire ai nazisti”, scrive Lorenzo Cremonesi sul Corriere raccontando l’incredibile biografia di Appelfeld, ricostruita ampiamente anche da Repubblica. E sempre sul Corriere, lo scrittore Alessandro Piperno ricorda il suo incontro con lo scrittore e il suo rapporto con il pubblico: “La sola cosa che si aspettava dai suoi lettori è che non dimenticassero mai che l’autore di quei libri così sconcertanti, sebbene ormai adulto, era ancora un bimbo. Nessun filtro, nessun fatalismo adulto lo aveva protetto da ciò che gli stava capitando”. Gli autori suoi amici erano Gershom Scholem e Philip Roth mentre il suo modello era Franz Kafka, scrive Alain Elkann su La Stampa, ricordando anche come Appelfeld fosse “diventato un uomo religioso, dava una grandissima importanza all’ebraismo, al suo essere ebreo, e si preoccupava che i giovani non dimenticassero quanto” accaduto in Europa. Sul quotidiano torinese Elena Loewenthal richiama le parole dell’autore rispetto al ebraico, lingua che “ha aperto non solo il mio cuore ch’era chiuso, mi ha anche ricondotto vicino ai miei avi… Non potevo immaginare che sarebbe stato l’ebraico e non la lingua di mia madre a restituirmi ciò che di immenso avevo perduto”.

Milano, il silenzio delle religioni sugli slogan antisemiti. Dopo i fatti del 9 dicembre scorso a Milano, dove nel corso di una manifestazione filopalestinese erano stati scanditi slogan antisemiti in arabo, e la condanna del sindaco Giuseppe Sala, sul Corriere interviene con una lettera al quotidiano il presidente dell’Assemblea dei rabbini italiani rav Alfonso Arbib. “Assistiamo a continui episodi di antisemitismo in Francia e in Svezia senza che ciò susciti rilevanti reazioni di indignazione. Riteniamo che tali reazioni debbano arrivare secondo noi soprattutto dalle autorità religiose, anche quelle islamiche. Reazioni che sono state finora assenti. Le autorità potrebbero e dovrebbero esprimere senza calcoli politici l’indignazione morale per quanto sta avvenendo”, scrive rav Arbib, facendo riferimento anche all’episodio milanese, su cui sta indagando la procura (Giornale). E dalla Comunità ebraica di Milano è arrivato un messaggio di ringraziamento, a firma dei presidente Milo Hasbani e Raffaele Besso, al sindaco e alle autorità, con la richiesta di discutere di quanto accaduto il 9 dicembre anche in Consiglio comunale.

Roma, ascoltare secondo le religioni. È dedicato all’ascolto il convegno nazionale vocazionale in corso a Roma che vede la partecipazione di rappresentati delle diverse confessioni religiose. Per parte ebraica, a riflettere sul termine ascolto, il rav Roberto Della Rocca, responsabile per l’educazione e la cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane: “Questa parola compare per la prima volta nel capitolo tre della Genesi -sottolinea il rav – Adamo si pone in ascolto di Dio nel giardino dell’Eden e l’ascolto è la chiave per innescare il processo della responsabilizzazione, ciò che dà all’uomo la possibilità di argomentare e giustificare la sua colpa” (Avvenire).
 
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  davar
lo straordinario intervento di rav sacks
"Davanti al futuro senza paura"
La lezione da 1,5 milioni di click

“'Questi sono i tempi', disse Thomas Paine, 'che mettono alla prova l'animo degli uomini'. E ora sfidano il nostro. È un momento pieno di conseguenze, per la storia dell'Occidente. Abbiamo visto elezioni laceranti, e società lacerate. Una crescita dell'estremismo in politica e nella religione, alimentato da ansietà, incertezza e paura, paura di un mondo che cambia a un ritmo quasi insostenibile, e con la sola certezza che quel ritmo aumenterà. Ho un amico, a Washington. Gli ho chiesto com'è stato vivere lì durante le recenti elezioni presidenziali. Mi ha risposto: 'Be', sembrava la barzelletta dell'uomo seduto sul ponte del Titanic, con un bicchiere di whiskey in mano, che dice, 'Certo che avevo chiesto del ghiaccio ma questo è esagerato'. Ma c'è qualcosa che possiamo fare, ognuno di noi, per riuscire ad affrontare il futuro senza paura? Penso di sì”. Questo l'incipit con cui rav Jonathan Sacks, una delle voci più ascoltate dell'ebraismo contemporaneo, ha dato il via lo scorso aprile al suo Ted Talks (le celebri conferenze internazionali di divulgazione culturale e scientifica) riflettendo - tra citazioni bibliche, letterarie, filosofiche, scientifiche – sulla minaccia del populismo e su come contrastare i vari istigatori all'odio. Dodici minuti, intervallati da molti applausi, che hanno catturato l'attenzione della rete, diventando virali: oltre 1,5 milioni di persone hanno infatti guardato il video disponibile sul sito dei TedTalks e su youtube (e visibile anche sul Portale dell'ebraismo italiano moked.it). “Grazie a tutti coloro che hanno guardato e condiviso il mio video”, ha commentato il rav, già rabbino capo di Gran Bretagna, in un tweet. “Per favore continuate a diffondere il suo messaggio, è ancora molto utile mentre stiamo entrando nel 2018”, ha sottolineato Sacks.
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dopo l'annuncio di trump sui tagli all'unrwa
Israele mette in guardia gli Usa:
'Senza fondi, a Gaza sarà il caos'

Il Premier israeliano Benjamin Netanyahu avrebbe chiesto all'amministrazione del Presidente americano Donald Trump di non tagliare i fondi all'Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dei profughi palestinesi (nell'immagine, l'ultimo vertice a Washington tra i due leader). A riferirlo, un funzionario del ministero degli Esteri israeliano, citato dalla stampa locale. Israele sarebbe dunque contraria ai tagli proposti dall'amministrazione Trump – annunciati dallo stesso Presidente su Twitter – nei confronti dell'agenzia di aiuti dell'Onu per i palestinesi perché le conseguenze potrebbero portare ad un disastro umanitario nella Striscia di Gaza. “Dietro le quinte, il Primo ministro (Netanyahu) è in contatto con gli americani per fare in modo di prevenire un massiccio taglio” all'Unrwa, affermava un servizio andato in onda sul canale due israeliano.
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l'ebraismo italiano dopo l'episodio di milano 
'Antisemitismo, autorità religiose non possono più stare in silenzio'
Serve una voce chiara da parte dell'autorità, in particolare quelle religiose, che stigmatizzino e condannino le manifestazioni antisemite in Europa e in Italia. Lo aveva sottolineato di recente la presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, facendo soprattutto riferimento alla manifestazione filopalestinese svoltasi a Milano il 9 dicembre scorso in cui alcuni manifestanti avevano urlato slogan antisemiti in arabo. Un fatto inquietante su cui ha scelto di intervenire anche il presidente dell'Assemblea dei rabbini italiani rav Alfonso Arbib. In una lettera pubblicata dal Corriere della Sera (5 gennaio 2017), il rav dichiara: “Siamo rimasti sconcertati dal fatto che in Italia possano risuonare slogan che invitino a massacrare gli ebrei. Negli ultimi giorni abbiamo assistito a prese di posizione sull'argomento da parte di politici milanesi e non, in particolare la denuncia dei deputati Piano e Bussolati e la dichiarazione del sindaco Sala. Crediamo però che ciò non sia sufficiente. II prossimo 27 gennaio ricorrerà il Giorno della Memoria e in quell'occasione sentiremo certamente e giustamente parlare dell'indifferenza che ha permesso l'attuazione della Shoah. Oggi dobbiamo dolorosamente constatare che quell'indifferenza continua ancora”.
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il cordoglio della comunità di verona
Lucia Roditi (1927-2018)
Novanta anni appena compiuti e tutti vissuti intensamente. Per difendere il valore della Memoria viva attraverso l’incontro con i più giovani, ma anche per creare un ponte sempre più solido tra Italia e Israele attraverso iniziative culturali e tanti impegni condivisi. Storica presidente della sezione locale dell’associazione Italia-Israele e già presidente delle donne ebree veronesi, Lucia Roditi Forneron lascia un grande vuoto.
A dare la notizia della sua scomparsa è Bruno Carmi, presidente della Comunità ebraica cittadina, che ne ricorda con gratitudine la figura di donna attiva e ricca di passione civile.
Insegnante di musica, Forneron era sopravvissuta alla Shoah riparando con la famiglia in Svizzera. Una fuga tra le montagne che è stata al centro di molteplici testimonianze nelle scuole e di una intervista-documentario, realizzata da Dario Dalla Mura e Elena Peloso, incentrata anche sull’emarginazione subita dalle Leggi Razziste del 1938 in poi.
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pilpul
La rivolta omessa
Tre settimane fa, in occasione di Chanukkà, parlavo della rivolta dei Maccabei dimenticata dai libri di storia. Mentre ci avviciniamo al Giorno della Memoria mi accorgo di un’altra rivolta ben più recente il cui ricordo sembra appannarsi sempre di più, quella del ghetto di Varsavia. Basti pensare che nel film uscito da poco “La signora dello zoo di Varsavia” l’insurrezione del ghetto è sparita quasi del tutto (si sente solo un appello via radio che pare cadere nel vuoto). Una simile scelta narrativa alcuni decenni fa sarebbe sembrata impossibile: allora non si poteva neppure nominare il ghetto di Varsavia senza pensare automaticamente alla rivolta. Se ne parlava continuamente, a scuola e nei movimenti giovanili; persino durante il seder di Pesach si era diffusa l’usanza (che alcuni mantengono tuttora) di recitare il rituale della rimembranza, un passo che connette il ricordo dei sei milioni di ebrei uccisi nella Shoah alla festività proprio perché, si afferma, la rivolta del ghetto di Varsavia è scoppiata nella prima sera di Pesach (e se la coincidenza di date non è esatta diventa ancora più significativa perché voluta). 

Anna Segre, insegnante
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Milano e gli slogan di piazza
“Khaybar, Khaybar...” questo grido risuonava una settimana fa in una manifestazione pro-palestinese in Piazza Cavour in piena Milano “bene” (o da bere?), nel tacito silenzio di media e istituzioni. Nel video che ha fatto il giro su varie pagine Facebook, oltre alle bandiere palestinesi si vedono in lontananza anche bandiere italiane e... turche! Circostanza che dovrebbe sottolineare come i promotori della manifestazione – a quanto pare alcune associazioni islamiche e di palestinesi italiani – abbiano le idee molto chiare sui concetti di libertà, democrazia e diritti delle minoranze. L'uso poi della battaglia di Khaybar (628) all'interno della retorica anti-israeliana e antisemita, è un'altra testimonianza della lucidità degli stessi, visto che gli ebrei della tribù dei Banu Nadir erano probabilmente o autoctoni “ebraizzati” o ebrei rifugiati dalla Palestina, quindi stando a questo tipo di propaganda dovrebbero semmai essere paragonati ai palestinesi attuali “dominati".

Francesco Moises Bassano
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La ruota delle meraviglie
La ruota delle meraviglie, è il nuovo film di Woody Allen, ambientato nella colorata Coney Island, degli anni cinquanta, parco di divertimenti ma anche covo di banditi feroci, che fin da sempre appassionano Allen.

Tiziana Della Rocca
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