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20 Agosto 2018 - 9 Elul 5778
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Paolo Sciunnach, insegnante
Micah Goodman, L’ultimo discorso di Mosè, Giuntina 2018.
Politica vs Torah: Torah, pensiero ebraico, giustizia sociale, esegesi rabbinica, un testo fondamentale. Ricchissimo. Ogni capitolo apre temi vastissimi è importantissimi. Molto più vicino all’ortodossia di quanto si creda. Tuttavia ho una osservazione sulla conclusione nella appendice. Sulla base delle fonti citate dall’autore nelle ultime pagine, arrivo ad una conclusione leggermente diversa: considerare Devarim come l’inizio della Torah Orale (di Moshe, con il consenso Divino) non necessariamente umanizza la Torah Scritta ne tantomeno diminuisce la divinità della Tora Orale... Al contrario rinforza l’Autorità Divina della Torah Orale.
 
Anna
Foa,
storica
Lasciamo perdere le parole e, in questo universo dominato dall'immagine e dall'apparenza, guardiamo i volti. I volti femminili che circondano il ministro dell'Interno per farsi fare i selfie con lui: eccitate, gonfie di orgoglio di toccarlo per mano, sorridenti. Nessuno direbbe, a meno di non saperlo, che siamo ai funerali di Stato delle vittime di un'immane sciagura. Sono i loro volti che mi colpiscono, non quello di Salvini. Gente così  ti auguri di non incontrarla mai per strada, di non doverti mai trovare per caso a stringer loro la mano. E ti sovviene la foto famosa dell'Anschluss, con la folla sorridente che applaude a Vienna l'entrata delle truppe naziste, o anche  l'immagine di Mussolini che trebbia il grano in mezzo a donne entusiaste e ridenti. No, non sto paragonando Salvini a Mussolini e Hitler, non ancora per lo meno. Siamo noi, gli spettatori, che andiamo sempre più assomigliando a quelli del passato, che applaudiamo ai funerali come si applaudiva all'annuncio dell'entrata in guerra: sempre più inconsapevoili, più gonfi di odio e di paura. Questo è ciò che mi preoccupa di più.
 
"1938, ferita aperta"
“Sapevo che ‘espulsa’ era una parola pesante. Per essere ‘espulsi’ bisognava aver fatto qualcosa di grave. Di molto grave. Chiesi a mio padre che cosa avevo fatto, che cosa era successo. Mi rispose che c’erano delle nuove leggi, che le cose erano cambiate, che noi eravamo ebrei e che dunque non sarei potuta tornare alla mia scuola, la Ruffini di Milano, dove avrei dovuto iniziare la terza elementare. Non sarei più stata in classe con le mie compagne e con la mia maestra Bertani”.
Così, in una intervista con Il Fatto Quotidiano, la senatrice a vita Liliana Segre racconta l’impatto con le Leggi razziste varate dal fascismo di cui nelle prossime settimane ricorreranno gli 80 anni dalla promulgazione. “Oggi – prosegue Segre – bisognerebbe avere la pazienza di leggere tutti gli articoli delle Leggi. Non solo quelli più noti, che ai cittadini italiani di religione ebraica proibivano di andare a scuola, di far parte dell’esercito, di lavorare nell’amministrazione pubblica. Ci sono imposizioni minori, ma non per questo meno gravi. Le proibizioni minori volevano raggiungere l’effetto di farti sentire diverso, inferiore, sottomesso”. Ammonisce la senatrice a vita: “È l’essenza di ogni razzismo, di ieri e di oggi, che non è mai una goliardiata”.
Commenta Furio Colombo, ricordando alcuni momenti dell’infanzia: “Dentro il Paese delle frontiere (ogni canzone fascista a scuola celebrava i nostri confini inviolabili e quelli del nemico, che tra poco spezzeremo) era stata tracciata una frontiera tra vicini di casa, di scuola, di lavoro, di vita. Ma aveva anche creato il meticciato dei ‘discriminati’, forse da cacciare, forse no, o forse a giudizio delle ‘autorità locali’, ‘viste le circostanze’, caso per caso”.
 
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  davar
il capo della sicurezza della casa bianca
'La nostra priorità è che l'Iran

non arrivi mai al nucleare' 
“Penso che sia della massima importanza per gli Stati Uniti che l’Iran non arrivi mai alla possibilità di dotarsi di armi nucleari. Questo è il motivo per cui il presidente Trump si è ritirato dall’infelice accordo con l’Iran. Questo è il motivo per cui ha imposto sanzioni economiche. Questo è il motivo per cui stiamo lavorando con i nostri amici in Europa per convincerli della necessità di adottare misure più forti contro questa minaccia”.
È il messaggio che John Bolton, dallo scorso marzo a capo della sicurezza nazionale della Casa Bianca, ha voluto condividere con la stampa prima di un incontro con il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu (nell'immagine). Intervenendo in occasione della sua prima missione a Gerusalemme dall’insediamento a Washington, Bolton ha espresso forte preoccupazione per il ruolo dell’Iran come paese che finanzia il terrorismo internazionale, segnalando in particolare la forte influenza di Teheran in Siria, con Hezbollah in Libano e nello Yemen. Iniziative regionali che, ha sottolineato, finiscono per diventare “minacce globali, in grado di rappresentare un pericolo per tutti”.
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qui roma - la mostra
Israele negli scatti di Rubinger
Scomparso nel 2017, David Rubinger è stato “il fotografo di Israele”. Nato a Vienna nel 1924, emigrato nell’allora Palestina mandataria nel ’39, scoprì la fotografia mentre, nel corso del secondo conflitto mondiale, prestava servizio nella Brigata ebraica dell’esercito britannico. Da allora non l’ha più abbandonata. Prima come fotoreporter per HaOlam HaZeh, quindi per Yedioth Aharonoth e Jerusalem Post. E quindi, per oltre mezzo secolo, per Life e Time. Unico fotografo ad avere l’autorizzazione per scattare nella mensa della Knesset, il Parlamento, nel ’97 è stato insignito della più alta onorificenza nazionale: il Premio Israele.
In occasione dei 70 anni dello Stato ebraico una mostra al Museo di Roma in Trastevere, organizzata da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, Comunità ebraica di Roma e ambasciata israeliana lo celebra a partire dal prossimo 7 settembre.
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sul portale dell'ebraismo italiano
Israele e la legge sull'identità

Nuove opinioni a confronto
La Legge Fondamentale dal titolo “Israele, Stato-nazione del popolo ebraico” approvata lo scorso 19 luglio dal Parlamento israeliano ha aperto un confronto tra posizioni e analisi diverse. In Italia come in Israele. Nuovi contributi arricchiscono uno spazio appositamente dedicato sul Portale dell’ebraismo moked.it.

Si dice a favore della legge Gianfranco Yohanan Di Segni, membro della comunità degli Italkim, gli italiani di Israele, che sostiene: "Sono settimane che tutta la sinistra israeliana, sostenuta in toto dalla stampa e i media radio-televisivi, ha inscenato una pazzesca saga antigovernativa contro questa Legge, ha aizzato tutti i drusi, gli arabi, i cristiani e tutta l’opinione pubblica contro lo Stato, il governo e il suo capo tacciando tutti di razzismo e apartheid perché a loro parere non avere espressamente ricordato che lo Stato d’Israele è anche democratico e ugualitario lo rende automaticamente antidemocratico razzista e incivile: come se ogni legge che si approva debba sottolineare tutti i principi e leggi già emanate in precedenza in uno Stato".
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pilpul
Oltremare - Fine d'estate 
Va bene, possiamo dire che anche questa estate è stata, ed è anche quasi finita: siamo nella settimana di picco delle vacanze estive, bambini giustamente annoiati si preparano alla scuola e genitori equalmente spossati dalle lunghe vacanze dei figli non vedono l’ora che suoni la campanella. I turisti che si sono riversati sulle nostre spiagge e hanno riempito i siti archeologici e i parchi tematici stanno per salire sul volo di ritorno coerentemente abbronzati e ingrassati. La quasi-guerra estiva con Gaza l’abbiamo avuta, anche se stavolta non è davvero chiaro se incendiare campi coltivati e bruciare il lavoro e l’economia locale di migliaia di cittadini israeliani costituisca atto di guerra, perché se fosse il caso allora saremmo in stato di guerra da inizio marzo, altro che estate.

Daniela Fubini, Tel Aviv
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Un mondo senza futuro?
Fino a pochi anni fa eravamo convinti, almeno a livello inconscio, delle magnifiche sorti e progressive dell’umanità. Il progresso tecnologico avrebbe portato democrazia e sviluppo, la globalizzazione avrebbe risolto i problemi del Terzo Mondo, la robotica ci avrebbe liberato dai lavori più pericolosi e pesanti.
I nostri figli sarebbero stati più felici di noi, come ogni genitore si è sempre augurato.
Siamo ora in un periodo senza prospettive per il futuro. Nessuno ci propone un mondo migliore, né a destra ma nemmeno a sinistra.


Viviana Kasam
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