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 13 settembre 2018 - 4 Tishri 5779
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav


Elia Richetti,
rabbino
La mitzwà di Haqhèl, di radunare tutto il popolo per la pubblica lettura della Torah, si esplicava ogni sette anni, durante la festa di Sukkòth al termine dell’anno sabbatico. Tra le motivazioni del perché di questa scelta i Maestri ne hanno trovata una di particolare importanza.
 
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Giorgio Berruto
Secondo rav Joseph B. Soloveitchik (La solitudine dell’uomo di fede, Belforte 2016) la struttura del potere che prende forma nell’esodo e durante i 40 anni nel deserto è sostanzialmente duale. “Misericordia e pace, questo è Aronne; verità e giustizia, questo è Mosè”. Commenta Massimo Giuliani (La giustizia seguirai, Giuntina 2016) sulla scorta di Soloveitchik: “Assurgendo a livello di principi-ideali, le figure contrapposte ma complementari dei due leader che guidano i discendenti di Giacobbe fuori dall’Egitto sono un’emblematica incarnazione della middat hadin, Mosè la giustizia, e Aronne della middat harachamim, la misericordia”.
 
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No a nazionalismi malsani
Diciamo no ai nazionalismi malsani che generano odio anziché cercare soluzioni ai problemi. Noi vogliamo i patriottismi sani: uno nazionale ed uno europeo; che l’Europa resti un albero sotto il quale i bambini del Nord e del Sud, dell’Est e dell’Ovest possano respirare aria fresca”. È l’appello lanciato da Jean-Claude Juncker a Strasburgo, nella giornata in cui l’Europarlamento ha approvato a grande maggioranza la risoluzione contro l’Ungheria. Repubblica titola: “La resistenza UE ai sovranisti”. Il Corriere: “Orban, sconfitta dei populisti”.

Resta l’attenzione sull’80esimo anniversario dalla promulgazione delle Leggi razziste e sul suo significato nel presente e nel futuro della società italiana.
Il Corriere Fiorentino, dorso toscano del Corriere, ospita una riflessione del rettore dell’Università di Pisa Paolo Mancarella sull’iniziativa del 20 settembre prossimo quando, proprio nella città toscana, l’accademia offrirà le proprie scuse per la cacciata di docenti e studenti ebrei dalle aule. Scrive il rettore: “Come tacere di fronte a questa vergogna? Ricordarlo e tramandarlo è sufficiente? Così ci siamo interrogati con coloro che ci hanno affiancato in questo progetto, prima le Scuole di eccellenza pisane, poi gli atenei toscani infine tutti i rappresentati dell’Accademia italiana. Ci siamo risposti che era evidente che, a tutti coloro che ne sono state vittime e ai loro eredi, fosse dovuto almeno un risarcimento morale”.

Il Fatto Quotidiano intervista l’esperto di cybersicurezza David Grout, che da tempo monitora la macchina di propaganda iraniana e le sue ripercussioni nell’opinione pubblica. “Conformemente all’agenda politica di Teheran – spiega Grout, direttore tecnico per il Sud Europa della società americana FireEye – abbiamo notato come il bersaglio principale consista nel diffondere messaggi contro l’Arabia Saudita, contro Israele e a favore invece della Palestina”. L’influenza iraniana si estenderebbe a diverse nazioni del Medio Oriente ma raggiungerebbe anche l’America Latina. In particolare sarebbe promossi contenuti in favore dell’attuale presidente venezuelano Maduro.
 
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  davar
il plenum straordinario del csm
Le Leggi del ’38 e i diritti negati
Nell’ottantesimo anniversario dalla promulgazione delle Leggi antiebraiche un plenum straordinario del Consiglio superiore della Magistratura ha ricordato a Roma il profondo significato di questo appuntamento, con una pluralità di contributi che hanno messo al centro la sfida del diritto, la necessità di fare i conti con le ombre del passato, con le gravi corresponsabilità che vi furono nell’attuazione di questa pagina oscura di storia nazionale, ma anche l’importanza di saper leggere e comprendere nella loro portata di più lungo termine i segnali inquietanti e le parole di odio del presente.
Un confronto di altissimo profilo, organizzato con la collaborazione del Consiglio Nazionale Forense e dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane in occasione della pubblicazione del volume Razza e inGiustizia (Antonella Meniconi e Marcello Pezzetti i curatori dell’opera) che sarà presentato domani al Senato e che ha avuto come ospite d’onore Esther Hayut, Presidente della Corte Suprema di Israele.
Alla presenza tra gli altri della Presidente UCEI Noemi Di Segni, il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini ha definito tale pubblicazione “un punto avanzato di ricerca storica” per riflettere su Memoria, legalità, etica, rispetto dei diritti. Ricordando il proficuo percorso di iniziative realizzate in collaborazione con l’Unione e il solido rapporto con i colleghi israeliani, cementato anche nel corso di una recente missione, Legnini ha parlato dell’incontro odierno come di una opportunità per riaffermare “i valori fondamentali di libertà, uguaglianza e giustizia”.
Dal canto suo la Presidente Hayut, che ha attinto in alcune considerazioni dagli scritti di Primo Levi, ha ricordato come la lezione più significativa che deriva da quell’epoca sia il richiamo all’impegno costante per la difesa dei diritti umani. “Tutto ciò è alla base di un moderno Stato democratico. Un impegno – ha osservato Hayut – che l’Italia è stata in grado di sancire anche attraverso la sua Costituzione repubblicana”. Un riferimento essenziale, ma non l’unico. È un intero sistema, ha aggiunto, che deve far quadrato attorno a questi valori. Parole di elogio sono state poi spese per le relazioni italo-israeliane sul piano del confronto di idee in ambito giuridico. E ammirazione è stata infine espressa per una figura “ponte” tra i due paesi, toccata in prima persona dalle Leggi del ’38: l’insigne giurista Guido Tedeschi, cacciato dall’Università di Siena, riparato nel ’39 nell’allora Palestina mandataria e tra i padri del diritto civile israeliano.
Importanti i contributi che sono seguiti nel corso del plenum, cui hanno assistito tra gli altri il segretario generale UCEI Gloria Arbib, la viceambasciatrice israeliana Ofra Farhi, il presidente della Fondazione Museo della Shoah di Roma Mario Venezia.
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bilancio sociale 5 / Patrimonio
Beni culturali, tutelare la storia
Fare, condividere, preservare cultura. La Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia, presieduta da Dario Disegni, da sempre opera in questa direzione con una pluralità di iniziative. Tra le operazioni più significative dell'ultimo anno un determinante contributo al restauro e alla messa in sicurezza della cupola interna alla sinagoga di Firenze attraverso una raccolta fondi d'emergenza promossa nel dicembre del 2017 da Opera del Tempio Ebraico e Comunità ebraica fiorentina. Più di ottanta (tra privati ed enti) i donatori che hanno risposto all’appello. Determinante in questo senso, hanno spiegato il presidente dell'Opera del Tempio Renzo Funaro e la presidente della Comunità ebraica Daniela Misul in una successiva comunicazione, il contributo di realtà appunto come la Fondazione (di cui Funaro è vicepresidente), assieme tra gli altri a Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, World Monuments Fund, David Berg Foundation, Jewish Heritage Europe, Adei e Centro Giovanile Ebraico Fiorentino.
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5779 - gli auguri
Un anno per l'ebraismo italiano 
A novembre, terminati da poco i mo’adim di questo 5779, si terrà un appuntamento molto importante per l’ebraismo italiano, gli Stati Generali dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. È evidente a tutti che ci sono molte urgenti questioni sul tavolo, e il confronto fra le varie anime delle nostre comunità è certamente auspicabile.תשע"ט in ghematrià corrisponde al valore di un’espressione tratta dai Salmi (25,4), “orchotècha lammedèni - insegnami le Tue vie”. Il versetto presenta un parallelismo, poiché nella sua prima parte recita “le Tue strade, o Signore, fammi conoscere”. I commentatori tuttavia notano che i due termini utilizzati, dèrekh e òrach, denotano l’uno la strada, l’altro le sue ramificazioni.

Rav Ariel Di Porto, rabbino capo di Torino
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5779 - GLI AUGURI
Un anno di buone azioni
Auguro a tutti un anno dolce e sereno, per un mondo in cui le buone azioni siano numerose come i chicchi del melograno e la volontà dell'agir bene sia potente come il suono dello Shofar.

Daniela Misul, presidente della Comunità ebraica di Firenze.
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5779 - GLI AUGURI
Un anno per la libertà
Inizia un nuovo anno, il 5779 e l’ebraismo italiano rivive una condizione che travolge l’Europa e le democrazie. Condizione in cui le libertà per le quali abbiamo tanto lottato sono di nuovo minacciate.
Ogni giorno piccole e grandi Comunità sono impegnate a preservare e costruire per un’Identità Culturale che ci appartiene profondamente e che ci fa sentire ancora oggi un Popolo.

Daniele De Paz, presidente della Comunità ebraica di Bologna
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5779 - gli auguri
Un anno per migliorare
“Ogni ebreo, non importa quale sia il tempo o il luogo in cui vive, ha la piena capacità di elevarsi e raggiungere il più alto livello di perfezione. Lo deve fare per il bene di tutto il Creato. Questo è il dovere di ogni ebreo. Ed è ciò che chiediamo a Rosh Ha Shanà”. Un augurio a tutti i membri delle varie Comunità di Shanà tovà dalla Comunità di Parma.

Riccardo Joshua Moretti,
presidente della Comunità ebraica di Parma

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al festival JEWISH JAZZ!  
Bernstein, l’omaggio di Bologna
Secondo appuntamento del programma musicale “JEWISH JAZZ! Israele, Europa, America” organizzato dal Museo Ebraico cittadino e da tempo occasione di richiamo nell’estate bolognese.
Sul palco lo spettacolo Leonard Bernstein Tribute, una prima assoluta e una produzione speciale presentata dal Gabriele Coen Quintet nel centenario della nascita del grande musicista. Vasto il repertorio proposto. Dalle canzoni più note di West Side Story (1957), tra cui Maria, Tonight e Somewhere, fino alla produzione meno nota di ispirazione ebraica: Ilana the Dreamer, Yigdal e Chichester Psalms.
 
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la scomparsa del poeta e scrittore
Guido Ceronetti (1927-2018)
“Ho sempre avuto una grande ammirazione per Guido Ceronetti. E anche una certa soggezione. È irriverentemente geniale, sconfortantemente necessario. La sua è la voce di un contemporaneo Giobbe, che però ha rifiutato l’happy end; un nuovo Qohelet, senza mitzwot; un incrocio innaturale ma felice tra lo spirito di Kafka, il senso critico di Benjamin e la prosa di Beckett”. Così scriveva sulla rubrica Machshevet Israel (Sheva Idee – 22 febbraio 2018) Massimo Giuliani, docente di pensiero ebraico, parlando del poeta e scrittore Guido Ceronetti, scomparso nelle scorse ore all'età di 91 anni. Torinese ma da anni residente a Cetona, nel senese, Ceronetti è stato anche giornalista, filosofo, drammaturgo, traduttore e attore. Nel 1970 diede vita al Teatro dei Sensibili allestendo insieme alla moglie Erica Tedeschi spettacoli di marionette. Della sua ultima opera, Messia, parla lo scritto di Giuliani che riproponiamo di seguito.
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  pilpul
Setirot - Auguri
Seppur in ritardo, Shanà tovà u’metukà lekulàm, auguro a tutt* (dove l’asterisco riunisce appartenenze di genere, fedi, agnosticismi, ateismi, etiche e ideologie differenti sempre e comunque nel rispetto dell’altro e nella viscerale convinzione antirazzista).
Shanà tovà u’metukà lekulàm in attesa – preparandoci con profondità – di Yom Kippur, del pentimento e del “tribunale” celeste.


Stefano Jesurum, giornalista
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In ascolto - Un altro anno
Hine shanah overet… un altro anno è passato, cantavano i Parvarim nell’album del 1985, riproponendo con testo in ebraico di Ehud Manor un brano del 1964 di Ariel Ramirez: La Peregrinacion.
Ariel Ramirez (1921-2010) pianista e compositore argentino, è noto per il suo studio approfondito del patrimonio musicale folk del Sudamerica e per aver composto la Missa Criolla, definita come una splendida sintesi tra musica sacra e popolare. Per molti anni accanto al nome di Ariel Ramirez è comparso quello di Felix Luna (1925-2009), avvocato e giornalista pluripremiato, autore di saggi storici, poesie e opere musicali, che con il compositore ha firmato Navidad Nuestra, Cantata Sudamericana e Mujeres Argentinas. Proprio in questa terza opera è inclusa la canzone “Alfonsina y el mar”, che fu portata all’attenzione del pubblico israeliano dalla cantante argentina Mercedes Sosa.


Maria Teresa Milano
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Fichi e Teshuvà
Bene, penso, mentre mi aggiro freneticamente tra un supermercato, un negozio di frutta e verdura che ha (a torto, ahimè) la fama di vendere di tutto, ed un secondo supermercato. L'anno scorso ero a caccia di melograni, ora di datteri e fichi secchi. Neppure la saggezza popolare del 'fare le nozze coi fichi secchi' evidentemente è valida, che i fichi secchi siano diventati un prodotto di nicchia, da vegetarian vegani elitari i quali fanno i loro costosissimi acquisti solo in negozi biologici per un pubblico esigente? 

Sara Valentina Di Palma
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