Emozioni jazz, dagli Usa a Israele

Screen Shot 2018-08-28 at 13.53.41JEWISH JAZZ! Israele, Europa, America è il titolo del programma musicale che il Museo ebraico di Bologna presenta per tre serate a settembre nella cornica del suo suggestivo cortile. La rassegna, ormai appuntamento consolidato nell’estate bolognese e fa parte di BolognaEstate18, il cartellone di attività promosso dal Comune di Bologna. L’edizione 2018 di Jewish Jazz propone un viaggio attraverso le varie esperienze musicali della tradizione ebraica, a partire da Israele, di cui ricorre il 70° anniversario dalla fondazione e al quale il Museo dedica la mostra Celebrating Israel70, senza dimenticare le diaspore ebraiche attraverso il bacino del mediterraneo e la presenza ebraica nella cultura statunitense.
La prima serata del festival, giovedì 6 settembre, vede protagonista Miriam Meghnagi con Canti della diaspora. Lo spettacolo pensa il canto come elevazione verso il cielo e conquista della libertà interiore. È il canto di Miriam sulle rive del Mar Rosso, espressione delle nebulose umane, della forza, della paura, della gioia, del pensiero, dello smarrimento. È soffio, memoria, catena di messaggi e tradizioni, luogo di convivenza e di pace per eccellenza. Parla di storie e geografie e non conosce confini. Saluta la partenza e il ritorno, la separazione e l’incontro, il viaggio per terra e acqua, l’esilio e la fuga, l’attracco e il salpare, l’approdo dei migranti. Canto di storie sommerse e di storie salvate, teso a ricomporre lacerazioni e fratture, a riscattare il mondo caduto. Canto come acqua di salvezza. Canto che nasce dall’Assenza. Speranza e memoria, riparo e riparazione: tikkun. Miriam ripercorre il cammino degli ebrei nella storia e nel dialogo con l’alterità, in varie lingue (tra cui ebraico, aramaico, arabo, yiddish, italiano, ladino e bajitto) e stili. Mercoledì 12 settembre, lo spettacolo Leonard Bernstein Tribute, una prima assoluta e una produzione speciale che il Gabriele Coen Quintet presenta nel centenario della nascita di Leonard Bernstein, uno dei più grandi musicisti del Novecento. Grazie agli arrangiamenti di Andrea Avena, un originalissimo omaggio al grande compositore, pianista, direttore d’orchestra e didatta: dalle canzoni più note di West Side Story (1957), tra cui Maria, Tonight e Somewhere, fino alla produzione meno nota di ispirazione ebraica, Ilana the Dreamer, Yigdal e Chichester Psalms. Il rispetto e l’ammirazione per la musica di Leonard Bernstein si coniuga con il linguaggio dell’improvvisazione e del jazz in un incontro inedito che vuole far riscoprire la bellezza di queste immortali composizioni. Gabriele Coen, sassofonista, clarinettista e compositore romano, si presenta alla testa di un quintetto d’eccezione: al pianoforte Alessandro Gwis, membro fondatore del gruppo “Aires Tango”, che ha da anni un importante trio a suo nome; al violoncello Benny Penazzi, attivo sia nella libera improvvisazione jazzistica che nella musica classica e contemporanea; alla batteria Zeno De Rossi, uno dei musicisti più versatili del panorama musicale italiano, frequentatore assiduo della scena musicale newyorchese; al contrabbasso Danilo Gallo, uno dei musicisti italiani più richiesti nei contesti più disparati, presente in molte formazioni di grande impatto. L’ultima serata del Festival, giovedì 13 settembre, vedrà il talentuoso pianista israeliano Nitai Hershkovits con New Place Always | Enja 2018, una collezione di melodie che evocano suoni antichi e famigliari combinati con un approccio vivace e moderno grazie alla profonda conoscenza che Nitai Hershkovits ha della tradizione. Dopo il suo album di debutto, Nitai Hershkovits e Rejoicer, questo artista intraprende la via del pianoforte solo raggiungendo nuove vette artistiche. Otto dei brani proposti sono stati scritti per esteso come avviene nella musica classica, mentre il resto dei brani sono stati ideati lasciando spazio all’interpretazione e alla composizione in tempo reale, mettendo insieme le idee musicali che Nitai trae dalle sue radici africane e utilizzando armonie occidentali per creare una nuova gamma di suoni freschi e coinvolgenti. Pianista e compositore israeliano (classe 1988), nato da madre marocchina e da padre polacco, Nitai Hershkovits è stato descritto dalla BBC come un autentico prodigio della musica, capace di intrecciare gioia e malinconia con abile libertà. Fin dalla giovane età, Nitai ha avuto il privilegio di visitare tutto il mondo e di esibirsi in alcuni dei più prestigiosi festival del mondo dal North Sea Jazz Festival al Montreaux Jazz Festival.
Nel 2011 si unisce al gruppo del bassista Avishai Cohen, noto per la sua lunga collaborazione con Chick Corea. Come pianista del prestigioso trio di Cohen, Nitai ha registrato tre album di grande successo tra cui From Darkness del 2015. Dal 2016, il pianista israeliano si è trasferito definitivamente a New York dove si sta affermando come uno dei musicisti più interessanti della sua generazione.

Vincenza Maugeri, direttrice Museo ebraico di Bologna 

(28 agosto 2018)