Paolo Sciunnach, insegnante | Nelle
Parashot di queste settimane si parla di Pesach. Incidere la Libertà
nel cuore e nella mente attraverso la narrazione della Memoria.
Rivivere la nostra identità.
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Leggi
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Anna
Foa,
storica |
Che
Liliana Segre sia stata nominata dal Presidente Mattarella senatrice a
vita è una di quelle notizie che ti consentono di guardare con più
forza al futuro, di vedere un poco di luce nelle tenebre che sembravano
infittirsi ogni giorno di più. Innanzi tutto perché questa nomina
restituisce dignità morale alla sfera della politica. Ne sentivamo
molto il bisogno in un paese in cui il populismo dilagante anche nelle
istituzioni ha quanto mai degradato l’agire politico. Perché ci
consente di avere ancora fiducia nelle istituzioni del nostra Paese, di
sentirci guidati, appoggiati, confortati da chi ci rappresenta. Poi
perché la scelta del Presidente è stata quanto mai felice: Liliana
Segre porterà nel Senato la stessa lucida forza con cui combatte da
tanti anni contro ogni forma di discriminazione, di razzismo, di
antisemitismo. Non rappresenterà soltanto la Memoria, ma anche il buon
uso della Memoria. E questo ci sosterrà in questi tempi oscuri.
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Fontana, l'intervista
"Consensi in crescita"
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“È
stata un’espressione infelice, ma ascoltando tutta la frase si capiva
che il mio non era un discorso razzista ma logico. Tant’è che, dopo,
nei sondaggi sono salito e più di una persona mi ha fermato per strada
per spronarmi ad andare avanti e non mollare”.
Così, in una intervista a Libero, il candidato governatore della
Regione Lombardia Attilio Fontana sul suo ‘razza bianca da difendere’
di cui molto si è parlato negli scorsi giorni.
Un assist per la sua campagna elettorale, ammette candidamente
l’esponente leghista: “Quello scivolone – sostiene – ha fatto sì che il
mio ragionamento venisse compreso immediatamente da tutti. E poi, c’è
da ammettere che ha risolto in un secondo il problema di farmi
conoscere”.
Via i nomi di chi aderì al Manifesto della razza dalle strade di Roma.
L’impegno, scrive La Stampa, è stato preso dalla sindaca Virginia Raggi
in un’intervista per il documentario “1938. Quando scoprimmo di non
essere più italiani” di Pietro Suber. Dice Raggi nel documentario,
realizzato in collaborazione con lo storico Amedeo Osti Guerrazzi:
“Dobbiamo cancellare queste cicatrici indelebili che rappresentano una
vergogna per l’Italia. Questo può essere anche un esempio per tanti
altri Comuni che hanno strade intitolate e questi personaggi”.
Sul Corriere una fotonotizia del Viaggio della Memoria organizzato dal
Miur con la collaborazione dell’UCEI. Tra i partecipanti – viene
spiegato spiega – i ragazzi di Norcia, colpita dal terremoto, gli
alunni delle medie di Sant’Anna di Stazzema e gli studenti delle scuole
premiate per progetti di legalità ed educazione.
Sulle cronache locali dei quotidiani diversi approfondimenti dedicati
alle iniziative messe in campo da istituzioni, scuole e università per
il 27 gennaio. Inizia da Torino il cammino di testimonianza di Vera
Vigevani Jarach, che da bambina visse l’emarginazione delle Leggi
antiebraiche e che molti anni dopo, in Argentina, dopo l’uccisione
della figlia, è diventata tra le portavoci del movimento delle madri di
Plaza de Mayo. “Si può essere ancora ottimisti? Sì, con la volontà, con
la speranza, ma anche con qualcosa in più: mai più il silenzio, mai più
l’indifferenza” dice al Corriere Torino. Repubblica Milano celebra
invece la nomina a senatrice a vita di Liliana Segre, Testimone
milanese della Shoah. “Una di quelle poche buone notizie – si legge –
in un’epoca piena di pessimi segnali sullo stato della nostra
democrazia”.
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Leggi
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dopo l'alto onore al senato per liliana segre Il Colle chiama Anna Foa e Noa
Memoria in risalto al Quirinale Sarà
l’illustre storica Anna Foa, considerata uno dei massimi esperti
italiani di storia ebraica e autrice di innumerevoli saggi dedicati
all’argomento, a tenere per la Presidenza della Repubblica, nella
mattinata di questo giovedì, l’intervento centrale nell’ambito delle
celebrazioni del Giorno della Memoria 2018 al Quirinale.
La notizia arriva proprio quando tutti gli occhi stanno puntati sul
Colle dopo la storica scelta del presidente Mattarella di nominare
senatrice a vita la sopravvissuta alla Shoah Liliana Segre. Un
riconoscimento senza precedenti e denso di significato che ha assunto
nelle scorse ore la massina risonanza internazionale.
Oltre all’intervento della Foa (nell’immagine la storica illustra al
Capo dello Stato la prima grande mostra allestita nell’ambito del
nascente Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah di
Ferrara e dedicata ai primi mille anni di storia ebraica italiana), la
giornata al Quirinale prevede le testimonianze di due sopravvissuti
alla Shoah: la milanese Liliana Segre appena nominata all’alto
incarico, e il romano Piero Terracina.
La celebre cantante israeliana Noa sarà anch’essa ospite del Capo dello
Stato e darà voce nel corso della cerimonia ad alcune melodie
appropriate alla circostanza.
La cerimonia, che prevede anche l’incontro e la premiazione delle
scolaresche che si sono distinte con le loro ricerche nel corso
dell’anno scolastico, sarà condotta da Remo Girone che si avvarrà anche
di Victoria Zinny per la lettura di alcuni brani.
A lungo docente universitaria e intellettuale impegnata nella società
civile, Anna Foa è collaboratrice di diverse pubblicazioni e firma
regolarmente da dieci anni una sua libera opinione nella rubrica
aleftav del notiziario quotidiano dell’ebraismo italiano “Pagine
Ebraiche 24”.
Fra le sue numerose opere che hanno consentito di diffondere la
conoscenza della storia e dell’identità dell’ebraismo italiano da
ricordare “Portico d’Ottavia 13. Una casa del ghetto nel lungo inverno
del ’43”, “Ebrei in Europa. Dalla Peste Nera all’emancipazione. XIV-XIX
secolo”, “Diaspora. Storia degli ebrei nel Novecento”, “Eretici. Storie
di streghe, ebrei e convertiti”. Leggi
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il viaggio della memoria miur-ucei "Odio, impariamo a riconoscerlo" “Non
siamo immuni dal male e dobbiamo saperlo. Per questo dobbiamo imparare
a riconoscerlo e debellarlo”. Così la ministra dell’Istruzione,
dell'Università e della Ricerca Valeria Fedeli nel suo discorso alla
sinagoga Tempel di Cracovia in occasione del rinnovo del protocollo
“Memoria e didattica della Shoah”, firmato con la presidente
dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni. La Fedeli
ha ricordato ai cento studenti di licei e istituti da tutta Italia –
protagonisti del Viaggio della Memoria ad Auschwitz organizzato dal
Miur in collaborazione con l’UCEI – come la lezione della Memoria sia
saper riconoscere l’odio e il razzismo e dare gli strumenti per
combatterlo. “All’indomani della guerra neanche si aveva il coraggio di
chiedersi il perché, neanche si aveva il coraggio di raccontare – ha
ricordato ai presenti la presidente dell’Unione Di Segni, accompagnata
dagli assessori UCEI Franca Formiggini Anav (Personale e affari legali)
e Livia Ottolenghi (Scuola, formazione e giovani) – Forse non negare,
ma ricominciare e dimenticare. Oggi a settantatré anni dalla fine della
guerra, ad ottant’anni passati dall’emanazione delle Leggi antiebraiche
non possiamo non rifletterci e non chiederci i perché. È follia di un
uomo solo o di tante masse indifferenti? Ciascuno di voi forse troverà
una parte di risposta attraverso questo viaggio”. Un viaggio che in
queste ore ha portato i ragazzi a visitare Auschwitz, con la preziosa
testimonianza di Andra Bucci, sopravvissuta all’orrore nazifascista
insieme alla sorella Tatiana. “Auschwitz è una lezione terribile che
richiama le nostre responsabilità” ha spiegato ieri la Fedeli,
ricordando come il Miur, con il protocollo siglato con l’UCEI, da tempo
sia impegnato nel diffondere il valore della Memoria. “Desidero
ringraziare sentitamente il ministro Fedeli per il convinto condividere
e continuo sostegno a queste iniziative di elaborazione e trasmissione
di una Memoria ‘viva’, non superficiale, non banalizzante”, le parole
della presidente UCEI, che ha poi ricordato l’importante strada
tracciata anche dal Csm, presente per il secondo anno al Viaggio della
Memoria. Di Segni ha ringraziato il vice presidente del Consiglio
Superiore della Magistratura Giovanni Legnini – che in sinagoga ha
siglato con la Fedeli un’intesa legata alla collaborazione tra mondo
della giustizia e della scuola - per il lavoro che ha portato “per la
prima volta nella storia, la partecipazione di studenti alle giornate e
cerimonie di inaugurazione dell’anno giudiziario presso le corti
d’appello e l’aver voluto dedicare uno spazio alla Memoria". Leggi
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la produzione sky con veltroni Sami Modiano, il documentario
"I ragazzi hanno bisogno di me"
Non
ci sono precedenti nel piccolo schermo. In ragione del valore e del
significato civile della testimonianza Sky, Rai, Mediaset e LA7 hanno
concordato che
la sera del 27 gennaio “Tutto davanti a questi occhi”, il nuovo
documentario di Walter Veltroni con al centro la figura di Sami
Modiano, sarà trasmesso simultaneamente da Sky, Rai 3, Iris e La7.
Prodotto da Sky e Palomar, il documentario racconta la storia di Sami
dall’infanzia e adolescenza a Rodi, per arrivare all’arresto, la
deportazione, l’inferno di Auschwitz, il ritorno in società, il suo
impegno al servizio delle nuove generazioni. “I ragazzi devono sapere.
Devono sapere. Quando io non ci sarò, ci saranno loro. E loro faranno
in modo che questo non succeda mai più” racconta Sami a Veltroni.
Il documentario sarà presentato questa sera all’Auditorium Parco della
Musica di Roma, alla presenza tra gli altri del capo dello Stato Sergio
Mattarella. Leggi
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consegnato il riconoscimento Enzo Cavaglion, partigiano eroe Mettendo
più volte in pericolo la propria vita, insieme al fratello Riccardo, si
era prodigato affinché agli ebrei perseguitati che cercavano la fuga di
passaggio nelle valli del Cuneese fossero forniti un rifugio, abiti e
documenti falsi. Oltre alle informazioni più dettagliate sui
rastrellamenti nazifascisti in corso, così da evitare la cattura.
Questa la motivazione che ha portato l’organizzazione ebraica B’nai
Berith, nella figura del suo direttore mondiale Alan Schneider e in
quella del presidente della sezione milanese Paolo Eliezer Foà, a
conferire all’ex partigiano Enzo Cavaglion, 98 anni, la “Jewish
Rescuers Citation”. E cioè il riconoscimento attribuito a quei
cittadini ebrei che, al tempo delle persecuzioni, aiutarono con grave
rischio personale dei correligionari braccati.
A ritirare l’onorificenza a nome del padre e dello zio, mancato cinque
anni fa, lo studioso Alberto Cavaglion. Una cerimonia privata e dal
forte significato simbolico, cui sono intervenuti tra gli altri anche
il sindaco di Cuneo Federico Borgna e il presidente della Comunità
ebraica torinese Dario Disegni. Leggi
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qui firenze - la conferenza stampa Il razzismo e le Leggi del '38 L’ottantesimo
anniversario dalla promulgazione delle Leggi Razziste, in connessione
con i 70 anni della Costituzione della Repubblica e della Dichiarazione
universale dei diritti dell’uomo, come filo conduttore delle numerose
iniziative promosse in tutta la Toscana per il Giorno della Memoria.
Al centro il nesso “logico e concettuale indissociabile” tra la
legislazione razzista coloniale del 1937 e la legislazione antiebraica
del 1938, come spiegato oggi nel corso di una conferenza stampa
convocata dalla Regione Toscana. Ad essere prese in prestito le parole
dello storico Enzo Collotti. Un nesso graficamente sottolineato nel
manifesto del 2018, con l’immagine della copertina di uno dei primi
numeri della rivista “La difesa della razza”, strappata, dietro cui
spunta la foto di alcuni deportati nei campi. “Furono le prove del
razzismo” sottolinea Ugo Caffaz, ideatore diciassette anni fa del Treno
della Memoria. Un modello cui tanti si sono poi ispirati in tutta
Italia.
L’appuntamento più importante in agenda il tradizionale meeting al
Mandela Forum, con ottomila studenti che arriveranno a Firenze. Ma
prima e dopo saranno oltre 150 gli eventi promossi sotto il cappello
della Regione. Incontri con gli ultimi Testimoni – le sorelle Andra e
Tatiana Bucci, Kitty Braun e Vera Salomon – e poi film, letture e
presentazioni di libri. Leggi
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Oltremare - Aranci |
Una volta qui intorno erano tutti aranceti.
Variazione più specifica della classica “una volta qui intorno era
tutta campagna”, frase che ho sentito più volte pronunciata spaziando
con lo sguardo lungo la strada alberata davanti e dietro a noi. La
prima volta, per la verità, è stata viaggiando come perfetta turista in
California. I viali con le palme altissime che ondeggiavano alla brezza
del mare, la spiaggia di Venice così ampia e libera da file di
ombrelloni da sembrarmi sprecata, e quell’immagine mentre viaggiavo
verso sud su di una autostrada anche lei larghissima: tutti aranceti.
Pensa il profumo, mi ricordo di aver pensato.
Daniela Fubini, Tel Aviv
Leggi
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