7 Febbraio 2018 - 22 Shevat 5778 |
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Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter
quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav Giuseppe Momigliano e
Davide Assael. Nella sezione pilpul una riflessione di Alberto
Cavaglion, Francesco Lucrezi e Francesco Lotoro.
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David M. Friedman
@USAmbIsrael
6 Feb
20 years ago I gave an ambulance to Har Bracha hoping it would be used
to deliver healthy babies. Instead, a man from Har Bracha was just
murdered by a terrorist, leaving behind a wife and four children.
Palestinian “leaders” have praised the killer. Praying for the BenGal
family
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"Polonia, un grave errore"
Ignorando
le richieste in senso contrario di molti governi, il presidente Andrzej
Duda ha firmato la legge (con rinvio alla Corte costituzionale) che
prevede fino a tre anni di carcere per chiunque, anche cittadino
straniero, accusi la Polonia di complicità con il nazismo. Per il
Corriere si tratta di una vecchia battaglia dei governi di Varsavia,
ora inserita a pieno titolo nella strategia politica dei
nazional-conservatori di Jaroslaw Kaczynski “che hanno sempre fatto del
passato un terreno di autoaffermazione e resa dei conti, scontrandosi
prima con i rivali interni, la Ue e la Germania, adesso con Israele,
Usa, Ucraina”.
Commenta Efraim Zuroff, presidente del Centro Simon Wiesenthal, in una
intervista con Repubblica: “La legge è un tentativo del governo di
imbiancare la coscienza da ogni ricordo di responsabilità
nell’Olocausto. È concepita molto male. Contiene un elemento di verità
ma cerca di lavare la coscienza di tutti sulla complessa realtà
passata”. Una domanda è sulle dure reazioni di Stati Uniti e Israele,
che a più riprese hanno protesto con Varsavia. “Hanno fatto bene a dire
sia che non si può parlare di campi della morte polacchi, sia che il
resto della legge cancella realtà storiche. Però per anni hanno taciuto
sull’antisemitismo all’Est. E adesso – afferma Zuroff – ne raccolgono i
frutti”.
Hamas e la strategia del terrore. “Non
più attentati a caso, ma mirati, per indebolire le comunità ebraiche
negli insediamenti nei Territori”. Questa la strategia, scrive La
Stampa, che sarebbe stata decisa da Hamas in Cisgiordania. A
confermarlo l’accoltellamento a morte del 29enne Itamar Bel-Gal, di cui
ieri sono stati celebrati i funerali.
Migliaia le persone che hanno partecipato, e a loro idealmente si è
unito l’ambasciatore americano in Israele, David Friedman, con questo
messaggio pubblicato su Twitter: “Vent’anni fa ho donato una ambulanza
ad Har Bracha, nella speranza che potesse aiutare a far nascere bambini
in sicurezza, ora però un uomo è stato assassinato ad Har Bracha da un
terrorista e i leader palestinesi plaudono al killer”.
Tele depredate, iniziativa senza precedenti. Al
Louvre, due sale esporranno in modo permanente 31 tele depredate dai
nazisti a famiglie ebraiche francesi. L’esposizione, riporta il
Corriere, dovrebbe consentire ai legittimi proprietari, o ai loro
eredi, di riconoscere i dipinti esposti al pubblico e avviare le
pratiche per la restituzione.
La solidarietà al neonazi. Suscitano
orrore i numerosi messaggi di sostegno che il legale di Luca Traini
starebbe ricevendo per il suo assistito. Per Libero, la colpa è bel
buonismo. “Succede – si legge – quando la convivenza diventa lotta per
sopravvivere”.
Il dovere della testimonianza. In
libreria, per la cura di Anna Dolfi e per i tipi della Firenze
University press, il volume “Gli intellettuali/scrittori ebrei e il
dovere della testimonianza” che rende pubblici gli interventi di un
importante convegno internazionale centrato sulla figura di Giorgio
Bassani tenutosi a Firenze nell’autunno del 2016. “Un volume – scrive
Avvenire – così pieno di sollecitazioni, di così ampia apertura di
compasso, da costituire già, nella bibliografia sterminata sul tema, un
capitolo davvero cruciale. Non si saprebbe, infatti, da dove
cominciare: e ciascun lettore farebbe bene a costruirsi il suo, di
percorso, tra tante strade possibili”.
I "diari segreti" di Arafat. Sul
Foglio si parla in questi termini dell’esclusiva sui “diari segreti” di
Arafat pubblicata dall’Espresso domenica: “Nessun grande giornale
internazionale in questi giorni ha ripreso l’inchiesta giornalistica
dell’anno. E per un semplice motivo: i diari segreti di Arafat sono
talmente segreti che non ce li ha neppure l’Espresso. II settimanale
non solo non li ha pubblicati, ma non li ha neppure mai visti.
L’inchiesta non ha alla base un documento scritto, ma è il frutto,
almeno finora, della tradizione orale”.
Sostiene un lettore del Giornale: “Settimane fa, all’Auditorium di
Roma, si è svolto un processo (farsa: la sentenza era già scritta!) a
Vittorio Emanuele III per le leggi razziali. E bello cianciare ad 80
anni di distanza! Ma all’epoca, dopo un voto di Camera e Senato, dopo
che tutti o quasi gli intellettuali sbavavano per il duce ed osannavano
quelle infami leggi, che avrebbe potuto fare il Re?”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
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