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12 Giugno 2018 - 29 Sivan 5778
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Ephraim Mirvis, rabbino capo di Gran Bretagna
È dovere di ognuno di noi utilizzare la nostra preziosa libertà con responsabilità, e portare con noi la radiosità della presenza di Hashem, riflettendola splendidamente ovunque andiamo.
 
Dario
Calimani,
Università di Venezia
Una società civile non ha il diritto di respingere chi cerca la salvezza. E un governo non ha il diritto di indurire il cuore del suo popolo facendo leva sulla paura del diverso.
Garantire la sicurezza del paese non può non contemplare allo stesso tempo la salvaguardia dello spirito di solidarietà. L'alternativa è l'imbarbarimento della coscienza umanitaria di un popolo.
 
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Trump incontra Kim
Alle 3 italiane, le 9 del mattino a Singapore, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha incontrato il dittatore nordcoreano Kim Jong-un per un vertice che la stampa internazionale ha definito storico. L’incontro è iniziato con una lunga stretta di mano durata 13 secondi tra Trump e Kim Jong-un. “Non era mai successo – ricorda il Post – che un presidente statunitense in carica stringesse la mano a un leader nordcoreano e in generale i rapporti tra i due paesi sono sempre stati più che tesi”. Sul tavolo del vertice, la trattativa per il disarmo nucleare della Nord Corea e la successiva revoca delle sanzioni internazionali. I due leader hanno avuto due incontri terminati con la firma di un documento di cui non è ancora noto il contenuto. “Il mondo vedrà un cambiamento importante”, ha detto Kim Jong-un dopo che lui e il presidente Trump hanno firmato un documento dopo il loro storico vertice. “Siamo molto orgogliosi di ciò che è accaduto oggi”, ha detto Trump alla cerimonia della firma, come riportano Washington Post e New York Times. Alla domanda se il leader nordcoreano abbia accettato il processo di denuclearizzazione, Trump ha detto: “Stiamo iniziando quel processo molto rapidamente”.

Lia Levi Premio Strega Giovani. Tornando all’Italia, nell’ottantesimo anniversario delle Leggi razziste, importante il segnale arrivato dal mondo della cultura: la scrittrice e giornalista Lia Levi, con il suo romanzo Questa sera è già domani’ (Edizioni E/O) si è aggiudicato la quinta edizione del Premio Strega Giovani. Il libro, che racconta la storia di una famiglia ebraica di Genova sconvolta dalle leggi del 1938, ha ottenuto 65 preferenze su 385 voti espressi, è stato il libro più votato da una giuria di ragazze e ragazzi tra i 16 e i 18 anni, in rappresentanza di circa 55 licei e istituti tecnici diffusi su tutto il territorio italiano e all’estero. “Evidentemente – il commento di Lia Levi, 86 anni, raccolto dal Corriere della Sera – non conta l’età ma com’è la storia. Ho sempre avuto un buon rapporto con i giovani. Sono andata in tante scuole. Dedico la vittoria a chi ha ispirato il libro. Ma soprattutto a chi ci ha creduto. Molti si sono appassionati con me e questo mi ha fatto un effetto positivo più dei giudizi costruiti”. “La generazione Z, quella dei post-Millennial – commenta Repubblica – accusati di vivere immersi in un eterno presente, ha scelto un libro intriso di memoria: la storia realmente accaduta di una famiglia ebraica genovese nel 1938, l’anno delle leggi razziali”.

Acquarius, la nave in balia dei governi. “La nave Aquarius, con i suoi 629 migranti (tra cui undici bambini e sette donne incinte) non approderà in un nostro porto ma in quello di Valencia, grazie all’apertura del nuovo premier spagnolo, il socialista Pedro Sánchez – scrive l’editorialista del Corriere Goffredo Buccini – Difficile non riconoscere che questo sia un buon risultato a meno di essere ostaggi dell’ideologismo più accanito. Difficile, in egual misura, non vedere come questo risultato sia frutto di un grosso azzardo politico e giuridico giocato sul filo del rasoio dal ministro degli Interni italiano e capo della Lega, Matteo Salvini”. Il caso Aquarius e l’esempio spagnolo costituiscono dei precedenti afferma Buccini: “per la prima volta, dopo anni di isolamento nei quali l’Italia era stata ridotta dai suoi partner europei a imbuto rovesciato e sigillato delle migrazioni, il tappo è saltato” e “in qualche modo si cambia il trattato di Dublino nei fatti prima ancora che nei dossier della diplomazia”. “La legge del mare viene prima di tutto”, afferma il presidente della Camera Roberto Fico a Repubblica, spiegando di essere “per l’accoglienza ma la Ue deve aiutarci”. Intanto alla decisione del ministro Salvini di bloccare i porti ai migranti ha risposto l’assessore alle Politiche sociali di Milano Piefrancesco Majorino che ha lanciato un appello sui social chiedendo alla città di scendere in piazza oggi alle 18, in piazza della Scala, portando un drappo bianco di protesta (Repubblica). “Il ministro degli interni Salvini, in violazione delle leggi del mare, del diritto internazionale e della semplice umanità ha dato disposizione di chiudere i porti italiani. Noi pensiamo che prima di qualunque negoziato venga la tutela della vita umana”.

La Polonia e i beni da restituire agli ebrei. Non si è ancora sbloccato l’iter legislativo in Polonia per arrivare a un provvedimento che sciolga il nodo delle restituzioni dei beni confiscati agli ebrei dai nazisti e poi nazionalizzati dai sovietici. Ne parla il Corriere sottolineando che un progetto di legge c’è ma è al momento bloccato: “il provvedimento, che colmerebbe un vuoto normativo unico nell’Unione europea, punta ad accelerare le procedure ma stabilisce requisiti molto rigidi per poter accedere alle compensazioni”.
 
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  davar
le parole del ministro della difesa lieberman
Israele e l'incontro Trump-Kim
"Sul nucleare, fiducia negli Usa"

“Sono certo che gli Stati Uniti e il presidente Trump, determinati a raggiungere un accordo, ne controlleranno anche l'attuazione e questo sarà un buon esempio per altre nazioni e altri popoli”, così il ministro della Difesa Avigdor Liberman, parlando dello storico incontro avvenuto oggi tra il presidente Usa Donald Trump e il dittatore coreano Kim Jong-un e facendo apparentemente un riferimento all'Iran. “Pensiamo che l'incontro sia un risultato nonché la svolta più significativa che abbiamo visto negli ultimi anni. Spero che al di là delle firme, l'accordo sarà anche portato avanti nella realtà e resista alla prova dei fatti”, ha dichiarato Lieberman. Trump durante una conferenza congiunta con Kim Jong-un, tenutasi dopo l'incontro, ha spiegato che per ora le sanzioni non verranno rimosse e ha confermato di avere ricevuto l’impegno del leader nordcoreano di denuclearizzare il suo paese. 

la scrittrice a pagine ebraiche 
Lo Strega Giovani a Lia Levi
"Un riconoscimento autentico"

“Un attimo che devo salutare dei ragazzi che sono venuti a trovarmi”. Chiede un momento Lia Levi, prima di parlare del Premio Strega Giovani, ricevuto nelle scorse ore per Questa sera è già domani (Edizioni E/O) proprio da quei ragazzi che sono sempre stati la sua priorità. Studenti delle superiori e dei licei a cui la giornalista e scrittrice, nata a Pisa nel 1931, ha spiegato l'infamia delle Leggi razziste attraverso i suoi ricordi personali e attraverso i suoi libri. Una Memoria viva che molti di quei giovani incontrati nelle scuole nel corso degli anni hanno saputo recepire, apprezzare. E ora premiare, con il conferimento dello Strega Giovani a Questa sera è già domani: un libro che si ispira alla storia del marito di Lia, Luciano Tas (scomparso nel 2014), raccontando la storia di un giovane che si confronta con la sua identità ebraica mentre è costretto a fuggire dalla persecuzione nazifascista. “Si dice sempre in questi casi ma io onestamente non me l'aspettavo – spiega a Pagine Ebraiche la scrittrice parlando del premio – È stata una bella sorpresa, un riconoscimento che mi fa molto piacere anche perché arriva dai ragazzi. E per questo è ancora più autentico: di certo loro non si sono fatti influenzare dalla politica interna all'editoria”. Ed è un premio che racchiude un significato simbolico perché arriva proprio nell'ottantesimo anniversario delle Leggi razziste, leggi volute dal fascismo e i cui drammatici effetti sono al centro del romanzo. “Credo sia la dimostrazione che questi giovani hanno capito il valore della Memoria, che non può essere relegata a vuoti slogan. Non tutti l'hanno compreso, non illudiamoci, ma è una bellissima cosa sapere che c'è chi l'ha fatto”. Non solo la Memoria non è vuota, afferma Levi, ma è anche un valore attuale: “i fatti storici del passato (le persecuzioni contro gli ebrei, ndr) non sono assolutamente paragonabili a quanto accade oggi (con gli sbarchi dei migranti). Ciò che è simile sono le emozioni: la percezione di sentirsi rifiutati è la stessa. Anche per questo ho messo in bocca al doganiere svizzero che controlla i documenti agli ebrei in fuga parole prese dai giornali di oggi: 'non possiamo aiutare tutti'. Il dramma è quello. Non sono parole malvagie ma fanno riflettere”.

(Nell'immagine, Lia Levi ritratta da Giorgio Albertini)
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qui milano - la dedica dell'opera fidelio
Kleiber e Veneziani, i Maestri
a cui la Scala rende omaggio

Nel 1938 il grande direttore d'orchestra Erich Kleiber scrisse una lettera al Teatro alla Scala di Milano, in cui annunciava la sua decisione di rinunciare alla direzione del Fidelio di Ludwig van Beethoven. “Apprendo in questo momento che il Teatro della Scala ha chiuso le sue porte ai vostri compatrioti israeliti. La musica è fatta per tutti, come il sole e l’aria. Là dove si nega a degli esseri umani questa fonte di consolazione così necessaria in questi tempi duri e questo soltanto perché essi appartengono a un’altra stirpe o a un’altra religione io non posso collaborare né come cristiano né come artista”. Saputo della decisione del teatro milanese di seguire le direttive delle Leggi razziste e quindi  di ritirare agli abbonati ebrei la loro tessera e di allontanare gli artisti ebrei – tra cui il Maestro Vittore Veneziani -, Kleiber decise di di dare un segnale forte di indignazione forte, chiudendo lui le porte alla Scala. Oggi quelle porte si riaprono simbolicamente con la decisione del Teatro di dedicare - nell’ottantesimo anniversario delle Leggi razziste - la prima di Fidelio, in programma il 19 giugno prossimo e diretta dal Maestro Myung-Whun Chung, ai maestri Erich Kleiber (nell'immagine con un altro grande direttore, Arturo Toscanini) e Vittore Veneziani. L’inno beethoveniano all’amore e alla libertà torna dunque alla Scala nell'allestimento firmato da Deborah Warner per la regia e Chloé Obolensky per scene e costumi che nel 2014 segnò l’ultimo 7 dicembre di Daniel Barenboim come Direttore musicale. Lo spettacolo e la decisione di dedicarlo a Kleiber e Veneziani è stato raccontato in anteprima a Milano in una conferenza stampa a cui hanno partecipato – oltre a Chung, Warner e alla direzione del Teatro – la senatrice a vita Liliana Segre, la storica Liliana Picciotto del Centro di Documentazione Ebraica di Milano e il presidente dell'Anpi Provinciale Roberto Cenati.
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il festival letterario una marina di libri
Palermo, l'eredità ebraica
Nella Serra Tropicale, con l’organizzazione dell’Officina di Studi Medievali, Francesco Bonanno ha tenuto un laboratorio di scrittura per la scoperta dell’alfabeto ebraico. Nella Sala Lanza, Carlo Trombino, dell’Università degli Studi di Palermo, ha esposto la sua lectio magistralis, che ha avuto come  titolo “Professori ebrei all'Università di Palermo: Levi, Terni, Segre’ e Jesi, dal 1915 al 1979”.
Tutto ciò è accaduto nel corso della nona edizione di Una Marina di Libri, festival letterario di Palermo, tenutosi dal 7 al 10 giugno all’interno dell’Orto Botanico del capoluogo siciliano.
Ma, all’Interno di Una Marina di Libri, ci sono stati anche altri appuntamenti distinti dalla identità ebraica.

Daniele Ienna
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pilpul
La fatica del pensiero
Anche tra gli ebrei italiani divampa il dibattito sull’immigrazione. Perché non dovrebbe essere così, del resto, se su questa questione si giocano oggi le fortune e le sfortune politiche dei leader in Europa e forse in tutto il mondo? Perché mai gli ebrei dovrebbero essere immunizzati dall’orrore della Shoah e non provare paure e preoccupazioni che angosciano tutti gli altri cittadini? 

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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La scuola
Ernesto Galli della Loggia (Corriere, 5 giugno 2018) ha elaborato una serie di proposte, alcune delle quali potrebbero valere per le Scuole ebraiche:

1) Reintroduzione in ogni aula scolastica della predella
2) Reintroduzione dell’obbligo per ogni classe di ogni ordine e grado di alzarsi in piedi all’ingresso nell’aula del docente.
3) Divieto deciso nei confronti di tutte le «occupazioni»
4) Cancellazione di ogni misura legislativa o regolamentare che preveda un qualunque ruolo delle famiglie o di loro rappresentanze nell’istituzione scolastica.


Emanuele Calò
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