Giuseppe Momigliano,
rabbino
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Oggi
17 gennaio, nel calendario ebraico Rosh Chodesh, inizio del mese di
Shevat, si svolgono diversi incontri di carattere interreligioso
nell’ambito della giornata dedicata al dialogo della Chiesa Cattolica
con gli ebrei; dallo scorso anno, dopo l’analisi dei Dieci
Comandamenti, la giornata è dedicata allo studio delle Cinque Meghillot
– i Rotoli – quest’anno in particolare l’attenzione è rivolta alla
Meghillà di Ekhà, nota in italiano come Lamentazioni. Questo libro
biblico – fa parte dei Ketuvim, gli Agiografi - presenta, in
un’elaborata forma poetica, descrizioni e sentimenti legati alla
desolazione di Gerusalemme conquistata dai nemici e alla distruzione
del Santuario.
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Davide
Assael,
ricercatore
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Importanti
manifestazioni di piazza in Tunisia, l’unico Paese in cui le rivolte
arabe degli anni scorsi sembrano aver innescato un processo politico di
cambiamento. Le proteste, come noto, sono dovute alla mancanza di
lavoro e, soprattutto, all’altissimo tasso di disoccupazione giovanile.
Anche tra i laureati. La cosa che più mi sorprende è che siano dati
molto simili a quelli italiani di questi anni. Da noi, tracce di
contestazioni dei giovani: zero. Da quelle parti: imponenti proteste e
manifestazioni, che hanno costretto il governo a scendere a patti.
Forse, un ulteriore dato che il futuro non appartenga all’Europa,
sempre più Vecchio Continente.
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L'UE contro Fontana
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Arriva
anche dall’Europa la condanna alle parole del candidato del
centrodestra Attilio Fontana che aveva parlato di “razza bianca che
rischia di sparire”. “Quelle parole sono scandalose, ma ho fiducia nel
popolo italiano”, afferma Pierre Moscovici, commissario per gli Affari
economici Ue (Corriere). Fontana ha cercato di scusare le sue parole,
definendole un lapsus, aggiungendo però che “dovremmo cambiare anche la
Costituzione, perché è la prima a dire che esistono delle razze”, in
riferimento all’articolo 3. “Quella frase infelice che vuole associare
la razza alla Carta – scrive Nadia Urbinati, docente alla Columbia
University, su Repubblica – ha tutta l’intenzione di mettere in circolo
l’idea assolutamente sbagliata per cui non ci sarebbe proprio nulla di
male ad essere razzisti, visto che la stessa Costituzione giustifica il
ricorso al discorso della razza”. E sul Corriere della Sera – che
scrive anche delle condanne bipartisan alle parole di Fontana – Gian
Antonio Stella elenca le uscite razziste (lapsus) della Lega Nord,
partito del candidato Fontana, nel recente passato tra cui quella in
consiglio comunale del leghista trevisano Giorgio Bettio, “Occorre
usare con gli immigrati lo stesso metodo delle SS: punirne dieci per
ogni torto a un nostro cittadino”. “Ma la Lega non è razzista…”,
conclude laconicamente Stella. Diverso invece il tenore delle parole
del co-presidente della Comunità ebraica di Milano Raffaele Besso, che
all’Ansa ha detto: “Conosco da molti anni Attilio Fontana e l’ho sempre
ritenuto una persona perbene”, aggiungendo, in merito alla frase sulla
razza, “questa cosa mi ha meravigliato perché ritengo sia molto grave”.
“Ho preso atto – prosegue Besso – del fatto che si sia rimangiato
quello che ha detto affermando che è stato un lapsus”. Fontana per
parte sua ha detto di “essere rimasto profondamente colpito dalle
parole di grande equilibrio, comprensione e pacatezza, da parte di un
saggio amico di vecchia data quale Raffaele Besso, copresidente della
Comunità Ebraica milanese, Comunità in cui mi onoro di avere tanti
amici da una vita, come il professor Enrico Mairov e come Walker
Meghnagi, di cui apprezzo la vicinanza e la reciproca immutata stima”.
Il Giornale Milano – che titola, “Per ebrei e consigliere di colore
Fontana è ‘persona perbene’”, usando le parole di Besso per
giustificare il candidato leghista – dà spazio alle parole di Roberta
Vital, presentata come componente dell’Osservatorio Solomon contro le
discriminazioni, secondo cui “Se dici ‘razza bianca’ si sollevano
(giustamente) i media. Se urli ‘a morte gli ebrei’ i media spariscono”.
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la conferenza stampa al miur
"Memoria, pilastro educativo"
Contro
il fascismo di ritorno, contro nuovi e antichi pregiudizi, per un
ricordo consapevole nell’ottantesimo anniversario delle Leggi razziste.
Molteplici le iniziative messe in campo per il Giorno della Memoria e
in tutto il 2018 dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e della
Ricerca.
“Abbiamo una responsabilità forte nei confronti della conoscenza del
passato. Quella conoscenza che ti permette di cogliere gli elementi
critici nella modernità, i segnali di pericolo” ha affermato la
ministra Valeria Fedeli. Tante le iniziative in cantiere o di prossima
realizzazione: il Viaggio della Memoria con gli studenti italiani,
organizzato insieme all’UCEI; la premiazione dei ragazzi che hanno
partecipato al concorso I giovani ricordano la Shoah al Quirinale; i
seminari in corso di realizzazione con lo Yad Vashem, le linee guida
sull’insegnamento della Shoah, la mappatura dei luoghi italiani della
Memoria e molto altro ancora. “Il piano che presentiamo tiene insieme
linguaggi e strumenti educativi adeguati alla crescita di studentesse e
studenti. Per costruire una cittadinanza attiva – ha osservato la
ministra – e fare della Memoria un punto qualificante della formazione”.
Concorda la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
Noemi Di Segni, che afferma: “Quel che leggiamo sui libri storia è
divenuta realtà riportata dai quotidiani: esclusioni, razzismi, saluto
romano. Non possiamo ignorare questa tendenza e dobbiamo dare una
risposta di tipo culturale e profonda che inizia dalla frequenza della
scuola. Ecco perché, ha spiegato, è stato delineato un chiaro percorso
rivolto alle nuove generazioni e non solo: “Dalla tutela della razza
alla tutela dei diritti. Dalla legittimazione dell’odio alla tutela
contro ogni odio”.
Al tavolo dei relatori, introdotti da Marcello Pezzetti, l’ambasciatore
Sandro De Bernardin, l’onorevole Milena Santerini, il professor Alberto
Melloni, il direttore di Rai Ragazzi Luca Milano, la regista Rosalba
Vitellaro, la direttrice del Meis Simonetta Della Seta, il presidente
della Fondazione Museo della Shoah di Roma Mario Venezia e il
vicepresidente del Csm Giovanni Legnini. Leggi
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numerose le iniziative in agenda A ottanta anni dalle Leggi
L'impegno nelle scuole Numerose
le iniziative presentate stamattina nel corso della conferenza stampa
al ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, volte a confermare
l’impegno del ministero, in collaborazione con l’Unione Comunità
Ebraiche Italiane e con altre istituzioni, ebraiche e non, alla
diffusione della conoscenza della Shoah e per la trasmissione della
Memoria.
Nel 2018 l’impegno sarà concentrato sull’ottantesimo anniversario della
promulgazione delle leggi antiebraiche. In occasione di questa
ricorrenza, l’Italia ha infatti accettato la Presidenza Mondiale
dell’Ihra, l’organismo internazionale che si occupa della memoria della
Shoah e dell’educazione delle nuove generazioni. Per questa Presidenza
del 2018, il Miur – che ha affidato la guida della delegazione Italiana
all’Ambasciatore Sandro De Bernardin – organizzerà un intenso programma
di attività, sotto la cui egida si realizzeranno la maggior parte degli
interventi che verranno promossi.
A tale intenso filone di attività, si aggiungono le iniziative che il
Miur e l’UCEI organizzano annualmente, e cioè il Viaggio della Memoria,
che quest’anno avrà luogo dal 21 al 23 gennaio, e il concorso “I
giovani ricordano la Shoah”, la cui premiazione avverrà come ogni anno
al Palazzo del Quirinale, il prossimo 25 gennaio.
Ma sono molte le nuove attività promosse da Miur e UCEI, in base alla
lettera di intenti siglata lo scorso gennaio a Cracovia. Fra queste,
una mostra itinerante basata sui lavori del concorso “I giovani
ricordano la Shoah”, giunto ormai alla XVI edizione; il primo seminario
nazionale di formazione rivolto a docenti e dirigenti scolastici di
ogni ordine e grado, per l’approfondimento delle tematiche relative
alla Shoah; e un portale nazionale per la pubblicazione e la
divulgazione delle buone pratiche nazionali per l’educazione alla Shoah
nelle scuole.
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i deliri dell'esponente leghista sulla "razza" Fontana, la condanna della UE:
"I cittadini sono tutti uguali" “Dobbiamo
proteggere i valori che condividiamo da europei: siamo tutti uguali,
non dipende dalla razza o dalla religione. Credo che il pericolo per
l’Europa non venga da altri paesi o altre religioni, ma dalla paura che
ispira troppo spesso l’esclusione degli altri. Questa paura fa parte
della nostra storia europea la grandissima vittoria avuta dopo le due
guerre è che i diritti umani sono fondamentali per i nostri Paesi”. Ad
affermarlo il vicepresidente della Commissione dell’Unione europea
Frans Timmermans, intervenendo nel dibattito scatenato dalle parole del
candidato del centrodestra in Lombardia Attilio Fontana. “Dobbiamo
decidere se la nostra etnia, se la nostra razza bianca, se la nostra
società deve continuare a esistere o se deve essere cancellata” aveva
detto Fontana. Parole definite scandalose da Pierre Moscovici,
commissario per gli Affari economici Ue. L’ex sindaco di Varese in
quota Lega Nord ha poi cercato di giustificarsi definendo le sue
affermazioni un “lapsus” e aggiungendo però che “dovremmo cambiare
anche la Costituzione, perché è la prima a dire che esistono delle
razze”, in riferimento all’articolo 3. Un tema a cui Pagine Ebraiche ha
dedicato un intero dossier, ricordando che “Le razze non esistono. Il
razzismo sì”.
“Saremmo più onesti – spiegava il genetista Guido Barbujani in una
lunga intervista al giornale dell’ebraismo italiano – se invece che
mascherarci dietro a questioni di razze ammettessimo che ‘tra me e te
ci sono differenze genetiche minuscole, il fatto è che proprio non
sopporto la tua cultura’; almeno saremmo sinceri”.
Le esternazioni del candidato del centrodestra in Lombardia hanno in
ogni caso ricevuto dure condanne da parte di tutto il mondo politico
(ad eccezione della Lega, con il leader Matteo Salvini che ha difeso
Fontana) ma di cui, secondo la firma del Corriere della Sera Gian
Antonio Stella, non ci si può stupire: Stella elenca (Corriere di oggi)
altre uscite razziste di esponenti della Lega del passato tra cui
quella in consiglio comunale del leghista trevisano Giorgio Bettio,
“Occorre usare con gli immigrati lo stesso metodo delle SS: punirne
dieci per ogni torto a un nostro cittadino”, o quelle di Roberto
Calderoli, “gli immigrati tornino nel deserto a parlare con i cammelli
o nella giungla con le scimmie”. “Ma la Lega non è razzista…”, le
parole con cui Stella conclude laconicamente il suo articolo citando in
conclusione il discorso di Fontana. Diversa invece la valutazione del
co-presidente della Comunità ebraica di Milano Raffaele Besso, che
all’Ansa ha detto: “Conosco da molti anni Attilio Fontana e l’ho sempre
ritenuto una persona perbene”. A proposito della frase sulla "razza
bianca", Besso ha affermato: "Questa cosa mi ha meravigliato perché
ritengo sia molto grave”.
“Ho preso atto – ha poi proseguito – del fatto che si sia rimangiato
quello che ha detto affermando che è stato un lapsus”. Fontana per
parte sua ha detto di “essere rimasto profondamente colpito dalle
parole di grande equilibrio, comprensione e pacatezza, da parte di un
saggio amico di vecchia data quale Raffaele Besso, copresidente della
Comunità ebraica milanese. Comunità in cui mi onoro di avere tanti
amici da una vita, come il professor Enrico Mairov e come Walker
Meghnagi, di cui apprezzo la vicinanza e la reciproca immutata stima”. Leggi
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Ticketless - Antisemitismo
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Scorro
i dati sull’antisemitismo nell’Italia di oggi: un problema assai più
serio di quanto non fosse ai tempi in cui studiavo all’università. Non
solo in rete, o nelle curve degli stadi, il disagio che si prova è
grande davvero. Inevitabile, anche per chi come me diffida dei paragoni
storici, la tentazione di un confronto. Anche perché si è costretti a
leggere questi allarmanti dati statistici insieme ai più recenti studi
sull’antisemitismo fascista, che provano a spiegarci come l’odio
fascista contro gli ebrei fosse già percepibile nella seconda metà
degli anni Venti e nei primi anni Trenta. La domanda è scomodissima e
scorrettissima: nel formularla in maniera brutale, mi scuso in
partenza. Nel periodo di maggiore consenso al Duce, siamo proprio
sicuri che l’antisemitismo fosse così udibile come lo è oggi per le
nostre antenne rese più sensibili dalla Shoah e per questo forse più
oggettive? I nostri genitori e nonni, a scuola e per le strade, nei
primi anni Trenta, siamo proprio sicuri che fossero costretti a
tollerare tante frasi così orribili come se ne ascoltano sulla metro o
nei dialoghi fra studenti nei corridoi delle scuole? Non parliamo poi
dell’antisemitismo italiano in età liberale, la cui gravità a me sembra
sia stata sopravalutata dagli storici oltre misura, ma sbaglierò. So di
dire cose che vanno contro corrente, ma l’armadio del pregiudizio a me
sembra oggi più ricolmo di odio che nella prima metà del XX secolo.
Alberto Cavaglion
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Periscopio - Lapsus |
Sono
abituato, per natura, ad accettare le scuse o le rettifiche presentate
da qualcuno, a proposito di qualche “voce dal sen fuggita”, senza stare
troppo a chiedermi se e in che misura le parole di ritrattazione o di
chiarimento siano sentite e sincere, o non rappresentino invece un
semplice tentativo di rimediare al danno arrecato.
Francesco Lucrezi
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Camera a Theresienstadt
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Dal
1942 al 1944 a Theresienstadt, su disposizione di Joseph Goebbels e
grazie alle unità cinematografiche in dotazione, sia delle SS che della
Sicherheitsdienst, furono realizzati due film di propaganda per scopi
differenti ma con identiche finalità pseudo–documentaristiche; in
entrambi i film si riscontrano preziose testimonianze di attività
musicale.
Francesco Lotoro Leggi
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Gli ebrei libici e la cittadinanza
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Gli
ebrei fuggiti dalla Libia nel ’48-51 sono oltre trenta mila.
Rappresentavano il 90 per cento della comunità ebraica locale. La loro
fu una fuga in massa, trasfigurata in un sogno di rinascita. L’esilio
divenne esodo e la fuga un sogno di riscatto.
Gli ebrei di Libia hanno idealmente fatto parte dell’ebraismo italiano
per oltre quaranta anni. Come “indigeni”, secondo la logica del
discorso fascista e coloniale, che avevano però un rabbino capo
italiano nominato in Italia.
Gli ebrei di Libia hanno subito le persecuzioni del fascismo e vissuto
le esperienze della deportazione prima che cominciassero dall’Italia
dopo l’occupazione tedesca.
David Meghnagi
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Cartoon contro l'infamia
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L’idea,
lanciata da Roberto Genovesi, direttore artistico di Cartoons on the
Bay (che si svolgerà a Torino dal 12 al 14 aprile 2018), ha raccolto
l’adesione di bella gente come Bruno Bozzetto, Giorgio Cavazzano e
tanti altri rappresentanti del fumetto e del cinema di animazione.
Fumetti e cartoni animati preparati apposta per ricordare la vergogna
italiana del 1938.
Angelica Edna Calo Livne
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