Giuseppe Momigliano,
rabbino
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“Quand’anche
fossero i tuoi dispersi all’estremità del cielo, di là li radunerà il
Signore tuo D.O e di là li prenderà” ( Deut. 30,4). Perché mai il testo
della Torah ci parla di dispersi che si trovano “all’estremità del
cielo”? Forse – così spiega il commento “Zer Zahav” (R. Jacov ben Haym
Zemach ) – la Torah ci dà in questa espressione un’allusione alle
persone che si perdono, smarriscono la via della luce, del bene,
proprio quando la loro mente è rivolta “all’estremità del cielo”, cioè
ai pensieri e alle riflessioni più alte.
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Leggi
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Davide
Assael,
ricercatore
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La
crisi della socialdemocrazia europea, è ben noto, è uno dei dati
politici più rilevanti della politica europea degli ultimi anni. La
cosa non stupisce: in momenti in cui i cordoni della borsa devono
stringersi per esigenze di bilancio, a farne le spese sono quelle aree
politiche la cui ragion d'essere è sempre coincisa col mantenimento di
un welfare utile soprattutto alle fasce più indigenti della società.
Ora sembra che il cantiere si sia aperto anche nella sinistra italiana,
oscillante fra un'ipotesi in stile En Marche ed un ritorno alle origini.
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Leggi
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Leggi razziste, il ricordo
e le scuse dell’Università
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L’Italia
oggi ricorda, a 80 anni di distanza, la promulgazione delle infami
Leggi razziste volute dal fascismo contro gli ebrei e firmate dal re
Vittorio Emanuele III nella tenuta toscana di San Rossore il 5
settembre del 1938. Proprio a San Rossore e a Pisa in queste ore una
delle pagine più buie della storia italiana sarà ricordata con diverse
iniziative, tra cui la deposizione di corone di alloro al cimitero
monumentale ebraico di Pisa e alle Cascine vecchie della tenuta di San
Rossore, davanti alla lapide che ricorda la firma delle Leggi del ’38 e
la persecuzione degli ebrei. Saranno poi presentate, assieme all’Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane, le attività e conferenze che
apriranno le riflessioni sull’anniversario, tra cui il 20 settembre
alla Sapienza di Pisa la “Cerimonia delle scuse”, promossa da
Università di Pisa assieme a Scuola Sant’Anna, Scuola Normale e l’Imt
di Lucca. “Oggi dobbiamo dirlo con franchezza e spirito autocritico:
l’accademia fu corresponsabile e pertanto deve chiedere scusa. – scrive
il rettore dell’Università di Pisa Luigi Dei sul Corriere Fiorentino –
L’università in ogni epoca non può non avere il coraggio di schierarsi
a testa alta e con schiena dritta allorché vengano compiuti atti
nefandi quali quello di ottanta anni fa”.
Venezia, il cinema e le Leggi del 1938. Alla Mostra del Cinema in corso
a Venezia il tema delle Leggi razziste è emerso grazie al documentario
girato da Giorgio Treves, “Diversi, 1938” e presentato dal regista
assieme a una delle voci protagoniste del lungometraggio, la senatrice
a vita e Testimone della Shoah Liliana Segre: “Portare qui il film
significa molto perché oggi noto il risorgere di sentimenti osceni che
erano stati tenuti segreti. – spiega la senatrice Segre (Corriere della
Sera) – II razzismo e l’antisemitismo non sono mai sopiti, solo che si
preferiva nella ritrovata democrazia non esprimerlo. Oggi il razzismo
riemerge così come l’indifferenza generale che rese possibili quei
crimini. Allora i senza nome eravamo noi ebrei, i senza diritti a cui
veniva tatuato un numero sul braccio. Percepisco la stessa indifferenza
per i migranti che muoiono nel mare d’indifferenza mentre il
Mediterraneo si chiude sopra di loro”.
Siria, il braccio di ferro tra Putin e Trump. Sfidando il monito del
presidente Usa Donald Trump a non attaccare, la Russia e le forze
governative siriane hanno ripreso i raid contro i ribelli nella regione
di Idlib. “La strategia sembra quella già usata in altre operazioni
simili, cominciate con l’assedio, proseguite con i bombardamenti su
strutture civili per rendere impossibile la vita agli abitanti, e
concluse con l’offensiva di terra”, scrive la Stampa che aggiunge come
nelle stesse ora Israele abbia ammesso di aver condotto circa 200 raid
contro il movimento terroristico Hezbollah in territorio siriano. “Da
una parte ci sono l’aviazione russa e le forze di terra siriane e
iraniane, che preparano l’assalto finale; dall’altra la Turchia che
difende i suoi alleati, e lo Stato ebraico che cerca di contenere
Hezbollah”, spiega il quotidiano torinese. In mezzo gli Stati Uniti di
Trump che sembrano voler “spingere russi, iraniani e turchi, che hanno
un appuntamento venerdì a Teheran, a trovare un’intesa per separare i
civili dai terroristi, e chiudere la partita di Idlib con una resa che
eviti il bagno di sangue”.
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Leggi
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a 80 anni dalla firma delle leggi razziste
"Pisa e San Rossore, la Memoria
serve a difendere la democrazia"
Della
villa in cui fu apposta l’infame firma nulla è rimasto in piedi. Ma la
Memoria di quanto accaduto è e resta viva. Un necessario e condiviso
impegno che non guarda solo al passato, ma anche al presente e al
futuro del paese.
È il messaggio che arriva oggi da Pisa e dalla tenuta di San Rossore,
dove il 5 settembre del 1938 il re Vittorio Emanuele III avallò senza
fiatare le Leggi razziste promulgate dal fascismo e dove oggi
istituzioni, accademia e mondo ebraico si sono ritrovati per dare
insieme l’avvio alle iniziative per gli 80 anni dell’entrata in vigore
dei provvedimenti antiebraici, inizio dell’emarginazione, della
persecuzione e anticamera alla Shoah.
L’appuntamento è prima al cimitero monumentale di Pisa, nella sezione
ebraica dove vengono deposte delle corone e dove si rende omaggio alla
figura di Pardo Roques, figura simbolo della persecuzione pisana. E poi
nella vicina tenuta, un tempo luogo di residenza estiva di casa Savoia,
dove altre corone testimoniano l’importanza e l’attualità del ricordo.
“Sono
passati 80 anni – sottolinea la Presidente UCEI Noemi Di Segni,
intervenendo a San Rossore – e purtroppo non possiamo limitarci alle
sole cerimonie commemorative. È dovere morale chiedersi se quanto
successo potrà accadere nuovamente. Quali erano i segni premonitori che
non abbiamo saputo cogliere? Quali i segnali o le rassicurazioni da
considerare oggi? La Costituzione repubblicana, la riconquista di
democrazia e diritti per tutti dopo tanto orrore, sono un presidio
fondamentale cui aggrapparci con ferma convinzione a quanto maturato in
termini di libertà e costruzione in questi decenni”.
È emozionato Paolo Mancarella, rettore dell’Università di Pisa che è
promotrice, in collaborazione con la Scuola Normale Superiore, la
Scuola Superiore Sant’Anna e la Scuola IMT Alti studi Lucca, di una
“cerimonia del ricordo e delle scuse” durante la quale il 20 settembre
prossimo l’intera accademia italiana commemorerà, in forma solenne, la
cacciata di docenti e studenti ebrei per effetto delle Leggi. 
“Un momento – racconta – al quale abbiamo iniziato a lavorare più di un
anno fa. Allora l’accademia italiana fu acquiescente, si rese complice
di quel crimine. Non possiamo riparare quel torto, ma possiamo chiedere
scusa. La Memoria è un bene prezioso e doveroso da coltivare. Sta a noi
farlo”.
Il governatore regionale Enrico Rossi parla delle Leggi antiebraiche
come di “un tradimento verso tutti gli italiani”. E invita ad
attualizzare la lezione di quanto accadde allora, anche in ragione di
un sentimento di inquietudine che “non può oggi non pervadere i
democratici, le persone di cultura, chi ha a cuore le sorti del paese”.
Il paese rischia una deriva, sottolinea Rossi. E quindi “è giunto il
momento di apprendere qualcosa dalla storia”. Per farlo, dice, è
fondamentale l’incontro con i giovani. “Un impegno che la Regione onora
da tempo, con viaggi della Memoria e con incontri e conferenze che
coinvolgono, ogni anno, molte migliaia di studenti”. Conferma la
vicepresidente Monica Barni: “Quello odierno è un gesto simbolico
fondamentale per la Memoria. Un tema su cui siamo attivamente impegnati
da anni su un piano sia legislativo che di iniziative concrete”.
Chiede scusa a nome della città il sindaco Michele Conti. “Alle nostre
spalle – indica – si trovava la villa della firma. Al di là delle
parole che oggi diremo è fondamentale alimentare, con i fatti, il
ricordo di ciò che è stato. Con le Leggi del ’38, bene ricordarlo, si
andò a colpire una comunità protagonista della cultura e della vita
nazionale. Fu quindi un disastro sotto tutti i punti di vista”.
A
San Rossore, alla presenza tra gli altri del presidente della Comunità
ebraica pisana Maurizio Gabbrielli, dell’ex presidente Guido Cava,
vittima della legislazione del ’38, dell’assessore UCEI Livia
Ottolenghi, del segretario generale dell’Unione Gloria Arbib, si
inaugura la prima delle tre mostre da oggi aperte al pubblico: “1938-La
storia”, a cura della Fondazione Museo della Shoah, illustrata ai
presenti dallo storico Marcello Pezzetti. Nel pomeriggio saranno invece
inaugurate (a Palazzo Vitlelli) “I giovani e la Shoah”, proposta da
UCEI e ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Ed
“Ebrei in Toscana XX-XXI secolo”, al Giardino Scotto, realizzata da
Istoreco. Leggi
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a 80 anni dalla firma delle leggi razziste
"L'infamia delle Leggi del '38,
una lezione per il presente"
In
occasione della iniziative organizzate a San Rossore - località toscana
dove il 5 settembre del 1938 Vittorio Emanuele III firmò le Leggi
razziste - e a Pisa per ricordare l'infamia dei provvedimenti fascisti
contro gli ebrei, la Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane Noemi Di Segni ha lanciato un appello affinché questa pagina
buia della storia italiana sia oggetto di riflessione e rappresenti una
lezione per il presente nella lotta all'odio e alle discriminazioni. Di
seguito il testo dell'intervento della Presidente UCEI.
Con profonda emozione entro oggi in questa tenuta. Luogo che porta nel
suo cuore verde e l’orizzonte delle dune il peso tutt’oggi
insostenibile di una firma.
È importante oggi non solo studiare la storia, e saper dire a voce alta
– questa è verità – questo è accaduto a cittadini italiani – questo è
successo nel nostro Paese, ma anche sapersi porre rispetto agli eventi
con la propria coscienza di singoli e di collettività. Questa firma,
così come quelle attuative in tutte le sedi e ambiti della vita porta
una responsabilità che non può restare sospesa in un vuoto storico di
ottant’anni. Nel riflettere prospettico e soprattutto nell’agire
concreto che scegliamo per noi e soprattutto per i nostri giovani c’è
un significato identitario e che non può prescindere del passato e da
quanto accaduto.
A 80 anni dall'infamia compiuta in questo stesso luogo, da cui
scaturirono anni di emarginazione e persecuzione fino alle estreme
conseguenze della Shoah, quanto promosso dall'Università di Pisa, in
collaborazione con le altre eccellenze universitarie di questo
territorio e con il sostegno di tutti i più importanti atenei italiani,
scrive una pagina di impegno e consapevolezza che è destinata a
lasciare il segno. Nella consapevole responsabilità vi è anche
consapevolezza che il chiedere scusa non ha un l’ingenuo fine
riparatorio di quanto è stato annullato delle vite passate e in quelle
mai più germogliate, ma chiara indicazione per le generazioni future.
Cosa stiamo ricordando? Leggi, atti parlamentari e governativi, atti
amministrativi, attuazioni – tutti comportamenti che dipendono dalla
volontà, quindi da una convinzione che in fondo era giusto ed
appropriato farlo. Questo il cuore del problema. Questo l’elemento da
comprendere a fondo. Perché e come un popolo definisce questo schema e
quadro d’insieme.
Noemi Di Segni,
Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Leggi
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BILANCIO SOCIALE 1 / finanze
UCEI, al servizio della società
“L'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane è un ente che offre servizi, dalle
attività educative all'informazione. Non è un'azienda che vende un
prodotto, non fa bottoni, ma si fonda sull'essere un centro di servizi
dedicati agli iscritti così come all'intera società. E per poter continuare a farlo
ha bisogno di reperire risorse e del sostegno, attraverso l'Otto per
mille, della società a cui si rivolge”. A tracciare brevemente assieme
a Pagine Ebraiche un quadro delle attività portante
avanti dall'Unione è l'assessore al Bilancio UCEI Davide Romanin Jacur.
Il bilancio di un’istituzione racconta molto della sua natura, della
sua identità, dei suoi obiettivi, sottolinea Romanin Jacur, per questo
è necessario comunicarlo con chiarezza e trasparenza al pubblico e
spiegare per cosa vengono utilizzate le risorse che i contribuenti del
nostro Paese affidano all'ente rappresentativo dell'ebraismo italiano.
“Premesso che effettivamente il bilancio UCEI dipende in maniera molto importante dai fondi Otto per mille (che rappresentano ben oltre 50 per cento delle
entrate) bisogna anche dire che in grandissima parte l'Unione non li
trattiene: il 60 per cento viene infatti girato alle 21 comunità
ebraiche; una parte consistente è poi utilizzata per i progetti
strategici dell'ente, utilizzati per iniziative rivolte sia all'interno
sia all'esterno”. Leggi
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qui roma - segnalibro
Alex, un eroe italiano
Con
la promulgazione delle Leggi razziste nel ’38, nell’esercito per lui
non c’era più posto. Congedato senza onori, emarginato socialmente al
pari di migliaia di correligionari e costretto a lasciare il paese che
lo aveva tradito, Alessandro Sabbadini farà rotta verso gli Stati
Uniti. Tornerà in Italia alcuni anni dopo, come soldato della U.S Army
e non più come Alessandro ma come “Alex”, protagonista dello sbarco ad
Anzio e con il compito di ricavare, anche attraverso la propria
macchina fotografica, il maggior numero di informazioni sul nemico.
Informazioni destinate ad incidere nella lotta contro il nazifascismo,
nella liberazione del paese, ma anche nella ricostruzione dettagliata
di quanto avvenuto sotto il regime. Dall’ingresso alleato a Roma ai
documenti lasciati da Mussolini e dai repubblichini a Gargnano: Alex
documenta tutto. Leggi
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Ticketless - Analfabeti di ritorno
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Non si possono presentare, per ora, come una vera casa editrice (www.edizionisettembrini.it).
Sono un sogno, forse, che ha bisogno del nostro sostegno. Spiega uno
dei promotori, Andrea Frangioni, biografo di Francesco Ruffini e
studioso della idea di libertà religiosa: “Tutto nasce dal desiderio di
tradurre e mettere a disposizione attraverso Internet in Stati non
liberi testi “classici” e riflessioni fondamentali su diritti umani,
libertà e dignità umana, insieme a opere di dissidenti e perseguitati
politici e religiosi in quei Paesi”.
Alberto Cavaglion
Leggi
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Periscopio - Itamar Ilia
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Oggi,
5 settembre, cade il ventunesimo anniversario di una data molto triste,
importante e significativa, ancorché poco ricordata, della recente
storia mediorientale. Il 5 settembre del 1997, infatti, durante una
missione militare in Libano, ben dodici soldati israeliani caddero sul
terreno. Uno di loro, Itamar Ilia, fu poi sottoposto, dopo la morte, a
una tripla, crudele violenza: il suo corpo, infatti, fu barbaramente
mutilato dai nemici, che poi diffusero la foto della testa mozzata,
esibita come un glorioso trofeo di caccia. E, a queste due
raccapriccianti ingiurie - la mutilazione e la sua successiva
pubblicizzazione -, se ne aggiunse poi un terza, giacché diversi
giornali occidentali - tra cui non pochi italiani - non esitarono a
riprodurre la disgustosa immagine, in spregio alle più antiche ed
elementari regole di qualsiasi codice di civiltà, tanto civile quanto
militare. E le sdegnate lettere di protesta presentate
dall'Ambasciatore di Israele ("avreste fatto lo stesso se, Dio non
voglia, la foto fosse stata di un soldato italiano?") non suscitarono
alcun sentimento di vergogna.
Francesco Lucrezi, storico
Leggi
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Alexander e l'eredità in musica
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Alexander
Wolkovsky nacque il 2 aprile 1931 a Wilno (oggi Vilnius, Lituania), a
quel tempo bastione di frontiera della Seconda Repubblica di Polonia;
suo padre, il medico ebreo polacco Noach Wolkovsky, intuì il talento
pianistico del figlio e lo iscrisse a una scuola di musica nel
quartiere ebraico della città.
Nel frattempo scoppiò la Guerra, Wilno e Paesi Baltici furono occupati
dal Reich in base al pregresso patto Molotov–von Ribbentrop del 23
agosto 1939; nel 1943 Alexander, appena dodicenne, vinse un concorso
musicale indetto dallo Judenrat del Ghetto di Wilno grazie al canto
Shtiler, shtiler.
Come ogni concorso di composizione, il nome e l’età del candidato erano
ignoti alla giuria: sia la linea melodica che l’accompagnamento
pianistico furono reputati di maestria tale che la giuria credette di
aver a che fare con un compositore maturo e non già con un adolescente.
Francesco Lotoro
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