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 21 Giugno 2018 - 8 Tamuz 5778
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav

Elia Richetti, rabbino
Prima di colpire la roccia due volte (anziché parlarle come gli era stato ordinato), Moshè apostrofa gli Ebrei definendoli “morìm”. Rashì spiega che il termine significa “stolti, che insegnano (morìm) ai loro maestri”.
Alcuni Rabbini si sono posti la domanda: se già il termine significa stolti, a che pro aggiungere un’altra spiegazione?
La loro risposta è che non esiste stoltezza maggiore di chi pensa di saperne di più del proprio maestro.
 
Giorgio Berruto
Marvin Lee Minsky, tra i fondatori dell’intelligenza artificiale, raccontava che suo nonno gli aveva riferito che la famiglia vantava un antenato famoso, nientemeno che rabbi Judah Loew, il Maharal di Praga, il cabbalista del XVI secolo creatore del golem. Quest’anno cade il cinquantesimo anniversario dall’uscita di 2001: Odissea nello spazio, tra le opere imprescindibili di Stanley Kubrick e – mi permetto questo appunto personale – film preferito in assoluto di chi scrive. Poiché 2001 ha a che fare direttamente con l’intelligenza artificiale, Kubrick coinvolse Minsky nel progetto in qualità di consulente.
 
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I temi della maturità
I diversi volti della solitudine nell’arte e nella letteratura” è stata la traccia più scelta dagli studenti italiani nella prima prova della Maturità 2018. Al secondo posto, l’analisi di un brano tratto dal Giardino dei Finzi Contini di Giorgio Bassani: una scelta, quella dello scritto bassaniano incentrato sul periodo delle Leggi razziste in Italia, applaudita oggi dai quotidiani italiani così come quella di proporre l’articolo 3 della Costituzione dedicato all’uguaglianza. Corriere e La Stampa, tra gli altri, propongono dei brevi approfondimenti dedicati a ciascuna traccia e scritti da firme dei rispettivi quotidiani. Repubblica chiede invece una valutazione alla senatrice a vita e Testimone della Shoah Liliana Segre, che aveva già espresso ieri a Pagine Ebraiche il suo giudizio positivo: “il brano tratto dal libro di Bassani che racconta l’emarginazione degli ebrei italiani dopo le Leggi del ’38, ma anche la proposta sull’articolo 3 della Costituzione che sancisce il principio di uguaglianza. Due temi che vanno insieme e che vanno onorati e rispettati”, spiegava Segre che a Repubblica ricorda l’indifferenza di maestri e compagni di classe di fronte alla sua espulsione da scuola. Un’indifferenza, sottolinea Segre, ancora presente nella nostra società: “Anzi, adesso è più colpevole. Allora non essere indifferenti era una scelta pericolosa contro una dittatura, per questo onoro tantissimo gli antifascisti o gli “Imi”, i militari italiani che hanno scelto di star nei campi quando potevano trovarsi altrove. Oggi che non c’è scelta da fare, in democrazia, essere indifferenti è più grave”. Tornando alle tracce della Maturità, i giornali (Quotidiano Nazionale e Gazzetta del Mezzogiorno) sottolineano le parole della Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni che ha parlato di “Una scelta altamente significativa” in riferimento al brano su Bassani ma anche a quello sulla Costituzione. La scrittrice e giornalista Lia Levi (Secolo XIX), in corsa per il Premio Strega 2018, plaude alla scelta di usare la letteratura per parlare del tema delle Leggi razziste: “Dal libro di Bassani è tratta una scena incisiva e bellissima che vale più di qualsiasi trattato storico. – scrive Levi – C’è un ragazzo ebreo, il protagonista, da sempre frequentatore della Biblioteca di Ferrara che poi, di colpo, riceve lo schiaffo di un’espulsione davanti al pubblico”.
 
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  davar
bassani alla maturità - i nipoti
"Zio Giorgio, ottima scelta"
“Il tema è attuale, terribilmente attuale. Trovo emozionante e significativo che i nostri ragazzi abbiano potuto approfondirlo attraverso le parole di zio Giorgio”.
Per Dora Liscia, storica dell’arte e docente all’Università degli studi di Firenze, oltre che fondatrice del Museo ebraico di via Farini, lo “zio Giorgio” è lo scrittore Giorgio Bassani. È di parte, non lo nasconde, ma la scelta della traccia che ha portato il 18,5% dei maturandi a confronto con le pagine del Giardino dei Finzi-Contini in cui un singolo episodio di vita quotidiana svela la mostruosità delle Leggi razziste, l’ha trovata “decisamente azzeccata”. Una scelta appropriata perché, dice la studiosa a Pagine Ebraiche, “dal passato sembrano emergere situazioni che potrebbero manifestarsi in un prossimo futuro”.
È preoccupata, la professoressa. “Il mio timore è che i giovani non abbiano sviluppato i necessari anticorpi nei confronti di questi temi. Basta vedere la scarsa sensibilità verso il diverso che contamina la nostra società ad ogni livello, persino istituzionale, il bullismo imperante nei confronti dei più deboli, la violenza e l’odio che serpeggiano negli stadi. La situazione – afferma – è molto pericolosa”.
Dice di parlare da una isola relativamente felice, la Toscana (“Ma quanto durerà?”, si chiede). Quella Toscana cui lo “zio Giorgio” dedicò alcune delle sue migliori energie. Come membro del Partito d’Azione nei mesi della lotta clandestina al nazifascismo. Ma anche nel periodo che trascorse molti anni dopo ad Antignano, quartiere di Livorno, dove una intera estate lavorò alla stesura di alcuni capitoli del suo capolavoro.
“Emotivamente – racconta Liscia – fu una esperienza davvero intensa. Non fu semplice, per lui, scrivere quel libro. Ero una ragazzina ma me lo ricordo bene, il volto stravolto dalla fatica e dal nervosismo. Resta però la sua testimonianza più riuscita e quella in cui emergono insieme tutta la sua ebraicità e tutto il suo antifascismo”.
Anche il fratello David, attuale vicepresidente della Comunità ebraica fiorentina, è felice per questa proposta. “Il brano della biblioteca – afferma – è tra i più efficaci. Anche perché ha la capacità di rendere in modo concreto l’infamia di quelle leggi, stimolando riflessioni molto attuali. Si è parlato, negli scorsi giorni, di un possibile censimento della popolazione rom. È bene saperlo. Certe cose, 80 anni fa, sono già accadute”.

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israele - le parole del ministro 
"Se Hamas non cessa ostilità

il rischio è una nuova guerra"
In poche ore il ministro della Pubblica sicurezza Gilad Erdan ha ribadito più volte che se Hamas non dovesse cessare le ostilità – sia il lancio di razzi sia di aquiloni incendiari – Israele potrebbe decidere per una nuova operazione nella Striscia di Gaza. Parlando alla radio dell’esercito (Galatz) con la giornalista Ilana Dayan, il ministro ha affermato che c’è “una probabilità molto, molto alta” che “non ci sarà scelta e nei prossimi mesi e dovremo avviare un’operazione diffusa nella Striscia di Gaza”. “È questo ciò che voglio? No è l’ultima cosa che vorrei accadesse”, ha dichiarato Erdan. “Forse Hamas ha capito che non vogliamo uno scontro e per questo sta tirando sempre di più la corda”, la replica della giornalista di Galatz. Secondo il ministro l’esercito deve continuare a colpire le postazioni strategiche nella Striscia di Gaza legate al movimento terroristico e deve intervenire con più durezza contro i palestinesi che lanciano aquiloni incendiari.
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qui milano - l'incontro
'Meis, una grande storia italiana'
Come costruire una narrazione contemporanea, che spieghi efficacemente un tema con radici così antiche come l’ebraismo? A chi rivolgersi? E quanto può essere di supporto la tecnologia?
Domande impegnative, difficili, che il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah – MEIS si pone ogni giorno, sin da quando era solo un progetto. E sulle risposte a quelle domande si sono misurati, ieri sera a Milano, negli spazi di Rizzoli Galleria, Aldo Grasso, Gad Lerner e Andrée Ruth Shammah, incalzati dal Direttore del Museo, Simonetta Della Seta. Tema del talk, promosso dal MEIS in collaborazione con Electa, “Ebrei, una storia italiana. Linguaggi e narrazioni per parlarne”, ovvero quali parole, immagini e forme di comunicazione per raccontare, oggi, oltre due millenni di ebraismo italiano. Una vicenda di cui il Museo focalizza una porzione nel percorso espositivo “Ebrei, una storia italiana. I primi mille anni”, teso a far passare il messaggio, “sconosciuto ai più – come ha sottolineato il Presidente del MEIS, Dario Disegni – che la presenza ebraica nel nostro Paese è antichissima e di grande significato. In modo originale, ponendo al centro non gli oggetti, che pure ci sono e sono spesso straordinari, ma le persone e i contesti di cui sono testimonianza, ne esce la storia di una minoranza che si è integrata nella società italiana ma senza assimilarsi, mantenendo e sviluppando la propria identità culturale e religiosa".
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in sinagoga la festa di tutta una comunità
"Verona, una giornata speciale"
Domenica scorsa la Comunità ebraica di Verona e Vicenza ha avuto una delle più intense giornate di cui ho memoria: due Bat Mitzvah in mattinata e una Milà nel pomeriggio. Forse anche in una cosiddetta “grande comunità” è un evento straordinario, ma per Verona lo definirei storico.
In mattinata già alle 10 la sinagoga comincia a riempirsi e tutti prendono parte alla preghiera mattutina – shachrit – aspettando le 11 per celebrare il Bat Mitzvah di Rebecca Malamut e Hannah Harkatz. Angel Harkatz e David Malamud, padri delle festeggiate, conducono assiema a rav Yosef Labi la preghiera, orgogliosi delle loro figlie.


Roberto Israel, Consigliere UCEI
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qui verona - l'incontro
"Sicurezza, una sfida comune"
Da alcuni mesi è attivo presso la Prefettura di Verona, con il sapiente coordinamento del viceprefetto vicario Angelo Sidoti, un Tavolo interreligioso al quale partecipano il Consiglio delle Chiese Cristiane di Verona, il Coreis ed il Consiglio Islamico di Verona, la Comunità ebraica e, per il mondo della scuola, l’Istituto Comprensivo della città.
La Prefettura ha creato uno spazio sul proprio sito istituzionale per pubblicizzare le attività che le diverse organizzazioni religiose aprono a tutta la cittadinanza, per meglio farsi conoscere e dialogare.


Bruno Carmi
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la onlus israeliana compie 28 anni 
Tsad Kadima, grande festa

nel segno della solidarietà
Il musical A Chorus Line è stato protagonista della tradizionale serata di gala della onlus Tsad Kadima, associazione israeliana che si occupa di aiutare ed organizzare il percorso formativo di ragazzi e bambini che soffrono di lesione cerebrale a prescindere dalla religione, dal credo o dall’appartenenza etnica. Una serata nel corso della quale sono stati illustrati gli sviluppi delle attività educative e riabilitative che la onlus svolge da più di 28 anni in Israele.


Michael Sierra
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jciak 
Sea sorrow, il dolore del mare
Arriva al cinema con un tempismo perfetto e un titolo da Shakespeare. Sea sorrow – Il dolore del mare, debutto alla regia di Vanessa Redgrave, esce nelle sale in occasione della Giornata mondiale del rifugiato indetta dall’Onu e rimescola passato e presente per parlare di migranti, diritti umani e umanità in un’accorata riflessione che intreccia repertorio d’epoca, interviste e letture. Tornano le immagini dei treni che nella seconda guerra mondiale portarono in salvo i bambini ebrei in Inghilterra e quelli presi oggi d’assalto dai profughi siriani, i bombardamenti di Londra, l’evacuazione della “giungla” di Calais e il piccolo Alan Kurdi morto su una spiaggia turca.


Daniela Gross
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  pilpul

Setirot - I cattivisti
Ho sempre detestato la parola buonismo, perché significa assolutamente nulla, e perché è diventata invece l’accusa preferita, usata fino alla nausea, rivolta a chiunque sia inclusivo, cerchi una mediazione, non giochi allo scontro a ogni costo, tenti di costruire ponti e non muri, materiali o culturali che siano. Buonista (l’ho scritto più volte su queste colonne) è un epiteto lanciato a mo’ di condanna con la violenza e l’arroganza, l’aggressività a volte un poco squadrista di chi forse non ha il coraggio di dirti in faccia ciò che pensa, ovvero che ai suoi occhi sei di volta in volta (sovente tutto insieme) “comunista”, amico del terrorismo, nemico, perfino antisemita, radical chic (altro vocabolo privo di senso alcuno), intellettuale inteso come insulto etc etc.

Stefano Jesurum
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In ascolto - Danny Elfman
“L’elemento che più mi lega all’appartenenza ebraica è la musica. Mi sono ritrovato immerso nelle radici musicali russe ed est europee, mi sono appassionato alla musica gipsy e ho scoperto che la differenza tra questa e il klezmer è davvero minima. Sento affinità con la Russia anche se non ci sono mai stato” ha dichiarato in un’intervista Danny Elfman, celebre compositore attivo dal 1982 che ha firmato circa 80 colonne sonore, molte per film con la regia di Tim Burton, come Batman, La fabbrica di cioccolato, La sposa cadavere ed Edward mani di forbice.

Maria Teresa Milano
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Demagogia e conformismo
Korach non è solo, come scrive Rav Jonathan Sacks, uno tra i primi populisti della storia il quale, come ogni demagogo, si erge ad unico rappresentante degli interessi del popolo, delegittimando le voci altrui.
Intanto, Korach è un ribelle più vicino, più intimo degli esploratori, più di coloro che si sono costruiti il vitello d’oro.


Sara Valentina Di Palma
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