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10 Dicembre 2018 - 2 Tevet 5779
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
L'attentato a Ofra
Sette israeliani sono stati feriti ieri sera in un attacco a colpi di arma da fuoco sparati da un’auto palestinese nei pressi di Ofra, insediamento israeliano in Cisgiordania. Tra i feriti, una donna incinta di 21 anni, ricoverata in gravi condizioni all’ospedale Shaare Zedek di Gerusalemme, dove i medici hanno fatto nascere il suo bambino prematuramente. Nelle scorse ore il direttore del Shaare Zedek Yonatan HaLevy ha detto che le condizioni della donna si sono stabilizzate durante la notte, mentre le condizioni del bambino sono peggiorate e si trova ora in una situazione critica. Madre e figlio “hanno una lunga strada da percorrere prima di poter essere fuori pericolo”, le parole di HaLevy.
Il portavoce militare ha spiegato che l’attacco terroristico è stato compiuto mentre “i civili israeliani erano fermi alla stazione degli autobus”. I soldati presenti – riporta in una breve La Stampa – hanno risposto al fuoco dal veicolo che si è poi dileguato e ora è caccia ai responsabili dell’attentato.

Da domani il ministro degli Interni e vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini sarà in visita in Israele. Durante la due giorni, Salvini incontrerà il Premier israeliano Benjamin Netanyahu e i ministri della Pubblica sicurezza e della Giustizia Gilad Erdan e Ayelet Shaked. II portavoce del presidente israeliano Reuven Rivlin intanto ha spiegato che il mancato incontro con Salvini sia dovuto solo una questione di calendario e non ad altri motivi, riporta il Corriere della Sera. Il ministro dell’Interno visiterà domani lo Yad Vashem e la sinagoga italiana di Gerusalemme, scrive Repubblica, che riporta anche l’appello firmato da un centinaio di ebrei italiani, in cui si chiede al vicepremier la condanna degli atti di antisemitismo da parte di “movimenti e partiti della destra etno-nazionalista in Italia e in Europa”.

Il Foglio del Lunedì riporta l’editoriale pubblicato dal Times Of Israel a firma di Frad Maroun, canadese di origini libanesi, sull’antisemitismo. “Di questi tempi è di moda, a destra, denunciare l’antisemitismo della sinistra ed è di moda, a sinistra, denunciare l’antisemitismo della destra – scrive Maroun – Forse stanno emulando il mondo arabo, dove da lungo tempo è pratica comune incolpare l’Europa per l’antisemitismo nel mondo arabo. Gli antisemiti europei, invece, continuano a farlo alla vecchia maniera: per l’antisemitismo incolpano gli ebrei. Ovunque si guardi, pare che l’antisemitismo sia sempre il peccato di qualcun altro”.

Sui quotidiani italiani si parla di due inchieste di New York Times e Washington Post sui rapporti tra l’amministrazione Trump – in particola del Consigliere e genero del presidente Usa Jared Kushner – e l’Arabia Saudita di Mohammed Bin Salman. “L’asse Washington-Riad è uscito indenne dalla tempesta su Jamal Khashoggi, il giornalista dissidente barbaramente massacrato dai sauditi nel loro consolato di Istanbul. – scrive Repubblica – La spiegazione va cercata nel ruolo strategico che l’Arabia Saudita ricopre per l’influenza americana in Medio Oriente, all’interno di un triangolo la cui altra punta è Israele”. Riguardo all’uccisione di Khashoggi, riporta invece il Corriere, “emergono contatti con l’Hacking Team di Milano, un coinvolgimento da provare”.
 
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l'attentato ad ofra
Torna il terrorismo palestinese

Madre e figlio lottano per la vita
Ore di apprensione in Israele per il destino della giovane di 21 anni colpita nell’attentato terroristico palestinese della scorsa notte e per quello del figlio di sette mesi, fatto nascere prematuramente a causa delle ferite riportate dalla madre durante l’attacco all’insediamento di Ofra, in Cisgiordania. La giovane si trovava, assieme ad altri civili e soldati, nei pressi della fermata di un autobus quando un auto bianca si è avvicinata: da qui terroristi hanno aperto il fuoco, ferendo lei e altre sei persone. La ventunenne è stata portata d’urgenza all’ospedale Shaare Zedek di Gerusalemme.
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la visita del ministro
Salvini in Israele, a confronto

con Netanyahu e due ministri
Prenderà il via domani la visita istituzionale del ministro dell’Interno Matteo Salvini in Israele. Diversi gli appuntamenti previsti nel quadro di una missione che l’ambasciatore Gianluigi Benedetti ha definito “uno dei passaggi politici più significativi nei rapporti tra Italia e Israele”.
Come reso noto dal Viminale, Salvini incontrerà il Premier israeliano Benjamin Netanyahu e i ministri Ayelet Shaked (Giustizia) e Gilad Erdan (Pubblica Sicurezza). In agenda inoltre una visita allo Yad Vashem, il Memoriale della Shoah di Gerusalemme, e l’incontro con gli “Italkim”, la comunità degli italiani residenti nello Stato ebraico.
Nella due giorni in Israele non ci sarà però nessun incontro con il Capo dello Stato Reuven Rivlin. Il suo portavoce, interpellato dall’Ansa, ha smentito la tesi secondo cui sarebbe stato Rivlin a rifiutarsi di riceverlo. L’incontro, afferma il portavoce, non sarà possibile “per motivi di agenda”.

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la nuova indagine europea
Percezione ebraica dell'odio

"Un fenomeno in crescita"
A distanza di sei anni dal primo studio, una nuova indagine sulla percezione ebraica dell’antisemitismo realizzata dall’Agenzia per i Diritti Fondamentali (Fra) della UE, di cui sono diffusi in queste ore i risultati, conferma le preoccupazioni di gran parte dell’ebraismo europeo per i crescenti segnali di odio e razzismo.
Oltre 16mila ad intervenire in quello che, viene segnalato, è il più vasto studio mai condotto in questo ambito. Dodici (tra cui l’Italia) i paesi coinvolti.
Stando all’indagine, l’89 per cento degli intervenuti ha la sensazione che nel proprio paese l’antisemitismo sia in crescita rispetto a cinque anni fa. Per l’85 per cento è “un problema serio” con cui confrontarsi. Ma dove cresce e si consolida l’odio? Per l’89% sui social network e sulla rete, per il 73% in pubblico, per il 71% sui media, per il 70% nel discorso politico. Il 40% dei partecipanti all’indagine si dice inoltre preoccupato per l’eventualità di aggressioni fisiche e il 70% ritiene che il proprio governo non contrasti questa minaccia in modo sufficiente.
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la festa a sorpresa per il testimone
Alberto Sed, 90 anni di coraggio
“Ad Auschwitz ho visto tutto, ho visto il male. Ho visto anche quello che non credevo possibile”.
Sono parole di Alberto Sed, uno degli ultimi Testimoni italiani della Shoah ancora in vita. Memoria dell’orrore e coraggio della testimonianza al servizio delle nuove generazioni. Per lui, venerdì scorso, l’importante traguardo dei 90 anni. Un appuntamento festeggiato (a sorpresa) al Tempio Bet Michael di Monteverde. In tanti, su iniziativa della Comunità ebraica romana, lo hanno infatti salutato, applaudito, stretto a sé. Amici di lunga data, ma anche tanti giovani. Rappresentanti comunitari e Maestri. Un lungo commosso abbraccio.


(Foto di Ariel Nacamulli)
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l'ultima accensione a merano
"Chanukkah, luce per tutti"
Una festa per la piccola ma vivace comunità ebraica locale. E una festa per tutta la città, testimoniata dalla presenza in sinagoga dei suoi principali leader politici e religiosi, a partire dal sindaco Paul Rösch, dal vescovo di Bolzano Ivo Muser, dal pastore evangelico Martin Krautwurst.
Ottava accensione di Chanukkah dal sapore speciale a Merano. “Una grande gioia e una felice tradizione di incontro cui ci auguriamo di dare continuità in futuro” sottolinea la presidente della Comunità ebraica Eli Rossi Borenstein, che ha accolto il folto pubblico presente alla cerimonia di accensione assieme al vicepresidente Mirko Wenter, al Consigliere Roberto Nahum, al chazan Simeone Bordon e al rabbino di riferimento rav Umberto Piperno.
Ad unirsi ai festeggiamenti la Presidente UCEI Noemi Di Segni, che nel corso della giornata ha anche incontrato Consiglio e iscritti alla Comunità meranese per un confronto sul presente e sul futuro della più settentrionale delle 21 comunità dell’ebraismo italiano
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inaugurato il giardino dei giusti
Tora e Piccilli, onore ai salvatori
Un intero paese a protezione di una cinquantina di ebrei perseguitati dal nazifascismo. La vicenda di Tora e Piccilli, in provincia di Caserta, è raccontata da un documentario che grandi apprezzamenti ha ricevuto in questo 2018: “Terra bruciata!”, del regista Luca Gianfrancesco.
La giornata di ieri, nel quadro di questo recupero di Memoria, resterà a lungo nel ricordo non solo di alcuni dei protagonisti di quei fatti ma di tutta la cittadinanza.
Un invito a ritrovarsi tutti quanti a Tora e Piccilli cui hanno risposto in tanti, da Napoli, Roma, Milano. Tra gli altri Ziva Fischer (nell’immagine), che nel documentario racconta la sua storia. E Annie Sacerdoti, la cui nascita in quei giorni difficili, è citata dalla stessa Fischer in “Terra Bruciata!”.
Nell’occasione è stata una inaugurata una targa commemorativa ed è stato messo a dimora un albero di ulivo. Un “Giardino dei Giusti”, promosso da Gariwo, per alimentare il ricordo di quanto avvenuto.


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la memoria ferita
Roma, rubate nella notte

venti pietre d'inciampo
Furto nella notte nel quartiere Monti a Roma. Venti Stolpersteine, le pietre d’inciampo che ricordano le vittime della Shoah e della persecuzione nazifascista realizzate e personalmente incastonate dall’artista tedesco Gunter Demnig, sono state sradicate dal marciapiede dove alcuni anni fa erano state poste, in via Madonna dei Monti all’altezza del civico 82, in ricordo dei membri della famiglia Di Consiglio.
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lo speciale del tg1
Israele, i tanti volti di un paese
Dalle riflessioni sul presente del Presidente Reuven Rivlin alla storia di resilienza e speranza di Miriam Peretz (protagonista dell’intervista di Pagine Ebraiche di novembre), dalla sfida di raccogliere e utilizzare ogni goccia d’acqua possibile a quella di difendersi dai tunnel del terrore di Hamas. Sono alcuni dei temi toccati dallo Speciale Tg1 curato dal giornalista Franco Di Mare e dedicato ai 70 anni d’Israele. Un’ora di puntata per scoprire l’intreccio tra tradizione e innovazione che si respira in Israele, per riflettere sulle opportunità e le difficoltà di un paese proiettato al futuro ma ben saldo nelle sue radici ebraiche, come sottolinea il Presidente Rivlin, che – nel ricordare il miracolo della creazione del giovane Stato – auspica anche maggiore tolleranza in seno alla sua società, sottolineando l’importanza di entrambe del suo essere Stato ebraico e al contempo democratico.
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otto giorni otto lumi  
Cosa ci insegna Chanukkah
Il Salmo 36 tratta della contrapposizione tra giusti e malvagi, tra coloro che servono il Signore e ne riconoscono la regalità e quelli che Lo sfidano ritenendo che non ci sia alcuno a dirigere gli eventi del mondo. Nel versetto 9 è scritto “disseterai (i giusti) al torrente delle Tue delizie (Torrente/NaCHaL/ acronimo di Leadliq Ner CHanukkà/accendere i lumi di Chanukkà) e nel versetto 10 si dice che “alla Tua luce potremo vedere la Luce (la Luce è sinonimo di Torà)”.


Rav Adolfo Locci, rabbino capo di Padova
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informazione - international edition
Il dreidel di Rabbi Nahman
Per l’ottavo e l’ultimo giorno di Chanukkah sull’odierna uscita di Pagine Ebraiche International Edition, Yaakov Mascetti, docente dell’Università di Bar Ilan propone una riflessione sul Rabbi Nahman, fondatore del movimento chassidico di Breslov, e sulla sua filosofia ispirata al dreidel, o sevivon in ebraico, la tipica trottola della Festa delle Luci.
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pilpul
Oltremare - Presidenti
Io che sono cresciuta con un partigiano come Presidente, in tempi di vittoria ai mondiali e pipa fumata con la nonchalance antica del Novecento, ho poi sempre provato un rispetto vicino al vero affetto per quei Presidenti che riescono a non essere solo i garanti della Costituzione ma esempio di valori nei quali mi riconosco e in cui dovrebbe a logica riconoscersi l'Italia intera. Pertini è stato un imprinting non facile poi da replicare nei decenni successivi, ma l'ho ritrovato tutto nel lieve imbarazzo davanti all'applauso senza fine che l'attuale Presidente Mattarella ha ricevuto con sua evidente sorpresa alla Scala qualche giorno fa.

Daniela Fubini, Tel Aviv
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Controvento - Santiago, Italia
Ho visto il film “Santiago, Italia” di Nanni Moretti. Una ben confezionata agiografia della retorica della sinistra italiana sul golpe di Pinochet. A 45 anni di distanza, ci si poteva aspettare una lettura più oggettiva ed equilibrata di ciò che successe intorno a quel fatidico 11 settembre 1943. E a Moretti se ne era presentata l’occasione. Ha infatti intervistato, ma poi cassato dal film, l’ambasciatore Emilio Barbarani, che, giovane diplomatico, arrivò a Santiago nel dicembre del 1974, poco tempo dopo il ritrovamento del cadavere di Lumi Videla nel giardino dell’ambasciata italiana.

Viviana Kasam 
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