
Elia Richetti,
rabbino
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Sul
racconto del tentativo di Bil’àm di maledire Israel c’è una domanda di
fondo: che bisogno c’era di far parlare l’asina? Bil’àm avrebbe potuto
tranquillamente andare per la sua strada ed essere costretto suo
malgrado a benedire Israel!
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Giorgio Berruto
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Andare
ai testi, risalire alle fonti. La missione di una vita di Gershom
Scholem, tanto per fare un nome illustre. Antica pratica di studio ma
anche di orientamento nel mondo, un abito da indossare ogni giorno
prima di uscire di casa. Nell’epoca del web, del bombardamento
dell’informazione istantanea, della messa in discussione del principio
di competenza e di sempre più violento revanscismo antintellettuale,
nell’epoca insomma ribellista-complottista, la risalita alle fonti è
irta di ostacoli.
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Legge sulla Shoah
retromarcia di Varsavia
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Diversi
quotidiani italiani raccontano di quella che viene definita una
“clamorosa retromarcia” da parte del governo polacco sulla contestata
legge sulla Shoah, all’origine di una crisi internazionale. Il premier
polacco Mateusz Morawiecki ha chiesto ieri al Camera bassa del
Parlamento di depennare il paragrafo che permetteva di penalizzare
(anche con il carcere fino a 3 anni) chi attribuisce alla nazione
polacca i crimini del Terzo Reich tedesco. Un passo indietro accolto
con favore anche dal premier israeliano Benjamin Netanyahu. “A tutti è
chiaro che la Shoah è stato un crimine senza precedenti, perpetrato
dalla Germania nazista contro la nazione ebraica e gli ebrei polacchi.
Abbiamo raggiunto con la Polonia una formula concordata”, le parole di
Netanyahu, riportate da La Stampa.
L’Ue al vertice. I capi di Stato e di governo dei paesi dell’Unione
europea oggi e domani si incontrano a Bruxelles per il Consiglio
europeo. Sul tavolo, la gestione dei flussi migratori che sta spaccando
l’Europa. Secondo Repubblica “sono due le linee rosse italiane al
summit europeo di oggi: riscrittura delle regole sugli sbarchi e soldi
all’Africa. Se gli altri capi di Stato e di governo non accetteranno,
Conte metterà il veto alle conclusioni del vertice, inguaiando Merkel
sul fronte interno e provocando una chiusura a cascata delle frontiere
tra stati europei con rischio collasso di Schengen”. L’Ungheria guida
il fronte del no alle quote e auspica la chiusura dei confini:
“Condividiamo lo stesso obiettivo, come ribadito nel recente colloquio
telefonico con il ministro dell’Interno Matteo Salvini: proteggere la
sicurezza delle popolazioni europee. L’Ungheria vuole una stretta
cooperazione con Italia, Austria e Gruppo di Visegrád”, afferma il
ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjártó al Corriere. “La nostra
posizione è che non dovremmo importare crisi ma portare assistenza agli
Stati che ne hanno bisogno. Anziché incoraggiare le migrazioni, aiutare
le persone a tornare in sicurezza nei loro Paesi”, afferma il ministro
Ungheria che alle critiche rispetto alle politiche autoritarie del
governo Orban risponde in modo inquietante: “In Ungheria stiamo
edificando una democrazia autenticamente cristiana sulla base della
volontà popolare”.
Lia Levi e le parole ai giovani. “Quella dei ragazzi disinteressati
alla storia è una leggenda. Dipende da come gliela si propone. Non a
caso all’esame di maturità la traccia sul Giardino dei Finzi Contini di
Giorgio Bassani è stata la più scelta dopo quella di Alda Merini. E sa
perché? Perché partendo dal toccante episodio del ragazzo ebreo
protagonista del romanzo che frequentava da sempre la biblioteca di
Ferrara e di colpo viene espulso, rifiutato davanti a tutti, il tema si
è rivolto più alla sensibilità degli studenti che alle loro conoscenze
didattiche”. Così la scrittrice e giornalista Lia Levi, intervistata da
Panorama sul suo ultimo libro Questa sera è già domani (Edizioni e/o),
“in una pausa del massacrante tour letterario che precede la
finalissima del premio Strega, il 5 luglio”.
Da Firenze a Roma, cultura ed ebraismo. A Roma si chiude il Festival
Ebraica con un incontro e una cena dedicati al cibo e alla casherut,
come racconta il Corriere Roma. Sull’inserto di Repubblica, Food, in
un’intervista al rabbino capo di Roma rav Riccardo Di Segni vengono
approfondite le regole della casherut e le tradizioni culinarie della
Roma ebraica. La beat generation è invece il tema per la serata odierna
del Balagan Café a Firenze, in cui ci soffermerà sulla figura del
cantautore Herbert Pagani. Poi Shel Shapiro si esibirà in concerto (La
Nazione Firenze).
Israele e la cura dei siriani. Sul Giorno si parla dell’operazione
denominata da Israele “Buoni vicini”, ovvero l’aiuto e le cure prestate
ai civili siriani nel corso della guerra civile che prosegue
oltreconfine. “Fino ad oggi sono stati più di 1.250, circa, i bambini
siriani, accompagnati dalle loro mamme, accolti in maniera discreta
negli ospedali civili israeliani per sottoporsi alle cure. In genere
non rimangono mai più di una giornata nel territorio nemico (Israele e
la Siria rimangono teoricamente in guerra nonostante l’armistizio
negoziato dopo il conflitto di ottobre 1973). Il loro soggiorno è
organizzato dall’esercito in coordinamento con dei medici siriani
giudicati degni di fiducia”.
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il limmud in memoria di Alberto Mieli
Zi Pucchio, il ricordo dei Maestri
La
testimonianza, il coraggio, ma anche l’inestinguibile bonomia. A un
mese dalla scomparsa la Comunità ebraica romana, insieme ai suoi
giovani, quei giovani cui ha lasciato in eredità il testimone della
Memoria, ha scelto di onorare il ricordo di Alberto Mieli, per tutti
“Zi Pucchio”, con un limmud svoltosi al Tempio Maggiore.
Ad alternarsi i ricordi di alcuni Maestri, dal rav Riccardo Di Segni al
rav Vittorio Della Rocca, dal rav Alberto Funaro al maskil Cesare
Efrati. Insieme a loro, ad intervenire, anche i nipoti Alberto e
Martina. Alberto, che ha ricordato il senso di colpa che prese “Zi
Pucchio” e mai lo abbandonò dopo aver colpito un deportato perché
pregava indossando i tefillin, iniziativa che mise in pericolo gli
altri occupanti della baracca. Martina, che ha ricordato il momento di
svolta nel suo percorso di testimonianza dopo un commovente dialogo
nonno-nipote.
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qui roma - lo spettacolo
Moretto, i pugni e il coraggio
“Il
gancio è carico, rilascia le velocità e somma le forze: piede,
ginocchio, busto, spalla. Questo coordinato di potenza si abbatterà
come una montagna su Amalek, qualunque veste indossi”.
Un lungo applauso, e molte lacrime di commozione, hanno sancito il
successo di “A testa alta”, lo spettacolo teatrale di Antonello Capurso
dedicato alla figura di Pacifico Di Consiglio, il leggendario “Moretto”
che lottò a mani nude contro i nazifascisti uscendone più volte
vincitore. Leggi
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Setirot
- Associazioni, assonanze |
"(...)
Forse essere ebreo è questo. Tu li cerchi e fuggi, loro ti accettano e
ti cacciano. Si sentiva diverso, a disagio, non su faccende di età o di
scuole ma dappertutto, in ogni angolo o punto di sé, anche nella
maglietta del Genova che prima di andare all’edicola aveva voluto
indossare per forza. Essere l’ebreo degli ebrei... per questo, è vero,
ci voleva un po’ più di fantasia". (Lia Levi, Questa sera è già domani,
edizioni e/o)
"Non invitato sono giunto per caso, / non sono parte del vostro numero.
/ Se sarò assente, nessuno lo vedrà, / se sarò presente non sarò
gradito". (Yehuda Ben Šmu’el Ha-Levi, noto in italiano anche come Giuda
Levita, ca.1080-1141).
Stefano Jesurum, giornalista
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In ascolto - Tamar e Netanel
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È
molto presto. Il sole è appena sorto, è una giornata splendida. Guido
lungo l’autostrada quasi deserta, in direzione mare e le mie bambine
dormono serene sul sedile posteriore.
Mi attendono due ore di viaggio e la radio può aspettare; scelgo di
farmi accompagnare da una raccolta di brani di Tamar e Netanel Amar,
limpidi puri e semplici proprio come questa giornata che sta iniziando.
Tamar e Netanel sono due giovani con la passione per la musica, che
crescono a Gerusalemme e qui si incontrano per la prima volta; entrambi
amano le alture della città santa, la natura, gli insegnamenti del
hassidismo e in particolare credono profondamente nella capacità della
musica di guarire le sofferenze dell’anima.
Maria Teresa Milano
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Idolatrie
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La
parashat Chukat può suscitare qualche perplessità. Non è la questione
della mucca rossa, anzi questa pare tutto sommato semplice: si tratta
di un chok appunto, una regola data dalla Torah, diversamente da altre
leggi incomprensibile dal raziocinio umano, e proprio per questo da
seguire per aver accettato il patto con Kadosh BaruchHu.
Sara Valentina Di Palma
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