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11 Febbraio 2018 - 26 Shevat 5778


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Jonathan Sacks, rabbino
Una delle cose più pratiche che puoi fare è sognare. Mi lasciano perplesso le persone che possono prendersi un mese o anche un anno per pianificare una vacanza, ma non riescono a prendersi nemmeno un giorno per pianificare una vita. La cosa più importante che puoi fare quando pianifichi la tua vita è sognare.
 
David Bidussa,
storico sociale
delle idee
Nello sguardo dentro di noi che si è aperto con la scena complessiva di Macerata (dal 29 gennaio in avanti, ieri compreso), più che il “razzismo che è in noi”, mi preoccupano: 1) la memoria a senso unico; 2) l’irrilevanza data alla morte violenta degli altri; e 3) il basso tasso di capacità di disobbedienza che caratterizza il nostro tempo. Ovvero l’assenza di volontà di uscire dagli schemi per provare a “spostare il senso comune”.
 
Iran-Israele, tensione alta
L’abbattimento di un caccia di Gerusalemme sui cieli siriani, poi precipitato nei pressi del villaggio israeliano di Harduf (uno dei piloti è in ospedale, in gravi condizioni) apre scenari di grandissima tensione tra Israele e Iran. “L’Iran ha effettuato questo tentativo di attacco. Ha violato la nostra sovranità facendo infiltrare un suo drone nello spazio aereo israeliano dalla Siria. La nostra politica è chiara: Israele si difenderà contro ogni aggressione ed ogni tentativo di violare la sua sovranità” ha affermato il premier Benjamin Netanyahu, dopo aver parlato con il presidente russo Vladimir Putin.
Scrive al riguardo La Stampa: “La più intensa battaglia aerea dai tempi della guerra del Libano del 1982 segna un ulteriore punto di svolta nel conflitto in Siria, dove duellano Israele e Iran ma anche America e Russia”. Per Repubblica, l’invincibilità, la supremazia aerea di Israele sui cieli di Siria e Libano “è terminata ieri dopo 30 anni”. Hezbollah dice che è “l’inizio di una nuova fase strategica” e, per Repubblica, non ha torto. Non solo perché ieri per la prima volta dall’82 è stato colpito un aereo israeliano, “ma perché questo evento tattico è frutto di uno sviluppo strategico poderoso: ormai Israele ha direttamente ai suoi confini un nemico molto potente, l’Iran”. Teheran e Gerusalemme: uno scontro che “soltanto Putin ha il potere di fermare” sottolinea il Corriere.

L’Espresso torna sull’argomento dei “diari segreti” dell’ex leader palestinese Yasser Arafat, cui aveva dedicato la scorsa settimana la copertina. “I diari che il leader dell’Olp Yasser Arafat ha lasciato in eredità alla storia, i cui primi stralci sono stati pubblicati in esclusiva mondiale sull’ultimo numero dell’Espresso – si legge – ci mostrano il volto di un comandante temuto da molti ma innamorato del suo popolo”. Il settimanale riferisce che nel frattempo un nipote di Arafat è andato su tutte le furie e l’Anp ha aperto una inchiesta.
 
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  davar

netanyahu e la minaccia iraniana
"Chi ci attacca, verrà colpito"
“Ieri abbiamo dato seri colpi alle forze iraniane e siriane. Abbiamo inequivocabilmente chiarito a tutti che le nostre regole di azione non sono cambiate”.
Aprendo la riunione di gabinetto che si è svolta questa mattina a Gerusalemme, il premier israeliano Benjamin Netanyahu è tornato su quanto accaduto nelle scorse ore nei cieli siriani. Uno scenario che sembra far presagire momenti di tensione ancora più aspri nel prossimo futuro. “Continueremo a colpire tutti quelli che cercano di attaccarci” ha assicurato Netanyahu, rivolgendosi alla squadra di governo. Dichiarazioni in linea con quanto affermato ieri a proposito della provocazione iraniana: “Ha violato la nostra sovranità facendo infiltrare un suo drone nello spazio aereo israeliano dalla Siria. La nostra politica è chiara – le parole del premier a caldo – Israele si difenderà contro ogni aggressione ed ogni tentativo di violare la sua sovranità”.
Sono date in miglioramento intanto le condizioni dei due piloti israeliani feriti dai colpi esplosi dalla Siria durante l’inseguimento al drone iraniano, che hanno portato all’abbattimento di un caccia di Gerusalemme precipitato poi nei pressi del villaggio di Harduf (i due piloti si sono salvati lanciandosi con il paracadute)
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il giro d'italia presentato alla bit di milano
"Israele, un paese bike friendly"
L’atteso appuntamento con il Giro d’Italia, al via tra meno di tre mesi da Gerusalemme. Un momento che segnerà inevitabilmente uno spartiacque nella percezione che si ha di Israele come di paese “bike friendly”. Perché la sfida è anche quella di costruire qualcosa che guardi più in là del 6 maggio, il giorno in cui la carovana rosa lascerà Eilat. E le prospettive, come è stato evidenziato anche oggi, sono incoraggianti.
Grande interesse oggi a Milano, nella giornata di apertura della Borsa internazionale del turismo, per l’inaugurazione del corner dedicato al Giro presso lo stand israeliano. Assieme tra gli altri all’ambasciatore israeliano in Italia Ofer Sachs, al consigliere per gli affari turistici dell’ambasciata Avital Kotzer Adari e al vicedirettore della Gazzetta dello sport con delega al ciclismo Pier Bergonzi, tanti gli appassionati di ciclismo incuriositi dalla prospettiva di una pedalata nel deserto del Negev o sul lungomare di Tel Aviv. Una possibilità che guarda al Giro, a questo straordinario e unico connubio nella storia dello sport, ma anche oltre.

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l'anniversario festeggiato ieri a roma 
Sant'Egidio, 50 anni di impegno
Cinquant’anni di attività per la Comunità di Sant’Egidio, “l’Onu di Trastevere” fondata nel 1968 dall’allora studente liceale Andrea Riccardi (nell’immagine). Un anniversario che ha richiamato una folta platea istituzionale alla celebrazione organizzata in San Giovanni in Laterano a Roma. Tanti amici, e tanti storici legami (anche con il mondo ebraico) che da sempre fanno di questa Comunità un punto di riferimento a tutti i livelli. Un presidio di impegno civile e partecipazione costruttiva alla vita pubblica.
Ha tra gli altri sottolineato il premier Paolo Gentiloni, intervenendo durante la cerimonia: “Quando vedete una piaga voi non trattenete il dito, quando c’è da far suonare un allarme lo fate suonare sempre, anche quando può apparire scomodo".
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pilpul

Identità e sovranità
Il cambiamento politico e culturale consumatosi in questi ultimi trent’anni in Italia, ma anche in una parte importante del resto d’Europa, è stato segnato dal ritorno di temi e di motivi che sono transitati, dal loro originario costituire patrimonio di piccole nicchie, quindi ai margini della scena politica, ad oggetto di discussione e di considerazione nell’agenda di alcuni governi e di una parte rilevante dell’opinione pubblica generalista. In altre parole: non si è dinanzi al ritorno del fascismo-regime, in sé completamente consumatosi, e neanche davanti alla rivincita del neofascismo “storico”, quello che va dal 1945 in poi, bensì all’adozione di una serie di parole chiave (tali perché capaci di scaldare gli animi e di mobilitare parte della collettività), che derivano dal lessico neofascista, non solo per la loro origine ma anche e soprattutto per l’accezione che assumono nell’odierna discussione pubblica. La qual cosa pone molti problemi. C’è chi ha scritto, riferendosi al linguaggio, che: «gli usi delle parole costituiscono, soprattutto nello spazio pubblico, strumenti fondamentali di lotta politica, perché hanno l’effetto di determinare cosa può essere detto e cosa no in una congiuntura specifica. Rendono cioè lecite espressioni fino ad allora ritenute scandalose e provocano la censura o l’autocensura per espressioni fino ad allora ritenute accettabili. Per questa ragione le trasgressioni linguistiche sono sempre state tra i principali strumenti utilizzati per condurre dei colpi di mano in politica».

Claudio Vercelli
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