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23 maggio 2018 - 9 Sivan 5778
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Giuseppe Momigliano,
rabbino
“Rivolga il Signore il Suo aspetto verso di te e ti conceda la pace” (Numeri 6,26). Il midrash (Talmud B. Berakhot 56b), commentando queste parole, che costituiscono la parte conclusiva della Benedizione sacerdotale, esemplifica la pace attraverso tre diversi soggetti “il fiume, l’uccello, la pentola”. Rav Yakov Dushinski ha dato di questo midrash una suggestiva interpretazione. Il fiume rappresenta la capacita dell’individuo di agire per il bene della collettività, così come ogni singola goccia costituisce parte del flusso dell’acqua che porta vita ovunque scorre. 
 
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Davide
Assael,
ricercatore
Non è facile orientarsi nel marasma della politica italiana, in cui le categorie si stanno rapidamente rimescolando, come caratteristico dei momenti di crisi. Coloro che sostenevano un patto fra M5S e PD, insistono oggi sui rischi di un calo nei consensi per il Movimento grillino perché è stato votato da 5 milioni di elettori di sinistra. Basterebbe farsi un giro sui social per capire che questa previsione non è affatto scontata.
 
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Italia, governo in stand-by
Pausa di riflessione per il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che sta valutando la candidatura del professor Giuseppe Conte a Primo Ministro, anche alla luce delle ultime ombre emerse, e la squadra di governo che dovrebbe formarsi al suo fianco su indicazione di Lega e Cinquestelle.
Marine Le Pen, leader dell’estrema destra francese, in un colloquio con il Corriere appare comunque entusiasta dell’equilibro politico che anche in Italia si starebbe spostando “verso l’Est scettico”.
“L’avanzata di Salvini – dice Le Pen – è importante perché mostra al popolo francese che non è solo nel rifiutare l’immigrazione di massa e nel desiderio di tornare libero. L’Europa delle nazioni è più vicina”.

“Siamo stati il primo Paese ad utilizzare il caccia F35 in attacchi operativi. Lo squadrone dei nostri F35 ormai è operativo”.
A dare l’annuncio il capo dell’aeronautica israeliana, il generale Amikam Norkin. Il messaggio lanciato ieri, scrive tra gli altri Repubblica, è rivolto all’Iran e a tutta la regione. “Confermando che è in grado di attaccare con gli F35 e confermando di aver operato in due teatri, la Siria e un secondo non precisato (Iran) – si legge – Israele lascia capire all’Iran che le sue forze aeree sono pronte a colpire le installazioni della Repubblica islamica”.

Oscene battute con protagonista Anna Frank, diffuse negli scorsi anni sui social network e oggi ripubblicate dalla stampa locale, mettono in imbarazzo alcuni candidati a Vicenza in una lista di sostegno al candidato sindaco del centrodestra.
Scrive Gian Antonio Stella sul Corriere: “Messaggini stupefacenti (compreso un ‘mi piace’ postato nel 2015 dal candidato sindaco Rucco per applaudire Turi Sambo, lui pure oggi candidato nella lista ‘Vicenza ai Vicentini’, che aveva lanciato un ‘triplo Sieg heil!’) ricordano come c’è chi ancora scherza su lutti, orrori, mattanze con una superficialità così feroce da non poter essere liquidata come un atto goliardico”.

Sempre sul Corriere si recensisce il saggio Verso la soluzione finale. La conferenza di Wannsee dello studioso Peter Longerich, pubblicato da Einaudi.
“Protagonista della conferenza è il verbale, diventato famoso, redatto da Adolf Eichmann e autorizzato da Heydrich. Delle trenta copie stampate ne è rimasta soltanto una, la sedicesima, scoperta dagli Alleati nel 1947 e conservata ora a Berlino nell’Archivio politico del ministero degli Esteri. In un’ora, un’ora e mezzo – viene ricordato – si decise di deportare undici milioni di ebrei dell’Europa e di sterminarli”.
 
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  davar
la scomparsa del grande scrittore americano
Philip Roth (1933-2018)
Addio a un grande romanziere americano. Parafrasando il titolo di uno dei suoi libri - Il grande romanzo americano, scritto nel 1973 – possiamo rendere l'ultimo omaggio al grande scrittore ebreo americano Philip Roth, scomparso all'età di 85 anni. Tra i più apprezzati, prolifici e a tratti controversi autori del secondo Novecento, Roth, come ricorda la scrittrice e giornalista del New Yorker Claudia Roth Pierpont, amava scrivere di “famiglia ebraica, sesso, ideali americani, tradimento degli ideali americani, zelo politico, l'identità personale” e di “corpo umano (di solito maschile) nella sua forza, nella sua fragilità e nelle sue necessità spesso ridicole”. “Scrivo romanzi e dicono che sono autobiografie. Scrivo autobiografie e dicono che sono romanzi, quindi, dato che io sono così ottuso e loro sono così intelligenti, lasciate che decidano loro”, aveva ammonito con la sua celebre e pungente ironia Roth, avvertendo critica e pubblico che non sarebbe stato lui a mettere delle etichette al proprio lavoro. “Prolifica, stravagante, traboccante di vitalità e inventiva, l'opera rothiana si presenta come una sfida a discorsi e forme convenzionali”, ed è “caratterizzata dall’eccesso e dalla trasgressione, refrattaria a tutti i tentativi di classificazione”, ci spiega invece Paule Lévy (curatore, assieme a Brigitte Felix, Aurelie Guillain, Ada Savin, del primo volume nell’edizione francese della Pleiade dedicato a Roth, “Romans et nouvelles 1959-1977, Gallimard).
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opinioni a confronto
"Roth era l’ebraismo diasporico,
nessuno incisivo come lui”

Profonda l’emozione suscitata dalla scomparsa di Philip Roth tra le firme e i collaboratori del portale dell’ebraismo italiano www.moked.it.
Per David Bidussa, storico sociale delle idee, Roth “è sempre stato un adolescente impertinente”. E per questo, afferma, “è difficile già pensare che sia invecchiato, figuriamoci che sia morto”.
Una figura di intellettuale, dice con ammirazione, “il cui codice era quello di provocare l’establishment, in un modo tipico di pensare di chi sente di avere il mondo davanti a sé”. Difficile, prosegue, “trovare oggi voci del suo calibro e della sua radicalità”.
“Roth era sarcastico, ironico, con una forza corrosiva straordinaria. Ed è esattamente questo che ci mancherà”. Il segreto del suo successo in Italia, per lo storico Alberto Cavaglion, è anche “nelle buone e tempestive traduzioni della casa editrice Einaudi, che gli hanno dato grande popolarità”.
Il docente universitario Shaul Bassi, autore di un saggio su Roth in Essere qualcun altro. Ebrei postmoderni e postcoloniali, ha provato a più riprese a invitarlo nella città lagunare per una conferenza. Tentativi purtroppo naufragati, ci spiega, “per le condizioni di salute che iniziavano a peggiorare e per la sua ritrosia pubblica”.
“Nonostante l’età non più giovanissima, me lo sono sempre rappresentata come un giovane. Una figura ancora attiva nella società, nella vita di ogni giorno. Apprendere la notizia della sua scomparsa – dice la storica Anna Foa – è stato un duro colpo”.
In un'intervista rilasciata ai giornalisti del giornale valdese Riforma il direttore della Comunicazione e della redazione giornalistica dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Guido Vitale fra l'altro ha sottolineato come, “il valore letterario di Roth ha fatto sì che una generazione di lettori, soprattutto delle comunità ebraiche italiane, potesse giungere a una visione diversa, a una presa diretta sul mondo e sulle sue dinamiche; consapevolezze e visioni d’insieme, queste, allora non facilmente afferrabili”.
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il meridiano dedicato al grande scrittore 
Roth, immenso e multiforme
Curato dalla professoressa Elèna Mortara, che ne firma il saggio introduttivo, il Meridiano ha recentemente dedicato agli scritti di Philip Roth (nell'immagine con Primo Levi) presenta una ricca selezione della narrativa di uno dei più grandi intellettuali contemporanei - scomparso nelle scorse ore - con i più significativi romanzi del periodo giovanile e della prima maturità. Su Pagine Ebraiche di dicembre proprio Mortara - in un ampio approfondimento dedicato dal giornale dell'ebraismo italiano allo scrittore americano - racconta la complessità e il fascino del lavoro editoriale fatto per Mondadori su Roth.

Mi è stato chiesto di condividere alcune riflessioni riguardo alla mia esperienza come curatrice del primo Meridiano Mondadori dedicato a Philip Roth e di raccontare “le difficoltà e le soddisfazioni di questo grande lavoro”. “Credo”, ha aggiunto, nel suo gentile messaggio di invito, il direttore del giornale dell’ebraismo italiano Pagine Ebraiche e dei notiziari quotidiani dell’UCEI Guido Vitale, “che per il lettore sarebbe bello e utile, e che ti darebbe l’occasione per diffondere una tua considerazione generale sull’opera di Roth”. Come resistere a tanti argomenti tentatori, così amichevolmente avanzati? La maggior soddisfazione, rispondo, è quella di aver ora tra le mani un libro di grande bellezza – circa duemila pagine di finissima carta splendidamente rilegata, con otto romanzi dell’autore riuniti insieme e un ampio apparato critico di cornice – dedicato al maggior scrittore americano vivente, e di sapere che questa opera sarà utile per i lettori e che rimarrà come punto di riferimento in Italia per chi voglia conoscere a fondo un gigante della letteratura contemporanea. Un gigante, Philip Roth, autore di ben ventinove romanzi e tre raccolte di saggi (inclusa l’ultima, da poco uscita in America), vincitore a partire dal 1960 di decine di prestigiosi premi letterari, ma, scandalosamente, mai dell’atteso premio Nobel per la Letteratura, di cui sono stati invece meritatamente insigniti negli anni ’70 del ’900 due dei maggiori scrittori ebrei americani della generazione immediatamente precedente, Saul Bellow e Isaac Bashevis Singer. In mancanza, almeno per ora, di questo riconoscimento svedese, saranno i lettori di tutto il mondo a continuare a conferirgli il loro premio, leggendo i suoi libri. E per chi ha lavorato al Meridiano Roth, oltre che dal piacere per l’opera compiuta, la vera soddisfazione verrà dal riscontro critico e dei lettori, cui questo volume è destinato.

Elèna Mortara, Università di Roma Tor Vergata
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l'indagine sull'antisemitismo in europa
UK, il pregiudizio cambia forma
"Come musulmani britannici, crediamo che sia giunto il momento di parlare ad alta voce. Da troppo tempo l'antisemitismo è sfuggito al controllo". "Capiamo che molti nel nostro paese empatizzano con i palestinesi e il loro diritto a uno stato sovrano. Tuttavia, dobbiamo essere sempre vigili contro coloro che cinicamente usano le questioni internazionali per diffamare gli ebrei o promuovere pregiudizi antisemiti. Non c'è ragione che possa giustificare la promozione dell'odio". Così scrivono alcune figure del mondo islamico britannico in una lettera aperta pubblicata dal quotidiano d'oltremanica Telegraph in cui si condanna il riemergere dell'antisemitismo travestito da critica a Israele. Il Board of Deputies of British Jews, istituzione che rappresenta l'ebraismo britannico, ha elogiato la lettera parlando di una "Incredibile solidarietà". "Grazie. Insieme sconfiggeremo i due mali dell'antisemitismo e dell'odio contro i musulmani". La citata presa di posizione si inserisce dunque in un clima preoccupante in cui la legittima critica al governo d'Israele diventa vera e propria retorica antisemita, in cui si nega il diritto dello Stato ebraico non solo a difendersi ma proprio a esistere.
Un tema - quello del nuovo antisemitismo mascherato da antisionismo - che è tra i punti toccati dall'indagine condotta dall'Institute for Jewish Policy Research (JPR), volta a registrare la percezione ebraica rispetto alla minaccia antisemita. Per partecipare al questionario vai sul sito www.eurojews.eu.
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qui roma
Una bicicletta per la Memoria
In sella a una bici, poco più che ventenne, girava per le strade di Bologna occupata dai nazifascisti e nei teatri e nei cinema cittadini affiggeva manifesti per incitare alla lotta contro il regime.
Da allora le due ruote non l’hanno più abbandonata. Anche il giorno del matrimonio, sposa e sposo insieme, e con loro gli amici più cari. Alcuni filmati Rai dell’epoca immortalano la coppia, Eva e Alberto, mentre pedala allegra davanti al Campidoglio. “La bicicletta di Eva”, la mostra inaugurata ieri alla Casina dei Vallati e dedicata alla grande pittrice Eva Fischer, scomparsa nel 2015, è un appuntamento da non perdere in queste giornate che ci avvicinano alla conclusione dell’edizione 101 del Giro d’Italia. Un’edizione, come noto, speciale sul piano dell’impegno, della Memoria, dello sport inteso come testimonianza di valori.
Un filone in cui si inserisce questa mostra, accolta dalla Fondazione Museo della Shoah di Roma, che ha aderito a un input dell’Archivio Baumann e Fischer diretto dal figlio Alan David, con patrocinio di UCEI e Comunità ebraica romana.
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qui napoli
Rothschild, impronta partenopea
Il ruolo della famiglia Rothschild nella rinascita dell’ebraismo a Napoli è stato il tema di una interessante e gradevole conferenza di Marco Soria, con il contributo musicale del maestro Sergio Lattes, tenutasi presso i locali della Comunità ebraica partenopea. La conferenza, che rientra nel fitto programma di eventi culturali che si tengono nel mese di maggio nei locali della Comunità, ha illustrato la storia della famiglia Rothschild negli ultimi tre secoli, a partire da Mayer Amschel, che nella seconda metà del ‘700 avvia l’attività finanziaria fornendo servizi al Langravio d’Assia-Kessel, Guglielmo IX.
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l'incontro all'ucei
"Pluralismo valore irrinunciabile,
ma no alle strumentalizzazioni"

In merito all'appello "Tacciano le armi in Medio Oriente" legato ai recenti fatti di Gaza, la presidente UCEI Noemi Di Segni ha rilasciato la seguente dichiarazione:

L’UCEI ha ricevuto e letto, come moltissimi altri nei giorni scorsi, l’appello promosso da un gruppo di accademici, intitolato “Tacciano le armi in Medio Oriente", sollecitando una riflessione anche interna al mondo ebraico. Noi tutti abbiamo a cuore tanto l'esistenza dello Stato di Israele quanto la tutela dei diritti degli ebrei italiani. L'UCEI, assieme a tutte le Comunità, legge e ascolta gli appelli ma anche le grida di odio che si riversano anche sui social e media, e che sono divenute la nostra costante preoccupazione.
Ritengo che in una fase così drammatica come quella che stiamo tutti vivendo, in cui le tensioni politiche e militari sono sotto scrutinio continuo, l’unico vero appello che si possa fare è quello alla coraggiosa verità.
Esprimere un desiderio di pace per il Medio Oriente e attivarsi per condividere valori di convivenza e di profondità culturali e spirituali, per donare alla società e ai nostri figli una speranza di futuro, è quello che facciamo tutti i giorni nelle nostre preghiere e nelle nostre molteplici attività. Lo continueremo a fare per le comunità qui in Italia, in Europa e con forza e amore per Israele, unica democrazia nel Medio Oriente.

Noemi Di Segni,
Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane

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pilpul
Ticketless - Una buona notizia
Apprendiamo dai quotidiani che un gruppo israeliano-cinese che produce robot per la pulizia dei pannelli fotovoltaici e filtri per l'acqua salverà l’Embraco, ponendo fine ad un dramma umano che a Riva di Chieri, nel torinese, coinvolgeva circa 350 dipendenti. Una buona notizia nel dissestato mercato industriale italiano. Non vorrei offendere nessuno, ma nell’annosa discussione sui Giusti avrei una clausola da aggiungere. Se in tempo di guerra, Giusto è chi salva una vita umana, in tempo di pace Giusto andrebbe definito chi salva un posto di lavoro.
Non godono di buona stampa gli israeliani, ieri come oggi. Però, in queste ore dolorose, così come nelle precedenti crisi mediorientali, a me non piace sottoscrivere appelli contro di loro (e neanche pro). Piace guardare ai fatti.


Alberto Cavaglion
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Periscopio - Condanne
Tra cento milioni di anni, quando l'umanità si sarà ormai estinta da tempo immemorabile - niente è eterno, per fortuna -, una civiltà di extraterrestri scenderà sulla Terra, scoprirà il nostro mondo scomparso e, mossa da curiosità, inizierà a studiarlo. E si produrranno così ricerche, libri, documentari, tesi di laurea sulla vita dei terrestri.
Un giorno un professore di logica e linguaggio terrestre chiamerà a colloquio un suo laureando, incaricato di svolgere un elaborato sul tema: "Condanne dell'uso sproporzionato della forza". Il professore chiederà informazioni sullo stato di avanzamento dei lavori:
"Allora, come procediamo?".


Francesco Lucrezi, storico
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Il senso di suonare Strauss
Su contenuti e simboli suprematisti attribuiti alla produzione musicale di Richard Wagner si è tanto discusso e talora con significativi slittamenti dalla realtà storica e artistica; Theodor Herzl adorava la musica di Wagner mentre il direttore d’orchestra ebreo Hermann Levi (figlio del rabbino Benedikt Levi) diresse la prima del Parsifal a Bayreuth nel 1882 e di Wagner fu grande amico e sostenitore.
Dato l’enorme impianto organologico della musica wagneriana – occorrono grandi orchestre, molti cantanti, grandi cori misti, ecc. – è tecnicamente difficile che essa sia stata eseguita da orchestre assemblate nei Campi come da partitura; le testimonianze rilasciate dai sopravvissuti circa l’esecuzione di musica wagneriana nei Campi di concentramento si riferiscono ad arrangiamenti per organici medi o accompagnamenti al pianoforte di pagine popolari del repertorio wagneriano (ci sono programmi di sala prodotti nei Campi all’uopo).


Francesco Lotoro
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