Jonathan Sacks, rabbino | A
33 secoli dal momento in cui ci furono dati, i Dieci Comandamenti
restano la più semplice e sintetica guida alla costruzione di una buona
società.
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David
Bidussa,
storico sociale
delle idee | Qualcosa
non torna in Europa. La somma di fascino per lo Stato forte,
diabolizzazione dell’avversario, visione complottista del presente e
ricerca di capri espiatori delinea un profilo che mette in questione
alcuni fondamenti essenziali della mentalità democratica, così come
l’abbiamo conosciuta, almeno da questa parte di Europa, negli ultimi
tre quarti di secolo.
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"Senza Savona al voto"
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I
giornali di oggi aprono con i problemi, in Italia, per la formazione di
un nuovo governo affidato a Giuseppe Conte: il Presidente della
Repubblica Sergio Mattarella sembra non volere l’economista Paolo
Savona come ministro all’Economia per le sue posizioni euroscettiche.
Il leader della Lega Matteo Salvini sabato sera ha dichiarato: “Nessun
passo indietro, stasera daremo la lista dei ministri della Lega a
Conte. Se salta il governo ci sarà una frattura con gli italiani. Noi
abbiamo fatto tutto il possibile”. E di Salvini parlano i quotidiani
tedeschi, molto critici nei confronti del binomio Lega-5 Stelle: lo
Spiegel, come racconta oggi La Stampa, riporta che “Salvini cura
contatti politici non solo con la destra populista della Alternative
für Deutschland (Afd) ma anche col movimento anti-islamico e xenofobo
di Pegida”. Contatti documentati da una foto pubblicata dal settimanale
tedesco “che ritrae il leader della Lega insieme all’editore neonazista
Goetz Kubitschek, ospite fisso delle manifestazioni organizzate a
Dresda da Pegida e braccio destro di Björn Höck, il discusso leader
dell’Afd in Turingia che ha definito una volta il memoriale
dell’Olocausto di Berlino come un ‘monumento della vergogna’”.
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Leggi
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qui roma - il convegno Ihra: "La vicenda italiana
paradigma di Memoria" Un
convegno internazionale in svolgimento al MAXXI ha aperto stamane a
Roma i lavori della prima riunione plenaria organizzata dalla
presidenza italiana della International Holocaust Remembrance Alliance,
con il coinvolgimento di rappresentanti di trentuno paesi e delle
istituzioni internazionali che fanno parte della istituzione
intergovernativa. Diverse giornate di confronto, riflessione, impegno
che dal passato guarda al futuro.
“The Racist Laws. Before and after the Shoah: models, practices and
heritage” il titolo del convegno, focalizzato sull’entrata in vigore
delle Leggi Razziste a 80 anni dall’infamia. Un anniversario su cui
riflettere da molti punti di vista, che già hanno segnato i qualificati
interventi della mattinata.
“L’Ihra – ha affermato il presidente Sandro De Bernardin nel suo
intervento di saluto – ha tra i suoi scopi quello di far emergere le
ombre non svelate della Shoah. Conseguenze di quanto avvenne allora
sono evidenti anche al giorno d’oggi ed è nostra responsabilità capire
l’origine di certi fenomeni”.
Attraverso lo studio di premesse, modelli e pratiche di legislazione
razzista, il convegno odierno e la plenaria delle prossime giornate
possono – per De Bernardin – “offrire un contributo alla miglior
comprensione del tema, che rimane di fondamentale importanza”. Se non
vogliamo che la storia si ripeta, il suo monito, “quanto sta accadendo,
la crescente tendenza ad adottare legislazioni contro cittadini
stranieri che si verifica in molti paesi, andrebbe osservata attraverso
le lenti di ciò che accadeva prima della Seconda Guerra Mondiale”.
“Dopo decenni in cui l’ebraismo italiano è stato parte integrante della
società, ufficialmente riconosciuto dopo l’emancipazione, leggi
approvate dall’intero Parlamento hanno sancito l’esclusione di persone
che si sentivano profondamente italiane e che in diversi casi neanche
erano consapevoli della propria identità ebraica o che essere ebrei
potesse fare una differenza” ha poi sottolineato la Presidente
dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
“L’analisi morale e legale delle responsabilità, soltanto in parte
compiuta, è oggi la sfida più grande che dobbiamo affrontare. E che
devono affrontare gli organi di governo, a livello nazionale, europeo e
internazionale. A maggior ragione oggi – ha detto Di Segni – in una
Europa in cui partiti populisti e radicali sembrano godere di un sempre
maggiore consenso”. L’appello rivolto a governi e guardiani
costituzionali è a uno sforzo di consapevolezza della posta in gioco,
in particolare dell’identità democratica da difendere. Identità intesa
anche come protezione dei cittadini italiani ed europei “dall’impatto
devastante di ogni odio e legalizzazione dell’esclusione”.
Stimolanti le riflessioni dei due oratori invitati per una lecture,
dopo i saluti di altri due studiosi: il direttore del Cdec Gadi
Luzzatto Voghera e il segretario dello Fscire Alberto Melloni (entrambi
gli enti hanno contribuito alla giornata, assieme al Miur – in sala
anche il presidente del Cdec Giorgio Sacerdoti). Il professor Steven
T-Katz, che ha parlato di “antisemitismo in tempo di crisi”. E l’ex
Presidente del Consiglio Giuliano Amato, che ha svolto una riflessione
sul rispetto del principio di uguaglianza. “Un principio che non si è
ancora affermato e che ha fatto fatica a consolidarsi. Porto l’esempio
del voto del 1948 – ha sottolineato Amato – il primo cui hanno avuto
accesso tutte le donne”.
Per quanto riguarda le Leggi del ’38, il professore ha messo in
evidenza il nesso con le successive deportazioni nei campi di sterminio
focalizzandosi sulla vicenda del 16 ottobre 1943. “Una vergogna
indimenticabile” ha detto a proposito degli episodi di delazione che si
verificarono. Leggi
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qui roma - l'incontro Ambiente, confronto con Israele “L’uomo
nel suo ambiente architettonico: Italia e Israele, esperienze a
confronto”. È il titolo di un convegno svoltosi presso la facoltà di
architettura dell’Università La Sapienza, promosso dalla sezione
italiana dell’associazione ambientalista Beautiful Israel in
collaborazione con La Sapienza. A introdurre gli interventi dei
professori Norman Austerlitz, Aldo Winkler e Eliana Cangelli, moderati
dall’architetto Yoram Orvieto, la preside della facoltà di architettura
Anna Maria Giovenale, il vice-capo commissione dell’ambasciata
d’Israele Ofra Fahri, ed Emilio Nacamulli, presidente dell’associazione
che si propone di promuovere una cultura del rispetto per l’ambiente e
di valorizzare il know-how che lo Stato ebraico ha sviluppato negli
anni, in questo ambito, in termini di conoscenze e tecnologie. Leggi
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Israele
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Parlare
d’Israele, ovvero spiegarne la storia, il profilo sociale, gli
indirizzi di politica assunti nel corso del tempo ma anche le relazioni
con gli scomodi vicini e il groviglio di questioni che è conosciuto
come «conflitto israelo-palestinese» (ma anche arabo-israeliano) è cosa
particolarmente impegnativa con i tempi che corrono. Il rischio di
incorrere in anatemi o scomuniche da parte del pubblico, di scontentare
gli uni ma, soprattutto, di farne arrabbiare altri, è piuttosto
diffuso. Non che si cerchi l’applauso ad ogni costo, e neanche
l’assenso, men che meno quello unanimistico, ma il problema di una
fazionalizzazione a prescindere, che trasforma certi astanti in ultras
dell’auto-identificazione (chiamati in causa, ognuno d’essi esprimerà
la sua più fervida indignazione verso qualcosa o qualcuno, rivelando in
tale modo di avere in tasca la giusta “idea” su quanto è avvenuto e
avviene), rende pressoché impossibile, almeno in certe situazioni, non
un dialogo ma anche solo un qualche tentativo di comunicazione.
Claudio Vercelli
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