Paolo Sciunnach, insegnante | Micah Goodman, L’ultimo discorso di Mosè, Giuntina 2018.
Politica vs Torah: Torah, pensiero ebraico, giustizia sociale, esegesi
rabbinica, un testo fondamentale. Ricchissimo. Ogni capitolo apre temi
vastissimi è importantissimi. Molto più vicino all’ortodossia di quanto
si creda. Tuttavia ho una osservazione sulla conclusione nella
appendice. Sulla base delle fonti citate dall’autore nelle ultime
pagine, arrivo ad una conclusione leggermente diversa: considerare
Devarim come l’inizio della Torah Orale (di Moshe, con il consenso
Divino) non necessariamente umanizza la Torah Scritta ne tantomeno
diminuisce la divinità della Tora Orale... Al contrario rinforza
l’Autorità Divina della Torah Orale.
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Anna
Foa,
storica |
Lasciamo
perdere le parole e, in questo universo dominato dall'immagine e
dall'apparenza, guardiamo i volti. I volti femminili che circondano il
ministro dell'Interno per farsi fare i selfie con lui: eccitate, gonfie
di orgoglio di toccarlo per mano, sorridenti. Nessuno direbbe, a meno
di non saperlo, che siamo ai funerali di Stato delle vittime di
un'immane sciagura. Sono i loro volti che mi colpiscono, non quello di
Salvini. Gente così ti auguri di non incontrarla mai per strada,
di non doverti mai trovare per caso a stringer loro la mano. E ti
sovviene la foto famosa dell'Anschluss, con la folla sorridente che
applaude a Vienna l'entrata delle truppe naziste, o anche
l'immagine di Mussolini che trebbia il grano in mezzo a donne
entusiaste e ridenti. No, non sto paragonando Salvini a Mussolini e
Hitler, non ancora per lo meno. Siamo noi, gli spettatori, che andiamo
sempre più assomigliando a quelli del passato, che applaudiamo ai
funerali come si applaudiva all'annuncio dell'entrata in guerra: sempre
più inconsapevoili, più gonfi di odio e di paura. Questo è ciò che mi
preoccupa di più.
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"1938, ferita aperta"
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“Sapevo
che ‘espulsa’ era una parola pesante. Per essere ‘espulsi’ bisognava
aver fatto qualcosa di grave. Di molto grave. Chiesi a mio padre che
cosa avevo fatto, che cosa era successo. Mi rispose che c’erano delle
nuove leggi, che le cose erano cambiate, che noi eravamo ebrei e che
dunque non sarei potuta tornare alla mia scuola, la Ruffini di Milano,
dove avrei dovuto iniziare la terza elementare. Non sarei più stata in
classe con le mie compagne e con la mia maestra Bertani”.
Così, in una intervista con Il Fatto Quotidiano, la senatrice a vita
Liliana Segre racconta l’impatto con le Leggi razziste varate dal
fascismo di cui nelle prossime settimane ricorreranno gli 80 anni dalla
promulgazione. “Oggi – prosegue Segre – bisognerebbe avere la pazienza
di leggere tutti gli articoli delle Leggi. Non solo quelli più noti,
che ai cittadini italiani di religione ebraica proibivano di andare a
scuola, di far parte dell’esercito, di lavorare nell’amministrazione
pubblica. Ci sono imposizioni minori, ma non per questo meno gravi. Le
proibizioni minori volevano raggiungere l’effetto di farti sentire
diverso, inferiore, sottomesso”. Ammonisce la senatrice a vita: “È
l’essenza di ogni razzismo, di ieri e di oggi, che non è mai una
goliardiata”.
Commenta Furio Colombo, ricordando alcuni momenti dell’infanzia:
“Dentro il Paese delle frontiere (ogni canzone fascista a scuola
celebrava i nostri confini inviolabili e quelli del nemico, che tra
poco spezzeremo) era stata tracciata una frontiera tra vicini di casa,
di scuola, di lavoro, di vita. Ma aveva anche creato il meticciato dei
‘discriminati’, forse da cacciare, forse no, o forse a giudizio delle
‘autorità locali’, ‘viste le circostanze’, caso per caso”.
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Leggi
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qui roma - la mostra Israele negli scatti di Rubinger
Scomparso
nel 2017, David Rubinger è stato “il fotografo di Israele”. Nato a
Vienna nel 1924, emigrato nell’allora Palestina mandataria nel ’39,
scoprì la fotografia mentre, nel corso del secondo conflitto mondiale,
prestava servizio nella Brigata ebraica dell’esercito britannico. Da
allora non l’ha più abbandonata. Prima come fotoreporter per HaOlam
HaZeh, quindi per Yedioth Aharonoth e Jerusalem Post. E quindi, per
oltre mezzo secolo, per Life e Time. Unico fotografo ad avere
l’autorizzazione per scattare nella mensa della Knesset, il Parlamento,
nel ’97 è stato insignito della più alta onorificenza nazionale: il
Premio Israele.
In occasione dei 70 anni dello Stato ebraico una mostra al Museo di
Roma in Trastevere, organizzata da Roma Capitale, Assessorato alla
Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali,
Comunità ebraica di Roma e ambasciata israeliana lo celebra a partire
dal prossimo 7 settembre. Leggi
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sul portale dell'ebraismo italiano Israele e la legge sull'identità
Nuove opinioni a confronto La
Legge Fondamentale dal titolo “Israele, Stato-nazione del popolo
ebraico” approvata lo scorso 19 luglio dal Parlamento israeliano ha
aperto un confronto tra posizioni e analisi diverse. In Italia come in
Israele. Nuovi contributi arricchiscono uno spazio appositamente
dedicato sul Portale dell’ebraismo moked.it.
Si
dice a favore della legge Gianfranco Yohanan Di Segni, membro della
comunità degli Italkim, gli italiani di Israele, che sostiene: "Sono
settimane che tutta la sinistra israeliana, sostenuta in toto dalla
stampa e i media radio-televisivi, ha inscenato una pazzesca saga
antigovernativa contro questa Legge, ha aizzato tutti i drusi, gli
arabi, i cristiani e tutta l’opinione pubblica contro lo Stato, il
governo e il suo capo tacciando tutti di razzismo e apartheid perché a
loro parere non avere espressamente ricordato che lo Stato d’Israele è
anche democratico e ugualitario lo rende automaticamente
antidemocratico razzista e incivile: come se ogni legge che si approva
debba sottolineare tutti i principi e leggi già emanate in precedenza
in uno Stato". Leggi
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Oltremare - Fine d'estate |
Va
bene, possiamo dire che anche questa estate è stata, ed è anche quasi
finita: siamo nella settimana di picco delle vacanze estive, bambini
giustamente annoiati si preparano alla scuola e genitori equalmente
spossati dalle lunghe vacanze dei figli non vedono l’ora che suoni la
campanella. I turisti che si sono riversati sulle nostre spiagge e
hanno riempito i siti archeologici e i parchi tematici stanno per
salire sul volo di ritorno coerentemente abbronzati e ingrassati. La
quasi-guerra estiva con Gaza l’abbiamo avuta, anche se stavolta non è
davvero chiaro se incendiare campi coltivati e bruciare il lavoro e
l’economia locale di migliaia di cittadini israeliani costituisca atto
di guerra, perché se fosse il caso allora saremmo in stato di guerra da
inizio marzo, altro che estate.
Daniela Fubini, Tel Aviv
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Un mondo senza futuro?
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Fino
a pochi anni fa eravamo convinti, almeno a livello inconscio, delle
magnifiche sorti e progressive dell’umanità. Il progresso tecnologico
avrebbe portato democrazia e sviluppo, la globalizzazione avrebbe
risolto i problemi del Terzo Mondo, la robotica ci avrebbe liberato dai
lavori più pericolosi e pesanti.
I nostri figli sarebbero stati più felici di noi, come ogni genitore si è sempre augurato.
Siamo ora in un periodo senza prospettive per il futuro. Nessuno ci
propone un mondo migliore, né a destra ma nemmeno a sinistra.
Viviana Kasam
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