Jonathan Sacks, rabbino | Una
delle cose più pratiche che puoi fare è sognare. Mi lasciano perplesso
le persone che possono prendersi un mese o anche un anno per
pianificare una vacanza, ma non riescono a prendersi nemmeno un giorno
per pianificare una vita. La cosa più importante che puoi fare quando
pianifichi la tua vita è sognare.
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David
Bidussa,
storico sociale
delle idee | Nello
sguardo dentro di noi che si è aperto con la scena complessiva di
Macerata (dal 29 gennaio in avanti, ieri compreso), più che il
“razzismo che è in noi”, mi preoccupano: 1) la memoria a senso unico;
2) l’irrilevanza data alla morte violenta degli altri; e 3) il basso
tasso di capacità di disobbedienza che caratterizza il nostro tempo.
Ovvero l’assenza di volontà di uscire dagli schemi per provare a
“spostare il senso comune”.
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Iran-Israele, tensione alta
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L’abbattimento
di un caccia di Gerusalemme sui cieli siriani, poi precipitato nei
pressi del villaggio israeliano di Harduf (uno dei piloti è in
ospedale, in gravi condizioni) apre scenari di grandissima tensione tra
Israele e Iran. “L’Iran ha effettuato questo tentativo di attacco. Ha
violato la nostra sovranità facendo infiltrare un suo drone nello
spazio aereo israeliano dalla Siria. La nostra politica è chiara:
Israele si difenderà contro ogni aggressione ed ogni tentativo di
violare la sua sovranità” ha affermato il premier Benjamin Netanyahu,
dopo aver parlato con il presidente russo Vladimir Putin.
Scrive al riguardo La Stampa: “La più intensa battaglia aerea dai tempi
della guerra del Libano del 1982 segna un ulteriore punto di svolta nel
conflitto in Siria, dove duellano Israele e Iran ma anche America e
Russia”. Per Repubblica, l’invincibilità, la supremazia aerea di
Israele sui cieli di Siria e Libano “è terminata ieri dopo 30 anni”.
Hezbollah dice che è “l’inizio di una nuova fase strategica” e, per
Repubblica, non ha torto. Non solo perché ieri per la prima volta
dall’82 è stato colpito un aereo israeliano, “ma perché questo evento
tattico è frutto di uno sviluppo strategico poderoso: ormai Israele ha
direttamente ai suoi confini un nemico molto potente, l’Iran”. Teheran
e Gerusalemme: uno scontro che “soltanto Putin ha il potere di fermare”
sottolinea il Corriere.
L’Espresso torna sull’argomento dei “diari segreti” dell’ex leader
palestinese Yasser Arafat, cui aveva dedicato la scorsa settimana la
copertina. “I diari che il leader dell’Olp Yasser Arafat ha lasciato in
eredità alla storia, i cui primi stralci sono stati pubblicati in
esclusiva mondiale sull’ultimo numero dell’Espresso – si legge – ci
mostrano il volto di un comandante temuto da molti ma innamorato del
suo popolo”. Il settimanale riferisce che nel frattempo un nipote di
Arafat è andato su tutte le furie e l’Anp ha aperto una inchiesta.
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il giro d'italia presentato alla bit di milano "Israele, un paese bike friendly" L’atteso
appuntamento con il Giro d’Italia, al via tra meno di tre mesi da
Gerusalemme. Un momento che segnerà inevitabilmente uno spartiacque
nella percezione che si ha di Israele come di paese “bike friendly”.
Perché la sfida è anche quella di costruire qualcosa che guardi più in
là del 6 maggio, il giorno in cui la carovana rosa lascerà Eilat. E le
prospettive, come è stato evidenziato anche oggi, sono incoraggianti.
Grande interesse oggi a Milano, nella giornata di apertura della Borsa
internazionale del turismo, per l’inaugurazione del corner dedicato al
Giro presso lo stand israeliano. Assieme tra gli altri all’ambasciatore
israeliano in Italia Ofer Sachs, al consigliere per gli affari
turistici dell’ambasciata Avital Kotzer Adari e al vicedirettore della
Gazzetta dello sport con delega al ciclismo Pier Bergonzi, tanti gli
appassionati di ciclismo incuriositi dalla prospettiva di una pedalata
nel deserto del Negev o sul lungomare di Tel Aviv. Una possibilità che
guarda al Giro, a questo straordinario e unico connubio nella storia
dello sport, ma anche oltre.
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Identità e sovranità
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Il
cambiamento politico e culturale consumatosi in questi ultimi
trent’anni in Italia, ma anche in una parte importante del resto
d’Europa, è stato segnato dal ritorno di temi e di motivi che sono
transitati, dal loro originario costituire patrimonio di piccole
nicchie, quindi ai margini della scena politica, ad oggetto di
discussione e di considerazione nell’agenda di alcuni governi e di una
parte rilevante dell’opinione pubblica generalista. In altre parole:
non si è dinanzi al ritorno del fascismo-regime, in sé completamente
consumatosi, e neanche davanti alla rivincita del neofascismo
“storico”, quello che va dal 1945 in poi, bensì all’adozione di una
serie di parole chiave (tali perché capaci di scaldare gli animi e di
mobilitare parte della collettività), che derivano dal lessico
neofascista, non solo per la loro origine ma anche e soprattutto per
l’accezione che assumono nell’odierna discussione pubblica. La qual
cosa pone molti problemi. C’è chi ha scritto, riferendosi al
linguaggio, che: «gli usi delle parole costituiscono, soprattutto nello
spazio pubblico, strumenti fondamentali di lotta politica, perché hanno
l’effetto di determinare cosa può essere detto e cosa no in una
congiuntura specifica. Rendono cioè lecite espressioni fino ad allora
ritenute scandalose e provocano la censura o l’autocensura per
espressioni fino ad allora ritenute accettabili. Per questa ragione le
trasgressioni linguistiche sono sempre state tra i principali strumenti
utilizzati per condurre dei colpi di mano in politica».
Claudio Vercelli
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