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17 Gennaio 2018 - 1 Shevat 5778
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Giuseppe Momigliano,
rabbino
Oggi 17 gennaio, nel calendario ebraico Rosh Chodesh, inizio del mese di Shevat, si svolgono diversi incontri di carattere interreligioso nell’ambito della giornata dedicata al dialogo della Chiesa Cattolica con gli ebrei; dallo scorso anno, dopo l’analisi dei Dieci Comandamenti, la giornata è dedicata allo studio delle Cinque Meghillot – i Rotoli – quest’anno in particolare l’attenzione è rivolta alla Meghillà di Ekhà, nota in italiano come Lamentazioni. Questo libro biblico – fa parte dei Ketuvim, gli Agiografi - presenta, in un’elaborata forma poetica, descrizioni e sentimenti legati alla desolazione di Gerusalemme conquistata dai nemici e alla distruzione del Santuario.
 
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Davide
Assael,
ricercatore
Importanti manifestazioni di piazza in Tunisia, l’unico Paese in cui le rivolte arabe degli anni scorsi sembrano aver innescato un processo politico di cambiamento. Le proteste, come noto, sono dovute alla mancanza di lavoro e, soprattutto, all’altissimo tasso di disoccupazione giovanile. Anche tra i laureati. La cosa che più mi sorprende è che siano dati molto simili a quelli italiani di questi anni. Da noi, tracce di contestazioni dei giovani: zero. Da quelle parti: imponenti proteste e manifestazioni, che hanno costretto il governo a scendere a patti. Forse, un ulteriore dato che il futuro non appartenga all’Europa, sempre più Vecchio Continente.
 
L'UE contro Fontana
Arriva anche dall’Europa la condanna alle parole del candidato del centrodestra Attilio Fontana che aveva parlato di “razza bianca che rischia di sparire”. “Quelle parole sono scandalose, ma ho fiducia nel popolo italiano”, afferma Pierre Moscovici, commissario per gli Affari economici Ue (Corriere). Fontana ha cercato di scusare le sue parole, definendole un lapsus, aggiungendo però che “dovremmo cambiare anche la Costituzione, perché è la prima a dire che esistono delle razze”, in riferimento all’articolo 3. “Quella frase infelice che vuole associare la razza alla Carta – scrive Nadia Urbinati, docente alla Columbia University, su Repubblica – ha tutta l’intenzione di mettere in circolo l’idea assolutamente sbagliata per cui non ci sarebbe proprio nulla di male ad essere razzisti, visto che la stessa Costituzione giustifica il ricorso al discorso della razza”. E sul Corriere della Sera – che scrive anche delle condanne bipartisan alle parole di Fontana – Gian Antonio Stella elenca le uscite razziste (lapsus) della Lega Nord, partito del candidato Fontana, nel recente passato tra cui quella in consiglio comunale del leghista trevisano Giorgio Bettio, “Occorre usare con gli immigrati lo stesso metodo delle SS: punirne dieci per ogni torto a un nostro cittadino”. “Ma la Lega non è razzista…”, conclude laconicamente Stella. Diverso invece il tenore delle parole del co-presidente della Comunità ebraica di Milano Raffaele Besso, che all’Ansa ha detto: “Conosco da molti anni Attilio Fontana e l’ho sempre ritenuto una persona perbene”, aggiungendo, in merito alla frase sulla razza, “questa cosa mi ha meravigliato perché ritengo sia molto grave”. “Ho preso atto – prosegue Besso – del fatto che si sia rimangiato quello che ha detto affermando che è stato un lapsus”. Fontana per parte sua ha detto di “essere rimasto profondamente colpito dalle parole di grande equilibrio, comprensione e pacatezza, da parte di un saggio amico di vecchia data quale Raffaele Besso, copresidente della Comunità Ebraica milanese, Comunità in cui mi onoro di avere tanti amici da una vita, come il professor Enrico Mairov e come Walker Meghnagi, di cui apprezzo la vicinanza e la reciproca immutata stima”. Il Giornale Milano – che titola, “Per ebrei e consigliere di colore Fontana è ‘persona perbene’”, usando le parole di Besso per giustificare il candidato leghista – dà spazio alle parole di Roberta Vital, presentata come componente dell’Osservatorio Solomon contro le discriminazioni, secondo cui “Se dici ‘razza bianca’ si sollevano (giustamente) i media. Se urli ‘a morte gli ebrei’ i media spariscono”.
 
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  davar
la conferenza stampa al miur 
"Memoria, pilastro educativo"
Contro il fascismo di ritorno, contro nuovi e antichi pregiudizi, per un ricordo consapevole nell’ottantesimo anniversario delle Leggi razziste. Molteplici le iniziative messe in campo per il Giorno della Memoria e in tutto il 2018 dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
“Abbiamo una responsabilità forte nei confronti della conoscenza del passato. Quella conoscenza che ti permette di cogliere gli elementi critici nella modernità, i segnali di pericolo” ha affermato la ministra Valeria Fedeli. Tante le iniziative in cantiere o di prossima realizzazione: il Viaggio della Memoria con gli studenti italiani, organizzato insieme all’UCEI; la premiazione dei ragazzi che hanno partecipato al concorso I giovani ricordano la Shoah al Quirinale; i seminari in corso di realizzazione con lo Yad Vashem, le linee guida sull’insegnamento della Shoah, la mappatura dei luoghi italiani della Memoria e molto altro ancora. “Il piano che presentiamo tiene insieme linguaggi e strumenti educativi adeguati alla crescita di studentesse e studenti. Per costruire una cittadinanza attiva – ha osservato la ministra – e fare della Memoria un punto qualificante della formazione”.
Concorda la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, che afferma: “Quel che leggiamo sui libri storia è divenuta realtà riportata dai quotidiani: esclusioni, razzismi, saluto romano. Non possiamo ignorare questa tendenza e dobbiamo dare una risposta di tipo culturale e profonda che inizia dalla frequenza della scuola. Ecco perché, ha spiegato, è stato delineato un chiaro percorso rivolto alle nuove generazioni e non solo: “Dalla tutela della razza alla tutela dei diritti. Dalla legittimazione dell’odio alla tutela contro ogni odio”.
Al tavolo dei relatori, introdotti da Marcello Pezzetti, l’ambasciatore Sandro De Bernardin, l’onorevole Milena Santerini, il professor Alberto Melloni, il direttore di Rai Ragazzi Luca Milano, la regista Rosalba Vitellaro, la direttrice del Meis Simonetta Della Seta, il presidente della Fondazione Museo della Shoah di Roma Mario Venezia e il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini.
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numerose le iniziative in agenda
A ottanta anni dalle Leggi

L'impegno nelle scuole 
Numerose le iniziative presentate stamattina nel corso della conferenza stampa al ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, volte a confermare l’impegno del ministero, in collaborazione con l’Unione Comunità Ebraiche Italiane e con altre istituzioni, ebraiche e non, alla diffusione della conoscenza della Shoah e per la trasmissione della Memoria.
Nel 2018 l’impegno sarà concentrato sull’ottantesimo anniversario della promulgazione delle leggi antiebraiche. In occasione di questa ricorrenza, l’Italia ha infatti accettato la Presidenza Mondiale dell’Ihra, l’organismo internazionale che si occupa della memoria della Shoah e dell’educazione delle nuove generazioni. Per questa Presidenza del 2018, il Miur – che ha affidato la guida della delegazione Italiana all’Ambasciatore Sandro De Bernardin – organizzerà un intenso programma di attività, sotto la cui egida si realizzeranno la maggior parte degli interventi che verranno promossi.
A tale intenso filone di attività, si aggiungono le iniziative che il Miur e l’UCEI organizzano annualmente, e cioè il Viaggio della Memoria, che quest’anno avrà luogo dal 21 al 23 gennaio, e il concorso “I giovani ricordano la Shoah”, la cui premiazione avverrà come ogni anno al Palazzo del Quirinale, il prossimo 25 gennaio.
Ma sono molte le nuove attività promosse da Miur e UCEI, in base alla lettera di intenti siglata lo scorso gennaio a Cracovia. Fra queste, una mostra itinerante basata sui lavori del concorso “I giovani ricordano la Shoah”, giunto ormai alla XVI edizione; il primo seminario nazionale di formazione rivolto a docenti e dirigenti scolastici di ogni ordine e grado, per l’approfondimento delle tematiche relative alla Shoah; e un portale nazionale per la pubblicazione e la divulgazione delle buone pratiche nazionali per l’educazione alla Shoah nelle scuole.


i deliri dell'esponente leghista sulla "razza"
Fontana, la condanna della UE:

"I cittadini sono tutti uguali"
“Dobbiamo proteggere i valori che condividiamo da europei: siamo tutti uguali, non dipende dalla razza o dalla religione. Credo che il pericolo per l’Europa non venga da altri paesi o altre religioni, ma dalla paura che ispira troppo spesso l’esclusione degli altri. Questa paura fa parte della nostra storia europea la grandissima vittoria avuta dopo le due guerre è che i diritti umani sono fondamentali per i nostri Paesi”. Ad affermarlo il vicepresidente della Commissione dell’Unione europea Frans Timmermans, intervenendo nel dibattito scatenato dalle parole del candidato del centrodestra in Lombardia Attilio Fontana. “Dobbiamo decidere se la nostra etnia, se la nostra razza bianca, se la nostra società deve continuare a esistere o se deve essere cancellata” aveva detto Fontana. Parole definite scandalose da Pierre Moscovici, commissario per gli Affari economici Ue. L’ex sindaco di Varese in quota Lega Nord ha poi cercato di giustificarsi definendo le sue affermazioni un “lapsus” e aggiungendo però che “dovremmo cambiare anche la Costituzione, perché è la prima a dire che esistono delle razze”, in riferimento all’articolo 3. Un tema a cui Pagine Ebraiche ha dedicato un intero dossier, ricordando che “Le razze non esistono. Il razzismo sì”.
“Saremmo più onesti – spiegava il genetista Guido Barbujani in una lunga intervista al giornale dell’ebraismo italiano – se invece che mascherarci dietro a questioni di razze ammettessimo che ‘tra me e te ci sono differenze genetiche minuscole, il fatto è che proprio non sopporto la tua cultura’; almeno saremmo sinceri”.
Le esternazioni del candidato del centrodestra in Lombardia hanno in ogni caso ricevuto dure condanne da parte di tutto il mondo politico (ad eccezione della Lega, con il leader Matteo Salvini che ha difeso Fontana) ma di cui, secondo la firma del Corriere della Sera Gian Antonio Stella, non ci si può stupire: Stella elenca (Corriere di oggi) altre uscite razziste di esponenti della Lega del passato tra cui quella in consiglio comunale del leghista trevisano Giorgio Bettio, “Occorre usare con gli immigrati lo stesso metodo delle SS: punirne dieci per ogni torto a un nostro cittadino”, o quelle di Roberto Calderoli, “gli immigrati tornino nel deserto a parlare con i cammelli o nella giungla con le scimmie”. “Ma la Lega non è razzista…”, le parole con cui Stella conclude laconicamente il suo articolo citando in conclusione il discorso di Fontana. Diversa invece la valutazione del co-presidente della Comunità ebraica di Milano Raffaele Besso, che all’Ansa ha detto: “Conosco da molti anni Attilio Fontana e l’ho sempre ritenuto una persona perbene”. A proposito della frase sulla "razza bianca", Besso ha affermato: "Questa cosa mi ha meravigliato perché ritengo sia molto grave”.
“Ho preso atto – ha poi proseguito – del fatto che si sia rimangiato quello che ha detto affermando che è stato un lapsus”. Fontana per parte sua ha detto di “essere rimasto profondamente colpito dalle parole di grande equilibrio, comprensione e pacatezza, da parte di un saggio amico di vecchia data quale Raffaele Besso, copresidente della Comunità ebraica milanese. Comunità in cui mi onoro di avere tanti amici da una vita, come il professor Enrico Mairov e come Walker Meghnagi, di cui apprezzo la vicinanza e la reciproca immutata stima”.
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la riunione dell'ufficio nazionale
UCEI, nuove sfide per i giovani
Giornata interamente dedicata ai giovani quella di domenica. Alla presenza del rav Roberto della Rocca, nella sede dell’UCEI si è infatti svolta una proficua riunione dei madrichim dell’Ufficio Giovani Nazionale, che si sono incontrati per fare il punto sul lavoro svolto finora nelle piccole Comunità, organizzare il piano di lavoro degli eventi futuri e soprattutto ricevere un ulteriore training per rafforzare coesione e professionalità.
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pilpul
Ticketless - Antisemitismo
Scorro i dati sull’antisemitismo nell’Italia di oggi: un problema assai più serio di quanto non fosse ai tempi in cui studiavo all’università. Non solo in rete, o nelle curve degli stadi, il disagio che si prova è grande davvero. Inevitabile, anche per chi come me diffida dei paragoni storici, la tentazione di un confronto. Anche perché si è costretti a leggere questi allarmanti dati statistici insieme ai più recenti studi sull’antisemitismo fascista, che provano a spiegarci come l’odio fascista contro gli ebrei fosse già percepibile nella seconda metà degli anni Venti e nei primi anni Trenta. La domanda è scomodissima e scorrettissima: nel formularla in maniera brutale, mi scuso in partenza. Nel periodo di maggiore consenso al Duce, siamo proprio sicuri che l’antisemitismo fosse così udibile come lo è oggi per le nostre antenne rese più sensibili dalla Shoah e per questo forse più oggettive? I nostri genitori e nonni, a scuola e per le strade, nei primi anni Trenta, siamo proprio sicuri che fossero costretti a tollerare tante frasi così orribili come se ne ascoltano sulla metro o nei dialoghi fra studenti nei corridoi delle scuole? Non parliamo poi dell’antisemitismo italiano in età liberale, la cui gravità a me sembra sia stata sopravalutata dagli storici oltre misura, ma sbaglierò. So di dire cose che vanno contro corrente, ma l’armadio del pregiudizio a me sembra oggi più ricolmo di odio che nella prima metà del XX secolo.

Alberto Cavaglion

Periscopio - Lapsus 
Sono abituato, per natura, ad accettare le scuse o le rettifiche presentate da qualcuno, a proposito di qualche “voce dal sen fuggita”, senza stare troppo a chiedermi se e in che misura le parole di ritrattazione o di chiarimento siano sentite e sincere, o non rappresentino invece un semplice tentativo di rimediare al danno arrecato.

Francesco Lucrezi
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Camera a Theresienstadt
Dal 1942 al 1944 a Theresienstadt, su disposizione di Joseph Goebbels e grazie alle unità cinematografiche in dotazione, sia delle SS che della Sicherheitsdienst, furono realizzati due film di propaganda per scopi differenti ma con identiche finalità pseudo–documentaristiche; in entrambi i film si riscontrano preziose testimonianze di attività musicale.

Francesco Lotoro Leggi


Gli ebrei libici e la cittadinanza
Gli ebrei fuggiti dalla Libia nel ’48-51 sono oltre trenta mila. Rappresentavano il 90 per cento della comunità ebraica locale. La loro fu una fuga in massa, trasfigurata in un sogno di rinascita. L’esilio divenne esodo e la fuga un sogno di riscatto.
Gli ebrei di Libia hanno idealmente fatto parte dell’ebraismo italiano per oltre quaranta anni. Come “indigeni”, secondo la logica del discorso fascista e coloniale, che avevano però un rabbino capo italiano nominato in Italia.
Gli ebrei di Libia hanno subito le persecuzioni del fascismo e vissuto le esperienze della deportazione prima che cominciassero dall’Italia dopo l’occupazione tedesca.


David Meghnagi
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Cartoon contro l'infamia
L’idea, lanciata da Roberto Genovesi, direttore artistico di Cartoons on the Bay (che si svolgerà a Torino dal 12 al 14 aprile 2018), ha raccolto l’adesione di bella gente come Bruno Bozzetto, Giorgio Cavazzano e tanti altri rappresentanti del fumetto e del cinema di animazione. Fumetti e cartoni animati preparati apposta per ricordare la vergogna italiana del 1938.

Angelica Edna Calo Livne
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