“Vertice Parigi, un successo”

rassegna“Ciò che si è deciso al vertice di Parigi è un successo per l’Italia, che ha fatto da apripista”. Intervistato sul palco della Festa dell’Unità di Pesaro, il ministro dell’Interno Marco Minniti non si nasconde: il nuovo corso sulle politiche migratorie suggerito da Roma al resto dei Paesi della Ue, scrive tra gli altri Avvenire, “è la via maestra per affrontare il problema”.
Riguardo al forte impegno del Viminale di questi ultimi mesi, il ministro ha inoltre affermato: “Ho temuto per la tenuta democratica, di fronte a barricate per l’arrivo di migliaia di stranieri e a sindaci che mi dicevano ‘no’. Ho capito che andava governato subito il flusso migratorio e l’abbiamo fatto”.

L’ex premier israeliano Ehud Barak, dialogando con il Corriere, attacca duramente il governo Netanyahu: “Ormai è evidente che il progetto degli estremisti si sta imponendo. Per loro la soluzione dei due Stati è morta, i palestinesi potranno godere di una certa autonomia in una nazione che si estende dal Giordano al Mediterraneo. È inevitabile – la sua opinione – che un’entità di questo tipo diventi negli anni o non ebraica o non democratica”.
Barak sembra candidarsi nuovamente a un ruolo di politica attiva, convinto sostenitore di un “nazionalismo orgoglioso” contrapposto alla linea attuale. È questa, afferma, la strada per salvare l’ideale sionista: “Israele deve, ne ha la forza, separarsi dai palestinesi con un processo graduale. Il nostro esercito manterrà una presenza fino a quando non ci sarà un accordo reciproco e con garanzie, lo Stato palestinese sarà demilitarizzato, i grandi blocchi di insediamenti resteranno israeliani. L’ultradestra sfrutta la sicurezza come una scusa, sostiene che inglobare i territori arabi sia la nostra salvezza. Se prendessimo tutti gli ex capi del Mossad, dei servizi segreti interni, i capi di Stato maggiore, i generali ancora in vita e li chiudessimo in una stanza – conclude Barak – il 99 per cento direbbe che il Paese è più difendibile con il mio piano”.

Il Corriere racconta l’incredibile storia di Pino Lelia, 91 anni, residente a Lesa (provincia di Novara) ma originario di Bari. Quando aveva 17 anni faceva da spallone per gli ebrei nascosti da don Luigi Re a Campodolcino (Sondrio) e li aiutava a fuggire in Svizzera.
La sua vicenda è diventata un romanzo, Beneath a Scarlet Sky, («Sotto un cielo scarlatto») scritto dal giallista Usa Mark Sullivan,
Pubblicato da Amazon ha venduto 250 mila e book. Diventerà un film interpretato da Tom Holland, star britannica di Spider-Man.

A proposito dei crescenti rigurgiti neofascisti, in Italia e nel mondo, scrive oggi Furio Colombo sul Fatto Quotidiano: “L’arrivo diTrump alla presidenza degli Stati Uniti (che ha occupato la Casa Bianca circondato da fascisti come Stephen Bannon, licenziato solo da pochi giorni) ha dato coraggio al razzismo e al suprematismo americano fino al punto da incitare all’uccisione di una donna nera durante una manifestazione a Charlottesville”.
“La differenza che ci mostra la strada – sostiene Colombo – è che i media americani non si spaventano del nuovo fascismo e non danno tregua sapendo il danno fisico e quello morale che il fascismo porta con sé e sparge dove si insedia. Dubito che si possa dire lo stesso della maggioranza dei media italiani”.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(30 agosto 2017)