Jonathan Sacks, rabbino | L'umiltà
è qualcosa di più di una semplice virtù: è una forma di percezione, un
linguaggio in cui l'io tace perché io possa sentire il Tu...
L'umiltà è ciò che ci apre al mondo.
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David
Bidussa,
storico sociale
delle idee | Vista da qui e ora, ovvero nel nostro presente, che tipo di rivolta è quella di Korach, di cui abbiamo letto ieri?
Si parte dalla delegittimazione dell’avversario e delle voci diverse
perché il presupposto è che solo io rappresento il popolo e dunque il
vero; poi lo si ridicolizza, e alla fine, se si ha il potere, lo si
criminalizza.
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Migranti, governo a Ong
“Non sbarcherete più"
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Rimane
al centro del dibattito in Italia il tema dei migranti, con l’acceso
scontro tra il ministro dell’Interno Matteo Salvini e le ong
internazionali che si occupano di soccorrere le barche in difficoltà
provenienti dall’Africa. “È mattina quando Salvini, come fa più volte
al giorno, si affida a Twitter per lanciare il suo messaggio – riporta
il Corriere – ‘Altre due navi di Ong con bandiera olandese, Lifeline e
Seefuchs, sono al largo della Libia in attesa del loro carico di esseri
umani abbandonati dagli scafisti. – scrive il ministro e vicepremier –
Sappiano che questi signori dovranno cercarsi altri porti. Non
sbarcheranno in Italia”. La replica di una delle ong non si fa
attendere, con annessa accusa a Salvini di essere un fascista, e
successivo dietrofront: “No, Salvini naturalmente non è un fascista. Ci
è ‘scivolato’ il mouse”. In questo clima incandescente, il ministro
degli Interni al Corriere, sulla politica Ue sui migranti, afferma che
“Prima ci usavano, neppure c’era bisogno di parlarci, con l’Italia: ci
davano per scontati. Ora, che la musica sia un po’ cambiata lo hanno
capito tutti. Tranne l’ong tedesca che si permette di dare del fascista
al vicepremier italiano. Pazzesco…”. L’obiettivo del ministro sarebbe
creare, scrive il quotidiano di via Solferino, degli hotspot civili nel
Nord Africa “grazie ad accordi di alto livello che includano lo
sviluppo di quei Paesi e delle loro infrastrutture. Oltre che ai mezzi
di contrasto alla criminalità che specula sulle vite di chi cerca di
attraversare il Mediterraneo”. Inoltre, “al di là delle polemiche che
ci sono state, siamo in contatto con gli ambasciatori di Malta, oltre
ovviamente a quelli di Stati Uniti, Russia e Israele”. Al tema dei
migranti è dedicato il numero de L’Espresso – aspramente critico nei
confronti del ministro degli Interni – che ospita un lungo articolo di
Wlodek Goldkorn in cui si toccano diversi punti tra cui il nostro
sguardo sui migranti: “L’immigrato, il clandestino è come uno specchio:
– scrive Goldkorn – vi vediamo la nostra mancanza di sicurezza; la
nostra radicale sfiducia in un avvenire migliore per noi e per i nostri
figli, la precarietà della nostra esistenza e del nostro status
sociale”.
Al telefono con Amos Oz. Il Domenicale del Sole 24 Ore ospita il
colloquio tra Giulio Busi e lo scrittore israeliano Amos Oz, che sarà
ospite del Taobuk festival di Taormina il 24 giugno. Al centro del
dialogo, il significato della letteratura. “II bisturi dello scrittore
– spiega Oz a Busi – è la curiosità. ‘La curiosità non è solo uno
strumento intellettuale. È un dovere morale. Una persona curiosa è
anche una persona un poco migliore’”. È questo ciò che Oz chiama il
“dono della letteratura”.
Incontri. “Al Giardino dei Giusti di Gerusalemme mi imbatto in Sergio
Della Pergola, suo padre Massimo, è stato anche il ‘papà del
Totocalcio’. Il sogno di ogni italiano medio, vincere al Totocalcio,
nacque dall’esilio di un profugo ebreo triestino, Massimo Della
Pergola. – il racconto su Avvenire di Massimiliano Castellani – Con le
leggi razziali del ’38, dovette lasciare il posto di giornalista alla
“Gazzetta dello Sport”e mettersi in fuga con la moglie Adelina e il
piccolo Sergio. In Svizzera, nel campo di lavoro di Pont de la Morge,
ebbe la grande intuizione: una schedina con dodici partite, più due di
riserva in caso di sospensione o rinvio della gara. Idea maturata nel
1943 e lanciata in campo il 5 maggio 1946, sotto l’egida della Sisal,
Società italiana sporta responsabilità limitata”.
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IL PROGETTo di rigenerazione urbana
"Memoria ebraica, un patrimonio
per Mantova e per i suoi cittadini"
"La
Memoria non è qualcosa che guarda solo al passato. La Memoria va
vissuta tutti i giorni, in modo costante. Dalla Memoria delle radici,
un patrimonio condiviso, inizia il nostro lavoro per costruire il
futuro".
La grande sfida di Mantova Hub, il progetto di rigenerazione urbana di
cui sarà presto aperto il cantiere, inizia dalla valorizzazione
dell'antico cimitero ebraico cittadino che sorgeva su una parte
dell'area interessata dai lavori. Un impegno illustrato in questi
termini dall'architetto israeliano David Palterer, in un intervento
pubblico nel corso del quale sono state illustrate le linee guida di
una iniziativa di recupero che vede allo stesso tavolo Comune di
Mantova, Politecnico e Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
Accanto a Palterer l'assessore comunale all'urbanistica Andrea Murari,
il prorettore del Politecnico Federico Bucci e l'architetto Luca
Cardani.
"Quello che vogliamo realizzare all'interno di questo luogo sacro - ha
affermato Murari nel corso dell'evento, organizzato con il contributo
di Comunità ebraica mantovana e Fondazione Franchetti - è un recupero
dell'aspetto sacrale, così come vogliamo che le nuove architetture che
verranno a crearsi vadano a fondersi con il territorio e tengano viva
la memoria del popolo ebraico". Leggi
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la missione dell'ajc a roma
"Israele e Diaspora, per il futuro
serve ebraismo plurale e unito"
Serve
un ebraismo mondiale plurale e unito per far fronte al rischio di una
separazione tra Israele e Comunità della Diaspora". A lanciare
l'allarme il direttore esecutivo dell'American Jewish Committee David
Harris, a capo di una delegazione protagonista negli scorsi giorni di
vari incontri in Italia. A pochi giorni dal Global Forum
dell'organizzazione, svoltosi a Gerusalemme e segnato dalla presenza di
oltre 2400 partecipanti, tra cui oltre un centinaio di giovani ("un
record per qualsiasi realtà ebraica", sostengono dall'AJC), l'occasione
per rinsaldare vecchi rapporti e avviarne di nuovi nel quadro di una
politica nazionale che ha profondamente mutato i suoi assetti. Tra le
personalità incontrate il nuovo ministro degli Esteri Enzo Moavero
Milanesi, il nuovo ministro agli Affari Europei Paolo Savona,
l’ambasciatore americano Lewis Eisenberg, l'ambasciatore israeliano
Ofer Sachs, gli ex ministri Angelino Alfano e Rocco Buttiglione, l'ex
ambasciatore italiano in Israele Francesco Talò. Leggi
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L'indagine sull'antisemitismo
UK, agire contro il pregiudizio
Accademici
e figure di primo piano del mondo ebraico britannico hanno recentemente
inviato una lettera al Guardian per denunciare la necessità di
combattere l'antisemitismo anche Oltremanica. Un tema che in Gran
Bretagna ha assunto una grande rilevanza in particolare sul fronte
laburista: le controverse posizioni espresse in passato dal leader del
partito Jeremy Corbyn nei confronti d'Israele sono solo uno dei casi
legati al Labour che per affrontare il problema dell'antisemitismo
interno ha nominato un avvocato, Gordon Nardell, come consulente sulle
questioni disciplinari. A Nardell è stato chiesto di collaborare con il
Segretario Generale dei laburisti, Jennie Formby per contrastare i casi
di antisemitismo interni e rimasti in sospeso. Nardell ha spiegato che
utilizzerà la “definizione operativa” dell'IHRA di antisemitismo, che
indirettamente è richiamato dal citato appello degli accademici. “Ci
sono segnali inquietanti in tutto il mondo: i pregiudizi secolari
contro gli ebrei stanno rinascendo ancora una volta. - scrivono i
firmatari dell'appello pubblicato dal Guardian - Dobbiamo essere chiari
nel riconoscerli e risoluti nell'affrontarli. Una condizione
preliminare per combattere efficacemente l'antisemitismo è la chiarezza
su ciò che è e ciò che non è. L'antisemitismo è discriminazione,
pregiudizio o ostilità contro di noi perché siamo ebrei. È una forma di
razzismo. Può manifestarsi in violenza, negazione dei diritti, atti
discriminatori, comportamenti basati su pregiudizi, dichiarazioni
verbali o scritte, stereotipi negativi o capri espiatori. La negazione
della Shoah, l'accusa del sangue, le teorie di cospirazione sul
presunto potere ebraico o le presunte priorità degli ebrei in tutto il
mondo – queste sono tutte espressioni di antisemitismo”. Uno strumento
utile per capire cosa gli ebrei percepiscono oggi come antisemitismo è
l'indagine lanciata dall’Agenzia per i Diritti Fondamentali (Fra)
dell'Unione europea e condotta dall’Institute for Jewish Policy
Research (JPR) in 14 paesi dell'Ue, tra cui Gran Bretagna e Italia (clicca qui per
rispondere al questionario – per condividere, il sito è
www.eurojews.eu). Un progetto a cui è possibile partecipare fino al 22
giugno e che serve a fotografare, dal punto di vista ebraico, la
situazione dell'antisemitismo in Europa.
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Il male della banalità |
Poche
parole ad intenditore, per così dire. La cialtroneria fatta passare per
esuberanza e spontaneità, il parassitismo gabellato per diritto,
l’incompetenza trasmutata in genuinità, la mascalzonaggine trasformata
in intraprendenza, non sono vizi occasionali dello spirito ma elementi
di distruzione del tessuto sociale. È valso per il passato, vale per il
presente, varrà non di meno per il futuro. Non attenua la durezza di
tale riscontro il fatto che dietro agli opportunismi di ogni genere e
risma, buoni per qualsiasi stagione, ci sia anche il sincero lamento
della creatura ferita, della società che si sente tradita, della
comunità che si avverte abbandonata e che reclama legittimo
riconoscimento. Tutti gli autoritarismi, ogni regime di regressione,
qualsiasi sistema di nuova oppressione si sono presentati alle
collettività come “liberatori”. E come inediti, “nuovi”, a volere dire
che con essi il regime delle virtù sarebbe subentrato a quello delle
depravazioni.
Claudio Vercelli
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