Paolo Sciunnach, insegnante |
Esegui
la sua volontà come se fosse la tua, affinché allo stesso modo egli
esegua la tua volontà come se fosse la sua. Annulla la tua volontà a
causa della sua, affinché egli annulli la volontà degli altri a causa
della tua volontà (Avoth 2).
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Anna
Foa,
storica |
Non
appartengo a quella parte, sia pur maggioritaria, degli ebrei italiani
che considerano ogni critica ad Israele, ogni dissenso sulla politica
del governo israeliano, come un’espressione di antisemitismo. Credo
anzi nella necessità del dibattito e della libera espressione di
opinioni diverse all’interno del mondo ebraico.
Ma proprio per questo, non posso non considerare la bandiera e gli
striscioni anti-israeliani posti sul ponte dedicato a Settimia
Spizzichino non solo come un gesto di grande stupidità ma anche come un
atto decisamente antisemita.
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Occhi puntati sul Colle
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La
rinuncia di Conte, la convocazione sul Quirinale di Cottarelli, la
richiesta di impeachment del capo dello Stato formulata dal leader
Cinquestelle Di Maio. Gli occhi di tutto il paese (e di molta opinione
pubblica internazionale) puntati sul Colle.
Scrive Luciano Fontana, direttore del Corriere: “La sensazione è che,
invece di ragionare seriamente sulla formazione del governo, Matteo
Salvini, e in scia anche Luigi Di Maio, fossero impegnati a preparare
la nuova campagna elettorale, a creare l’occasione per sfilarsi da un
accordo fragile e rischioso, pieno di promesse impossibili. Meglio
tornare a fare la cosa che riesce loro più congeniale, agitare le
piazze e scatenare campagne sulla Rete avendo trovato anche un nuovo
obiettivo”.
“Se il presidente avesse ceduto, piegandosi a ultimatum e minacce, e si
fosse rimangiato la sua unica obiezione – l’opinione di Mario
Calabresi, direttore di Repubblica – sarebbe andato in pezzi
l’equilibrio tra i poteri dello Stato. Non ci sarebbe stato più alcun
argine alle forzature e all’arroganza”.
“Va detto subito chiaramente – sottolinea Marcello Sorgi, su La Stampa
– è una sfida molto pericolosa, ai limiti dell’irresponsabilità, quella
lanciata ieri da Meloni e Di Maio (e alla quale, è prevedibile, si
assocerà anche Salvini), minacciando l’impeachment del presidente della
Repubblica”.
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il convegno dell'ihra - l'intervento di bauer "Le società che fabbricano odio,
da quell'odio restano travolte" È
stato Yehuda Bauer, a sorpresa, a chiudere il convegno “The Racist
Laws. Before and after the Shoah: models, practices and heritage” che
ha ieri anticipato la riunione plenaria della International Holocaust
Remembrance Alliance in corso in queste ore a Roma.
Primo appuntamento organizzato dalla presidenza italiana, ha visto un
pubblico attento e partecipe, oltre che ultra qualificato, seguire
nell’auditorium del Maxxi un convegno che ha avuto l’Alto Patronato del
Presidente della Repubblica, e tra i suoi relatori l’Ambasciatore
Sandro De Bernardin, presidente IHRA e la presidente dell’Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni. Le sessioni, coordinate da
Alberto Melloni e Gadi luzzatto Voghera, si sono aperte con le lectio
di Steven Katz e Giuliano Amato, rispettivamente su “Antisemitism in
Times of Crisis”, e “Summa iniuria”, per continuare con le relazioni di
Lucia Ceci, Francesco Cassata, Michele Sarfatti, Michel Rosenfeld,
Melloni stesso e Roberto Finzi.
In chiusura, dopo le lectio di Jean-Frédéric Schaub e Wichert ten Have,
è stato il professor Bauer, insigne storico dell’Università di
Gerusalemme e uno dei massimi esperti al mondo di Shoah, a prendere la
parola. Leggi
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la plenaria dell'ihra - de bernardin "Memoria, lavoro di squadra" Apertasi
questa mattina, la prima riunione plenaria della International
Holocaust Remembrance Alliance organizzata dalla delegazione italiana,
che ne ha la presidenza per il 2018, entra ora nel vivo dei lavori.
Dopo la consueta riunione introduttiva dedicata ai nuovi delegati e una
prima sessione di lavoro dei quattro gruppi di lavoro istituzionali in
cui da sempre si dividono le delegazioni – “Academic”, “Education”,
“Memorials and Museums” e “Communication” – sono in corso ora i lavori
di quello che è il primo segno delle novità su cui ha lavorato il team
guidato dall’ambasciatore Sandro De Bernardin. Otto “Cross-Cutting
Workshops”, laboratori interdisciplinari, rimescolano le competenze
obbligando tutti a uscire dagli schemi. L’ambasciatore De Bernardin,
che ha lasciato per il 2018 il ruolo di capo delegazione per diventare
presidente Ihra cedendo il posto a Giuseppe Pierro, dirigente Miur, è
in attesa dei primi riscontri: “Sono innanzitutto estremamente
soddisfatto della conferenza tenutasi ieri, che mi pare sia stata
un’ottima introduzione ai lavori, e spero sia di buon auspicio per i
giorni intensi che abbiamo davanti a noi”.
Tenutasi
all’auditorium del Maxxi, ha avuto un pubblico partecipe e molto
qualificato, con molti delegati Ihra che ne hanno seguito tutte le
sessioni, concluse da un discorso di Yehuda Bauer.
“Ora si entra nel vivo, abbiamo fatto partire la macchina, e sto
aspettando di vedere come verrà accolta questa nostra nuova proposta: i
delegati sono molto abituati a lavorare per settori, con per esempio
gli accademici che si ritrovano fra loro, e le interazioni fra esperti
di settori diversi sono una delle cose che vogliamo stimolare. L’idea
delle otto sessioni interdisciplinari è stata accolta molto bene, e
nonostante si tratti di un’iniziativa complessa mi pare ci sia un
atteggiamento molto positivo e costruttivo da parte di tutti”. Leggi
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qui roma - la serata Academy, la festa dopo il Giro
'Orgogliosi del vostro cammino' La
stanchezza sul volto, con quasi quattromila chilometri pedalati in
poche settimane. Ma anche la soddisfazione per aver concluso una
piccola grande impresa.
I corridori della Israel Cycling Academy, la squadra israeliana che ha
corso il Giro d’Italia, la cui 101esima edizione si è conclusa ieri a
Roma, varcano compatti l’ingresso dei giardini del Tempio Maggiore
della capitale dove ad aspettarli, un’ora dopo la fine dell’ultima
tappa e poche ore prima della partenza dell’aereo che riporterà la
squadra nel quartier generale di Girona in Spagna, c’è un rinfresco
organizzato dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane con il
supporto di Comunità ebraica romana e Fondazione Museo della Shoah e
con l’adesione dell’ambasciata israeliana.
“Ci vuole coraggio nell’immaginare questa incredibile. Un viaggio nella
storia, un filo invisibile che ha unito le due città” dice il maskil
Cesare Efrati, da cui è nata l’idea di questa serata, nel ripercorrere
questo straordinario itinerario rosa da Gerusalemme a Roma.
“Avete
provato come lo sport possa educare alla Memoria e unire le persone.
Questo Giro, anche grazie alla figura di Gino Bartali, è stato speciale
e ha unito Memoria e futuro, Gerusalemme a Roma” dice la Presidente
UCEI Noemi Di Segni, rivolgendosi alla squadra. Leggi
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oggi l'ultimo saluto
Roth, niente funerale ebraico
Philip Roth non avrà un funerale ebraico.
Su esplicita richiesta del grande scrittore statunitense, mancato negli
scorsi giorni all’età di 85 anni, la cerimonia in programma quest’oggi
al Bard College Cemetery di New York non avrà alcuna dimensione
religiosa.
A darne notizia il suo biografo americano Blake Bailey in una conversazione con la Jewish Telegraphic Agency.
Stando a quanto riferisce la Jta, Roth aveva pensato inizialmente di
essere seppellito in un cimitero in New Jersey in prossimità delle
tombe dei suoi genitori. Ma le precarie condizioni di sicurezza del
luogo, più volte violato da malintenzionati, l’hanno fatto propendere
per quest’altra scelta.
La scelta di Roth, secondo Bailey, va attribuita anche alla volontà di
essere vicino al suo grande amico Norman Manea, che è professore al
Bard College, e a un’altra persona a lui cara: il rettore Leon Botsein.
“Ha chiesto di essere seppellito vicino ad altri ebrei, così da avere qualcuno con cui parlare” ha scherzato Bailey con la Jta.
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il processo in corso al tribunale di roma
"Stormfront, minaccia seria"
"Gli
animatori del gruppo Stormfront sono cialtroni senza coraggio che si
sono nascosti dietro nickname ridicoli e dietro foto di Goebbels. Un
tempo ci facevano pena, oggi vista la china che ha preso la politica
nazionale, dovrebbero farci anche paura".
È il messaggio che Roberto Saviano ha voluto condividere, attraverso i
propri canali social, al termine dell'udienza presso il Tribunale di
Roma in cui è stato chiamato a testimoniare contro gli attivisti del
gruppo neonazista. Proprio Saviano era finito nel mirino della
piattaforma di estrema destra amministrata da Stormfront in quanto
"colpevole" di aver sostenuto la candidatura di un cittadino camerunese
ribellatosi ai "caporali" a sindaco di Castelvolturno.
Deporranno nel pomeriggio altre figure minacciate da Stormfront, anche
attraverso violenti epiteti a sfondo antisemita, tra cui Andrea
Riccardi, Riccardo Pacifici, Giusi Nicolini e Carla Di Veroli.
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Oltremare
- Aquiloni
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Da
settimane ormai bruciano i nostri campi. Campi nei quali brava gente di
moshav e di kibbutz lavora duro, combattendo ogni giorno contro la
natura difficile e avara di questo nostro Medio Oriente senza pace.
Come se non bastasse il chamsin, con le sue folate improvvise di aria
secca e bollente, che è capace da solo di piegare il grano, seccare le
piantine di ceci e far cadere i frutti dagli alberi di avocado
anzitempo. Lanciano da oltre il confine aquiloni con appese bottiglie
incendiarie e esplosivo. Decine, centinaia di aquiloni, alcuni decorati
con la bandiera palestinese. Sperano di bruciare il raccolto di quelli
che vivono dall’altro lato del confine, che siamo noi, e a volte
purtroppo ci riescono. Cosa se ne facciano poi di questa vittoria, ché
per loro è una vittoria evidentemente il fatto di aver prodotto un
danno, proprio non lo so
Daniela Fubini, Tel Aviv
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