Ephraim Mirvis, rabbino capo di Gran Bretagna
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È
dovere di ognuno di noi utilizzare la nostra preziosa libertà con
responsabilità, e portare con noi la radiosità della presenza di
Hashem, riflettendola splendidamente ovunque andiamo.
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Dario
Calimani,
Università di Venezia
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Una
società civile non ha il diritto di respingere chi cerca la salvezza. E
un governo non ha il diritto di indurire il cuore del suo popolo
facendo leva sulla paura del diverso.
Garantire la sicurezza del paese non può non contemplare allo stesso
tempo la salvaguardia dello spirito di solidarietà. L'alternativa è
l'imbarbarimento della coscienza umanitaria di un popolo.
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Trump incontra Kim
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Alle
3 italiane, le 9 del mattino a Singapore, il presidente degli Stati
Uniti Donald Trump ha incontrato il dittatore nordcoreano Kim Jong-un
per un vertice che la stampa internazionale ha definito storico.
L’incontro è iniziato con una lunga stretta di mano durata 13 secondi
tra Trump e Kim Jong-un. “Non era mai successo – ricorda il Post – che
un presidente statunitense in carica stringesse la mano a un leader
nordcoreano e in generale i rapporti tra i due paesi sono sempre stati
più che tesi”. Sul tavolo del vertice, la trattativa per il disarmo
nucleare della Nord Corea e la successiva revoca delle sanzioni
internazionali. I due leader hanno avuto due incontri terminati con la
firma di un documento di cui non è ancora noto il contenuto. “Il mondo
vedrà un cambiamento importante”, ha detto Kim Jong-un dopo che lui e
il presidente Trump hanno firmato un documento dopo il loro storico
vertice. “Siamo molto orgogliosi di ciò che è accaduto oggi”, ha detto
Trump alla cerimonia della firma, come riportano Washington Post e New
York Times. Alla domanda se il leader nordcoreano abbia accettato il
processo di denuclearizzazione, Trump ha detto: “Stiamo iniziando quel
processo molto rapidamente”.
Lia Levi Premio Strega Giovani. Tornando all’Italia, nell’ottantesimo
anniversario delle Leggi razziste, importante il segnale arrivato dal
mondo della cultura: la scrittrice e giornalista Lia Levi, con il suo
romanzo Questa sera è già domani’ (Edizioni E/O) si è aggiudicato la
quinta edizione del Premio Strega Giovani. Il libro, che racconta la
storia di una famiglia ebraica di Genova sconvolta dalle leggi del
1938, ha ottenuto 65 preferenze su 385 voti espressi, è stato il libro
più votato da una giuria di ragazze e ragazzi tra i 16 e i 18 anni, in
rappresentanza di circa 55 licei e istituti tecnici diffusi su tutto il
territorio italiano e all’estero. “Evidentemente – il commento di Lia
Levi, 86 anni, raccolto dal Corriere della Sera – non conta l’età ma
com’è la storia. Ho sempre avuto un buon rapporto con i giovani. Sono
andata in tante scuole. Dedico la vittoria a chi ha ispirato il libro.
Ma soprattutto a chi ci ha creduto. Molti si sono appassionati con me e
questo mi ha fatto un effetto positivo più dei giudizi costruiti”. “La
generazione Z, quella dei post-Millennial – commenta Repubblica –
accusati di vivere immersi in un eterno presente, ha scelto un libro
intriso di memoria: la storia realmente accaduta di una famiglia
ebraica genovese nel 1938, l’anno delle leggi razziali”.
Acquarius, la nave in balia dei governi. “La nave Aquarius, con i suoi
629 migranti (tra cui undici bambini e sette donne incinte) non
approderà in un nostro porto ma in quello di Valencia, grazie
all’apertura del nuovo premier spagnolo, il socialista Pedro Sánchez –
scrive l’editorialista del Corriere Goffredo Buccini – Difficile non
riconoscere che questo sia un buon risultato a meno di essere ostaggi
dell’ideologismo più accanito. Difficile, in egual misura, non vedere
come questo risultato sia frutto di un grosso azzardo politico e
giuridico giocato sul filo del rasoio dal ministro degli Interni
italiano e capo della Lega, Matteo Salvini”. Il caso Aquarius e
l’esempio spagnolo costituiscono dei precedenti afferma Buccini: “per
la prima volta, dopo anni di isolamento nei quali l’Italia era stata
ridotta dai suoi partner europei a imbuto rovesciato e sigillato delle
migrazioni, il tappo è saltato” e “in qualche modo si cambia il
trattato di Dublino nei fatti prima ancora che nei dossier della
diplomazia”. “La legge del mare viene prima di tutto”, afferma il
presidente della Camera Roberto Fico a Repubblica, spiegando di essere
“per l’accoglienza ma la Ue deve aiutarci”. Intanto alla decisione del
ministro Salvini di bloccare i porti ai migranti ha risposto
l’assessore alle Politiche sociali di Milano Piefrancesco Majorino che
ha lanciato un appello sui social chiedendo alla città di scendere in
piazza oggi alle 18, in piazza della Scala, portando un drappo bianco
di protesta (Repubblica). “Il ministro degli interni Salvini, in
violazione delle leggi del mare, del diritto internazionale e della
semplice umanità ha dato disposizione di chiudere i porti italiani. Noi
pensiamo che prima di qualunque negoziato venga la tutela della vita
umana”.
La Polonia e i beni da restituire agli ebrei. Non si è ancora sbloccato
l’iter legislativo in Polonia per arrivare a un provvedimento che
sciolga il nodo delle restituzioni dei beni confiscati agli ebrei dai
nazisti e poi nazionalizzati dai sovietici. Ne parla il Corriere
sottolineando che un progetto di legge c’è ma è al momento bloccato:
“il provvedimento, che colmerebbe un vuoto normativo unico nell’Unione
europea, punta ad accelerare le procedure ma stabilisce requisiti molto
rigidi per poter accedere alle compensazioni”.
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le parole del ministro della difesa lieberman
Israele e l'incontro Trump-Kim
"Sul nucleare, fiducia negli Usa"
“Sono
certo che gli Stati Uniti e il presidente Trump, determinati a
raggiungere un accordo, ne controlleranno anche l'attuazione e questo
sarà un buon esempio per altre nazioni e altri popoli”, così il
ministro della Difesa Avigdor Liberman, parlando dello storico incontro
avvenuto oggi tra il presidente Usa Donald Trump e il dittatore coreano
Kim Jong-un e facendo apparentemente un riferimento all'Iran. “Pensiamo
che l'incontro sia un risultato nonché la svolta più significativa che
abbiamo visto negli ultimi anni. Spero che al di là delle firme,
l'accordo sarà anche portato avanti nella realtà e resista alla prova
dei fatti”, ha dichiarato Lieberman. Trump durante una conferenza
congiunta con Kim Jong-un, tenutasi dopo l'incontro, ha spiegato che
per ora le sanzioni non verranno rimosse e ha confermato di avere
ricevuto l’impegno del leader nordcoreano di denuclearizzare il suo
paese.
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la scrittrice a pagine ebraiche
Lo Strega Giovani a Lia Levi
"Un riconoscimento autentico"
“Un
attimo che devo salutare dei ragazzi che sono venuti a trovarmi”.
Chiede un momento Lia Levi, prima di parlare del Premio Strega Giovani,
ricevuto nelle scorse ore per Questa sera è già domani
(Edizioni E/O) proprio da quei ragazzi che sono sempre stati la sua
priorità. Studenti delle superiori e dei licei a cui la giornalista e
scrittrice, nata a Pisa nel 1931, ha spiegato l'infamia delle Leggi
razziste attraverso i suoi ricordi personali e attraverso i suoi libri.
Una Memoria viva che molti di quei giovani incontrati nelle scuole nel
corso degli anni hanno saputo recepire, apprezzare. E ora premiare, con
il conferimento dello Strega Giovani a Questa sera è già domani:
un libro che si ispira alla storia del marito di Lia, Luciano Tas
(scomparso nel 2014), raccontando la storia di un giovane che si
confronta con la sua identità ebraica mentre è costretto a fuggire
dalla persecuzione nazifascista. “Si dice sempre in questi casi ma io
onestamente non me l'aspettavo – spiega a Pagine Ebraiche la scrittrice
parlando del premio – È stata una bella sorpresa, un riconoscimento che
mi fa molto piacere anche perché arriva dai ragazzi. E per questo è
ancora più autentico: di certo loro non si sono fatti influenzare dalla
politica interna all'editoria”. Ed è un premio che racchiude un
significato simbolico perché arriva proprio nell'ottantesimo
anniversario delle Leggi razziste, leggi volute dal fascismo e i cui
drammatici effetti sono al centro del romanzo. “Credo sia la
dimostrazione che questi giovani hanno capito il valore della Memoria,
che non può essere relegata a vuoti slogan. Non tutti l'hanno compreso,
non illudiamoci, ma è una bellissima cosa sapere che c'è chi l'ha
fatto”. Non solo la Memoria non è vuota, afferma Levi, ma è anche un
valore attuale: “i fatti storici del passato (le persecuzioni contro
gli ebrei, ndr) non sono assolutamente paragonabili a quanto accade
oggi (con gli sbarchi dei migranti). Ciò che è simile sono le emozioni:
la percezione di sentirsi rifiutati è la stessa. Anche per questo ho
messo in bocca al doganiere svizzero che controlla i documenti agli
ebrei in fuga parole prese dai giornali di oggi: 'non possiamo aiutare
tutti'. Il dramma è quello. Non sono parole malvagie ma fanno
riflettere”.
(Nell'immagine, Lia Levi ritratta da Giorgio Albertini) Leggi
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qui milano - la dedica dell'opera fidelio
Kleiber e Veneziani, i Maestri
a cui la Scala rende omaggio
Nel
1938 il grande direttore d'orchestra Erich Kleiber scrisse una lettera
al Teatro alla Scala di Milano, in cui annunciava la sua decisione di
rinunciare alla direzione del Fidelio di Ludwig van Beethoven.
“Apprendo in questo momento che il Teatro della Scala ha chiuso le sue
porte ai vostri compatrioti israeliti. La musica è fatta per tutti,
come il sole e l’aria. Là dove si nega a degli esseri umani questa
fonte di consolazione così necessaria in questi tempi duri e questo
soltanto perché essi appartengono a un’altra stirpe o a un’altra
religione io non posso collaborare né come cristiano né come artista”.
Saputo della decisione del teatro milanese di seguire le direttive
delle Leggi razziste e quindi di ritirare agli abbonati ebrei la
loro tessera e di allontanare gli artisti ebrei – tra cui il Maestro
Vittore Veneziani -, Kleiber decise di di dare un segnale forte di
indignazione forte, chiudendo lui le porte alla Scala. Oggi quelle
porte si riaprono simbolicamente con la decisione del Teatro di
dedicare - nell’ottantesimo anniversario delle Leggi razziste - la
prima di Fidelio, in programma il 19 giugno prossimo e diretta dal
Maestro Myung-Whun Chung, ai maestri Erich Kleiber (nell'immagine con
un altro grande direttore, Arturo Toscanini) e Vittore Veneziani.
L’inno beethoveniano all’amore e alla libertà torna dunque alla Scala
nell'allestimento firmato da Deborah Warner per la regia e Chloé
Obolensky per scene e costumi che nel 2014 segnò l’ultimo 7 dicembre di
Daniel Barenboim come Direttore musicale. Lo spettacolo e la decisione
di dedicarlo a Kleiber e Veneziani è stato raccontato in anteprima a
Milano in una conferenza stampa a cui hanno partecipato – oltre a
Chung, Warner e alla direzione del Teatro – la senatrice a vita Liliana
Segre, la storica Liliana Picciotto del Centro di Documentazione
Ebraica di Milano e il presidente dell'Anpi Provinciale Roberto Cenati.
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il festival letterario una marina di libri
Palermo, l'eredità ebraica
Nella
Serra Tropicale, con l’organizzazione dell’Officina di Studi Medievali,
Francesco Bonanno ha tenuto un laboratorio di scrittura per la scoperta
dell’alfabeto ebraico. Nella Sala Lanza, Carlo Trombino,
dell’Università degli Studi di Palermo, ha esposto la sua lectio
magistralis, che ha avuto come titolo “Professori ebrei
all'Università di Palermo: Levi, Terni, Segre’ e Jesi, dal 1915 al
1979”.
Tutto ciò è accaduto nel corso della nona edizione di Una Marina di
Libri, festival letterario di Palermo, tenutosi dal 7 al 10 giugno
all’interno dell’Orto Botanico del capoluogo siciliano.
Ma, all’Interno di Una Marina di Libri, ci sono stati anche altri appuntamenti distinti dalla identità ebraica.
Daniele Ienna Leggi
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La fatica del pensiero |
Anche
tra gli ebrei italiani divampa il dibattito sull’immigrazione. Perché
non dovrebbe essere così, del resto, se su questa questione si giocano
oggi le fortune e le sfortune politiche dei leader in Europa e forse in
tutto il mondo? Perché mai gli ebrei dovrebbero essere immunizzati
dall’orrore della Shoah e non provare paure e preoccupazioni che
angosciano tutti gli altri cittadini?
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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La scuola |
Ernesto
Galli della Loggia (Corriere, 5 giugno 2018) ha elaborato una serie di
proposte, alcune delle quali potrebbero valere per le Scuole ebraiche:
1) Reintroduzione in ogni aula scolastica della predella
2) Reintroduzione dell’obbligo per ogni classe di ogni ordine e grado di alzarsi in piedi all’ingresso nell’aula del docente.
3) Divieto deciso nei confronti di tutte le «occupazioni»
4) Cancellazione di ogni misura legislativa o regolamentare che preveda
un qualunque ruolo delle famiglie o di loro rappresentanze
nell’istituzione scolastica.
Emanuele Calò
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