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30 novembre 2018 - 24 Kislev 5779
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Alberto Sermoneta, rabbino
“Ve Josef hurad mitzraima – e Giuseppe scese in Egitto” (Bereshit 39; 1)
La sofferenza del popolo ebraico inizia con la discesa di Josef in Egitto e tutto ciò che ne deriva da quel momento, nel corso dei secoli.
Nonostante i vari pericoli della Golà, Josef, chiamato per questo “tzaddiq”, non nasconde mai la sua reale condizione di ebreo “na’ar ‘ivrì anokhi – sono un fanciullo ebreo”, mettendo a repentaglio la sua vita, in mezzo ad una nazione pagana come quella egizia.
 
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
direttore
Fondazione CDEC
Non sono sicuro che a tutti sia chiaro cosa sia l'IHRA, di cui a volte capita di leggere su queste pagine. Essendosi appena conclusa la conferenza plenaria di Ferrara di quella organizzazione (evento ufficiale finale della presidenza italiana, che pure durerà fino a marzo), vale la pena di spendere due parole esplicative. L'International Holocaust Remembrance Alliance è un organismo internazionale che include oltre trenta paesi, finanziato dai rispettivi governi e con base operativa a Berlino.
 
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G20 al via a Buenos Aires
I leader mondiali si riuniscono in queste ore nella capitale argentina Buenos Aires per il vertice del Gruppo dei 20, l’incontro tra le maggiori economie mondiali responsabili dell’85% della produzione economica globale. L’incontro di maggior rilievo sarà quello tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping: Trump ha imposto dazi su i prodotti cinesi per un valore di 250 miliardi di dollari e la Cina ha reagito con le proprie misure. Gli americani hanno previsto di alzare la percentuale dei dazi contro i prodotti cinesi dal 10 al 25% a partire dal primo gennaio e la Cina spera di ritardare questa decisione attraverso l’incontro a Buenos Aires. “I funzionari di entrambi i paesi sono scettici rispetto a qualsiasi importante passo avanti che possa portare ad una risoluzione della guerra commerciale”, scrive Reuters. Rispetto al G20, Trump ha annunciato inoltre a sorpresa che non incontrerà Vladimir Putin. Tra i temi del summit internazionale, la Brexit, la crisi in Crimea e in Ucraina, l’omicidio Khashoggi, riporta SkyTg24, secondo cui “ci sarà occasione anche per parlare della manovra italiana e proseguire il dialogo tra il Premier Giuseppe Conte e l’Ue”.

Caso Regeni: “stop ai rapporti con l’Egitto”. “Con grande rammarico annuncio ufficialmente che la Camera dei deputati sospenderà ogni tipo di relazione diplomatica con il Parlamento egiziano fino a quando non ci sarà una svolta vera nelle indagini e un processo che sia risolutivo”. Ad annunciare la rottura, il presidente della Camera Roberto Fico, che chiede “verità per il caso Regeni”. Una decisione, scrive la Stampa, che trova scettica una parte della maggioranza: “Non credo che interrompere rapporti tra Parlamenti sia utile all’accertamento della verità”, le parole del sottosegretario leghista agli Esteri Guglielmo Picchi. Repubblica riporta invece il quadro delle responsabilità di figure egiziane di alto profilo, illustrate in un dossier degli inquirenti italiani, rispetto all’omicidio Regeni.

Netta contro i pregiudizi. La cantante israeliana Netta Barzilai, vincitrice dell’Eurovision 2018, si racconta oggi sull’inserto Liberi Tutti del Corriere. “Fino a 6 anni sono cresciuta in Nigeria, i miei genitori lavoravano lì, frequentavo una scuola internazionale: bambini africani, asiatici, ispanici, europei. Le differenze fisiche non esistevano perché eravamo così diversi fisicamente. – racconta – Ci sentivamo liberi di lasciar sfavillare le nostre personalità: ero popolare, tra i leader del gruppo. Quando sono tornata in Israele, eravamo 40 alunni in classe, tutti uguali: ho scoperto di essere una ragazza straniera, cicciona e con il monociglio. Sono stata maltrattata per tutto quello che c’era di diverso in me ed ero incapace di reagire, ogni giorno tornavo a casa in lacrime”. Il suo rifugio, spiega al Corriere, è stata la musica, arma per combattere gli stereotipi e grazie a cui ha ottenuto la notorietà.

Israele patrimonio Unesco. Criticando l’ostilità contro Israele dell’Unesco, Christian Rocca su La Stampa sottolinea come la nuova presidente dell’agenzia Onu, l’ex ministro francese Audrey Azoulay, stia cercando di “restituire credibilità” all’Unesco stessa. “Non guasterebbe – scrive Rocca – dichiarare una volta per tutte che anche Israele è un patrimonio dell’umanità”.

Il Premio Primo Levi. Sarà conferito domenica ad Adam Michnik, attivista politico e leader dell’opposizione democratica in Polonia, il Premio internazionale Primo Levi, a cura dell’omonimo centro culturale di Genova, riporta il Secolo XIX. Un riconoscimento conferito per “premiare colui che a partire dagli anni ’60 e per più di venti anni si è battuto nella sua Polonia contro il regime che governava dalla fine della Seconda guerra mondiale lottando in nome della libertà di pensiero e di espressione con l’intento di favorire per il popolo polacco un processo di rinnovamento democratico”. Alla cerimonia a Palazzo Ducale saranno presenti il presidente del Centro Primo Levi, Piero Dello Strologo, il giornalista Wlodek Goldkorn e l’assessore comunale Arianna Viscogliosi.
 
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  davar
al g20 di buenos aires
Vera e la lotta contro l'ingiustizia
Il tributo del presidente Macron

In attesa dell'inizio delle riunioni per il G20 tra i diversi leader mondiali a Buenos Aires, il presidente francese Emmanuel Macron e sua moglie Brigitte Macron hanno deciso di recarsi al Parco della Memoria - un monumento sulle rive del Rio de la Plata - che commemora le 30.000 persone scomparse o uccise sotto il regime militare dal 1976-1983, a Buenos Aires il 29 novembre 2018. Ad accompagnare Macron Lita Boitano, membro delle nonne di Plaza de Mayo, e Vera Vigevani Jarach, scampata alla persecuzione fascista in Italia ma vittima del regime argentino che le strappò la figlia 18enne. Vigevani Jarach, ebrea di origine milanese (nell'immagine, accanto a Macron), è diventata un simbolo internazionale della lotta contro le persecuzioni e le ingiustizie e sarà protagonista – con una videointervista – della rassegna Jewish in the city (a Milano dal Primo al 2 dicembre).
 

la rete intergovernativa riunita a ferrara
Europa, Memoria da difendere
L'Ue nuovo partner dell'Ihra

"La questione centrale che stiamo affrontando oggi non è la negazione, ma la distorsione. Dobbiamo ricordare che abbiamo una tremenda responsabilità: dobbiamo salvaguardare la documentazione storica della Shoah, una responsabilità nei confronti di noi stessi, ma anche per il nostro futuro, per i nostri figli e per i nostri nipoti". È con queste parole che Yehuda Bauer, insigne storico dell'Università Ebraica di Gerusalemme - che da più di mezzo secolo studia la storia della Shoah e dell'antisemitismo - ha aperto la plenaria conclusive dell'IHRA, la International Holocaust Remembrance Alliance che si è riunita negli scorsi giorni a Ferrara. La seconda occasione di incontro organizzata dalla delegazione italiana nell'anno della sua seconda presidenza ha riunito a Ferrara, nelle sale della Residenza Municipale e del Castello Estense oltre duecento cinquanta delegati provenienti dai 31 paesi membri. E proprio durante l'ultima sessione, tenutasi nel Teatro Comunale, messo anch'esso a disposizione dal comune grazie al sostegno garantito dal sindaco Tiziano Tagliani, è stato formalizzato l'ingresso nell'alleanza del trentaduesimo paese, la Bulgaria, mentre anche il Portogallo ha fatto un altro passo avanti nel lungo percorso che porta alla membership, passando da Osservatore a "Liaison country". E durante la plenaria è arrivato anche un altro annuncio importante: l'Unione Europea è entrata a far parte delle organizzazioni internazionali partner dell'IHRA, aggiungendosi a Nazioni Unite, Unesco, Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, International Tracing Service (ITS), Agenzia dell'Unione Europea per i diritti fondamentali (FRA), Consiglio Europeo, e Claims Conference.
Katharina von Schnurbein (nell'immagine), coordinatore UE per la lotta all'antisemitismo, ha letto un messaggio di Frans Timmermans, primo vicepresidente della Commissione europea, che ha ricordato che "In un momento in cui l'antisemitismo è in aumento e in cui viene messa in discussione l'importanza della Shoah nella storia europea, l'opera dell'IHRA è più che mai necessaria". Molti gli interventi dei capi delegazione durante la plenaria presieduta dall'Ambasciatore Sandro De Bernardin, che sarà a capo dell'IHRA sino a marzo 2019, quando con il passaggio della presidenza al Lussemburgo tornerà a guidare la delegazione nazionale e Chair IHRA diventerà l'Ambasciatore Georges Santer.
Per l'Italia ha preso la parola Simonetta Della Seta, direttore del Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah e delegato IHRA, un doppio ruolo grazie al quale la città di Ferrara ha avuto la possibilità di ospitare una occasione tanto importante.
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qui roma 
Educazione ebraica, il confronto
per costruire una strada comune

Grandi e piccole Comunità. Scuole e Talmud Torah, ma anche progetti di formazione per i più grandi. Giornata di costruttivo confronto al Centro Bibliografico UCEI, sede ieri di un partecipato incontro nazionale delle istituzioni educative ebraiche in Italia
Organizzato dall’Area Cultura e Formazione dell’Unione, e in particolare dal rav Roberto Della Rocca e da Odelia Liberanome, insieme all’assessore all’educazione UCEI Livia Ottolenghi e al coordinatore della Commissione Scuola, Educazione e Giovani Saul Meghnagi, l’incontro ha costituito un’occasione preziosa per fare il punto sull’offerta UCEI in questo ambito e sul lavoro delle diverse realtà locali in un’ottica di sempre maggior raccordo.
“Dieci le Comunità presenti, dalle più grandi e strutturate alle più piccole. Quaranta partecipanti in tutto. Molte e diverse le esperienze presentate nel corso dell’incontro. Una giornata che è stata di arricchimento per tutti” sottolinea con soddisfazione l’assessore Ottolenghi. Una giornata inoltre, aggiunge Ottolenghi, che rilancia l’impegno UCEI in quanto ente “facilitatore di percorsi e catalizzatore di condivisione, con al centro le buone pratiche che si possono implementare”.
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a ottant'anni dalle leggi razziste
Angelo Fortunato Formiggini
L'omaggio di Modena

“Il veleno del razzismo continua a insinuarsi nelle fratture della società e in quelle tra i popoli. Per questo bisogna ricordare ciò che è stato e continuare a tramandare la memoria”.
Lo ha detto il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli, citando il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al consiglio comunale del 29 novembre, a 80 anni esatti dal gesto estremo di Angelo Fortunato Formiggini, che si tolse la vita nel 1938 gettandosi dalla torre della Ghirlandina.
Il solenne momento di riflessione pubblica è avvenuto in una giornata di eventi dedicati all’editore modenese, tra i quali l’inaugurazione di largo Formiggini, proprio nel luogo dove cadde. Il tutto all’interno di una serie di iniziative con le quali la città di Modena omaggia il suo concittadino divenuto il simbolo, in questo territorio, delle pesanti ripercussioni che ebbero le leggi antiebraiche del ’38. Formiggini infatti, già duramente provato da anni di rapporti conflittuali con il fascismo dopo alcuni anni in cui vi aveva aderito con una certa convinzione, subì a causa delle leggi antiebraiche un tracollo finanziario, oltre ad avvertire un profondo senso di tradimento, che lo accomunò e avvicinò d’un tratto – lui piuttosto laico e lontano dall’osservanza – ai suoi correligionari e al tragico destino che attendeva gli ebrei italiani.
“Lui amava la libertà ed in nome di quella libertà calpestata e perduta, per colpa del ‘tiranno che ha spento la sua parola’, privandolo insieme ad altri ‘50.000 cittadini innocui’ dei diritti fondamentali, decide di tacere per sempre”, spiega Franca Formiggini Anav, nipote di un cugino di Formiggini e membro di Giunta dell’UCEI, citando alcuni scritti del suo prozio. “Viene spontaneo dire grazie, ma il ringraziamento non deve venire solo da parte della famiglia, in realtà è la collettività tutta che deve ringraziare.” Alla cerimonia hanno partecipato anche la presidente della Comunità ebraica di Modena e Reggio Emilia Tiziana Ferrari e Claudio Formiggini, figlio di un cugino dell’editore modenese.
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a ottant'anni dalle leggi razziste
“Modena, giornata storica”
È Modena è stata rivissuta una pagina buia della storia di Italia, nascosta e conosciuta da pochi.
Ho sempre auspicato che la parte della piazza antistante la Torre fosse dedicata ad Angelo Fortunato Formiggini, morto suicida per protestare contro le Leggi razziste.
Viene spontaneo dire grazie, ma il ringraziamento non deve venire solo da parte della famiglia, in realtà è la collettività tutta che deve ringraziare.
È stato dato tributo e visibilità ad un personaggio della storia e della cultura italiana dimenticato e nascosto, suicidatosi in nome della libertà.
Aveva avuto delle intuizioni geniali, Enciclopedia Trecccani, la sua filosofia del ridere, ma ciò che mi fa più sorridere, 80 anni dopo, è aver predetto a Mussolini, nella sua lettera di commiato dal duce, in Parole e Libertà, che “il razzismo sarà la tua Caporetto”.

Franca Formiggini Anav, assessore UCEI
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il seminario a siracusa
Gli ebrei e la Sicilia, una storia
da riscoprire e raccontare

La ricca storia dell'ebraismo in Sicilia e i progetti per valorizzarlo. Questi i temi al centro degli appuntamenti che nelle scorse ore sono gravitati attorno al partecipato seminario di formazione sui siti e la storia dell’ebraismo nella Sicilia Orientale organizzato a Siracusa. Un momento di confronto dedicato a celebrare la scoperta 30 anni fa del mikveh nella giudecca della città siciliana, che vede alternarsi diversi protagonisti, con la presenza anche della Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni e del Segretario generale UCEI Gloria Arbib. Proprio Di Segni e Arbib hanno incontrato, a margine del seminario, l'assessore ai Beni Culturali della Regione Sicilia Sebastiano Tusa con cui sono state messe le basi per portare avanti alcuni progetti di collaborazione.
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pilpul
Battere la testa contro la storia
Dopo due settimane la mostra sulle leggi antiebraiche resiste alla quotidianità della scuola.
Ogni tanto c’è un cartello da riattaccare al muro, o una fotografia che cade, a ricordarci che la memoria non è scontata ma richiede fatica e attenzioni; ogni tanto bisogna raddrizzare la foto della II A del 1937-38 con gli allievi sorridenti e ignari del fatto che da lì a pochi mesi alcuni di loro saranno cacciati (e sorridono bonari in prima fila anche i due presidi che si erano avvicendati in quell’anno, il fascista convinto che era stato capofabbricato e quello che di lì a poco in collegio docenti avrà almeno il coraggio di dire “Quest’anno perderemo due delle nostre migliori insegnanti”). 


Anna Segre, insegnante
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La direzione sbagliata
“Quando guardiamo ad Auschwitz noi vediamo la fine del processo [della Shoah]. È importante ricordare che l’Olocausto in realtà non ha avuto inizio dalle camere a gas. Questo odio si è sviluppato gradualmente dalle parole, dagli stereotipi e dai pregiudizi attraverso l’esclusione legale, la disumanizzazione e l’escalation della violenza.”
Qualche giorno fa la pagina ufficiale dell’Auschwitz Memorial/Muzeum Auschwitz riportava su Facebook queste parole. Quasi contemporaneamente è stato pubblicato il sondaggio commissionato dalla CNN il quale attesterebbe che un terzo dei cittadini di sette paesi europei “conosce poco o niente” della Shoah – gli austriaci e i giovani francesi sarebbero i più ignoranti sull’argomento -. Forse anche quel 33% ha sentito parlare magari “en passant” delle camere a gas, ma probabilmente non ha idea di come la civiltà europea sia arrivata a realizzarle.


Francesco Moises Bassano
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