Giuseppe Momigliano,
rabbino
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Guardati
bene e stai molto attento a non dimenticare le cose che i tuoi occhi
hanno visto, in modo che non si allontanino dal tuo cuore tutti i
giorni della tua vita, anzi le dovrai insegnare ai tuoi figli e ai
figli dei tuoi figli: (Non dimenticare) il giorno in cui ti trovasti
davanti al Signore tuo D.O in Chorev (Sinai), allorquando il Signore mi
disse – “radunami il popolo e gli farò sentire le mie parole, affinché
imparino a temerMi tutti i giorni che vivranno sulla terra e poi
insegneranno ai loro figli”( Deuteronomio 4,9-10).
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Davide
Assael,
ricercatore
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Continua
a fare molto discutere in Israele e nella diaspora la controversa legge
sull’ebraicità dello Stato di Israele promossa dal governo Netanyahu.
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"Vicini alla Grecia"
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È
di almeno 74 morti il bilancio delle vittime degli incendi che hanno
devastato la regione attorno ad Atene, in Grecia. Ancora ignote le
cause dell’incendio, ma il governo greco sospetta che siano di natura
dolosa. “Nulla resterà senza risposta” ha dichiarato il premier greco
Alexis Tsipras. Le fiamme sono divampate in luoghi diversi e distanti
tra loro e anche per questo lo stesso Tsipras, in mattinata, aveva
parlato di “incendi asimmetrici”, spiega Repubblica. Alcuni media greci
ipotizzano, inoltre, che piromani siano entrati in azione per
saccheggiare le case abbandonate dai turisti o per motivi di
speculazione edilizia. Tanti i leader internazionali che hanno mandato
messaggi di sostegno e cordoglio alla Grecia, tra cui il Primo ministro
israeliano Benjamin Netanyahu che ha telefonato a Tsipras. “Israele
piange con il popolo greco per la perdita di vite umane. Le mie più
sentite condoglianze alle famiglie che hanno perso i loro cari”.
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il messaggio del quirinale
"Il Manifesto della Razza
infamante pagina italiana"
“La più grave offesa recata dalla scienza e dalla cultura italiana alla causa dell’umanità”.
Queste le parole scelte oggi dal Presidente della Repubblica Sergio
Mattarella per ricordare l’infame Manifesto della razza che, 80 anni
fa, fece da apripista alla promulgazione in autunno delle Leggi
razziste antiebraiche da parte del fascismo.
“La aberrazione dell’affermazione della supremazia di uomini su altri
uomini considerati di razze inferiori, la volontà di dominio che
esprimeva, la violenza, segregazione, pulizia etnica che portava con sé
– ha detto il Capo dello Stato – avrebbero segnato nel profondo la
storia del XX secolo e, con essa, la coscienza dei popoli”. Le
responsabilità degli intellettuali che lo sottoscrissero, e dei larghi
settori della società italiana che assistettero indifferenti a questo
scempio dei diritti di cittadini italiani, ha aggiunto Mattarella, “non
possono essere taciute”.
“Sperimentate con le misure attuate nelle colonie africane nei
confronti di quelle popolazioni, le Leggi razziste, nonostante le
robuste radici umanistiche e spirituali della millenaria civiltà
italiana, portarono alla feroce persecuzione degli ebrei, presupposto
di ciò che, presto, sarebbe divenuto l’Olocausto. Allo stesso modo –
sottolinea Mattarella – si accanì contro Rom e Sinti, e anche quelle
mostruose discriminazioni sfociarono nello sterminio, il porrajmos,
degli zingari”.
Una pagina che definisce “infamante, riscattata con la solidarietà di
pochi durante le persecuzioni, la lotta di Liberazione, con la
Costituzione repubblicana, con il sangue, il sacrificio, l’unità del
nostro popolo attorno a ideali di eguaglianza, democrazia, pace e
libertà”.
Il veleno del razzismo, il monito del Quirinale, “continua a insinuarsi
nelle fratture della società e in quelle tra i popoli”, crea barriere e
allarga le divisioni”. Compito di ogni civiltà, prosegue, è di evitare
che si rigeneri. Perché le libertà, la pari dignità, il rispetto per
l’altro, la cooperazione, l’integrazione e la coesione sociale “sono le
migliori garanzie di un domani di armonia e progresso”.
Conclude Mattarella: “Ogni teoria di razza superiore, o di razza
accompagnata da aggettivo diverso da umana, non deve più avere
cittadinanza: ciò che è accaduto rappresenta un monito perenne e segna
un limite di disumanità che mai più dovrà essere varcato”.
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qui trieste - redazione aperta "Italia, una società che cambia
Anche nel segno del populismo"
Una
società in forte evoluzione, con un carico ingente di incognite e
tensioni di cui tener conto. È la fotografia dell’Italia di oggi, anche
alla luce della profonda mutazione del quadro politico da poco
avvenuta, che l’istituto di ricerca Swg ha elaborato nel rapporto di
recente stesura “Il 2018 e la politica”. A parlarne a Redazione Aperta,
all’interno di un confronto cui è intervenuto anche l’assessore UCEI al
Bilancio Davide Romanin Jacur, il presidente di Swg Maurizio Pessato.
Dati e tabelle alla mano, ha affrontato il tema da più punti di vista.
Una analisi comparata del voto per segmenti socioprofessionali, un
confronto tra flussi elettorali nel 2013 e nel 2018, il clima sociale,
un approfondimento specifico su politica, rappresentanza e partiti. Ad
essere evidenziata la peculiarità del “populismo all’italiana”. Una
forza, spiega Pessato, “che ha dimostrato di essere trasversale”. Molto
diversa quindi dal populismo in Germania e Francia, o nei Paesi
dell’Est Europa, “chiaramente connotato a destra”. O in quello
statunitense, di cui Bernie Sanders viene indicato come portabandiera,
“che è invece radicato a sinistra”. Unico caso simile, prosegue
Pessato, “è Ciudadanos in Spagna, ma non con la stessa trasversalità”.
A favorire l’ascesa di Lega e Cinquestelle, con la prima che
nell’ultimo sondaggio Swg ha superato la seconda per numero di
consensi, sarebbe “un cambiamento socioeconomico emozionale” in corso
nel paese. E un crollo verticale di alcune certezze, che ha determinato
un assetto istituzionale radicalmente diverso rispetto al passato “con
la scomparsa di partiti che, nel bene e nel male, hanno tenuto la scena
per lungo tempo”.
(Foto di Giovanni Montenero) Leggi
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il premio giornalistico Simone, mazal tov!
È
Simone Disegni, torinese, classe 1987, il vincitore della seconda
edizione del Premio Roberto Landucci istituito dall’Associazione stampa
parlamentare e rivolto ai giornalisti praticanti e allievi delle scuole
di giornalismo riconosciute dall’Ordine.
Formatosi alla scuola di giornalismo Walter Tobagi di Milano, Simone ha
vinto con un progetto di informazione politica innovativa e per questo,
in autunno, sosterrà uno stage di tre mesi presso la redazione romana
dell’agenzia di stampa Reuters.
La proclamazione del vincitore è avvenuta questa mattina, in Senato, durante la tradizionale Cerimonia del Ventaglio.
A Simone, che in passato è stato anche presidente dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia, un caloroso mazal tov dalla redazione!.
(Nell’immagine Simone Disegni assieme alla presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati) Leggi
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Ticketless - Surreale normalità
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Tra
le difficoltà che s’incontrano nel descrivere gli anni delle
persecuzioni in Italia vi è lo stato di ‘surreale normalità’ in cui i
nostri padri si trovarono a vivere. Questa categoria storiografica,
tipicamente italiana, vedo che non suscita fra gli studiosi
l’attenzione che merita. Da tempo vado raccogliendo casi esemplari.
Nell’archivio di una città di provincia, dove nell’autunno del 1943 era
sorto un campo di concentramento, Borgo S. Dalmazzo, ho trovato un
fascicolo che chiarisce ciò che intendo per ‘surreale normalità’. Da
quel campo gli ebrei italiani vennero liberati qualche giorno prima che
gli ‘stranieri’ venissero deportati ad Auschwitz.
Pubblico
qui la denuncia di uno di loro. È indirizzata al Comando Germanico (nel
fascicolo il documento risulta presente anche in traduzione tedesca,
rafforzato da un atto firmato dal notaio più rinomato in città). Era
accaduto che al suo rientro dal campo l’autore della denuncia trovasse
la casa svaligiata. Qualcuno gli disse che le sue “masserizie” si
trovavano in alcune Casermette. Sono settimane di totale confusione. I
tedeschi hanno occupato la città da un mese, ma non controllano la
situazione. Infierire sulla ingenuità di chi sporge la denuncia sarebbe
impietoso. Accompagnato da un Brigadiere e un Capitano dei Carabinieri,
si recò nelle Casermette e allegò un elenco delle cose che gli erano
state rubate (letto, materassi, tavoli, vestiti).
A pensarci oggi la scena ci sembra grottesca, ma guai a giudicare con
il senno del poi. La verità è sempre nel dettaglio. La periferia
ingrandisce quello che accade nel centro. E i casi-limite sono sempre
di grande aiuto per chi studia la storia, anche se gli storici sembrano
non farci caso.
Alberto Cavaglion
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Periscopio - I social e gli untori
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Dev’essere
davvero alquanto sgangherata la famosa, potentissima lobby ebraica, se
l’ebreo più influente del mondo, Mark Zuckerberg – come ricordato sulla
newsletter di giovedì 19 luglio – si mostra così seraficamente
indifferente del fatto che il suo formidabile strumento di
comunicazione (nonché di formazione, o manipolazione, di personalità e
coscienze) venga sistematicamente utilizzato dagli untori asserzionisti
(il modo in cui io chiamo i negazionisti, perché, con le loro aberranti
‘negazioni’, non fanno altro che ‘asserire’ l’esistenza di quel
nauseabondo veleno che, insieme, negano e propagano), che usano FB come
megafono e centro di reclutamento. Nessuna rimozione, dice Zuckerberg,
perché va comunque preservata “la libertà di espressione, anche di chi
è nel torto”. E va bene, “pecunia non olet”.
Francesco Lucrezi, storico
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Il gioco dell'oca
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 Nell’ultimo
aggiornamento delle biografie contenute nei volumi nn. 4 e 5 del
Thesaurus Musicae Concentrationariae risultavano 4.337 biografie di
compositori che hanno conosciuto la cattività politica, civile e
militare dal 1933 al 1953; in tale numero sono compresi i popoli della
grande famiglia Romanès – la musica creata dai Roma in cattività appartiene all’intero popolo – e gli
Anonimi ossia persone o gruppi di persone fisiche dei quali non è
pervenuta l’identità ma soltanto opere musicali o frammenti di opere create in cattività. (Nell'immagine grande Georges Bizet)
Francesco Lotoro
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