“Fontana? Parole scandalose”
L’Ue contro il candidato leghista

rassegnaArriva anche dall’Europa la condanna alle parole del candidato del centrodestra Attilio Fontana che aveva parlato di “razza bianca che rischia di sparire”. “Quelle parole sono scandalose, ma ho fiducia nel popolo italiano”, afferma Pierre Moscovici, commissario per gli Affari economici Ue (Corriere). Fontana ha cercato di scusare le sue parole, definendole un lapsus, aggiungendo però che “dovremmo cambiare anche la Costituzione, perché è la prima a dire che esistono delle razze”, in riferimento all’articolo 3. “Quella frase infelice che vuole associare la razza alla Carta – scrive Nadia Urbinati, docente alla Columbia University, su Repubblica – ha tutta l’intenzione di mettere in circolo l’idea assolutamente sbagliata per cui non ci sarebbe proprio nulla di male ad essere razzisti, visto che la stessa Costituzione giustifica il ricorso al discorso della razza”. E sul Corriere della Sera – che scrive anche delle condanne bipartisan alle parole di Fontana – Gian Antonio Stella elenca le uscite razziste (lapsus) della Lega Nord, partito del candidato Fontana, nel recente passato tra cui quella in consiglio comunale del leghista trevisano Giorgio Bettio, “Occorre usare con gli immigrati lo stesso metodo delle SS: punirne dieci per ogni torto a un nostro cittadino”. “Ma la Lega non è razzista…”, conclude laconicamente Stella. Diverso invece il tenore delle parole del co-presidente della Comunità ebraica di Milano Raffaele Besso, che all’Ansa ha detto: “Conosco da molti anni Attilio Fontana e l’ho sempre ritenuto una persona perbene”, aggiungendo, in merito alla frase sulla razza, “questa cosa mi ha meravigliato perché ritengo sia molto grave”. “Ho preso atto – prosegue Besso – del fatto che si sia rimangiato quello che ha detto affermando che è stato un lapsus”. Fontana per parte sua ha detto di “essere rimasto profondamente colpito dalle parole di grande equilibrio, comprensione e pacatezza, da parte di un saggio amico di vecchia data quale Raffaele Besso, copresidente della Comunità Ebraica milanese, Comunità in cui mi onoro di avere tanti amici da una vita, come il professor Enrico Mairov e come Walker Meghnagi, di cui apprezzo la vicinanza e la reciproca immutata stima”. Il Giornale Milano – che titola, “Per ebrei e consigliere di colore Fontana è ‘persona perbene’”, usando le parole di Besso per giustificare il candidato leghista – dà spazio alle parole di Roberta Vital, presentata come componente dell’Osservatorio Solomon contro le discriminazioni, secondo cui “Se dici ‘razza bianca’ si sollevano (giustamente) i media. Se urli ‘a morte gli ebrei’ i media spariscono”.

Giornata del dialogo ebraico-cristiano. Si celebra oggi la 29esima Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo fra cattolici ed ebrei in Italia. Al centro delle riflessioni, il Libro delle Lamentazioni, a cui è dedicata la pubblicazione della Cei per la Giornata con protagonisti – come racconta Avvenire – il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni e Piero Stefani, presidente del Sae (Segretariato attività ecumeniche). “Il tema è la distruzione di Gerusalemme ad opera dei Babilonesi- spiega Di Segni nel suo intervento all’interno del sussidio – con la descrizione di ciò che l’ha accompagnata (l’assedio, la fame fino al cannibalismo) e seguita (i massacri e la triste sorte dei superstiti), la riflessione sui motivi (colpe antiche e recenti), l’accettazione del giudizio divino”. Avvenire intervista poi Piero Stefani che sottolinea come la Giornata (a Milano, dedicata alla memoria di rav Giuseppe Laras) sia stata “preceduta dal documento ‘Riflessioni a 50 anni da Nostra Aetate” di rabbini provenienti da Europa, Usa e Israele che lo scorso 31 agosto lo hanno consegnato a papa Francesco. Lo specifico di questo scritto è l’essere stato firmato da una serie di rabbini ortodossi. In esso si sottolinea la positività del cristianesimo nella storia del mondo. È un documento che apre nuove prospettive riproponendo in modo preciso uno spirito già emerso”. Per Stefani però rimane un punto sullo sfondo che definisce molto delicato, “quello del ruolo che ha lo Stato d’Israele nell’autodefinizione ebraica”. “II progresso del dialogo ebraico cristiano è stato enorme. – scrive su La Stampa l’assessore alla Cultura UCEI David Meghnagi, docente dell’Università Roma Tre – II cambiamento è stato profondo. Ma è purtroppo maturato dopo la morte di un milione e mezzo di bambini. Da ‘perfidi giudei’, gli ebrei si sono trasformati in ‘fratelli maggiori’. Sul piano teologico si è trattato di un vero e proprio capovolgimento d’immagini simboliche nel loro opposta. L’ambivalenza però rimane”. “Come per esempio – prosegue Meghnagi – di fronte ai tentativi negazionisti di riscrivere la storia, grazie a una maggioranza di stati autoritari e antidemocratici che hanno preso in ostaggio l’Unesco. Un silenzio che stride con la condanna netta e immediata, che è seguita all’intenzione degli Usa di trasferire l’ambasciata americana a Gerusalemme”.

Netanyahu a New Delhi. “II legame strategico tra Israele e India si stringe sempre più grazie al rapporto di collaborazione tra Netanyahu e Modi, ma anche grazie alle comunità indiane ebraiche in Israele e a quelle degli ebrei in India, il cosiddetto ‘ponte umano’ trai due Paesi”, scrive su La Stampa Carlo Pizzati raccontando della visita del Primo ministro Benjamin Netanyahu in corso in India. Nove gli accordi strategici sul piatto e che Netanyahu attende di firmare con la controparte indiana: intese che interessano diversi settori, dall’high tech alla Difesa (mercato che per Israele vale 1 miliardo di dollari).

Usa dimezzano fondi ai palestinesi. L’amministrazione di Donald Trump ha deciso di dimezzare i fondi per i profughi palestinesi finanziati dall’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite criticata fortemente da Israele per il suo atteggiamento conciliante con il movimento terroristico di Hamas. Gli Stati Uniti, spiega il Corriere in una breve, hanno deciso di trattenere 65 milioni di dollari dei 125 previsti inizialmente e hanno chiesto che l’Unrwa affronti una “sostanziale revisione” del proprio programma.

L’odio di Waters contro Israele. Non stupiscono le vergognose affermazioni di Roger Waters, membro dei Pink Floyd, su Israele che in un intervista a Repubblica attacca ancora una volta Radiohead e Nick Cave per aver deciso di suonare nel paese. “Vogliono ripulire il volto di un regime genocidario che sostiene l’apartheid e l’occupazione della terra palestinese dal 1948”, le bugiarde e velenose accuse di Waters, a cui Radiohead e Nick Cave non hanno dato ascolto. Dello stesso tenore, l’iniziativa organizzata all’università di Torino da un gruppo di studenti – con l’ok del dipartimento di Culture, politica e società – che metteva in parallelo il Sud Africa dell’apartheid con Israele. “Sono menzogne – spiega a Repubblica Torino Dario Peirone – Proprio le università israeliane che si vorrebbe boicottare, presentano Importanti accademici arabi. il direttore del dipartimento di Computer Science della Ben Gurion University, fino al 2016 era un professore arabo, ora in pensione”.

Salvarsi dalla Shoah e dire no alle leggi razziste. Sull’Osservatore Romano la storica Anna Foa scrive del volume di Liliana Picciotto Salvarsi. Gli ebrei d’Italia sfuggiti alla Shoah, 1943-1945 (Einaudi, 2017). “Una ricerca innovativa, che mette a fuoco un un intreccio rigoroso tra fonti documentarie e testimonianze. – scrive Foa – Le domande a cui il volume di Picciotto si propone di rispondere sono molte. Innanzitutto, perché un così gran numero di scampati rispetto al resto dei paesi occupati dai nazisti, la Francia, l’Olanda, la Grecia? E poi, come si sono salvati questi ebrei? Autonomamente o grazie all’aiuto di altri? Fuggendo dall’Italia o restandovi nascosti, in clandestinità?”. E del periodo delle leggi razziste del 1938 e di come furono recepite parla invece la mostra “Ca’ Foscari allo specchio”, di cui racconta su Avvenire Alessandro Marzo Magno.

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked