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  20 Febbraio 2018 - 5 Adar 5778
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Alberto Moshe Somekh,
rabbino
“Giusto Tu sei H. e retta è la Tua Giustizia”. Ogni volta che accompagniamo un defunto all’estrema dimora ripetiamo queste parole. La morte, si sa, è momento di din (“giudizio”) per eccellenza. Ma non solo per l’anima di chi non c’è più. Nella nostra Tradizione due sono gli attributi della Divinità. Il chessed (“bontà, misericordia”) connesso strettamente con la nozione di “dare”. E il din, appunto. Questo è legato al concetto di “ricevere”. Nel senso che quando ci si aspetta di ricevere qualcosa, si viene giudicati se si è meritevoli di riceverlo. Il trapasso è dunque momento di din anche per gli eredi. Se questo vale per la prospettiva di un’eredità materiale, tanto più nel caso di un’eredità intellettuale e spirituale.
 
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Dario
Calimani,
Università di Venezia
Nella mia itinerante carriera ho insegnato per qualche anno anche a Cagliari, e mai ho vissuto un periodo più intenso, e mai ho compreso meglio il valore dell’amicizia. Con alcuni studenti di quell’università – come con diversi altri per mia grande fortuna – non ho mai smesso i contatti. Ti aiutano a mantenere in vita il passato e talora a riconoscere con un po’ più di chiarezza certi aspetti annebbiati del presente.
 
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Israele ed Egitto più vicini
La società israeliana Delek-Kiduhim ha firmato un accordo con la egiziana Dolfmos per esportare gas dai giacimenti di Leviathan e Tamar per un valore di 15 miliardi di dollari. Per il Primo ministro Benjamin Netanyahu, l’accordo rappresenta un fatto “storico” che porterà benessere a Israele. “A parte tutti i dettagli tecnici dell’accordo (che sono particolarmente interessanti), – scrive Repubblica -l’intesa ha un chiaro risvolto politico. Innanzitutto rafforza il rapporto fra Egitto e Israele, due ex nemici che mantengono un rapporto di alleanza ‘fredda’ imposta dalla necessità dei due governi di sostenersi a vicenda. L’accordo avvicina ancora di più i due sistemi di sicurezza, ma offre anche enormi benefici economici ai due paesi”. L’intesa è invece andata di traverso al presidente turco Erdogan, spiega il Sole 24 Ore: “Le ricadute più pesanti riguardano la Turchia, che aveva sperato a lungo di attirare il gas israeliano, per rafforzarsi ulteriormente come hub energetico. Gli ultimi sviluppi privilegiano l’Egitto per questo ruolo. Grazie agli accordi con Israele il Cairo potrebbe anche esportare una parte della produzione di Zohr, magari con destinazione Italia una possibilità che l’Eni non ha mai escluso”.
 
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  davar
l'adesione ucei alla manifestazione 
"Mai più fascismi e razzismi"
“Mai più fascismi – Mai più razzismi”.
Anche l’Unione delle Comunità Ebraiche tra gli enti che hanno aderito alla grande manifestazione nazionale prevista per il 24 febbraio a Roma.
“Con la manifestazione nazionale e unitaria del 24 febbraio, dopo le iniziative dei mesi scorsi a cominciare dal 28 ottobre 2017 e dopo le manifestazioni a Macerata e in molte altre città d’Italia – si legge nell’appello, condiviso dalle organizzazioni promotrici – si deve rafforzare un paziente lavoro di valorizzazione della dignità della persona, dell’apprendimento culturale fin dall’età scolare, del recupero e della trasmissione della Memoria, per riaffermare il valore della Costituzione e della sua piena attuazione. Fascismi e razzismi hanno provocato nel Novecento le più sconvolgenti tragedie della nostra storia. Mai più!”. Ad intervenire (con un video messaggio) anche la neo senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta all’orrore dei lager.
Nel messaggio di adesione inviato alla presidente dell’Anpi Carla Nespolo la Presidente UCEI Noemi Di Segni scrive: “L’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane aderisce all’iniziativa ma con l’impossibilità di partecipare con una presenza fisica, tenendosi la manifestazione di sabato e non potendo svolgere attività feriale in questo giorno dedicato ritualmente alle attività di culto e preghiera. Ci auguriamo che la manifestazione e l’appello ‘Mai più fascismi’ siano davvero esperienze corali e propositive in grado di creare le condizioni migliori per riaffermare il valore della Costituzione e della sua piena attuazione”.
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l'accordo sul gas tra i due paesi
Egitto-Israele, firmata l'intesa

"Dal '79 la firma più importante'
L’intesa più importante tra Gerusalemme e il Cairo dalla firma degli accordi di pace del 1979. Secondo il ministro dell’Energia Yuval Steinitz, questo è il valore dell’accordo da 15 miliardi di dollari che porterà il gas israeliano nelle case egiziane. A confermarlo anche le parole del Primo ministro Benjamin Netanyahu (nell’immagine durante un incontro il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi) che ha parlato di “accordo storico” e le valutazioni degli esperti. In pratica l’israeliana Delek Drilling e il socio americano Noble Energy si sono impegnate a vendere 64 miliardi di metri cubi di gas nell’arco di dieci anni all’egiziana Dolphinus Holding, provenienti per metà dal giacimento Tamar (già in produzione) e per metà da Leviathan, scoperto nel 2010 ma che sarà avviato solo nel 2019-20. Oltre al valore economico dell’intesa, la fornitura di gas avvicina anche politicamente i due paesi, ricorda tra gli altri il Financial Times.


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tra le grandi e i grandi di francia
Veil, le spoglie al Pantheon
Emmanuel Macron l’aveva annunciato all’indomani della scomparsa. E nella giornata di ieri, da fonti vicine al presidente, è trapelata la data approssimativa in cui questo annuncio sarà seguito dai fatti. Tra fine giugno e inizio luglio le spoglie di Simone Veil saranno tumulate al Pantheon. Una delle figure femminili simbolo del Novecento – prima presidente del Parlamento europeo, paladina dei diritti civili, testimone della Shoah – tra le grandi donne e i grandi uomini di Francia.
“Nonostante tutto ciò che ha vissuto, è rimasta così attentata ai più deboli, è diventata un segno luminoso di speranza. Lei per me era l’incarnazione del versetto del Deuteronomio, ‘ecco, ho posto davanti a te la vita e la morte, e tu sceglierai la vita” aveva dichiarato il Gran Rabbino Haim Korsia in occasione della scomparsa.
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qui roma - il seminario al policlinico
"Salute e sensibilità religiose,

serve sguardo consapevole"
L’accoglienza delle differenti specificità culturali e religiose nelle strutture sanitarie è un elemento di estrema importanza e attualità. E in quanto tale, appare sempre più evidente, richiede massima competenza e consapevolezza.
Questo il tema del seminario “Salute e Interculturalità: il punto di vista delle religioni” che è stato organizzato nell’ambito del mese della formazione per i professionisti del sistema salute presso l’Azienda Ospedaliero—Universitaria Policlinico Umberto I di Roma. Realizzato sotto la responsabilità scientifica della professoressa Livia Ottolenghi, che è anche assessore dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, il seminario ha proposto agli addetti lavori una molteplicità di prospettive con il fine di “valorizzare e rispettare le diverse sensibilità, mettendo sempre al centro l’attenzione per la persona malata e le sue esigenze”.
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pilpul


Viva la muerte?
Nell’Università di Salamanca, il 12 Ottobre 1936, il Generale franchista José Millán-Astray si abbandonò a discorsi che culminavano inneggiando alla morte. Il Rettore, Miguel de Unamuno, decise di prendere la parola: “Ho appena udito il grido ‘viva la morte’, che suona, all’incirca, come “muoia la vita’. Io, che ho trascorso tutta la mia vita a porre in essere paradossi che facevano adirare chi non li capiva, vi dico come autorità in materia che questo paradosso mi sembra ridicolo e repellente. (…) Questo è il tempio dell’intelletto e io ne sono il supremo sacerdote. Voi state profanando il suo sacro recinto. Checché ne dica il proverbio, io sono sempre stato profeta in patria. Vincerete ma non convincerete. Vincerete perché avete forza bruta d’avanzo, ma non convincerete perché convincere significa persuadere. E per persuadere vi occorre ciò che vi manca in questa lotta: ragione e diritto”.
In un ateneo di Italia, quando ora si dà la colpa a taluni ebrei della Shoah, sarebbe da aspettarsi, visto che qui non governa Francisco Franco Bahamonde, che il Rettore reagisse con le stesse parole, sopra riportate, di Miguel de Unamuno. Non solo: sarebbe bene che altri glielo ricordassero: ricordare non è il presupposto della Memoria?


Emanuele Calò
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