![](http://moked.it/files/2018/10/Schermata-2018-10-12-alle-10.58.25.png) Alberto Sermoneta, rabbino
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“Ve Josef hurad mitzraima – e Giuseppe scese in Egitto” (Bereshit 39; 1)
La sofferenza del popolo ebraico inizia con la discesa di Josef in
Egitto e tutto ciò che ne deriva da quel momento, nel corso dei secoli.
Nonostante i vari pericoli della Golà, Josef, chiamato per questo
“tzaddiq”, non nasconde mai la sua reale condizione di ebreo “na’ar
‘ivrì anokhi – sono un fanciullo ebreo”, mettendo a repentaglio la sua
vita, in mezzo ad una nazione pagana come quella egizia.
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Gadi
Luzzatto
Voghera, direttore
Fondazione CDEC
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Non
sono sicuro che a tutti sia chiaro cosa sia l'IHRA, di cui a volte
capita di leggere su queste pagine. Essendosi appena conclusa la
conferenza plenaria di Ferrara di quella organizzazione (evento
ufficiale finale della presidenza italiana, che pure durerà fino a
marzo), vale la pena di spendere due parole esplicative.
L'International Holocaust Remembrance Alliance è un organismo
internazionale che include oltre trenta paesi, finanziato dai
rispettivi governi e con base operativa a Berlino.
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![](http://moked.it/unione_informa/strutturanl/stampa_header.jpg) |
G20 al via a Buenos Aires
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I
leader mondiali si riuniscono in queste ore nella capitale argentina
Buenos Aires per il vertice del Gruppo dei 20, l’incontro tra le
maggiori economie mondiali responsabili dell’85% della produzione
economica globale. L’incontro di maggior rilievo sarà quello tra il
presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il presidente cinese Xi
Jinping: Trump ha imposto dazi su i prodotti cinesi per un valore di
250 miliardi di dollari e la Cina ha reagito con le proprie misure. Gli
americani hanno previsto di alzare la percentuale dei dazi contro i
prodotti cinesi dal 10 al 25% a partire dal primo gennaio e la Cina
spera di ritardare questa decisione attraverso l’incontro a Buenos
Aires. “I funzionari di entrambi i paesi sono scettici rispetto a
qualsiasi importante passo avanti che possa portare ad una risoluzione
della guerra commerciale”, scrive Reuters. Rispetto al G20, Trump ha
annunciato inoltre a sorpresa che non incontrerà Vladimir Putin. Tra i
temi del summit internazionale, la Brexit, la crisi in Crimea e in
Ucraina, l’omicidio Khashoggi, riporta SkyTg24, secondo cui “ci sarà
occasione anche per parlare della manovra italiana e proseguire il
dialogo tra il Premier Giuseppe Conte e l’Ue”.
Caso Regeni: “stop ai rapporti con l’Egitto”. “Con grande rammarico
annuncio ufficialmente che la Camera dei deputati sospenderà ogni tipo
di relazione diplomatica con il Parlamento egiziano fino a quando non
ci sarà una svolta vera nelle indagini e un processo che sia
risolutivo”. Ad annunciare la rottura, il presidente della Camera
Roberto Fico, che chiede “verità per il caso Regeni”. Una decisione,
scrive la Stampa, che trova scettica una parte della maggioranza: “Non
credo che interrompere rapporti tra Parlamenti sia utile
all’accertamento della verità”, le parole del sottosegretario leghista
agli Esteri Guglielmo Picchi. Repubblica riporta invece il quadro delle
responsabilità di figure egiziane di alto profilo, illustrate in un
dossier degli inquirenti italiani, rispetto all’omicidio Regeni.
Netta contro i pregiudizi. La cantante israeliana Netta Barzilai,
vincitrice dell’Eurovision 2018, si racconta oggi sull’inserto Liberi
Tutti del Corriere. “Fino a 6 anni sono cresciuta in Nigeria, i miei
genitori lavoravano lì, frequentavo una scuola internazionale: bambini
africani, asiatici, ispanici, europei. Le differenze fisiche non
esistevano perché eravamo così diversi fisicamente. – racconta – Ci
sentivamo liberi di lasciar sfavillare le nostre personalità: ero
popolare, tra i leader del gruppo. Quando sono tornata in Israele,
eravamo 40 alunni in classe, tutti uguali: ho scoperto di essere una
ragazza straniera, cicciona e con il monociglio. Sono stata maltrattata
per tutto quello che c’era di diverso in me ed ero incapace di reagire,
ogni giorno tornavo a casa in lacrime”. Il suo rifugio, spiega al
Corriere, è stata la musica, arma per combattere gli stereotipi e
grazie a cui ha ottenuto la notorietà.
Israele patrimonio Unesco. Criticando l’ostilità contro Israele
dell’Unesco, Christian Rocca su La Stampa sottolinea come la nuova
presidente dell’agenzia Onu, l’ex ministro francese Audrey Azoulay,
stia cercando di “restituire credibilità” all’Unesco stessa. “Non
guasterebbe – scrive Rocca – dichiarare una volta per tutte che anche
Israele è un patrimonio dell’umanità”.
Il Premio Primo Levi. Sarà conferito domenica ad Adam Michnik,
attivista politico e leader dell’opposizione democratica in Polonia, il
Premio internazionale Primo Levi, a cura dell’omonimo centro culturale
di Genova, riporta il Secolo XIX. Un riconoscimento conferito per
“premiare colui che a partire dagli anni ’60 e per più di venti anni si
è battuto nella sua Polonia contro il regime che governava dalla fine
della Seconda guerra mondiale lottando in nome della libertà di
pensiero e di espressione con l’intento di favorire per il popolo
polacco un processo di rinnovamento democratico”. Alla cerimonia a
Palazzo Ducale saranno presenti il presidente del Centro Primo Levi,
Piero Dello Strologo, il giornalista Wlodek Goldkorn e l’assessore
comunale Arianna Viscogliosi.
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al g20 di buenos aires
Vera e la lotta contro l'ingiustizia
Il tributo del presidente Macron
In
attesa dell'inizio delle riunioni per il G20 tra i diversi leader
mondiali a Buenos Aires, il presidente francese Emmanuel Macron e sua
moglie Brigitte Macron hanno deciso di recarsi al Parco della Memoria -
un monumento sulle rive del Rio de la Plata - che commemora le 30.000
persone scomparse o uccise sotto il regime militare dal 1976-1983, a
Buenos Aires il 29 novembre 2018. Ad accompagnare Macron Lita Boitano,
membro delle nonne di Plaza de Mayo, e Vera Vigevani Jarach, scampata
alla persecuzione fascista in Italia ma vittima del regime argentino
che le strappò la figlia 18enne. Vigevani Jarach, ebrea di origine
milanese (nell'immagine, accanto a Macron), è diventata un simbolo
internazionale della lotta contro le persecuzioni e le ingiustizie e
sarà protagonista – con una videointervista – della rassegna Jewish in the city (a Milano dal Primo al 2 dicembre).
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la rete intergovernativa riunita a ferrara
Europa, Memoria da difendere
L'Ue nuovo partner dell'Ihra
"La
questione centrale che stiamo affrontando oggi non è la negazione, ma
la distorsione. Dobbiamo ricordare che abbiamo una tremenda
responsabilità: dobbiamo salvaguardare la documentazione storica della
Shoah, una responsabilità nei confronti di noi stessi, ma anche per il
nostro futuro, per i nostri figli e per i nostri nipoti". È con queste
parole che Yehuda Bauer, insigne storico dell'Università Ebraica di
Gerusalemme - che da più di mezzo secolo studia la storia della Shoah e
dell'antisemitismo - ha aperto la plenaria conclusive dell'IHRA, la
International Holocaust Remembrance Alliance che si è riunita negli
scorsi giorni a Ferrara. La seconda occasione di incontro organizzata
dalla delegazione italiana nell'anno della sua seconda presidenza ha
riunito a Ferrara, nelle sale della Residenza Municipale e del Castello
Estense oltre duecento cinquanta delegati provenienti dai 31 paesi
membri. E proprio durante l'ultima sessione, tenutasi nel Teatro
Comunale, messo anch'esso a disposizione dal comune grazie al sostegno
garantito dal sindaco Tiziano Tagliani, è stato formalizzato l'ingresso
nell'alleanza del trentaduesimo paese, la Bulgaria, mentre anche il
Portogallo ha fatto un altro passo avanti nel lungo percorso che porta
alla membership, passando da Osservatore a "Liaison country". E durante
la plenaria è arrivato anche un altro annuncio importante: l'Unione
Europea è entrata a far parte delle organizzazioni internazionali
partner dell'IHRA, aggiungendosi a Nazioni Unite, Unesco,
Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa,
International Tracing Service (ITS), Agenzia dell'Unione Europea per i
diritti fondamentali (FRA), Consiglio Europeo, e Claims Conference.
Katharina
von Schnurbein (nell'immagine), coordinatore UE per la lotta
all'antisemitismo, ha letto un messaggio di Frans Timmermans, primo
vicepresidente della Commissione europea, che ha ricordato che "In un
momento in cui l'antisemitismo è in aumento e in cui viene messa in
discussione l'importanza della Shoah nella storia europea, l'opera
dell'IHRA è più che mai necessaria". Molti gli interventi dei capi
delegazione durante la plenaria presieduta dall'Ambasciatore Sandro De
Bernardin, che sarà a capo dell'IHRA sino a marzo 2019, quando con il
passaggio della presidenza al Lussemburgo tornerà a guidare la
delegazione nazionale e Chair IHRA diventerà l'Ambasciatore Georges
Santer.
Per
l'Italia ha preso la parola Simonetta Della Seta, direttore del Museo
Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah e delegato IHRA, un
doppio ruolo grazie al quale la città di Ferrara ha avuto la
possibilità di ospitare una occasione tanto importante. Leggi
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qui roma
Educazione ebraica, il confronto
per costruire una strada comune
Grandi
e piccole Comunità. Scuole e Talmud Torah, ma anche progetti di
formazione per i più grandi. Giornata di costruttivo confronto al
Centro Bibliografico UCEI, sede ieri di un partecipato incontro
nazionale delle istituzioni educative ebraiche in Italia
Organizzato dall’Area Cultura e Formazione dell’Unione, e in
particolare dal rav Roberto Della Rocca e da Odelia Liberanome, insieme
all’assessore all’educazione UCEI Livia Ottolenghi e al coordinatore
della Commissione Scuola, Educazione e Giovani Saul Meghnagi,
l’incontro ha costituito un’occasione preziosa per fare il punto
sull’offerta UCEI in questo ambito e sul lavoro delle diverse realtà
locali in un’ottica di sempre maggior raccordo.
“Dieci le Comunità presenti, dalle più grandi e strutturate alle più
piccole. Quaranta partecipanti in tutto. Molte e diverse le esperienze
presentate nel corso dell’incontro. Una giornata che è stata di
arricchimento per tutti” sottolinea con soddisfazione l’assessore
Ottolenghi. Una giornata inoltre, aggiunge Ottolenghi, che rilancia
l’impegno UCEI in quanto ente “facilitatore di percorsi e catalizzatore
di condivisione, con al centro le buone pratiche che si possono
implementare”. Leggi
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a ottant'anni dalle leggi razziste
Angelo Fortunato Formiggini
L'omaggio di Modena
“Il
veleno del razzismo continua a insinuarsi nelle fratture della società
e in quelle tra i popoli. Per questo bisogna ricordare ciò che è stato
e continuare a tramandare la memoria”.
Lo ha detto il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli, citando il
Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al consiglio comunale
del 29 novembre, a 80 anni esatti dal gesto estremo di Angelo Fortunato
Formiggini, che si tolse la vita nel 1938 gettandosi dalla torre della
Ghirlandina.
Il solenne momento di riflessione pubblica è avvenuto in una giornata
di eventi dedicati all’editore modenese, tra i quali l’inaugurazione di
largo Formiggini, proprio nel luogo dove cadde. Il tutto all’interno di
una serie di iniziative con le quali la città di Modena omaggia il suo
concittadino divenuto il simbolo, in questo territorio, delle pesanti
ripercussioni che ebbero le leggi antiebraiche del ’38. Formiggini
infatti, già duramente provato da anni di rapporti conflittuali con il
fascismo dopo alcuni anni in cui vi aveva aderito con una certa
convinzione, subì a causa delle leggi antiebraiche un tracollo
finanziario, oltre ad avvertire un profondo senso di tradimento, che lo
accomunò e avvicinò d’un tratto – lui piuttosto laico e lontano
dall’osservanza – ai suoi correligionari e al tragico destino che
attendeva gli ebrei italiani.
“Lui
amava la libertà ed in nome di quella libertà calpestata e perduta, per
colpa del ‘tiranno che ha spento la sua parola’, privandolo insieme ad
altri ‘50.000 cittadini innocui’ dei diritti fondamentali, decide di
tacere per sempre”, spiega Franca Formiggini Anav, nipote di un cugino
di Formiggini e membro di Giunta dell’UCEI, citando alcuni scritti del
suo prozio. “Viene spontaneo dire grazie, ma il ringraziamento non deve
venire solo da parte della famiglia, in realtà è la collettività tutta
che deve ringraziare.” Alla cerimonia hanno partecipato anche la
presidente della Comunità ebraica di Modena e Reggio Emilia Tiziana
Ferrari e Claudio Formiggini, figlio di un cugino dell’editore
modenese. Leggi
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a ottant'anni dalle leggi razziste
“Modena, giornata storica”
È Modena è stata rivissuta una pagina buia della storia di Italia, nascosta e conosciuta da pochi.
Ho sempre auspicato che la parte della piazza antistante la Torre fosse
dedicata ad Angelo Fortunato Formiggini, morto suicida per protestare
contro le Leggi razziste.
Viene spontaneo dire grazie, ma il ringraziamento non deve venire solo
da parte della famiglia, in realtà è la collettività tutta che deve
ringraziare.
È stato dato tributo e visibilità ad un personaggio della storia e
della cultura italiana dimenticato e nascosto, suicidatosi in nome
della libertà.
Aveva avuto delle intuizioni geniali, Enciclopedia Trecccani, la sua
filosofia del ridere, ma ciò che mi fa più sorridere, 80 anni dopo, è
aver predetto a Mussolini, nella sua lettera di commiato dal duce, in
Parole e Libertà, che “il razzismo sarà la tua Caporetto”.
Franca Formiggini Anav, assessore UCEI Leggi
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Battere la testa contro la storia |
Dopo due settimane la mostra sulle leggi antiebraiche resiste alla quotidianità della scuola.
Ogni tanto c’è un cartello da riattaccare al muro, o una fotografia che
cade, a ricordarci che la memoria non è scontata ma richiede fatica e
attenzioni; ogni tanto bisogna raddrizzare la foto della II A del
1937-38 con gli allievi sorridenti e ignari del fatto che da lì a pochi
mesi alcuni di loro saranno cacciati (e sorridono bonari in prima fila
anche i due presidi che si erano avvicendati in quell’anno, il fascista
convinto che era stato capofabbricato e quello che di lì a poco in
collegio docenti avrà almeno il coraggio di dire “Quest’anno perderemo
due delle nostre migliori insegnanti”).
Anna Segre, insegnante
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La direzione sbagliata |
“Quando
guardiamo ad Auschwitz noi vediamo la fine del processo [della Shoah].
È importante ricordare che l’Olocausto in realtà non ha avuto inizio
dalle camere a gas. Questo odio si è sviluppato gradualmente dalle
parole, dagli stereotipi e dai pregiudizi attraverso l’esclusione
legale, la disumanizzazione e l’escalation della violenza.”
Qualche giorno fa la pagina ufficiale dell’Auschwitz Memorial/Muzeum
Auschwitz riportava su Facebook queste parole. Quasi contemporaneamente
è stato pubblicato il sondaggio commissionato dalla CNN il quale
attesterebbe che un terzo dei cittadini di sette paesi europei “conosce
poco o niente” della Shoah – gli austriaci e i giovani francesi
sarebbero i più ignoranti sull’argomento -. Forse anche quel 33% ha
sentito parlare magari “en passant” delle camere a gas, ma
probabilmente non ha idea di come la civiltà europea sia arrivata a
realizzarle.
Francesco Moises Bassano
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