Haim Korsia, Gran rabbino di Francia
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In
merito alla Parashat Toldot, Esav ottiene un sacco di cattiva stampa.
All'interno delle scuole di tutto il mondo si mette in evidenzia che
'tzadik' - una persona giusta-, fosse Yaakov quanto Esav fosse una mela
marcia. Ma proprio nel bel mezzo di questa storia sottolineiamo il
fatto che Esav eccelleva in un ambito: il rispetto per il padre. Questo
ci ricorda quel grande insegnamento di Etica dei Padri. "Ein Lecha Adam
She'ein Lo Sha'ah - Non c'è una sola persona sulla Terra che non abbia
il suo momento". Impariamo qualcosa da tutti. Come dicono alcuni,
'Anche un orologio rotto segna l'ora giusta due volte al giorno'"..
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Dario
Calimani,
Università di Venezia
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Gli
intellettuali sono arroganti, mentre a dare il passo al mondo è giusto
che siano gli incompetenti, perché in fondo uno vale uno.
È quello che sta succedendo in campo culturale nel nostro paese, e il
pericolo non è alle porte, è già entrato in casa. Viviamo nel paese in
cui il presidente dell’Agenzia spaziale viene dimissionato da un
professore di ginnastica.
A Venezia, dunque, si organizza un evento in omaggio al grande poeta
espatriato americano Ezra Pound. E fin qui nulla di male. Ho sempre
sostenuto che l’arte va accettata e apprezzata, ove del caso, al di là
delle qualità umane – o disumane – di chi la crea. Vale per Yeats, vale
per Eliot, vale per Céline. Vale anche per quel fascista antisemita di
Ezra Pound, che per fortuna in pochi leggono, grazie alla cripticità
della sua poesia.
Pochi lo leggono ma molti lo esaltano, senza averlo letto, per il solo fatto che lo sentono vicino ai loro ‘ideali’ politici.
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Oltre 400 razzi su Israele,
Hamas vuole lo scontro
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Le
sirene antimissile sono tornate a suonare in tutto il sud di Israele
all’alba, dopo il nuovo lancio di razzi sparati dalla Striscia di Gaza.
Oltre 400 i missili lanciati dai movimenti terroristici di Hamas e
della Jihad Islamica. Nella città costiera di Ashkelon, bersaglio
intensivo del fuoco palestinese, una persona – un palestinese di Hebron
di quarant’anni – è stata uccisa dopo che il condominio in cui abitava
è stato colpito intorno alla mezzanotte. Altre otto persone sono
rimaste ferite, tra cui due donne, che versano in condizioni gravi.
Grave anche il soldato israeliano di 19 anni ferito da un missile
anticarro che ha colpito un autobus vicino al confine con Gaza. Il
governo di sicurezza israeliano si è riunito in queste ore per decidere
il da farsi e il rischio è che l’escalation di violenza porti a una
nuova guerra. “La crisi – scrive La Stampa – arriva proprio quando la
mediazione dell’Egitto e del Qatar, che ha inviato 15 milioni di
dollari cash per pagare i funzionari statali, sembrava sul punto di
concretizzare una tregua duratura”.
Israele e il progetto di unire il Medio Oriente. Israele vuole
costruire una ferrovia che colleghi le sue coste ai Paesi arabi del
Golfo, lanciando un’idea che ha radici nel passato della regione,
racconta oggi La Stampa. “Yisrael Katz, responsabile dei Trasporti (e
anche dell’Intelligence), è stato in Oman dal 6 all’8 novembre per
partecipare a un summit sulla viabilità regionale. A Muscat ha
presentato un progetto annunciato oltre un anno fa, in favore del quale
il bilancio nazionale israeliano del 2019 ha già stanziato oltre 4
miliardi di dollari. Si chiama «I binari della pace regionale», il suo
obiettivo è creare un’arteria commerciale che dal porto di Haifa
attraverso Israele, i Territori palestinesi – includerebbe una stazione
a Jenin -, la Giordania entrerebbe in territorio saudita”.
Stan Lee (1922-2018). “Nato a New York il 28 dicembre 1922, il papà dei
Vendicatori (Avengers) e di Iron Man si chiamava all’anagrafe Stanley
Martin Lieber e veniva da una famiglia di ebrei romeni immigrati. Sin
da ragazzo aveva cominciato a scrivere brevi testi perla Timely Comics
dell’editore Martin Goodman, suo zio acquisito, e a soli 17 anni ne era
diventato il più giovane sceneggiatore”, così il Corriere ritrae il
celebre creatore di tanti fumetti Marvel Stan Lee, scomparso all’età di
95 anni.
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l'aggressione dei terroristi palestinesi
I crimini di guerra di Hamas,
400 razzi sui civili israeliani
“Ogni
volta che sentivo la sirena, dovevo saltare su con la mia bambina di
sei anni e correre nell'area protetta. Non è normale. Siamo
paralizzati. La gente entra a malapena nei negozi oggi”, la
testimonianza di Galit Tzaban, 24enne di Ashkelon, città costiera
bersagliata dai razzi di Hamas e della Jihad islamica, puntati sulla
popolazione civile. In tutto il sud d'Israele sono piovuti oltre 450
missili, distruggendo abitazioni e terrorizzando uomini, donne e
bambini. Il doloroso bilancio dell'aggressione da Gaza contro i civili
è di una vittima, tre feriti gravi e decine e decine di persone
ricoverate negli ospedali. “Il nostro unico sogno è che da entrambi i
lati ci sia la pace”, le parole di Maayan Hendler, della comunità di
Kissufim, a due chilometri dalla Striscia, che ha raccontato di essere
corsa nel rifugio con il suo bambino più piccolo mentre il marito
portava al riparo gli altri due figli. “Sono preoccupanti e gravi i
crimini di Hamas che da Gaza attacca la popolazione e le città
israeliane e usa il suo territorio come ostaggio. Israele deve
difendere i suoi abitanti - tutti – e in queste difficili ore lo sta
facendo", la nota dell'ambasciatore d'Israele Ofer Sachs, che fotografa
la situazione: nonostante le aperture d'Israele per un accordo di pace
facilitato da Egitto e Qatar, Hamas ha scelto di riaccendere la miccia
della violenza e colpire la popolazione inerme. Un crimine di guerra,
che si somma a quello che i movimenti terroristici di Gaza compiono
contro la loro stessa popolazione, usata come scudo umano davanti alle
inevitabili reazioni israeliane. Israele, dal canto suo, è impegnata a
difendere i suoi cittadini così come a ridurre al minimo la possibilità
che vi siano vittime innocenti a causa dello scontro innescato da
Hamas: ne è un esempio l'attacco portato alla stazione radio Al-Aqsa,
emittente di propaganda al servizio del terrorismo palestinese.
L'aviazione israeliana ha colpito il suo edificio ma prima ha più volte
avvertito i suoi abitanti di evacuare l'area per proteggerli
dall'attacco imminente. Leggi
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il seminario dell'ihra al memoriale di milano
Dalla rete alla vita reale,
fermare le parole d'odio
Lo
sdoganamento di un linguaggio violento, la derisione volgare sul web,
la delegittimazione dei meccanismi democratici. È un quadro che suscita
preoccupazioni quello dipinto dai relatori della seconda sessione dei
lavori del seminario “Il nemico innocente. L’incitamento all’odio
nell’Europa contemporanea”. Un'iniziativa promossa dalla Presidenza
italiana dell’International Holocaust Remembrance Alliance (Ihra)
e dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca in
collaborazione con la Fondazione Memoriale della Shoah di Milano e del
Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, che ha visto nella sua
seconda parte alternarsi Giovani Maria Flick, già presidente della
Corte Costituzionale, la sociologa del Cdec Betti Guetta, Milena
Santerini, docente della Cattolica di Milano e vicepresidente del
Memoriale, il ricercatore Giovanni Ziccardi, la storica Monique Eckmann
e la docente di pedagogia Silvia Guetta accompagnata da tre studenti. A
coordinare i lavori, il direttore del Cdec Gadi Luzzatto Voghera che a
fine giornata a tirato le fila dell'incontro: “Questo appuntamento è
l'esempio del lavoro fatto dalla presidenza italiana dell'Ihra sul
territorio - ha spiegato Luzzatto Voghera - per costruire dei momenti
di confronto e dialogo sui temi della Memoria in Italia”. Leggi
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La definizione dell’Ihra |
La
Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea C 307 del 30 agosto 2018 ha
pubblicato, a p. 183, la Risoluzione del Parlamento europeo del 1°
giugno 2017 sulla lotta contro l’antisemitismo (sulla quale troviamo,
fra l’altro, l’articolo di Ada Treves su Moked del 5 giugno 2017 e, in
precedenza, la notizia su Moked del 2 giugno 2017).
Tale Risoluzione, che per la sua estensione non può essere riportata
qui, invita gli Stati membri e le istituzioni ed agenzie dell’Unione
europea ad adottare e applicare la definizione operativa di
antisemitismo utilizzata dall’Alleanza internazionale per la memoria
dell’Olocausto (IHRA), al fine di sostenere le autorità giudiziarie e
di contrasto nei loro sforzi volti a identificare e perseguire con
maggiore efficienza ed efficacia le aggressioni antisemite, e
incoraggia gli Stati membri a seguire l’esempio del Regno Unito e
dell’Austria in proposito.
Emanuele Calò
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Insieme contro il pregiudizio |
Torino
è un laboratorio di anticonformismo permeato di civiltà e
understatement. Ce lo dice la folla di sabato scorso in Piazza
Castello, compatta e composta a protestare contro i troppi “No” che,
dopo aver tolto alla città l’opportunità delle Olimpiadi invernali,
bocciando la TAV la isolerebbero dal proficuo collegamento con il
traffico e lo sviluppo europeo, facendola regredire in un cupo
isolamento declinante, cioè l’esatto contrario di ciò essa è stata per
tutto il Novecento, centro di idee e motore di sviluppo.
David Sorani
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