Alberto Moshe Somekh,
rabbino
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“Giusto
Tu sei H. e retta è la Tua Giustizia”. Ogni volta che accompagniamo un
defunto all’estrema dimora ripetiamo queste parole. La morte, si sa, è
momento di din (“giudizio”) per eccellenza. Ma non solo per l’anima di
chi non c’è più. Nella nostra Tradizione due sono gli attributi della
Divinità. Il chessed (“bontà, misericordia”) connesso strettamente con
la nozione di “dare”. E il din, appunto. Questo è legato al concetto di
“ricevere”. Nel senso che quando ci si aspetta di ricevere qualcosa, si
viene giudicati se si è meritevoli di riceverlo. Il trapasso è dunque
momento di din anche per gli eredi. Se questo vale per la prospettiva
di un’eredità materiale, tanto più nel caso di un’eredità intellettuale
e spirituale.
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Dario
Calimani,
Università di Venezia
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Nella
mia itinerante carriera ho insegnato per qualche anno anche a Cagliari,
e mai ho vissuto un periodo più intenso, e mai ho compreso meglio il
valore dell’amicizia. Con alcuni studenti di quell’università – come
con diversi altri per mia grande fortuna – non ho mai smesso i
contatti. Ti aiutano a mantenere in vita il passato e talora a
riconoscere con un po’ più di chiarezza certi aspetti annebbiati del
presente.
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Israele ed Egitto più vicini
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La
società israeliana Delek-Kiduhim ha firmato un accordo con la egiziana
Dolfmos per esportare gas dai giacimenti di Leviathan e Tamar per un
valore di 15 miliardi di dollari. Per il Primo ministro Benjamin
Netanyahu, l’accordo rappresenta un fatto “storico” che porterà
benessere a Israele. “A parte tutti i dettagli tecnici dell’accordo
(che sono particolarmente interessanti), – scrive Repubblica -l’intesa
ha un chiaro risvolto politico. Innanzitutto rafforza il rapporto fra
Egitto e Israele, due ex nemici che mantengono un rapporto di alleanza
‘fredda’ imposta dalla necessità dei due governi di sostenersi a
vicenda. L’accordo avvicina ancora di più i due sistemi di sicurezza,
ma offre anche enormi benefici economici ai due paesi”. L’intesa è
invece andata di traverso al presidente turco Erdogan, spiega il Sole
24 Ore: “Le ricadute più pesanti riguardano la Turchia, che aveva
sperato a lungo di attirare il gas israeliano, per rafforzarsi
ulteriormente come hub energetico. Gli ultimi sviluppi privilegiano
l’Egitto per questo ruolo. Grazie agli accordi con Israele il Cairo
potrebbe anche esportare una parte della produzione di Zohr, magari con
destinazione Italia una possibilità che l’Eni non ha mai escluso”.
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tra le grandi e i grandi di francia Veil, le spoglie al Pantheon
Emmanuel
Macron l’aveva annunciato all’indomani della scomparsa. E nella
giornata di ieri, da fonti vicine al presidente, è trapelata la data
approssimativa in cui questo annuncio sarà seguito dai fatti. Tra fine
giugno e inizio luglio le spoglie di Simone Veil saranno tumulate al
Pantheon. Una delle figure femminili simbolo del Novecento – prima
presidente del Parlamento europeo, paladina dei diritti civili,
testimone della Shoah – tra le grandi donne e i grandi uomini di
Francia.
“Nonostante tutto ciò che ha vissuto, è rimasta così attentata ai più
deboli, è diventata un segno luminoso di speranza. Lei per me era
l’incarnazione del versetto del Deuteronomio, ‘ecco, ho posto davanti a
te la vita e la morte, e tu sceglierai la vita” aveva dichiarato il
Gran Rabbino Haim Korsia in occasione della scomparsa. Leggi
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Viva la muerte?
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Nell’Università
di Salamanca, il 12 Ottobre 1936, il Generale franchista José
Millán-Astray si abbandonò a discorsi che culminavano inneggiando alla
morte. Il Rettore, Miguel de Unamuno, decise di prendere la parola: “Ho
appena udito il grido ‘viva la morte’, che suona, all’incirca, come
“muoia la vita’. Io, che ho trascorso tutta la mia vita a porre in
essere paradossi che facevano adirare chi non li capiva, vi dico come
autorità in materia che questo paradosso mi sembra ridicolo e
repellente. (…) Questo è il tempio dell’intelletto e io ne sono il
supremo sacerdote. Voi state profanando il suo sacro recinto. Checché
ne dica il proverbio, io sono sempre stato profeta in patria. Vincerete
ma non convincerete. Vincerete perché avete forza bruta d’avanzo, ma
non convincerete perché convincere significa persuadere. E per
persuadere vi occorre ciò che vi manca in questa lotta: ragione e
diritto”.
In un ateneo di Italia, quando ora si dà la colpa a taluni ebrei della
Shoah, sarebbe da aspettarsi, visto che qui non governa Francisco
Franco Bahamonde, che il Rettore reagisse con le stesse parole, sopra
riportate, di Miguel de Unamuno. Non solo: sarebbe bene che altri
glielo ricordassero: ricordare non è il presupposto della Memoria?
Emanuele Calò
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