Jonathan Sacks, rabbino | La vita è breve, ma quando alziamo i nostri occhi al cielo camminiamo a una grande altezza.
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David
Bidussa,
storico sociale
delle idee | Dice
il salmista: «… non ci sono più giusti, poiché è scomparsa la fedeltà
tra gli uomini. Menzogna parlano l’un l’altro, con linguaggio
adulatore, parlano diversamente da quel che pensano. Annienti il
Signore tutte le labbra adulatrici, la lingua che parla superbamente,
di coloro che dicono: Ci faremo forti basandoci sulla nostra lingua, le
nostre labbra sono con noi, chi potrebbe spadroneggiare su di noi? Per
il fatto che i poveri son depredati, per il fatto che i miseri gemono
ora. Mi leverò per giudicare, dice il signore, dirò al perseguitato, Ti
porrò in stato di salvezza». [Salmi, 12, 2-6]
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Il vertice sui migranti
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Oggi
è il giorno del vertice europeo di Bruxelles. Un appuntamento che si
annuncia decisivo per le future politiche della UE sul tema dei
migranti. “L’Europa, e non l’Italia, è la meta di tutte queste persone
che fuggono da guerre, regimi autoritari o cercano un futuro migliore.
Dunque, poiché la questione è europea, le soluzioni devono essere
europee” dice il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi in una
intervista con il Messaggero.
In Israele è polemica aperta dopo che il sindaco di Tel Aviv non ha
concesso l’utilizzo di Piazza Rabin al Movimento Chabad, per una
manifestazione in ricordo del Rebbe con la prevista separazione tra
uomini e donne. Separazione contro cui si è personalmente espresso il
primo cittadino. “Tel Aviv e il suo sindaco ultra-liberal – scrive La
Stampa – non ammettono deroghe alla libertà di essere quello che si è
senza dover scendere a patti con la delimitazione del proprio spazio
fisico e mentale. Con il risultato di indebolire l’immagine di Tel Aviv
come città aperta a tutti”.
Ampia intervista del Fatto Quotidiano al direttore del tg de LA 7
Enrico Mentana. Il colloquio si apre con una domanda sul Giorno della
Memoria, che in passato aveva definito “routine ipocrita”. Dice
Mentana: “Per un giorno fingiamo attenzione, responsabilità,
partecipazione, consapevolezza, quindi il perfetto lasciapassare per
fottersene il resto dell’anno”.
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consiglio ucei - il voto durante i lavori "Sezioni locali, una svolta" Per
la prima volta si è discusso e ragionato nel Consiglio UCEI di un
problema apparentemente marginale nell’attuale quantità di temi che
coinvolgono in questo momento l’ebraismo italiano: le sezioni delle
Comunità ebraiche italiane.
Di che cosa si tratta? Da sempre la mappatura dell’ebraismo italiano è
assai più ampia e composita di quella rappresentata dalle sole 21
comunità ebraiche indicate nell’Intesa tra lo Stato italiano e l’Unione
delle Comunità Ebraiche.
In effetti si tratta di molteplici altri centri dove vivono piccoli o
anche grandi nuclei ebraici, o dove sono siti luoghi di interesse
ebraico quali sinagoghe, luoghi di culto o cimiteri ebraici, ossia
luoghi che hanno dignità, interesse e soprattutto necessità di tutela,
di manutenzione e anche di valorizzazione.
Il Consiglio UCEI ha deliberato di dare ora una regolamentazione al
tema delle sezioni, indicando i principi generali che fanno di questi
centri luoghi legati alla Comunità di appartenenza, con autonomia
organizzativa, ma non gestionale giuridica o amministrativa
L’interesse dell’argomento ha coinvolto nella discussione molti
Consiglieri a dimostrazione del fatto che si tratta di un problema che
riguarda in molte Comunità sezioni esistenti e riguarda anche il tema
attuale dei nuclei ebraici presenti in Meridione, che non sono indicati
nella mappatura dell’ebraismo italiano.
Giulio Disegni, vicepresidente UCEI Leggi
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qui roma - l'appuntamento Festival di Cultura Ebraica,
il via con il caso Mortara
Il
caso del rapimento di Edgardo Mortara visto non solo come ennesimo
lacerante episodio nei rapporti tra mondo ebraico e Cristianità, ma
anche come evento capace di dare, con il suo carico di dramma e
scandalo, uno slancio formidabile al Risorgimento e all’emancipazione
degli stessi ebrei italiani.
Ha preso il via con un tuffo nella Storia l’undicesima edizione del
Festival di Cultura Ebraica di Roma. Sul palco, al Palazzo della
Cultura, siedono tra gli altri la professoressa Elèna Mortara Di
Veroli, bisnipote di una sorella di Edgardo, e David Kertzer, lo
studioso statunitense il cui saggio sul giovane ebreo bolognese rapito
dallo Stato Pontificio e allevato da Pio IX in persona è il punto di
partenza della sceneggiatura scritta da Steven Spielberg di cui nei
prossimi mesi dovrebbero partire le riprese. “La speranza è per il
2019. Resta da trovare l’attore adatto per il ruolo di protagonista. La
sceneggiatura, posso assicurare, è ottima” dice a fine incontro Kertzer
a Pagine Ebraiche. Leggi
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sorgente di vita Bruno Zevi e i suoi architetti “Gli
architetti di Zevi – Storia e controstoria dell’architettura italiana”:
si apre con un servizio sulla mostra in ricordo di Bruno Zevi al museo
MAXXI di Roma, la puntata di Sorgente in onda il 24 giugno.
Un ricordo di un grande intellettuale del Novecento, a cent’anni dalla
nascita. Protagonista della cultura italiana, critico e teorico
dell’architettura, esponente di spicco dell’ebraismo italiano e della
società civile, un personaggio sempre controcorrente, raccontati
attraverso i ricordi dei figli e di architetti che hanno lavorato con
lui. Con interviste a Zevi tratte dagli archivi Rai, disegni, plastici
e materiali visivi dei suoi lavori, il pensiero sull’architettura e non
solo di una personalità controcorrente. Il servizio, dal titolo
“Controcanto”, è di Lia Tagliacozzo e del regista Carlo Zanframundo. Leggi
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Il ballo interrotto
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Forse
si fatica a capire che una cosa è tanto più preziosa dal momento che
erroneamente la si dà per acquisita una volta per sempre: quando
dovesse mancare, infatti, la sua indisponibilità risulterebbe tanto
inspiegabilmente repentina quanto drammatica, se non tragica. Così per
la libertà che, evidentemente, non è astratto concetto ma un insieme di
concrete condizioni, alle quali abitualmente non pensiamo poiché le
concepiamo come ovvie, quando invece tali non sono mai. Poiché vanno
rigenerate costantemente, di volta in volta, soprattutto di generazione
in generazione. Ciò che più inquieta, ad onore del vero, è che intorno
a parole fondamentali del nostro lessico – in quanto indicano qualcosa
per noi di non negoziabile, di incedibile e insindacabile – si sia
spesso creata una grande confusione. La libertà non è il frutto di una
concessione ma un insieme di diritti il più delle volte strappati, nel
corso del tempo, a chi della loro assenza traeva invece beneficio
illimitato esclusivamente per se stesso. La libertà non è mai licenza
ma sempre e comunque un vincolo di reciprocità, trattandosi non di un
potere assoluto conferito all’individuo ma di un insieme di opportunità
offerte ad una collettività. La sua cornice sta, per l’appunto,
nell’essere garantita a tutti gli individui.
Claudio Vercelli
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