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21 Agosto 2018 - 10 Elul 5778
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Ephraim Mirvis, rabbino capo
di
Gran Bretagna
Per essere davvero “kosher” abbiamo bisogno di riconoscere l’immagine di Dio nell’anima di ogni essere umano e di rapportarci con il prossimo con gentilezza.
 
Dario
Calimani,
Università di Venezia
La strumentalizzazione a fini politici del crollo del ponte Morandi a Genova ha reso ancora più dolorosa la catastrofe. Non c’è nulla di più sconveniente dello sciacallaggio a spese di chi ha pagato con la vita l’incontro con un destino tragico e per niente ‘necessario’. Così il crollo del ponte e la strage che ha provocato sono stati trasformati in una superflua metafora della situazione sociale e politica in Italia.
Vi sono sicuramente altri modi, meno disdicevoli e meno cinici, di distrarre l’attenzione di un paese.
 
L'Iran al Salone
Sale il malcontento
Malumori bipartisan, in Regione Piemonte, per la scelta del Salone di Torino di avere l’Iran quale ospite d’onore dell’edizione 2020. A segnalarli è La Stampa, che scrive: “La decisione di ospitare l’Iran ha radici antiche: fu Enrico Letta, negli anni in cui era premier, a chiedere a Massimo Bray, allora ministro della Cultura, di andare in Iran subito dopo una visita di poche ore di Emma Bonino. Era la prima volta che venivano affidate alla diplomazia culturale le relazioni e dopo anni venne firmato un accordo per una serie di iniziative culturali e relazioni di reciprocità. Con apoteosi l’arrivo al Salone del Libro”. Gli organizzatori, si legge ancora nell’articolo, “hanno comunque già garantito che non sarà lasciato spazio ad elementi ideologici che distinguono il regime degli ayatollah come l’odio verso i gay, la negazione della Shoah e dei diritti delle donne”.

Nuovi documenti, riportati da Michele Sarfatti nella riedizione del suo saggio Gli ebrei nell’Italia fascista. Vicende, identità, persecuzione, svelerebbero le negligenze di Alleati e Vaticano davanti ad alcune concrete proposte del Congresso ebraico mondiale per mettere in salvo migliaia di ebrei italiani dalla Shoah. A parlarne è La Stampa, che riporta: “Nel luglio 1943 il rappresentante a Washington del World Jewish Congress fece un’audace proposta: tutti gli ebrei italiani, anche quelli risiedenti al Nord, dovevano essere spostati in massa al Sud. Era una soluzione assolutamente praticabile. Vennero mandati cablogrammi alla rappresentanza vaticana e all’ambasciatore svizzero negli Usa nei quali si diceva: quattro milioni di ebrei sono già stati uccisi. Che aspettiamo? Ma Berna e Washington si tirarono indietro: non c’era nulla da fare, affermarono, un intervento sul governo italiano non avrebbe nessun successo”.
 
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  davar
un portavoce di hamas
"Consenso nazionale alla tregua"
La proposta di un cessate il fuoco di lungo termine con Israele avrebbe "un consenso nazionale". È quanto sostiene il gruppo terroristico Hamas in una comunicazione del portavoce Abdel Latif al-Qanou, arrivata nelle scorse ore per un aggiornamento sullo sviluppo del tavolo negoziale aperto ormai da diverse settimane. Il portavoce ha comunque sottolineato che Hamas, dal 2007 al governo della Striscia di Gaza, "non firmerà un accordo in cui siano previste concessioni territoriali o il riconoscimento dello Stato di Israele", ammonendo inoltre che "la resistenza palestinese continuerà a stare in guardia". Forti critiche sono state rivolte al leader dell'Autorità Nazionale Palestinese Mahmoud Abbas, che non aveva mancato di sottolineare la propria contrarietà a un eventuale accordo.
Una conferma della volontà di non recedere dal punto di vista del rafforzamento militare è arrivata anche da un alto ufficiale del gruppo terroristico, Osama Hamdan, che ha dichiarato: "Continueremo a rafforzarci perché non abbiamo fiducia nel nemico sionista". Per poi aggiungere: "I sionisti sono arrivati alla conclusione che la resistenza palestinese non può essere eliminata e che, se la tregua dovesse fallire, per loro sarebbe un grosso problema. Se si arriverà a un cessate il fuoco non tarderemo comunque a lavorare per la fine dell'embargo e per la revoca delle sanzioni alla Striscia".

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qui bologna - le serate al museo
Jazz ebraico, da Israele agli Usa
Jewish Jazz! Israele, Europa, America è il titolo del programma musicale che il Museo ebraico di Bologna presenta per tre serate a settembre nella cornica del suo suggestivo cortile. La rassegna, ormai appuntamento consolidato nell’estate bolognese e fa parte di BolognaEstate18, il cartellone di attività promosso dal Comune di Bologna. L’edizione 2018 di Jewish Jazz propone un viaggio attraverso le varie esperienze musicali della tradizione ebraica, a partire da Israele, di cui ricorre il 70° anniversario dalla fondazione e al quale il Museo dedica la mostra Celebrating Israel70, senza dimenticare le diaspore ebraiche attraverso il bacino del mediterraneo e la presenza ebraica nella cultura statunitense.


Vincenza Maugeri, direttrice Museo ebraico di Bologna
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pilpul


Terza età
L’estate si presta a discorsi generici e proposte strampalate. Il che ben si sposa con l’atteggiamento di un governo che predica il cambiamento ma per il momento produce soprattutto propaganda. Tuttavia, ogni occasione è buona per ragionare, anche quelle più estemporanee. Penso, per esempio, alla proposta della Lega che riguarda lo spostamento dei pensionati al Sud d’Italia: se capisco, un incentivo fiscale agli anziani che al Nord se la passano male, con l’obiettivo di ripopolare porzioni del territorio nazionale sempre più deserte.
L’idea è molto interessante, e infatti si è meritata persino un articolo di Romano Prodi, uno che di economia qualcosa capisce. Ed è ispirata a realtà note: il Portogallo, prima di tutto, ma anche alcuni paesi nordafricani. Un numero sempre più alto di pensionati italiani vi si trasferisce attratto dal clima e dalla bellezza del paese, certamente, ma anche dalle agevolazioni fiscali e dai servizi per la terza età.


Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Difesa dei morti e dei vivi
Un bellissimo articolo di Gadi Luzzatto Voghera del 24 agosto scorso riferisce che il prossimo 5 settembre al parco di San Rossore a Pisa si svolgerà una cerimonia che vedrà ottanta rettori delle università italiane avanzare “scuse solenni” per l’espulsione dei docenti e degli studenti ebrei dall’accademia nel settembre 1938, col risultato che 96 professori universitari ordinari e straordinari, 133 aiuti e assistenti e decine di incaricati e lettori universitari persero il lavoro, venendo revocate oltre 200 libere docenze. Se scuse ci devono essere – asserisce l’autore – queste debbano rivolgersi innanzitutto al sistema universitario italiano, che subì il danno più duraturo ed evidente.
Sennonché, farsi del male pur di danneggiare il prossimo, è un’operazione che non riguarda il solo razzismo, ed è un vizio che è peggiorato col tempo


Emanuele Calò, giurista
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