La definizione dell’Ihra

caloLa Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea C 307 del 30 agosto 2018 ha pubblicato, a p. 183, la Risoluzione del Parlamento europeo del 1° giugno 2017 sulla lotta contro l’antisemitismo (sulla quale troviamo, fra l’altro, l’articolo di Ada Treves su Moked del 5 giugno 2017 e, in precedenza, la notizia su Moked del 2 giugno 2017).
Tale Risoluzione, che per la sua estensione non può essere riportata qui, invita gli Stati membri e le istituzioni ed agenzie dell’Unione europea ad adottare e applicare la definizione operativa di antisemitismo utilizzata dall’Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto (IHRA), al fine di sostenere le autorità giudiziarie e di contrasto nei loro sforzi volti a identificare e perseguire con maggiore efficienza ed efficacia le aggressioni antisemite, e incoraggia gli Stati membri a seguire l’esempio del Regno Unito e dell’Austria in proposito
La definizione operativa dell’antisemitismo dell’IHRA così dispone:
“Lo scopo di questo documento e di offrire una guida pratica all’identificazione d’incidenti, la raccolta dati, e l’aiuto per l’attuazione e l’applicazione della legislazione relativa all’antisemitismo.
La definizione operativa:
“L’antisemitismo è una certa percezione degli ebrei, che può essere espressa come odio verso gli ebrei. Manifestazioni retoriche e fisiche dell’antisemitismo sono dirette verso individui ebrei e non ebrei e/o ai loro beni, contro le istituzioni comunitarie ebraiche e ad altri edifici a uso religioso.”
Inoltre, queste manifestazioni possono avere come bersaglio lo Stato d’Israele, concepito come collettività ebraica. L’antisemitismo spesso accusa gli ebrei di cospirare contro l’umanità, e se ne fa spesso ricorso per incolpare gli ebrei ‘quando le cose non vanno’. È espresso attraverso discorsi, scritti, forme d’espressione visiva e azioni, e utilizza stereotipi sinistri e caratterizzazioni negative.
Esempi contemporanei di antisemitismo nella vita pubblica, nei mezzi di comunicazione, le scuole, il lavoro, e nella sfera religiosa, possono includere, prendendo in considerazione il contesto generale, ma non si limitano a:
•L’incitamento, il sostegno o la giustificazione dell’uccisione o della violenza contro gli ebrei nel nome di un’ideologia radicale o di una visione estremista della religione.
•Sostenere tesi mendaci, disumanizzanti, demonizzanti o stereotipate sugli ebrei in quanto tali o sul potere degli ebrei come collettività – riguardanti segnatamente, ma non solo, il mito del complotto mondiale ebraico o del controllo degli ebrei sui mezzi d’informazione, l’economia, il governo o altre istituzioni all’interno di una società.
•Accusare gli ebrei in quanto popolo di essere responsabili di ingiustizie vere o immaginarie commesse da un singolo ebreo o da un gruppo di ebrei, o anche per azioni commesse da non ebrei.
•Negare il fatto, l’estensione e i meccanismi (ad esempio le camere a gas) o l’intenzionalità del genocidio del popolo ebraico per mano della Germania nazionalsocialista e dei suoi sostenitori e complici durante la Seconda Guerra Mondiale (l’Olocausto).
•Accusare gli ebrei in quanto popolo, o Israele in quanto Stato, di inventare o esagerare l’Olocausto.
•Accusare dei cittadini ebrei di essere più leali a Israele, o a supposte priorità degli ebrei in tutto il mondo, che agli interessi della loro nazione.
Esempi di come l’antisemitismo si manifesta con riguardo allo Stato d’Israele, prendendo in considerazione il contesto generale, possono includere:
•Negare al popolo ebraico il proprio diritto all’autodeterminazione, cioè sostenere che l’esistenza dello Stato d’Israele è un atto di razzismo.
•Adottare due misure diverse (a Israele) aspettandosi da esso un comportamento non atteso o richiesto a nessun’altra nazione.
•Usare i simboli e le immagini associate all’antisemitismo classico (per esempio accuse di ebrei che uccidono Gesù o l’accusa del sangue) per caratterizzare Israele e gli israeliani.
•Tracciare paragoni tra la presente politica d’Israele e quelle dei nazisti.
•Ritenere gli ebrei collettivamente responsabili per le azioni dello stato d’Israele.

D’altro canto, le critiche rivolte a Israele che siano simili a quelle mosse a qualsiasi altro Paese non possono essere considerate antisemite.
Gli atti antisemiti sono criminali quando sono così definiti dalla legge (per esempio la negazione dell’Olocausto o la distribuzione di materiale antisemita in certi paesi).
I crimini sono antisemiti quando l’oggetto degli attacchi, siano essi persone o proprietà – per esempio edifici, scuole, luoghi di culto e cimiteri – sono scelti perché sono, o sono ritenuti essere, ebraici o legati agli ebrei.
La discriminazione antisemita è il diniego agli ebrei delle opportunità e dei servizi disponibili agli altri cittadini ed è illegale in molti paesi”.
Il commento nei riguardi della Risoluzione e della definizione IHRA richiederebbe altri spazi ed altri tempi, con la difficoltà aggiuntiva di capire perché urgenza e importanza siano sempre sull’orlo del divorzio. Peccato che Dov Ber Borochov avesse detto che ‘a noi è vietato aspettare’; (quanta ragione aveva).

Emanuele Calò, giurista

(13 novembre 2018)